Michael Dialley
AOSTA – La notizia choc è arrivata da pochissimo: il 28 febbraio alle ore 20 termina il pontificato di Benedetto XVI. L’annuncio è stato dato tramite la lettura di una lettera in latino dal Pontefice stesso, nella quale si trova anche la motivazione legata all’età avanzata che non gli dà più la forza fisica e psicologica di mantenere tutti gli impegni che il ruolo di Capo della Chiesa chiedono al Papa.
Seguiranno, fin da subito, articoli su articoli, parole su parole e libri, sicuramente, riguardo i possibili motivi nascosti che stanno dietro quest’abdicazione, ma anche sul probabile successore.
Si sta per aprire, quindi, una nuova era per la Chiesa, ma come si è arrivati all’elezione di questo Papa piuttosto controverso? È quello che Alberto Melloni tenta di spiegare nel suo saggio “L’inizio di Papa Ratzinger”, edito da Giulio Einaudi Editore nel 2006, andando a ripercorrere alcune tappe fondamentali di tutta la storia
della Chiesa riguardo ai conclave e, poi, arrivando ai primi passi di Benedetto XVI nell’iter da Pontefice.
Il ritmo del saggio è piuttosto serrato, ricco di dati e di rimembranze sulla storia dell’elezione del Papa nei secoli; vengono analizzate le condizioni nelle quali si è svolto il primo conclave del XXI secolo, quali erano i candidati, quali novità aveva introdotto Giovanni Paolo II nella procedura di elezione del suo successore.
È stato un conclave nuovo, per molti vissuto per la prima volta, che affascina tutti per la sua segretezza e la sua rarità; un’elezione avvenuta in poco tempo, dopo soli 4 scrutini, che ha portato ad un nuovo governo, fatto di continuità ma anche di grandi punti di rottura con il pontificato di Wojtyla durato 27 anni.
Dal conclave, poi, si passa a fare un profilo di questo cardinale, già molto conosciuto da studiosi e religiosi per la sua carica da Prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede, ma che ha stupito e sconcertato spesso. Pontefice conservatore, ligio e fedele ai princìpi su cui la Chiesa cattolica è nata e si è rafforzata nei secoli; pragmatico, molto attento ai problemi politici, oltre che a quelli sociali e religiosi, si rivela, però, una persona timida e permalosa (così lo ha definito un suo amico). Ma non svelo di più, è un saggio che si legge in modo piacevole e che darà, spero, un’immagine più chiara di questo Pontefice che ha, sicuramente, dato spunti di
riflessioni importanti.
Una cosa è certa: mai ci si sarebbe aspettati una simil decisione, ma il riconoscere i propri limiti e scegliere di abdicare (cosa che non succedeva dal 1415 con Gregorio XII) è sicuramente stato un atto di coraggio da cui moltissime personalità di rilievo del mondo laico devono prendere esempio.