Giulia Siena
PARMA – I passi di Elly si avvicinano veloci alle camere dei giovani assistenti medici. Lei, quell’ospedale, lo conosce bene da quando è stata ricoverata per la sua scarlattina; ora, però, questa visita è differente, ora – tra il sospiro affannoso e la paura di essere scoperta – lei è in attesa di quell’unico ragazzo che le ha rapito il cuore.
Lou Andreas Salomé comincia così Una notte, il racconto pubblicato in Germania nel 1899 e giunto recentemente in Italia grazie a Via del Vento Edizioni (I quaderni, n.73). Curato da Claudia Ciardi, lo scritto narra la storia di due giovani che cominciano ad amarsi in un’unica notte, fatta di attese e rimandi, parole, carezze e tensione. Il racconto svela tutta l’irrequietezza della Salomé, amica e compagna di numerosi intellettuali quali Nietzsche (che respinto dalla Salomé scrisse “Così parlò Zarathustra”), Rilke, Freud e fortemente influenzata dalle correnti filosofiche e psicoanalitiche del primo Novecento. Nata a San Pietroburgo nel 1861 da un ricco industriale tedesco, Louise von Salomé, per tutti Lou, è una ragazza curiosa e dotata di un forte carattere. La sua caparbietà e la ribellione verso la società russa, alimentano in lei il bisogno di studiare e confrontarsi con i più grandi intellettuali dell’epoca, di viaggiare, amare, scrivere ed esplorare le nuove scienze.
Una notte, scritto in un periodo di dubbi e difficoltà, è un esercizio di scrittura forse nato dopo l’incontro con i Pasternak e Tolstoj durante un soggiorno in Russia accompagnata da Rilke.
Via del Vento ha il pregio di farci scoprire sempre nuove chicche letterarie con l’audacia e la semplicità che solo le grandi (nei fatti) e piccole (nelle dimensioni) case editrici riescono a fare.
“È come se fosse stata scaraventata fuori da un giardino di rose sul bordo nudo di uno strapiombo dove s’infrange il mare. Ma non è sola, piuttosto sono con lei tutte le persone – l’essere umano essenzialmente – ogni singolo essere che vive, ama e muore. Si sente legata nel pieno dell’affanno alla grande totale sofferenza di tutto l’esistere, la sua esigua, isolata pena d’amore svanisce e s’inabissa. Ora non avrebbe potuto baciare e neppure dormire. Siede, le mani intrecciate attorno alle ginocchia, e con turbati occhi aperti fissa la notte”.