Stefano Billi
Roma – I pirati? Li immaginiamo imbronciati mentre rosicchiano insetti o lappano acqua putrida sulle loro bagnarole. Che errore!
Come dimostrano le memorie di Jean-Baptiste Labat, domenicano poco portato alle estasi mistiche, ma dotato di un appetito e una curiosità incontenibili.
In un inedito mélange di arte culinaria e storia, Melani Le Bris, insieme al padre Michel, il più noto storico francese della pirateria, ricostruisce questa misconosciuta epopea gourmande della filibusta caraibica, nel libro “La cucina della filubusta”, per le edizioni Eleuthera.
Una gustosa narrazione in cui un centinaio di ricette si alternano ad altrettanti aneddoti in un’armonica composizione di sapori e vicende.
Riviviamo così le gesta dei «Fratelli della Costa», che nelle loro modeste capanne o nelle malfamate taverne lungo i moli sono stati i precursori di quella cucina meticcia che oggi si chiama moderna, portando ai più alti livelli l’arte delle spezie, raffinando la preparazione delle grigliate e scoprendo molti dei cocktail che ancora oggi ci fanno sognare.