A molti giorni da ieri, torna la poesia di Elena Mearini

Nuove costellazioni poetiche nella raccolta targata Marco Saya editore

“Non siamo fatti / per le forme facili / – ti annoia il cerchio pieno / mi stanca il triangolo esatto –
ci confonde / la geometria elementare / che non lascia / dubbio all’occhio/ noi dobbiamo / torcere la linea / sfinire il margine / impegnarci a morire / nella complicanza delle rovine”.

Elena Mearini torna alla poesia e lo fa con A molti giorni da ieri (Marco Saya editore, pagg 74, euro 12), antologia che raccoglie voci e silenzi, parole e urla che sono il passato, il presente e il futuro.
Dopo il romanzo Corpo a corpo (Arkadia, 2023) e la raccolta poetica Aritmia (Marco Saya, 2022), Mearini gioca ancora con la parola e la usa come unità di misura per intervallare il passato, soppesare il presente, calibrare il futuro. “La parola non è altro / che rumoroso catenaccio”, eppure fondamentale per ricordare i passi, ripercorrere strade, riavvicinare distanze.

Il verso poetico – in queste pagine – si fa monito e chiavistello per tenere fuori il rimorso. Tuttavia l’afflizione torna: quel passato nel quale “avevamo pochi anni / e nelle nuvole / la certezza dei draghi” diventa gocce distillate in un bicchiere, cenere in un buio da smorzare.

A molti giorni da ieri è un viaggio, quindi, che parte dall’infanzia e attraversa i tempi e i luoghi, rivolgendosi a un “tu” ideale e accogliente. Le parole giungono e si fermano per un momento a disegnare una possibile risposta, ma questa scrittura è un errare continuo (“le strade screpola nostalgia”), errore e ricerca, ritorno e nuovi passi. La voce è una sosta, tappa per quel lungo e fascinoso percorso che diventa poesia.

Elena Mearini, poeta e fondatrice della Piccola Accademia di Poesia, da diversi anni insegna scrittura creativa e si è dedicata a percorsi di scrittura autobiografica nelle carceri e in istituti di riabilitazione psichiatrica. Ha pubblicato quattro raccolte di poesie per Liberaria editore e Marco Saya editore e otto romanzi: 360 gradi di Rabbia (Excelsior 1881 editore), Undicesimo comandamento (Perdisa Pop editore) vincitore premio Gaia Mancini e Premio Università di Camerino), A testa in giù (Morellini Editore), Bianca da morire (Cairo editore), È stato breve il nostro lungo viaggio (Cairo editore) finalista premio Scerbanenco, Felice all’infinito (Perrone editore), I passi di mia madre (Morellini editore), Corpo a corpo (Arkadia editore) candidato al Premio Strega 2023, menzione al Premio Giallo Garda 2023.

Viene dal basso
la tua voce
sa di radice e terra
dice la veglia composta
della pietra madre
l’attesa solenne
del masso padre
– la tua sillaba
è grano di sabbia –
quando racconti
si erigono castelli.

Arkadia: Corpo a corpo è il nuovo romanzo di Elena Mearini

Gelosia, amore e dolore. Tutto sul ring.

“Non è mai il momento giusto, il tempo è tutto un errore. Qualsiasi cosa tu faccia, in qualche modo e per qualche ragione, sbagli. […] A stento mi reggo in piedi, i suoi occhi mi si scagliano addosso, colpiscono forte e duro, un’alternanza di pugni e pietre. Mi ha guardato per una frazione di secondo, con il terrore di chi per la prima volta vede un uomo o il suo esatto contrario. Non so dire chi tra noi fosse più distante dall’umano. Forse è proprio questo che accade, quando sei a un passo dal morire, oppure a un passo dall’uccidere”.

Elena Mearini torna al romanzo e lo fa con Corpo a corpo (Arkadia), una storia che si sviluppa nell’arco di diciotto ore e che intreccia le brevi vite di due sorelle, Ada e Marta, a quella di Stefano Santi. Stefano è l’insegnante di Marta; è passato a trovarla quando il dolore per la morte di Ada tiene Marta distante da scuola. E’ a letto da giorni, mentre attorno l’assenza della figlia perfetta, adorata, bellissima, divora quel che resta della famiglia. L’unica presenza costante per Marta, in quel vuoto che ha lasciato Ada volando dalla finestra, è il quaderno dalla copertina azzurra nel quale raccoglie le Polaroid scattate dal padre negli anni, nel quale riversa pensieri e segreti.

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Nasce Improvvisazioni, la poesia aperta

Intervista a Elena Mearini, direttrice della nuova collana Morellini Editore

Giulia Siena S’ì fosse whisky è il primo titolo di Improvvisazioni, la collana diretta da Elena Mearini in collaborazione con Marco Saya e pubblicata da Morellini Editore. Tanti buoni propositi, quindi, per una nuova e innovativa collana di pop-poesia che fonde l’originalità della parola con le suggestioni del mondo contemporaneo. S’ì fosse whisky , in libreria dal 16 settembre, è la “selezione ragionata di scritti tratti dai quaderni di appunti” di Piji, cantautore romano che in queste pagine si diverte a mescolare parole rauche, ruvide e vere modulandole sempre in maniera diversa. Qui la poesia è la parola che sgorga di getto, materiale e strumento di quotidiana riflessione; S’ì fosse whisky è un quaderno di scritture immediate, parole senza “regolamento” ma che celano, velatamente, l’obiettivo di dare una forma – anche solo minuta ed essenziale – ai viaggi, agli incontri, ai soggiorni, alle fermate e all’esperienze.

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Elena Mearini, ritorno alla poesia

Marco Saya Edizioni: Aritmia e il suono dopo le parole

Giulia Siena
PARMA
Elena Mearini scrive e torna a scrivere di poesia. L’autrice milanese che ho avuto modo di leggere in precedenti volumi di narrativa e poesia, è uno degli esempi più lampanti (nel panorama italiano contemporaneo) di come si possa scrivere di ogni cosa con competenza, ma di come si riesca bene in uno dei campi universalmente più ostici, la poesia. Con Aritmia, raccolta poetica pubblicata da Marco Saya, Mearini ci ricorda che è nella poesia che la sua voce si fa più intensa, netta e riconoscibile (“Ognuno di noi sa / con quale passo falso / si è reso vero”).

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La poesia contemporanea di Elena Mearini in “Strategia dell’addio”

Giulia Siena
PARMA“La parola, questa combattente schierata” è protagonista indiscussa di Strategia dell’addio di Elena Mearini. Nel libro pubblicato da LiberAria Edizioni (collana Penne), la parola si fa espressione di un racconto poetico, di una parabola evolutiva che dovrebbe portare all’accettazione, alla liberazione per arrivare a buttare via il passato, “i giorni che non uso più. Parte da uno scarto la libertà”. Allora la Mearini mette in fila i segni grafici ordinando le emozioni: quella che racconta è la fine di una storia d’amore.

Il corpo è dolente, è attraversato da una cicatrice bianca, poi, questo corpo femminile fatto di “ammucchiati centimetri verticali” viene messo da parte, “tra le cose già viste e riviste” perché la coppia ormai è solo demolizioni comuni. Ma il sentimento non si arresta, modifica e risponde. Continua