Giulio Gasperini
ROMA – Se dovessimo dire quel che ci viene in mente della Valle d’Aosta probabilmente tutti ci immagineremmo subito alte montagne, lunghe piste da sci, boschi fitti e animali selvatici, la lingua francese che vi si parla in regime di bilinguismo e, forse, qualcheduno penserebbe al casino di Saint-Vincent. Ma c’è un volto della Vallée che andrebbe, in maniera opportuna, sistemato al primo posto di questa improbabile classifica: quello, ovvero, della Storia che qui, in questa grande valle incastrata tra le montagne più alte d’Europa, si è concretata in ardite tracce. Ci riferiamo, ovviamente, ai tanti castelli che punteggiano il suo panorama, appollaiati su speroni di roccia che difficilmente potremmo pensare abitabili e, ancor meno, edificabili. Tutti questi castelli, le torri, i manieri e le residenze che hanno scolpito sulla roccia la storia della Vallée, questi “Segni di pietra”, sono riprodotti in un bel volume realizzato nel 2008 dall’Associazione Forte di Bard, che gestisce l’omonima fortezza, una delle prime che ci mozzano il fiato, per imponenza e arditezza architettonica, entrando nella regione.
Francesco Corni riproduce, con particolareggiati disegni a china, le architetture nel loro complesso, soffermandosi attentamente su dettagli peculiari o più significativi, e offrendoci l’illusione quasi di poter toccare, sfiorare quelle rocce, quei mattoni, quelle finestre dalle ardite linee e geometrie. In alcuni casi, addirittura, i castelli vengon smembrati, proposti in sezione, resi vulnerabile agli occhi di chi guarda, per far comprendere tutta la reale grandezza delle costruzioni. I disegni sono poi accompagnati da piccole didascalie chiarificatrici, che contestualizzano le architetture e tratteggiano indispensabili nozioni di storia.
Dopo alcune introduzioni sulla storia della Vallée, i disegni (che paion quasi elaborazioni grafiche tridimensionali) sono raccolti in tredici sezioni: dai castelli primitivi (tra i quali quelli di Cly, la Tour Colin a Villeneuve e la Torre dei Balivi ad Aosta) ai castelli che si tramutano in vere e proprie residenze (come nel caso di Montjovet e Sarriod de la Tour a Saint-Pierre), dai castelli del periodo aureo (Fénis, Aymavilles e Verrès su tutti) ai castelli trasformati col sopraggiungere dell’artiglieria (il Castello di Saint-Germain a Montjovet e il Forte di Bard) si squaderna tutta la storia della Vallée, così ricca di eventi inaspettati e fondamentali anche per la storia dell’Italia tutta. Basti pensare ai legami strettissimi che unirono la famiglia Savoia a questa piccola regione, a partire dal conte Umberto “Biancamano”, capostipite della dinastia sabauda, che intorno al 1000 stabilì una posizione egemone della sua famiglia in questo angolo di mondo, per finire con Umberto I e Maria José che trascorrevano le villeggiature con grande piacere nel castello di Sarre, usato precedentemente da Vittorio Emanuele II e da Vittorio Emanuele III come residenza per le amate cacce.
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