Alessia Sità
ROMA – Tutti sognano la famiglia perfetta, quella in cui l’armonia fra genitori e figli regna sovrana e tutti i problemi si risolvono nel migliore dei modi e senza troppi drammi. Come sappiamo, però, la perfezione non esiste. Nel suo romanzo “La meraviglia delle piccole cose”, edito nel 2011 da Leggereditore, la brillante scrittrice Dawn French ci offre un divertente ritratto dei Battles, scardinando completamente l’ideale della famiglia da favola.
Mo è una madre, una moglie, una psicologa ed è quasi autrice di un libro dedicato a tutti i genitori alle prese con i problematici adolescenti di oggi. Nonostante la sua notevole esperienza professionale nel campo dell’infanzia, comprendere i suoi due complicatissimi figli – la diciassettenne Dora, determinata a diventare una cantante di successo, e il dandy Peter, totalmente ossessionato da Oscar Wilde – non è assolutamente facile. La povera Mo si sente puntualmente esclusa dalle loro vite e incapace di dar loro tutto il sostegno e il supporto di cui hanno bisogno. A seguirla passo dopo passo, in questo difficile cammino di crescita e di maturazione personale, c’è sempre il suo paziente e affidabile marito: Den. L’arrivo di Noel, il nuovo tirocinante dello studio, però stravolgerà inaspettatamente la vita della psicologa, che finalmente riscoprirà la bellezza del suo essere donna, riappropriandosi inoltre di quella libertà che per troppo tempo ha sacrificato e raggiungendo allo stesso tempo anche la piena consapevolezza che la vera felicità, in fondo, si nasconde proprio dietro le piccole cose di tutti i giorni. Del resto, sono i semplici gesti quotidiani che aiutano a ritrovare la giusta via quando improvvisamente ci si sente perduti e senza più una meta.
Grazie alla grande capacità di suscitare piccole e grandi emozioni, “La meraviglia delle piccole cose” ha conquistato il primo posto delle classifiche inglesi in soli sette mesi, vendendo 500.000 copie. Con uno stile brillante, originale e soprattutto divertente, Dawn French ci regala un romanzo unico, che ritrae con grande ilarità la classica famiglia imperfetta, con tutti i suoi vizi e le sue virtù.
La semplicità, la quotidianità e l’affetto sono i principali modi per capire gli altri e star loro accanto….
Hai ragione Michael!!!!A mio avviso, per essere felici basta poco. Essere semplici e vivere pienamente ogni giorno della propria vita è il segreto per non perdere di vista le ‘cose’che contano veramente!!!
La semplicità dei rapporti, la chiarezza dei contenuti, il sollievo che si prova a vivere nella distensione delle prospettive, nell’assenza di inutili dubbi: pare una ricetta incredibile ma, credo che a maggior ragione in tempi di crisi e di domani claustrofobici, sia la scelta più dignitosa e più certa per gli esseri umani.