Marianna Abbate
ROMA – Chi ha detto che a sbagliare sono solo gli uomini? Anche nel disegno divino a volte possiamo trovare delle lacune. E così Socrate, uno degli uomini migliori per arbitraria decisione, non può usufruire del dono della vita eterna per un errore tecnico. Incastrato per oltre duemila anni, attende il suo turno fino a che san Pietro non si accorge del gravissimo mancamento verso il filosofo. Vogliamo lasciarci forse sfuggire la notevole conversazione tra i due? Fortunatamente nei paraggi passava la bravissima cronista Ada Fiore, che ha potuto origliare in prima persona quanto detto dal santo al filosofo e viceversa. E così, quando le primarie del Pd si avvicinano, quando la nostra politica ci delude e la gente insiste a guardare la pagliuzza nell’occhio del prossimo, senza minimamente notare la trave nel proprio, Lupo editore ci corre in aiuto con un mirabile consiglio: “Vota Socrate”! L’opera maieutica del memorabile pensatore consisteva, come tutti ben sapete ma non nuocerà ricordare, nell’aiutare il compagno di conversazione a “partorire” la verità, ricercandola nel proprio pensiero attraverso associazioni e domande mirate. A quanto pare questa verità che ognuno porta dentro di sé adora nascondersi agli occhi dello stesso portatore (perdonate la contortezza, ma qui di filosofia stiamo parlando), pertanto è necessario l’aiuto di un terzo per produrla e comprenderla. Chi è meglio di Socrate nel ruolo di levatrice? Grazie al suo aiuto, e a quello dell’intelligente autrice, possiamo applicare alla modernità le regole del suo pensiero filosofico. Scopriremmo così che se anche fosse possibile votare Socrate, neanche oggi lo voteremmo. È anche probabile che qualcuno gli preparerebbe volentieri una bella tazza di tè. Ho detto tè? Scusate. Cicuta.
Perché la verità è scomoda, e ci spaventa. E in realtà la conosciamo già benissimo.