Marianna Abbate
ROMA – La parola lager è ospite frequente delle mie letture. Campo di lavoro, campo di sterminio, campo di concentramento, sinonimi di un orrore inconcepibile, incomprensibile, inspiegabile e altrettanto reale.
Voglio evitare in ogni modo il falso buonismo delle trasmissioni televisive, la finta compassione dei presentatori. Quello che voglio è seguire il monito di Primo Levi:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
Ne sento l’obbligo morale.
Il testo che vi propongo è un saggio di tre giovani storici, che approcciano un argomento alquanto scabroso e per molto tempo occultato: la prostituzione nei campi di concentramento.
“I bordelli di Himmler” edito da Mimesis nella collana dal titolo parlante: Passato Prossimo.
Per quale motivo i nazisti hanno nascosto l’esistenza della schiavitù sessuale nei campi? Gli studiosi sostengono che si trattasse di una incongruenza nella teoria di purezza genetica, di un dilemma che riguardava l’incorruttibilità spirituale dei nazisti stessi.
Da una parte, infatti, la prostituzione era vietata in quanto perversione: le prostitute venivano perseguitate e spesso mandate nei campi di concentramento, soprattutto se ree di omosessualità. Dall’altra parte, molti teorici del nazismo sostenevano che la prostituzione fosse un ottimo sfogo per gli uomini, e che dunque fosse un ottimo metodo per prevenire la diffusione della piaga dell’omosessualità maschile- considerata molto più grave dell’omosessualità femminile.
L’istituzione dei bordelli dava al governo una sorta di potere sulle persone che ne usufruivano, creando un sistema di premi che permetteva di ottenere risultati soddisfacenti. L’esistenza dei bordelli per ufficiali nazisti era affiancata dall’esistenza di bordelli per prigionieri, concettualmente molto simili.
Gli studiosi sostengono che parlare di prostituzione sia un errore: la prostituzione prevede un contraccambio in denaro o comunque un guadagno da parte di chi offre la prestazione sessuale. Le prostitute dei bordelli di Himmler non avevano guadagni, non erano libere di scegliere.
Mi è difficile ora illustrarvi le condizioni in cui versavano le donne costrette alle prestazioni sessuali. Mi è impossibile anche solo spiegarvi quali potevano essere le motivazioni che portavano le donne ad accettare passivamente questo ruolo di schiavitù.
I campi di concentramento erano luoghi di morte. Anche le persone sopravvissute alla selezione erano destinate a morire, lentamente, in esperimenti di sfinimento corporale.
Documenti come questo saggio sono necessari per poter formare la nostra opinione politica, la nostra opinione sociale, la nostra persona. Leggere, informarsi, conoscere e ricordare sono nostro obbligo morale. Altrimenti potrà compiersi la maledizione che Primo Levi scrive con mano ferma:
O vi si sfaccia la casa
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.