Giulia Siena
PARMA – Vorrei passare la mia estate con Calvino. Lo penso mentre scorro delle pagine de Le città invisibili nella mia libreria quasi da sempre. Penso che vorrei tornare a Una notte d’inverno un viaggiatore, un libro geniale che parla al lettore, poi scoprire o riscoprire Palomar e Le lezioni americane, Il barone rampante, Marcovaldo, Fiabe italiane o Le cosmicomiche. Ci sarebbe tanto, ma torno a pensare al mio desiderio: vi è mai capitato di voler ardentemente staccare tutto, silenziare le voci, chiudere ogni discussione, trattativa e problema? Immagino di sì, ma non fraintendetemi, non parlo del normalissimo bisogno di vacanza o di fuggire su un’isola deserta, imbarcarsi su una costosa nave da crociera… No, parlo proprio della necessità di rifugiarsi tra tutto il bello che la letteratura può regalare. Sempre. Leggere un buon libro è come respirare aria pura, respirare a pieni polmoni; leggere un buon libro è disintossicare i pensieri e riconciliarsi col mondo. Continua
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