Mondadori: “La grande truffa” di John Grisham. Traduzione di Luca Fusari e Sara Prencipe

Daniela Distefano
CATANIA “Era un sabato soleggiato e fresco, e Zola aveva bisogno d’aria. (..) Fissò il monumento a Washington e il Campidoglio in lontananza e pensò ai genitori e al fratello, tenuti progionieri in uno squallido centro di detenzione, in attesa dell’espulsione. Dov’era lei c’era una vista magnifica: ogni palazzo e ogni monumento erano simboli di una libertà incoercibile. La sua famiglia, invece, non vedeva altro che filo spinato e recinzioni, sempre che vedessero qualcosa. Grazie al loro sacrificio lei aveva avuto in dono la cittadinanza, una condizione irreversibile che non aveva fatto nulla per meritarsi. (..) Non aveva senso, era ingiusto e crudele”.

Questo brano è tratto da La grande truffa (Mondadori), ultimo romanzo di John Grisham avvocato e scrittore statunitense di gialli giudiziari (“legal thriller” in inglese). Continua

“Le nostre ore contate”, il romanzo di esordio di Marco Amerighi

Giorgia Sbuelz
ROMA – Estate 1985. Quattro ragazzi hanno quattordici anni e la voglia di fondare una band, ma senza il necessario addestramento, come la buona scuola punk dei Sex Pistols e degli Stooges di Iggy pop ha dimostrato. Questo è il punto di partenza de Le nostre ore contate,  romanzo d’esordio di Marco Amerighi edito da Mondadori.
Sauro, Momo, il Dottore e il Trifo sono un gruppo di amici che prova a farsi valere nella provincia italiana sperduta tra le colline toscane, ma lontano dalle bellezze tipiche della regione. Badiascarna, infatti, “sembra l’avamposto extraterrestre di un film di fantascienza: un segmento di case modeste disposte lungo una strada male asfaltata, il cimitero all’estremità nord, il mattatoio del Nesti e il vecchio campo sportivo all’estremità sud. Non appena riprendono le curve e la provinciale si snoda verso il bosco, le case si diradano e il paese con i suoi duecento abitanti sparisce.”
A Badiascarna però c’è dell’altro: due enormi torri di refrigerazione della NovaLago, una centrale geotermica costruita su un lago boracifero ai limiti del bosco che nacque con l’intento di creare posti di lavoro e benessere. Ciò che realmente ha prodotto, è stata una pioggerellina di corpuscoli d’amianto che si è depositata sulla vegetazione circostante e nei polmoni dei lavoratori fino a scavarci dentro delle lesioni. Ironia della sorte, il benessere millantato si è trasformato in una promessa di morte chiamata mesotelioma, la malattia che infesta il torace di Rino. Continua

Mondadori: Valentina Farinaccio torna alla scrittura con “Le poche cose certe”

Giulia Siena
PARMALe poche cose certe (Mondadori) è la seconda prova narrativa di Valentina Farinaccio che, dopo La strada del ritorno è sempre più corta, torna a raccontare di figli, genitori, dolori, scoperte e attese.

Chiamarsi come il protagonista di un romanzo forse non aiuta a vivere la vita vera. Doveva saperlo fin da subito, Arturo, che quel nome lo avrebbe intrappolato senza farlo mai crescere, paralizzato, come un attore troppo impaurito per dire le proprie battute sulla scena. Arturo l’attore lo faceva davvero; era comparso in qualche film, fiction in tv, teatro, ma da qualche tempo, da quando quella ragazza lo aveva smascherato e consigliato di cambiare strada, si era rintanato nel suo silenzio, tra il tram, il suo bilocale e nuovo lavoro, un lavoro vero. Ed ora che l’inverno continuava il suo corso senza cedere ancora il passo alla primavera, ora si trovava sul quel tram, il 14, in attesa che il rottame ripartisse alla volta di un appuntamento con Atlantide; un’isola con le sembianze di una donna. Anche Arturo aveva la sua isola, il suo posto, il suo perché e il suo principio: Continua

Letture per la Festa della Mamma: “Micromamma”, la delicata scrittura di Piret Raud

Giulia Siena
PARMA – Anche le mamme hanno paura. Anche le mamme, invece di crescere, possono rimpicciolire, possono tornare bambini. Alle mamme può capitare di stare male, non un semplice febbre, qualcosa di più grave, di più complicato anche per i grandi. E quando la mamma di Sander si ammala comincia rimpicciolire; ogni giorno che passa diventa più bassa, i vestiti le stanno larghi, le scarpe ai suoi piedi diventano barche. E mentre la mamma è poco più che uno scricciolo che può ridursi ogni volta che si sente inutile e frustrata, Sander deve crescere in fretta, rimboccarsi le maniche e trovare il coraggio di fare le cose da grandi.

