Giulia Siena
PARMA – Hotel Grande A. A come amore, affetti, avventura, A come una parola ancora tutta da scrivere. Eppure le lettere dell’insegna di questa struttura turistica sulle spiagge del Mare del Nord dovrebbero rimandare alla tranquillità e all’ozio, ma anch’esse, come Kos e la sua famiglia, stanno vivendo un momento difficile. Kos, il personaggio della penna di Sjoerd Kuyper – celebre e pluripremiato scrittore olandese -, ha vinto il campionato e ha buone possibilità di sfondare nel calcio, ma suo padre ha appena avuto un infarto.
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Einaudi: “Il tramonto del liberalismo occidentale” di Edward Luce. Traduzione di Chiara Melloni
Daniela Distefano
CATANIA – “Non cadete dunque nei cliché in voga. La globalizzazione ha sottratto alla fame miliardi di esseri umani, in Asia, America Latina e in qualche misura anche in Africa, nella più straordinaria stagione di sconfitta della miseria, 1970 – 2000, che la storia ricordi. Ma nel ceto medio e nella classe operaia, da Torino a Detroit, questo successo internazionale s’è scontrato con la riduzione del benessere e dello status sociale che ha scatenato risentimento contro “globalisti e europeisti”, Clinton, Prodi, Bush, Obama, Blair…”
Queste parole appartengono al giornalista Gianni Riotta nell’Introduzione al volume Il tramonto del liberalismo occidentale (Einaudi) di Edward Luce. Un testo che parla di crisi non solo economica e di geopolitica in una forma accattivante, pungente, puntuale.
ContinuaPonte Alle Grazie: “Assemblea” di Michael Hardt e Antonio Negri
Daniela Distefano
CATANIA – “Che cosa significa “dal basso”? Significa, in primo luogo definire il potere dalla prospettiva dei subordinati, la cui conoscenza si trasforma attraverso la resistenza e le lotte di liberazione dal dominio di coloro che sono “in alto”. Chi sta in basso possiede una conoscenza più completa della totalità sociale, un vero e proprio dono che può essere utilizzato da un’impresa moltitudinaria come punto di partenza per costruire il comune. Dal basso indica anche una traiettoria politica: un progetto istituzionale che ha non solo la forza di sovvertire il comando, ma anche la capacità di costruire politicamente una società alternativa”.
Assemblea (Ponte Alle Grazie) di Michael Hardt e Antonio Negri è un volume destinato ad aprire un dibattito-fiume sulle pratiche teoriche del pensiero economico moderno. Il titolo originale in inglese del libro gioca sul doppio senso della parola Assembly, che indica sia l’assemblea che la composizione di elementi – il “concatenamento macchinico” – fuori e dentro le nuove catene di montaggio del lavoro globale.
Raffaello Cortina Editore: “Bisogna sempre dire la verità?” nel pensiero di Kant
Giulia Siena
PARMA – Parlare o tacere. Pronunciare il proprio pensiero o non farlo. Dire la verità a ogni costo o soprassedere. Correre il rischio di essere fraintesi parlando o instaurare il dubbio con il proprio silenzio. Un grande e antico dilemma quello che si affronta nel saggio Bisogna sempre dire la verità? del filosofo illuminista tedesco Immanuel Kant.
Il volume, curato da Andrea Tagliapietra (e pubblicato recentemente da Raffaello Cortina Editore), raccoglie i testi scritti da Kant tra il 1764 e il 1798. In queste pagine, al centro del pensiero kantiano, vi è una lunga e articolata riflessione attorno alla verità.
Il Seme Bianco: “La prospettiva dell’assassino” di Fabio Marricchi
Daniela Distefano
CATANIA – “Il lettore Walter si tiene all’apposito sostegno dell’autobus numero trentadue ed è concentrato su una delle prime righe del libro che ha iniziato a leggere. Mezzo intontito dal caldo, dai movimenti ondulatori dell’Irisbus, che affronta tappeti di sampietrini, il lettore è rimasto incantato dalla frase “l’oleandro adombrava lo spicchio di marciapiede davanti casa sua”. E si è immaginato il perché del termine adombrare. Ombreggiare è un conto (così pensava mentre una curva quasi lo buttava per terra) adombrare è un altro. Ombreggia fa pensare a “fa ombra”. Adombra fa pensare ad altro, segnala qualcosa di nascosto. Walter pensa che lo scrittore del libro non vuole dire semplicemente che fa ombra, ma vuole dire che magari una determinata cosa sta per accadere o è accaduta a causa dell’oleandro che adombra”.
Questo brano fa parte del racconto La prospettiva dell’assassino, da cui prende il titolo una raccolta di nove brevi storie (edita da Il Seme Bianco) che sono “Il macinacaffè elettrico”; “Il catalogatore”; ”L’incantatrice di gabbiani”; “Si torna a casa”; “Il mondo è questo”; ”Scuola di periferia”; “Virginia”; “Troppa vita”; e per l’appunto:“La prospettiva dell’assassino”. L’autore, Fabio Marricchi, ci propone una polenta di sconcerti, di illusi personaggi che trovano sfogo solo nella meccanicità dell’essere. Protagonisti che compiono azioni automatiche, o si gingillano in contropiedi concettuali, pur di sviare il baratro della solitudine, dell’alienazione, della incomunicabilità umana. Se traballa la fiducia nella familiarità che ci circonda sin dal primo vagito, interviene la valvola di sicurezza delle persone perdute, si cataloga la vita, ci si permette una devianza, si macera un tributo alle passioni, ci si disperde nel mare di scabbia sentimentale. E poi si affonda, ma lentamente, avendo tutto il tempo per pensare a come trascorrere gli ultimi istanti di lucidità. Il loro è un rifiuto da vili, non si lotta per i propri ideali, non c’è alcun ideale. Nessun combattimento eroico, nessun vincitore, solo il ronzìo di un apparecchio elettrico che sottolinea il nostro punto d’approdo nel nulla, nella fragilità. In un stile ben prefigurato, in una lingua che sembra trasudare venature polpose, l’autore sguazza tra storie che inceneriscono le colonne del nostro Tempio interiore, dove un baluginìo è segno di un bellissimo, martoriato, tramonto di ogni sogno.
