Vite immaginate, un libro curato da Andrea Tarabbia
Giulia Siena
PARMA – Alcuni dei più talentuosi autori contemporanei invitati a riscrivere le vite, o episodi di esse, dei più amati scrittori del passato. Da una parte Andrea Tarabbia, curatore del volume, Paolo Zardi, Michela Marzano, Gianluca Morozzi, Alessandra Sarchi, Federica Manzon, Viola Di Grado, Alberto Cavanna, Piero Colaprico e Michele Cocchi; dall’altra Nabokov, Virginia Woolf, Mary Shelley, Paolo Volponi, Joyce, Osip, Plath, Giorgio Bocca e Mark Twain; insieme per una rielaborazione vivida che mescola realtà e finzione. Così nasce Vite immaginate. Storie di scrittori e scrittrici, un’antologia di racconti pubblicata la scorsa primavera da Edizionicinqueterre.
La scrittura permette di ripercorrere strade già battute e cambiare il finale, è questo il “diritto della letteratura”, secondo il curatore, Tarabbia, perché la letteratura può “prendere un pezzo di realtà, di mondo, e di trasfigurarlo, modificarlo, renderlo vicino se è lontano e lontano se è vicino; ancora: la letteratura può permettersi, perché sa farlo, di entrare nella testa di qualcuno e mostrarcene i pensieri più reconditi e le ossessioni”. Allora ecco che in queste pagine è facile ritrovarsi a Copenaghen e ascoltare un racconto di un vecchio tassista e immaginare il Nabokov fanciullo (Una giornata estiva di Paolo Zardi) o essere catapultati tra cadaveri insieme a due curiosi ragazzi bolognesi che “inciampano” in Mary Shelley (L’ora del tè con Mary Shelley di Gianluca Morozzi). E in questa antologia le emozioni affiorano forti: amicizia, rispetto e fiducia che diventano palpabili nel carteggio tra Paolo Volponi e Federico Zeri raccontato da Alessandra Sarchi ne Il cappello di Paolo Volponi. Attraverso le parole di Michela Marzano ne Le voci di Virginia Woolf la scrittura si fa lente che esplora e racconta la rassegnata disperazione dell’autrice inglese. Le vicende vengono ricreate e le emozioni scandagliate, sviscerate; qui c’è tutto: finzione, empatia, disperazione, speranza, cronaca, storia. La brutalità della repressione stalinista nell’URSS dei secondi anni Trenta di cui fu vittima il poeta e saggista Osip Ėmil’evič Mandel’štam, viene raccontata con lucida sensibilità nel racconto I figli sepolti di Andrea Tarabbia. Attraversiamo l’Italia dei cambiamenti e della corruzione, quella raccontata da Giorgio Bocca nel passato, l’Italia dell’espansione e delle stragi (Idroscalo con Barolo di Piero Colaprico). Sfioriamo la leggerezza di Silvia Plath (Ultime parole di Viola Di Grado), inciampiamo nelle descrizioni che Joyce fa della sua amata e controversa Trieste (Un amore di Joyce di Federica Manzon), incrociamo Shelley, Keats e Lord Byron (Persi di Alberto Cavanna) e chiudiamo percorrendo il Mississippi in compagnia di Mark Twain e Tom Sawyer (Samuel Langhorne Clemens, ovvero Mark Twain, Florida 30 novembre 1835-Regging 21 aprile 1910 di Michele Cocchi).
Vite immaginate è un intensissimo viaggio nelle più profonde pieghe della letteratura (attuale e del passato), un viaggio possibile solo grazie alla scrittura che diventa vascello sul quale esplorare vicende e incontri avvenuti in giorni conclusi.
Un’antologia perfetta per chi ama la letteratura e un libro prezioso proprio per la sua capacità di raccontare le tante sfumature della creatività; gli autori di oggi scelgono – secondo la propria esperienza e affinità – cosa raccontare di questi autori che hanno fatto la storia e cambiato la propria. Si ricorda che i proventi del volume sono devoluti alla Croce Rossa Italiana.