Giulia Siena
TORINO – Una linea editoriale chiara, una minuziosa ricerca di novità e classici in lingua francese e tanta curiosità: questi gli ingredienti di Vague Edizioni. Abbiamo parlato con Nicola Feo, uno dei fondatori della casa editrice torinese, per conoscere e condividere un viaggio nella letteratura cominciato nel 2018.
Vague Edizioni: una giovane casa editrice indipendente con alle spalle l’esperienza di Whitefly Press. Come nasce Vague?
Vague Edizioni è stata fondata a Torino nel 2018 da Gabriella Montanari e Nicola Feo (nelle foto in basso), ed è nata dalle ceneri ancora tiepide di “WhiteFly Press” (casa editrice avviata da Gabriella Montanari nel 2013). Due anni fa, quando abbiamo deciso di avviare il progetto editoriale della casa editrice, abbiamo scelto di puntare sulla letteratura francofona. Il fatto che mancasse in Italia una casa editrice dedicata alla letteratura in lingua francese, unitamente all’approfondita conoscenza della cultura francofona da parte di Gabriella Montanari, ci ha spinto ad avere questo focus mirato a coprire un’incomprensibile “buco” nel panorama editoriale italiano. Inoltre Torino, dove operiamo, è una città molto “francese”, un ponte ideale tra le due culture.
Ad oggi come si presenta la vostra linea editoriale?
Volevamo portare avanti anche il progetto editoriale di WhiteFly Press, ci piaceva e ci permetteva di pubblicare cose che ci piacevano ma che avrebbero snaturato la linea editoriale di Vague. Abbiamo quindi scelto, viste le differenti linee editoriali, di tenere separate le due realtà. Vague Edizioni ha acquisito il marchio (e il catalogo) WhiteFly Press e adesso operiamo con i due marchi: “WhiteFly” (con il quale proseguiamo con l’originaria linea editoriale centrata su letteratura dal mondo, in particolare anglosassone): un nome inglese (la mosca bianca – l’eccezione – ma anche un volo bianco, libero e incontaminato) e “Vague” (con il quale pubblichiamo esclusivamente letteratura francofona).
Quali sono le sfide che deve affrontare oggi un piccolo editore in Italia?
La sfida è quella di riuscire a distinguersi in un settore molto affollato. La strada che abbiamo scelto, come ho detto, è quella di avere una linea editoriale ben precisa e di coltivarla. Abbiamo scelto di operare in un settore di nicchia in un mercato, quello del libro, che è già di per sé una nicchia. Cerchiamo di far sì che i nostri lettori imparino a conoscerci e a fidarsi. Tra le nostre scelte c’è anche quella di andare a scovare le opere prime di autori che si sono poi affermati perché spesso nell’opera d’esordio vi è il libro che l’autore ha “dentro” (e così è avvenuto per i primi due titoli pubblicati a marchio Vague). Per Vague abbiamo il vincolo della francofonia ma la scelta è in realtà smisurata perché oltre agli autori francesi vi sono quelli svizzeri, belgi, canadesi e tutti quelli delle ex colonie (dall’Africa all’Oceania). Pubblichiamo narrativa (romanzi e racconti), poesia, auto/biografie, teatro e letteratura per ragazzi.
Pubblichiamo esclusivamente in cartaceo e teniamo molto alla cura estetica e grafica dei nostri titoli. I due marchi hanno un’identità grafica ben definita e riconoscibile, scegliamo carte di qualità, e corrediamo i testi di foto e illustrazioni. Insomma, pur essendo traduzioni, creiamo delle opere graficamente nuove, con il nostro stile.
La letteratura francofona è il fulcro delle scelte editoriali di Vague: come scegliete i manoscritti da pubblicare, quali sono le tematiche che più vi coinvolgono?
Ci teniamo costantemente aggiornati attraverso la lettura metodica delle riviste letterarie francesi, giriamo per le librerie e prendiamo parte ai Festival e ai numerosi saloni del libro francesi (anche quest’anno, a marzo, saremo al Salon du Livre de Paris). Poi seguiamo le case editrici francesi nostre omologhe e alcune opere ci vengono suggerite dagli stessi autori che abbiamo già pubblicato. Infine, ovviamente, il nostro gusto. Gabriella Montanari ha la doppia cittadinanza (italiana e francese), ha trascorso gli ultimi vent’anni in Francia, oltre che in altri paesi francofoni, e il francese è la sua seconda lingua. La possibilità di leggere i testi in lingua originale ci consente di fare le nostre scelte in perfetta autonomia. Poi il fatto di avere un catalogo ancora ridotto ma di grande qualità ci rende più semplice l’acquisizione dei diritti con gli autori (che trovano già in catalogo Beigbeder o Nordmann) o le case editrici francesi (sinora resesi molto disponibili).
Lo scorso anno avete dato alle stampe Memorie di un giovane disturbato, il romanzo/diario dell’eclettico artista francese Frédéric Beigbeder; che tipo di lavoro è stato? Quale è il valore aggiunto di lavorare con un regista, attore e scrittore così dinamico?