Fabio Marricchi è nato a Roma nel 1957. Giornalista, cronista per diverse testate e addetto stampa. È laureato in Lettere e in Scienze della Comunicazione. Due suoi racconti sono arrivati in finale nei concorsi letterari di Carta Carbone, a Treviso nel 2015 e Premio Zeno, a Salerno nel 2017. Nel 2018 ha pubblicato un micro racconto in un’antologia curata da una casa editrice romana.
L’orma: “Vite coniugali”, l’atteso ritorno di Bernard Quiriny
Giulia Siena
PARMA – Bernard Quiriny (classe 1978) si è fatto conoscere in Italia con La biblioteca di Gould (Premio Salerno Libro Europa) e ora torna – attesissimo – con Vite coniugali. Il libro, pubblicato da qualche settimana da L’orma Editore, è una raccolta di racconti al limite del verosimile. La scrittura di Quiriny, infatti, attrae per il suo piglio svelto e coinvolgente ma sono le trame – di volta in volta, di racconto in racconto – a stupire: storie di convivenze e sopportazioni, fascinazioni e allontanamenti, viaggi e ritorni.
Lit Edizioni/Castelvecchi: “Oltre il tempo” di Lorenzo Marotta
Daniela Distefano
CATANIA – “Molti volti non c’erano più, sostituiti da altri,
ragazze e giovanotti, che parlavano con la stessa cadenza,
ma che erano diversi.
Solo qualche anziano resisteva ancora allo scorrere degli anni,
ultimo bastione di memoria.
Per la prima volta Federico capì quello che aveva scritto Gesualdo
Bufalino nel libro La luce e il lutto: “Una compresenza di eros e thanatos
nel sentire del popolo siciliano, quasi a marcare il sentimento del nulla
che incombe assieme alla accecante bellezza della luce su ogni cosa”.
“Bisogna venire in Sicilia”, disse Federico richiamando le sue letture
dello scrittore siciliano. “Forse un senso del niente rimasto in
eredità dalle tante contaminazioni culturali”, continuò, ricordando le
sue parole: “Evidentemente la nostra ragione non è quella di Cartesio,
ma quella di Gorgia, di Empedocle, di Pirandello. Sempre in bilico fra
mito e sofisma, tra calcolo e demenza; sempre pronta a ribaltarsi nel
suo contrario, allo stesso modo di un’immagine che si rifletta rovescia
ta nell’ironia di uno specchio”.”
Biancoenero: “Incubi al formaggio” arricchisce la collana Zoom
Giulia Siena
PARMA – Nuova uscita nella collana Zoom di Biancoenero edizioni. Arriva in libreria Incubi al formaggio, il divertente racconto di Ross Collins che ha come protagonista Hal.
“Ancora un incubo?” chiese sbadigliando il papà.
“Non era un incubo qualsiasi”, rispose Hal afferrando il quaderno e la penna. “Era ancora un incubo al formaggio!”
“Dovresti smettere di mangiare formaggio prima di andare a letto!”, lo rimproverò il papà mentre con la mamma tornava stancamente verso la camera da letto. “La tua sta diventando un’ossessione!”
Novità Fazi: “L’anno nuovo”, due storie per un unico romanzo
Giulia Siena
PARMA – “Ho pensato che dimenticare fosse una benedizione”. Hanning non lo sa, ma tutto spinge verso Lanzarote; guarda gli annunci delle case con avidità, “come se stesse cercando una casa in particolare. […] Infinite terrazze verso le infinite direzioni del cielo. Tutt’intorno panorama, vista, orizzonte. Vulcani, cielo, mare. Passandovi accanto Henning sonda quelle tenute con lo sguardo. Intuisce come deve essere vivere lì. La felicità, il trionfo, la grandiosità”. Allora prenota una casa vacanze lì, a Lanzarote, per due settimane. Ed è lì che con Theresa e i bambini trascorrerà Natale e accoglierà l’anno nuovo. L’anno nuovo, infatti, è il titolo del nuovo romanzo di Juli Zeh pubblicato da Fazi Editore.
“Sette rose per Rachel”, un romanzo per ragazzi sulla forza del passato
Giulia Siena
PARMA – Elena vuole chiudere la faccenda il prima possibile. Lei, in quella landa sperduta e afosa, non ha nessun motivo di starci. Dovrebbe essere altrove, a Ginevra con le amiche ed Arthur o, al massimo, al mare, a Nizza. Eppure sua madre le ha promesso di far presto, in fin dei conti è una rogna da sbrigare e qualcuno deve pur farlo. C’è da vendere la casa di nonna Rachel a pochi chilometri da Vercelli. Si tratterà di inscatolare vecchi ricordi e lasciare tutto nelle mani degli operai. Ma quella casa nasconde passioni mai sopite ed è infestata da un fantasma. Sembrerà la solita storia, ma il romanzo Sette rose per Rachel ha una trama più complessa e poetica.