Giulia Siena
ROMA – “Io non mi pento mai di niente. Il pentimento si porta dietro il rimpianto e il rimpianto è uno dei due sentimenti che non posso assolutamente permettermi. L’altro è l’amore”.
Ha quasi ottant’anni Iris De Santis. E ottant’anni sono troppi per amare. A quell’età bisogna guardare le vite degli altri e non essere così egocentrici da pensare alla propria vita; figuriamoci all’amore! L’amore tra anziani, poi, è una cosa così grottesca, un’ostinazione che la società non accetta. E Iris ha già dato scandalo nella sua vita, da giovane, quando negli anni Sessanta ha abbandonato il marito e una figlia che non la perdonerà mai per correre dietro a un capriccio, all’amore. Ha fatto di più: negli stessi ha lasciato che lo scandalo familiare fosse sotto gli occhi di tutti, ne ha fatto un libro di discreto successo. Ora non ha più legami e potrebbe abbandonarsi alla simpatia per C., lasciarsi trasportare da una personalità così bella che potrebbe risvegliarla dal torpore degli anni.
Iris, protagonista di “Piangi pure”, l’ultimo romanzo di Lidia Ravera in libreria per Bompiani, si era rassegnata alla vecchiaia. Aveva fatto della sua casa romana ai Parioli, quella che aveva comprato con i soldi guadagnati dal suo libro sullo scandalo, la tana dove ritirarsi. Ma qualcosa in lei è cambiato, non solo ha venduto il suo appartamento come nuda proprietà ma ha un motivo per vivere. Vedere ogni giorno C. per il caffè e, alle volte, per l’aperitivo, ha risvegliato in lei qualcosa. Chi è C.? C. come Carlo, lo psicoterapeuta del terzo piano, l’affascinante professore ultrasettantenne che le ha consigliato di tenere un diario e scrivere per non abbandonarsi, per non lasciarsi ingoiare da una morte precoce. Nasce così uno scritto che è un esercizio quotidiano in cui Iris parla in prima persona dei suoi non-progetti e del rapporto difficile con sua figlia Alice e con sua nipote Melina, del riscatto e della sorpresa nel ritrovarsi viva. Lo scritto, nella seconda parte del libro, lascia il posto alla terza persona e diventa romanzo.
“Piangi pure” è una liberazione, è la scoperta di una vita che continua oltre le convenzioni sociali; è una felicità che non ha limiti di età, è l’eros che va oltre le apparenze, è la voglia di vivere nonostante la malattia. In “Piangi pure”, oltre che protagonisti, Iris e Carlo sono i veri personaggi. Il resto, Alice, Melina e gli altri vengono descritti seguendo dei cliché, gli stessi cliché che usano i “più giovani” nella realtà per descrivere gli anziani.