Marilena Giulianetti
ROMA – “La magia – la creazione – richiede tempo e incognite, e solo una vaga eppure maestosa idea dell’effetto finale”.
Chi ci sorveglia mentre scriviamo? La madre o il maestro? Shakespeare o Dio? Trae spunto da London Fields di Amis London il titolo del romanzo di Giulia Bracco La Madre, il Maestro, Shakespeare e Dio, edito da Caffè Orchidea.
Nabel è dolce, delicata. E’ ancora molto giovane ma sopratutto è insicura Nabel, si sente messa alla prova anche solo nel dichiarare la propria esistenza. Scrive lettere che poi cancella, pagine mangiate a ritroso dall’ultima parola alla prima. In verità cancella tutto quello che scrive, anche le e-mail e interi capitoli del libro che magari, un giorno, riuscirà a pubblicare. Eppure è una scrittrice appassionata, o forse crede solo di esserlo. Crede molte cose Nabel, ma poi la realtà si manifesta con altre verità. Ma qual è la realtà? L’ego di Hector invece esplode con forza e la sua creatività è capace di consegnare all’esterno potenti messaggi. Seppure giovanissimo Hector si sta facendo strada nel mondo dell’arte seguendo d’istinto l’esigenza di andare oltre, molto oltre la vita che altri vorrebbero per lui. Due vasi comunicanti, quello che c’è da una parte manca totalmente dall’altra e viceversa. Universi paralleli generati da un punto comune: quel genitore – l’ammirato Professore risucchiato da sé e dai suoi studi – artefice lui stesso di questi due mondi. E poi la scelta di viverne uno solo, osservando lo sviluppo dell’altro da lontano.
“Erano davvero due elettroni di una stessa molecola, carichi di energie opposte, e poteva contare i molti modi in cui l’uno controbilanciava le energie dell’altro”.
La madre, il Maestro, Shakespeare e Dio è un racconto contemporaneo, romantico e coinvolgente. Giulia Bracco sa come catturare l’immaginario del lettore. Ha il dono di una scrittura fluida, limpida, sostenuta da solida costruzione dei personaggi e sapiente sviluppo narrativo.
Nella trama è intrigante la presenza dell’argomento fisica quantistica e viaggi nel tempo, tema che l’autrice utilizza con sobrietà senza mai “affaticare” il lettore non esperto.
“Il futuro è un’incognita attraente e insieme morbosa quando sei solo con i tuoi sogni, e ti accorgi che questi sono più grandi e più pretenziosi di te, ma sono i tuoi, e non potresti fare a meno di esprimerli così come sono”.
Che si riesca o meno nel salto temporale, gli universi paralleli esistono: nel caleidoscopio dei molti personaggi che animano la trama de La Madre, il Maestro, Shakespeare e Dio tutti vivono vite parallele e tutti lanciano messaggi che, una volta rilasciati nello spazio, trovano la strada per arrivare a destinazione. Bisogna solo volerlo.