Daniela Distefano
CATANIA – A volte l’esistenza viaggia sul binario dell’incertezza, e accade non di rado che questa oscillazione dei sensi ci conduca lontano dalle rotaie quotidiane. Leggiamo un giornale e con la mente esploriamo i tramonti norvegesi, oppure compriamo il pane e il suo profumo ci fa attraversare l’Asia Minore e i suoi misteri. Il protagonista di Piccole esistenze (Ianieri Edizioni), assapora due vite e questo sdoppiamento lo porta a dire: “Io non sono io. O meglio, se sono io, sono anche qualcos’altro”.
Ma chi è davvero Horace Prynton? L’uomo che guida una prestigiosa rivista letteraria di New York, che ha una moglie premurosa, due meravigliosi bambini, e tutto quel che occorre per essere felice oppure il disperato che sospetta di essere già stato qualcun altro, di aver già vissuto in precedenza? La sua vita di successo è turbata da continue reminiscenze, come se avesse conosciuto altre epoche, altri paesi…
“Da una decina d’anni a / questa parte, immagini estemporanee riaffiorano dalla mia / memoria sovrapponendosi al presente. Rappresentazioni / vivide e pienamente consistenti, di cui però non riesco / a decifrare la provenienza e che pure mi sono familiari, / vengono fuori dalla memoria ed esprimono la profondità / e il contorno tipico dei ricordi. Ma non sono ricordi, non / posso ritenerli tali, almeno non nel senso comune con cui / siamo soliti intendere i contenuti della memoria. E il motivo / è molto semplice: non riesco ad associarli a momenti / della mia vita passata…”
I suoi sono ritorni nel passato nitidi eppure inafferrabili di esistenze fulminee.
“Continuo a essere tormentato da una serie di immagini insopportabili: / ho visto come sono morte persone che ho incrociato anche / solo per un istante nel corso della mia / esistenza e di cui / avevo un lontanissimo ricordo. / La mia memoria si sta vendicando della mia ingratitudine, / ne sono certo: essa ha colmato definitivamente in me / il grande vuoto. C’è un’immensa voragine nella memoria in / grado di salvare le persone dall’orrore estremo. / La verità è che tra una certa nascita e tra una certa morte / vi è un intervallo nel quale il vecchio nome viene dimenticato / prima che il nuovo nome venga appreso. E ricordare / il nome di una vita precedente equivale a iniziare a scivolare / all’indietro in quella grande tenebra da cui sorge ogni / nome, incarnandosi in una grottesca successione di corpi”.
Una scheggia in particolare, è conficcata nella sua mente fin dalla prima infanzia: è il viso angelico di una donna, Amaelia, che lui è sicuro di non aver mai incontrato nella sua vita attuale ma che sa essere l’unica che abbia mai desiderato.
Musa predestinata e donna fatata, Amaelia è protagonista di diaboliche suggestioni che tormentano la mente di Horace e lo costringono a un continuo interrogarsi sulle “piccole esistenze”, apparentemente insignificanti, che si rivelano intorno a lui. Individui marginali o incidentali che attraversano lo sfondo della sua solidità affettiva: ciascuno di loro potrebbe ricondurlo a lei, il suo unico e grande amore vero.
Piccole esistenze (Ianieri Edizioni) è la terza prova letteraria di Lorenzo Fusoni, nato a La Spezia nel 1981. Laureato in giurisprudenza presso La Sapienza di Pisa, è autore e regista per il teatro, nonché consulente legale presso una banca d’affari. Nel 2009 ha pubblicato per Creativa il romanzo L’Ombra del Lupo, nel 2017 per Golem Edizioni il romanzo sperimentale Il libro di Josh. È autore della pièce teatrale I Resti dell’Amore che ha debuttato al Teatro Nuovo di Milano nel giugno 2013 e per la quale ha ricevuto vari riconoscimenti. È produttore, attore e regista del musical Rocky Horror Live e del musical originale Ghostbusters Live, spettacoli rappresentati con successo nei maggiori teatri italiani, e di cui ha curato il riadattamento teatrale. Nel 2016 assieme ai musicisti Cesareo e Guido Block, ha fondato una società di edizioni musicali e produzione teatrale.
Piccole esistenze è senza alcun dubbio un romanzo completo e raffinato, scritto con una certa eleganza di stile, una strizzatina d’occhio a influenze letterarie oculate, con una buona dose di abilità non solo linguistica ma anche psicologica.