PALERMO – Gli incipit sono la parte più difficile della scrittura. L’aveva confidato anche Wisława Szymborska quando aveva ritirato il suo Premio Nobel, nel 1996: “La prima frase è sempre la più difficile”. Spero, però, sono proprio gli incipit che sono diventati talmente famosi da garantire chiara fama all’opera stessa, rendendole immediatamente riconoscibili. Chi non sa, ad esempio, come comincia “La mia Africa” di Karen Blixen? O “Kitchen” di Banana Yoshimoto? O chi non si trova folgorato d’ammirazione di fronte alla prima frase di “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen? A quel “È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie” che apre squarci di grandezza a perdifiato. Continua
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