Il genio di Emanuele Luzzati in un classico da riscoprire
Giulia Siena – In questi ultimi giorni di carnevale voglio proporvi la lettura di un “classico” (tutti dovrebbero conoscerlo), un albo illustrato che mescola la tradizione della commedia dell’arte con la speranza e la magia delle favole. Ecco, allora, La tarantella di Pulcinella, il prezioso libro scritto e illustrato da Emanuele Luzzati (1921-2007) da cui fu tratto un cartone animato con nomination agli Oscar nel 1974 e ri-pubblicato nel 2020 da Le Rane Interlinea.
Pulcinella, uomo semplice e schietto, è “povero in canna”: si arrabbatta tentando ogni giorno di mettere qualcosa in tavola per i suoi cinque figli ma sua moglie, pretenziosa e sarcastica, non è mai contenta… aspira a vere ricchezze! In una notte senza luna Pulcinella pesca un pesce, ma non un pesce qualsiasi: “Sento uno stratto: e in quel momento appare dal mare un pesce d’argento: con questo pesce, se non c’è inganno, noi mangeremo per tutto un anno”. Lische argentate e ottima pezzatura: è felice, Pulcinella!
Quel pesce è una fortuna – pensa Pulcinella – sfamerà tutti… le lische riusciranno a deliziare persino il gatto di casa! Ha ragione Pulcinella, quel pesce rappresenta una vera fortuna, ma non perché finirà in padella, bensì per la sua capacità di esaudire i desideri. Così la capanna diventerà una reggia completa di tetto, tendaggi e comode stanze, i poveri stracci verranno sostituiti da abiti lussuosi, piatti succulenti troveranno spazio su quella tavola dove prima c’era, quando andava bene, pochissimo cibo. Ma alla moglie di Pulcinella non basta, così manda spesso il marito a fare nuove richieste al pesce d’argento. Perché poi deve stare nel mare? E se quel pesce – si chiede l’avida moglie – diventasse suo, di proprietà? Anzi, potrebbe mangiarlo!
Il genio di Emanuele Luzzati ben si esplicita in questa favola moderna che fa del protagonista chiacchierone della commedia dell’arte un personaggio rinnovato e resiliente. Nella “riscrittura” di Luzzati rimane infatti l’ingenuità di Pulcinella, il suo carattere solare e duttile ma con maggiore profondità; in queste pagine, attraverso le rime, traspare la vitalità e il senso di giustizia della maschera inventata nel Seicento, qui però si arricchisce di onestà, di quel senso della misura che porta il lettore (di qualsiasi età) a riflettere sulle carenze, i desideri e le conquiste di ogni giorno.
Tarantella tarantella
tarantella di Pulcinella
cos’è mai questa storiella?
Forse un sogno, o una magia?
Io non so che cosa sia,
ma dite la vostra, io ho detto la mia.
E se la vostra sarà più bella
vi darò una caramella.