Giulia Siena
PARMA – “Aprii la porta e mi trovai davanti a me stesso. Era un me stesso più vecchio di una decina d’anni, con le basette brizzolate e le borse sotto gli occhi più accentuate. Per il resto era vestito uguale a me. Uguale a me quando uscivo di casa, intendo, perché a quell’ora ero ancora in mutande.
Ciao, mi disse.
Ciao, risposi”.
Ritorno al futuro: ciò che si palese davanti agli occhi di Leifur, in quel monolocale dissestato di via Boldrini 3 a Bologna, è la propria immagine deformata dal tempo, ma non troppo mutata. Come in una scena inflazionata e poco geniale, l’uomo arriva con l’Almanacco dei risultati delle lotterie di tutti gli anni a venire e sprona il giovane a tentare la fortuna per mutare le sorti del futuro. Cinico e refrettario, il ragazzo non trova in quell’invito nulla di davvero esaltante; Leifur è sulla soglia dei trentanni, vive – tra una donna e l’altra – come se ne avesse diciotto tentando di concludere un romanzo già da troppi anni. E tutto ciò pare gli stia bene. Ma il futuro non si dà per vinto e spiana un cammino tutt’altro che prevedibile. Il caso letterario dell’anno, libro di Marco Visinoni pubblicato da qualche settimana da Arkadia Editore nella nuova collana Senza rotta, è un romanzo che esplora nuove rotte narrative muovendosi tra i vicoli di Bologna e le strade deserte dell’Islanda.
Leifur, annoiato e rassegnato, accetta la scommessa del suo futuro e, insieme all’improbabile Boris, comincia a giocare alle lotterie solleticando la fortuna. Le cose si mettono bene: qualche vincita, l’incontro con la sensuale Leila, la decisione di Boris di non pretendere altri soldi che quelli per una pelliccia fucsia e una piccola sicurezza economica mai avuta prima. Da qui può ripartire la vita di Leifur per cambiare le sue sorti; per farlo deve concludere il suo romanzo e per arrivare a ciò deve ripartire dalla nazione in cui è nato e da cui lo hanno strappato, l’Islanda.
Marco Visinoni con Il caso letterario dell’anno costruisce una storia parallela che viaggia tra un futuro distopico e un presente annoiato. Questo doppio filone, in un unico racconto, rende la storia continuo momento di evoluzione: il cambiamento del protagonista è un viatico attraverso tappe necessarie della crescita, in luoghi risolutivi e in momenti catartici. Il futuro – per Visinoni – è nuova opportunità, confronto, salvezza, risoluzione, perdono e obiettivo.