Giulia Siena
PARMA – Alle volte la fantasia salva. Salva dal silenzio, dai cambiamenti, dal tempo. La fantasia salva spesso da sè stessi. Questo lo impara presto Eugenia, la protagonista de Il volo del riccio, il libro di Agnès de Lestrade (illustrato da Umberto Mischi) pubblicato da biancoenero edizioni nella collana Zoom.
Il papà di Eugenia si trova all’improvviso senza lavoro… tutto quello che fino ad allora rappresentava una certezza, si trasforma presto in un vero e proprio incubo: dopo le prime settimane da attivissimo tuttofare, il papà di Eugenia diventa un parassita da divano. Il suo unico pensiero è accedere la tv e aspettare che il tempo passi. Per lui, infatti, il tempo è già passato: ha cinquantanni e ora che la sua fabbrica ha chiuso, si trova a fare i conti con la disoccupazione. Lunghissime giornate alla ricerca di un nuovo impiego, colloqui di lavoro e la speranza che si spegne, di fronte ai tanti conti da pagare. Eugenia, però, ha bisogno di aiuto… in classe la maestra ha parlato di un concorso, si dovrà inventare qualcosa di veramente formidabile e per inventare, si sa, il padre di Eugenia è davvero imbattibile. Allora, perché non provare a tirarlo dentro a questo fantastico progetto? Dopotutto “creare vuol dire tentare e ritentare, sbagliare e riprovarci…”
“Non aver lavoro è una scatola piena di malinconia, che nessuno dovrebbe mai aprire”.
Attenzione, Libro ad Alta Leggibilità per ragazzi dai 7 anni.