Giulio Gasperini
AOSTA – A Baratti, località a strapiombo sul mare nel parco archeologico di Populonia, in provincia di Livorno, fu rivenuta dagli archeologi dell’Università dell’Aquila, in mezzo ad altre tombe di epoca medioevale, una sepoltura anomala ed enigmatica, tra le più famose d’Italia: quella denominata S64, che custodiva la “strega” di Baratti. Stelio Montomoli, in La strega di Baratti edito da Ouverture Edizioni, tenta la strada dell’invenzione narrativa per spiegarci chi sia stata, questa presunta strega, e quale sia stata la storia che l’ha condotta in quella tomba così inquietante.
Ma perché strega? Perché condannata a una sepoltura così crudele? Le risposte, purtroppo, non ce ne sono; ci sono soltanto ipotesi e illazioni. Continua
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