L’avvio del rapporto con Beigbeder è stato piuttosto divertente. Abbiamo contattato la casa editrice proprietaria dei diritti di Memorie di un giovane disturbato e con loro non vi è stato alcun problema, ci hanno risposto che se andava bene a Beigbeder loro sarebbero stati ben felici della pubblicazione. Abbiamo allora scritto a Beigbeder. Trascorso un po’ di tempo senza alcuna risposta, ci eravamo messi l’animo in pace, abbiamo pensato che non avrebbe mai considerato una piccola casa editrice italiana (lui, in Italia, aveva già pubblicato con Bompiani, Mondadori e Feltrinelli). Dopo qualche giorno è però arrivata la risposta (che abbiamo pubblicato nell’aletta del libro): “Mi dispiace, sono molto pigro e lento a rispondere alle e-mail! Certo che sono felice di lavorare con voi!”. Ecco questo è Beigbeder. Quando abbiamo organizzato il tour di presentazione del libro in giro per Italia, in collaborazione con l’Alliance Francaise, avevamo previsto varie tappe: Palermo, Napoli, Roma, Firenze e, naturalmente, Torino. La serata d’esordio era a Palermo, e Beigbeder, che sarebbe arrivato il giorno stesso, ha perso l’aereo. Però è sempre stato molto disponibile, anche nel corso della traduzione, e molto piacevole durante il tour.
Sempre meno libri venduti, sempre più libri proposti: come vive Vague questa continua contraddizione del mondo editoriale italiano?
Certamente il mondo editoriale è in crisi: in Italia si legge poco e vendere libri è davvero difficile. Noi stiamo andando bene, siamo soddisfatti dei risultati, ma certamente è un mercato di nicchia. Le motivazioni credo che vadano cercate nelle forme alternative di racconto (del quale comunque non potremo mai fare a meno): le serie tv, i social e così via, tutti strumenti di narrazione che richiedono una partecipazione meno impegnativa. Non credo però al funerale del libro, per fortuna esistono ancora i lettori.
Il fatto che si pubblichi troppo, non saprei. Noi abbiamo iniziato pubblicando cinque titoli il primo anno di vita e, quest’anno, puntiamo ad arrivare a sei o sette. Più che sulla quantità cerchiamo di puntare sulla qualità. I nostri libri non vivono i quindici giorni di esposizione in libreria, cerchiamo di portare il libro tra i lettori, farglielo vivere, farli interagire con l’autore. “Il lungo viaggio del Pinguino verso la giungla”, lo abbiamo portato in giro per le scuole, il nostro ultimo titolo a marchio “WhiteFly Press”, “Fatti veri”, la raccolta di racconti dell’attore Ivano Marescotti – oltre che nei classici luoghi deputati al libro (come le librerie e le biblioteche) – l’abbiamo portato nei teatri (all’Eliseo di Roma, a Rimini, al Teatro Socjale), in televisione, in radio, nelle piazze, abbiamo organizzato oltre cinquanta eventi e, in un anno ormai, abbiamo registrato più di quattromila presenze. Un’altra cosa che abbiamo fatto è stata quella di presentare le poesie di “Anatomie comperate” di Gabriella Montanari facendole recitare all’attrice Cinzia Damassa. Le iniziative hanno avuto un’ottima affluenza di pubblico e questo ci fa pensare che, nonostante la crisi dell’editoria, davanti a proposte di qualità, e magari presentate in maniera diversa dal solito, i lettori manifestino interesse e curiosità.
Quali sono i tre titoli del vostro catalogo che consigliate di leggere per questa primavera 2020?
Io consiglierei i prossimi tre titoli in uscita: Odiando Olivia. Una storia d’amore… di Mark SaFranko (autore culto in USA, UK e Francia, dove con questo romanzo è fresco selezionato al prestigioso Premio Rive Gauche Paris), che esce con il marchio WhiteFly Press e prosegue il percorso statunitense iniziato con Dan Fante (“Gin&Genio”) e con la biografia di Bukowski (“La Rossa di Bukowski”). Il secondo, sempre a marchio WhiteFly Press, è una raccolta di racconti Trattato di Medicina. In diciannove racconti e 1/2 di Arben Dedja, autore albanese che prosegue invece il viaggio nei balcani iniziato con Vladan Matjievic (Lezioni di gioia).
Il terzo titolo invece è a marchio Vague Edizioni e torniamo alla letteratura francofona, si tratta del libro per ragazzi Via le mani dalla Via Lattea di Juliette Nothomb (sorella di Amelie) e si affianca al “Lungo viaggio del Pinguino verso la giungla” di Jean-Gabriel Normann. I nostri libri per ragazzi hanno tre peculiarità: sono illustrati, utilizzano il font EasyReading (uno speciale font che agevola i lettori affetti da dislessia) e una tematica “sociale” (quello di Nordmann “l’accettazione del diverso”, quello della Nothomb “il cambiamento climatico”). Con “Il lungo viaggio del Pinguino verso la giungla” abbiamo collaborato con Emergency, con “Via le mani dalla Via Lattea” stiamo lavorando a una collaborazione con Friday for Future.