Giorgia Sbuelz
ROMA – Scene di ordinaria vita di coppia, un po’ avanti con gli anni, in ambientazione estiva tipicamente borghese: Amalfi. Lei è Paola, lui è Carmine, protagonisti di Il gatto di marmo, di Ilaria Mazzeo per Intermezzi Editore.
“Poco dopo scendo in spiaggia, e mentre sistemo il corredo della tipica signora di una certa età al mare (romanzo d’amore, crema protettiva per il viso e per il corpo, pareo, telo, stick per le labbra, rivista femminile piena di consigli inattuabili, acqua) Carmine mi raggiunge. Ha dei boxer da bagno arancione fosforescente e una maglietta bianca con la scritta “I’M A VIRGIN but this is an old shirt”.
Fin qui non ci sarebbe molto altro da raccontare, se non fosse che Paola e Carmine non sono una coppia, ma lo sono di fatto, non sono amanti, ma si sono amati, e la Costiera non è la meta di una vacanza, ma il luogo scelto per la presentazione del film intitolato “Il gatto di marmo” di cui Carmine è sceneggiatore.
Carmine Savarese è una celebrità del cinema, Paola è la sua assistente personale da quarant’anni. Fatta esclusione per una breve liason negli anni ’70 naufragata per i tradimenti di lui, il loro rapporto si basa sulla professionalità e sul sincero affetto.
«Quando penso al rapporto tra me e Carmine, la prima immagine che mi viene in mente è quella dei Moai dell’Isola di Pasqua: monolitici, indecifrabili, inamovibili.»
Come due monoliti hanno attraversato il tempo, lei è stata sposata con Claudio e lui è passato da una relazione all’altra, costruendosi una solida carriera con il contributo di lei, che lo assisteva ovunque e comunque.
Spiaggia privata, camera vista mare, alcol a profusione: la perfetta ambientazione per lo stereotipo di due anziani con una certa disponibilità economica. Sotto la patina luccicante s’insidia il declino di una donna che fa i conti con la propria frustrazione sentimentale e un uomo dal passato burrascoso che ha scelto di scrivere per rendere accettabile la propria realtà. Tutto viene a galla nel mare campano: confidenze, requisitorie, ammissioni. L’anteprima del film è una kermesse grottesca di ciò che orbita intorno allo star system. Soubrette in cerca di visibilità al braccio di vecchi produttori che non contano più nulla, giornalisti a caccia di scoop, lifting facciali e pupille dilatate dal solito “aiutino” per reggere la serata. Tutto puzza di farsa e tutti si prestano allo show, anche Paola e Carmine. Finché viene il momento di calare la maschera.
In una camera d’albergo restano solo un uomo e una donna, non sono più giovani, ma sono autentici e indifesi come bambini. Il passato si fonde al presente, il futuro è a un passo. Tutto può ancora succedere.
Ilaria Mazzeo possiede la grazia di uno stile narrativo lieve, accarezza i suoi personaggi con immensa umanità, svelandone le debolezze senza disintegrarne la dignità. Sulla scenografia di un racconto dalle tinte decadenti, i ritratti di Paola e Carmine sanno ancora di fresco, con i battibecchi di una coppia consolidata negli anni che ha saputo conservare quella dose di mistero caratteristica dei fidanzati alle prime armi. Le descrizioni sono appaganti, i dialoghi efficaci e la storia si svela con garbo.
Il piacere di una onesta lettura è presto accontentato dalla collana Ottantamila di Intermezzi Editore; romanzi brevi e convincenti, scritture intelligenti da sfogliare (in digitale) nei ritagli di un benedetto tempo sempre più ristretto dalle esigenze quotidiane. Anche Il gatto di marmo possiede questa salubre capacità: lega il lettore alla storia in una manciata di pagine, lo lascia affezionare e ne prende commiato al momento giusto. Così si instaura il sodalizio tra lettore e buone letture.