Giulia Siena
PARMA – “Josef ha ragione. Dei genitori che fanno simili cose ai loro figli non sono più dei genitori. E noi non siamo più figli loro. Dobbiamo fuggire lontano, lontano da qui e trovare un riparo per la notte”. Vincent Cuvellier riesce a trovare nel surreale la chiave di volta per temi importati; narra le sue storie con semplicità e precisione, toccando la sensibilità di ogni lettore. Anche questa volta, il celebre autore francese di libri per ragazzi (è suo, tra i tanti, anche Giancretino e Io) torna alla letteratura con una storia divertente e tragica, allo stesso tempo. Attraverso La zuppa dell’orco, illustrata da Andrea Antinori e pubblicata in esclusiva da biancoenero edizioni, Cuvellier ci trasporta in un paese innevato in cui il sole sorge a mezzogiorno meno cinque e tramonta a mezzogiorno e cinque. In quei dieci minuti di luce, Josef e i suoi fratelli continuano a lavorare, come fanno per tutto il giorno. Il loro mestiere è mendicare per le città vicine chiedendo l’elemosina; non è un bel lavoro, ma devono farlo poiché il padre è troppo stanco per lavorare e la madre troppo impegnata in altre e sconosciute faccende. I sette bambini vivono di stenti, di paure e di negazioni: nonostante attraversino tutti i giorni il lago ghiacciato e il bosco, stiano fuori tutti i giorni e non frequentino la scuola, i loro genitori non sono mai contenti.
Una sera, per caso, dopo essere andato per l’ennesima volta a letto senza cena, Josef ascolta qualcosa che non dovrebbe ascoltare: i suoi genitori hanno un piano… un piano davvero malefico.
Josef prende coraggio e con la sua astuzia, coadiuvato dal coraggio dei suoi fratelli, sfiderà la cattiveria dei suoi genitori, la forza bruta di un orco e forse avrà la meglio.
Dagli 8 anni