
Giulia Siena
PARMA – “Bene, si tratta di questo. Penso che… o faccio fuori Livy o faccio fuori me stesso. O forse entrambi”. Il dubbio, la paura, che attanaglia Max Zajack in una qualsiasi notte in quella casa costosa che condivide da qualche anno con Olivia Afrodite è una specie di SOS. Max – l’io narrante – è perfettamente consapevole di essere uno squattrinato, continua a scrivere pagine – quando riesce – di un romanzo che potrebbe non vedere la luce, vive pensando che domani non potrà che essere migliore e che la sua Livy, la sensualissima Olivia Afrodite, possa tornare a guardarlo come la prima sera in quella specie di topaia e riesca a stimarlo un po’, nonostante tutto.
Odiando Olivia. Una storia d’amore… è uno scontro esistenziale tra due anime in bilico tra l’ossessione e la follia. Il romanzo è una prova di narrazione magistrale di Mark SaFranko, primo titolo di una quadrilogia di firmata Whitefly Press di Vague edizioni. La scrittura di SaFranko è una lama sottile e precisa: in questo intreccio di respiro e sangue c’è tutta la potenza di Bukowski, la leggiadria di John Fante, la schiettezza di Henry Miller.
Max e Olivia si incontrano nella disperazione della passione che a volte interpretano come amore, il più delle volte come vero e proprio odio. In questa marea continua, in questo andirivieni di frustrazione e perversione, si scontrano con la mancanza di denaro, con lavori improbabile e un continuo gioco di seduzione e gelosia. Siamo sul finire degli anni Settanta, ma qui non c’è il sogno americano, qui non c’è l’America delle opportunità e dei colpi di fortuna. In Odiando Olivia c’è però la forza delle immagini, la brutalità dei giorni, lo scontro tra sogni e disincanto.
Questo romanzo offre l’opportunità di leggere qualcosa di forte e intenso, di straniante e fortemente necessario. Consigliatissimo.
“Dopo quelle litigate tra me e Olivia non si risolveva né migliorava mai niente, ma eravamo condannati a ripeterle, come tossici incapaci di spezzare la dipendenza“.