La scrittura spigliata dell’autrice estone Piret Raud fa di Micromamma Continua

Ediciclo: “Io cammino da sola”, un viaggio verso sé stessi

Daniela Distefano
CATANIA Alessandra Beltrame (Treviso, 1964; vive tra Udine e Milano) è giornalista e ha lavorato per i più importanti gruppi editoriali. Il suo libro Io cammino da sola (Ediciclo Editore) è una scommessa con se stessa, si legge con il fiato allenato dello scandaglio interiore, si avverte un’esigenza dell’autrice di mettere per iscritto le proprie umane riflessioni e debolezze.
“Io mi considero una persona sola per destino. Non ho scelto di stare sola, è la mia natura. Una certa inclinazione, una predisposizione, forse. Poi la vita ha fatto il resto. Non ho mai sofferto di solitudine in senso fisico. Ho sofferto la mancanza di condivisione, intimità, unità intellettuale. Continua

“Love” di Michelangelo Iossa: tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore cantato dai Baetles

Giorgia Sbuelz
ROMA – Innamoramento, Coppia, Famiglia, Amicizia, Memoria e Amore Universale sono i titoli dei capitoli di LOVE – Le canzoni d’Amore dei Beatles di Michelangelo Iossa per Graus Editore.
“Quello dei Beatles è un’autentica storia d’Amore con il mondo intero”: così afferma l’autore, e come smentirlo? Del resto lo stesso Iossa è una vera eminenza nel campo. Classe 1974, collabora fin dagli anni ’90 con alcune delle principali testate musicali italiane ed è uno dei maggiori studiosi dei Fab Four di Liverpool.
Il libro ha il compito di esaminare i brani della produzione beatlesiana alla luce di quello che per l’autore è il senso della carriera del quartetto, cioè l’Amore. Continua

Biancoenero: “Puzzetta e piccolo pirata”, quando fratello e sorella si tengono per mano

Giulia Siena
PARMA Julie Bonnie, cantante, violinista e autrice francese, narra la storia – illustrata da Charles Dutertre – di un fratello e di una sorella che di sera, nella loro stanza blu dalle tende rosse, si tengono la mano e cominciano a parlare. Le loro parole sono veicoli fantastici verso mondi lontani, futuri o nostalgici; le parole si mescolano alla fantasia e danno vita a viaggi intorno ai sogni. Puzzetta e piccolo pirata, pubblicato da biancoenero edizioni, è un libro ad alta leggibilità che ci porta in una casa come tante, in una sera qualunque. In una sera, appena prima di dormire e quando il sonno non arriva, il fratello minore che sogna di diventare un marinaio pirata, cerca riparo nel letto di sua sorella. La bambina ha una voce sublime e sogna di diventare una grande cantante. Continua

Meridiano Zero: il macello della peste in un romanzo di Paola Prosciuttini, “La mannaia”

Marilena Giulianetti
ROMA – Prima e dopo. Nel mezzo la tragedia. Il presente non esiste, annullato dalla lugubre spirale che falcia l’umanità. E il futuro? Chi non ha presente non ha neppure futuro. Solo la pestilenza e la paura esistono. Macabra e potente Paola Presciuttini avvince e coinvolge nel romanzo La mannaia – Il macello della peste, edito da Meridiano Zero.
Culla di civiltà e delle arti Firenze è il centro nevralgico dei commerci tra Asia ed Europa. Certo, la famiglia di nascita determina il censo e tutte le possibilità cui gli uomini avranno accesso nella vita; i ricchi arricchiscono e i poveri restano tali. Scorre così la vita nella straordinaria Firenze, con le sue severe ingiustizie e le pavide certezze. Scorre la vita finché il morbo si abbatte spietato. E’ il 1348 e Firenze viene travolta dalla peste. Continua

Mondadori: “Manhattan beach” di Jennifer Egan

Daniela Distefano
CATANIA – Anna Kerrigan – protagonista dell’ultimo romanzo di Jennifer Egan, Manhattan beach (Mondadori) – è una ventenne che durante l’ultima fase della Seconda guerra mondiale si trova impiegata nel cantiere navale di Brooklyn. Privata dell’affetto del padre, scomparso lasciandosi dietro una moglie ex ballerina e una seconda figlia disabile, Anna è insofferente alle regole di un mondo dominato dal potere dell’uomo, anche se è attratta da un’attività prettamente maschile, quella del palombaro. E sul fondo del mare la giovane cerca il cadavere del padre. Anna emerge dalle acque di New York mentre il mondo emerge dalle macerie della guerra. “Straordinaria, sorprendente, imprevedibile”: così è stata definita la scrittura di Jennifer Egan, vincitrice del Premio Pulitzer 2011 per la narrativa con “Il tempo è bastardo”, romanzo accolto come un capolavoro tanto dalla critica quanto dai lettori.

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“Il violino di Auschwitz”: la musica è un messaggio di coraggio

Giulia Siena
PARMA“Mi chiamo Collin-Mézin, sono un violino. Spero non vi stupisca il fatto che io possa parlare. E’ la musica a darmi la voce. E se state ad ascoltare, potrete conoscere la mia storia. […] Il mio racconto sarà simile a un concerto, dove i momenti lievi si alternano a quelli gravi, i tristi ai sereni. Sarà una melodia che narra le vicende di una persona a me molto cara, la prima che mi ha tenuto tra le mani per suonare. Una ragazza come voi, allegra, vivace, piena di speranze, di entusiasmi e di sogni”. Collin-Mézin è un violino, nacque a Parigi dalle sapienti mani di un liutaio famoso che, dopo qualche anno, lo vendette a una bottega di Torino. Qui lo notò un padre premuroso che volle fare un regalo alla propria bambina. Quando il signor Levy consegnò il violino ad Eva Maria, la ragazza accarezzò il legno e cominciò a suonare. Le note de Il Cigno di Camille Saint-Saëns, diedero avvio a una lunga storia di un’amicizia tra il Collin-Mézin e la giovane ragazza ebrea. Continua