Giulio Gasperini
AOSTA – Un uomo e una donna greci, e un uomo e una donna italiani: quattro storie che si intrecciano nella contemporaneità, sfumando tra letteratura, arte e politica. Oriana Fallaci e Maria Callas, Pier Paolo Pasolini e Alekos Panagulis sono i protagonisti di Una storia italiana, racconto scritto da Alessia De Santis e edito da Marco Valerio Edizioni nella collana I Faggi. Quattro personalità di grandissimo spessore, al di là di quello che i loro comportamenti e le loro idee abbiano avuto sull’opinione pubblica. Le loro storie si sono intrecciate in maniera indelebile, mescolandosi e sovrapponendosi, allacciandosi e sciogliendosi come in una gara al consumarsi del destino.
La De Santis dipana la mattasa biografica delle quattro personalità, portando avanti una narrazione parallela degli inizi, dei primi anni, delle infanzie e delle adolescente dei quattro attori. Poi, a un certo punto, ricongiunge tutti i fili in un unico gomitolo, identificato nell’anno 1975: la pubblicazione del libro “Lettera a un bambino mai nato” su cui tanto Oriana e Pier Paolo avevano discusso e sulla cui stesura Alekos aveva avuto un ruolo fondamentale, la morte di Pasolini stesso, pochi mesi dopo, qualche mese prima la sua imprevedibilmente ultima intervista. L’anno dopo fu la morte di Panagulis, e nel 1977 di spense a Parigi “La Divina”, circondata dalla sola servitù.
Pier Paolo Pasolini, sulla cui morte indagherà anche Oriana sostenendo fin dall’inizio, dalle pagine dell’Europeo, una tesi contraria a quella ufficiale, ipotizzando per la morte del regista una premeditazione, aveva facilitato la pubblicazione delle poesie di Panagulis in Italia, scrivendo persino la prefazione al volume edito da Rizzoli, “Vi scrivo da un carcere in Grecia” del 1974. E i rapporti tra Pasolini e la Callas sono stati ampiamente descritti e investigati, particolarmente in quella forma di crudele masochismo amoroso che la Divina ebbe nei confronti del regista, incapace di poterle dare l’amore che forse lei sperò; un po’ come era accaduto con Luchino Visconti.
La narrazione della De Santis è veloce e lieve, ma non per questo superficiale. Certo, questi quattro grandi personaggi del ‘900 europeo sono scarsamente contenibili in così poche pagine e in una lettura così ristretta, ma senza dubbio l’impresa di “Una storia italiana” permette di avere una prima visione d’insieme, da dover poi riempire di informazioni e di considerazioni anche critiche. Avvicinarsi alle grandi personalità della storia è sempre un rischio, farlo a così pochi anni di distanza è addirittura un azzardo.
Marco Valerio Edizioni: la storia di quattro italiane e italiani
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