Stefano Billi
Roma – Molti lettori hanno assistito ad un concerto dei Motel Connection, gruppo torinese di musica elettronica nato dall’incontro tra Samuel (cantante dei Subsonica), Pisti (dj house) e Pierfunk (ex bassista dei Subsonica). Altri lettori hanno ascoltato la musica di questa “band” e altri ne conoscono la discografia, tra i cui successi spicca l’emozionante brano “Two”. Infine, alcuni lettori ricorderanno i Motel Connection per la colonna sonora di film come “Santa Maradona” e “A/R. Andata + Ritorno”. Da aprile però, tutti gli amanti di questo gruppo musicale italiano potranno leggere un fumetto ispirato ad essa e intitolato “H.E.R.O.I.N La strada dei supereroi”, Verdenero Edizioni.
Quest’opera, ideata da Mauro Garofalo e scritta da Bruno Letizia, narra di tre supereroi (Samuel, Pisti e Pierfunk, per l’appunto) che intervengono in un mondo futuristico per aiutare l’umanità a liberarsi dal giogo di una forza aliena che la domina e che le impedisce di pensare liberamente.
Tra le tavole, dunque, prendono vita intensi combattimenti tra questi paladini del bene e spietati esseri mostruosi, i quali poi dovranno fare i conti proprio con un uomo, in particolare un ragazzo, che, pur appartenendo a quella che gli alieni definiscono una “razza debole”, avrà la forza di guidare la ribellione all’oppressore spaziale.
Il fumetto sembra richiamare in sottofondo il laitmotiv di un altro comic book, intitolato “V per vendetta” (scritto da Alan Moore e David Lloyd e reso celebre dall’omonima pellicola di James Mcteigue), cioè la realtà di una popolazione ormai divenuta cieca nei confronti della vera natura di chi la domina; anche se, ad onor del vero, “H.E.R.O.I.N” riesce poi ad affrancarsi da questo suo “precedente” intessendo una storia dove non è un’autorità politica a spegnere le coscienze degli individui, ma piuttosto una forma aliena che ha instaurato il suo dominio sulla Terra.
Lo stile di questo fumetto è pregevole, sia sotto l’aspetto grafico che sotto l’aspetto narrativo.
I disegni denotano l’abilità di Valerio Schiti, Serena Ficca e Bruno Letizia: i loro tratti sono decisi e accattivanti, e sembrano richiamare alcune caratteristiche tipiche delle chine marveliane. La sceneggiatura, redatta da Bruno Letizia, è poi interessante e stimolante: se la storia denota originalità, soprattutto nella descrizione della realtà futuristica in cui è ambientata la vicenda, l’epilogo del fumetto invece risulta parco di dialoghi e di espedienti che tengano davvero viva l’attenzione di chi legge.
Nel complesso, “H.E.R.O.I.N” è un bel comic book, davvero piacevole da gustare: testimonianza di come la scuola fumettistica italiana sappia regalare al suo pubblico opere stimolanti e sempre nuove.
Soprattutto, il grande merito di quest’opera è la sua grande capacità di divertire e affascinare, senza però copiare i grandi classici del genere.
Piuttosto, nonostante le molteplici citazioni e i numerosi riferimenti culturali (che certamente impreziosiscono la qualità delle tavole), “H.E.R.O.I.N” manifesta un carattere tutto suo, assolutamente peculiare e distinto da ogni altro comic book.
“H.E.R.O.I.N” è la testimonianza che, per essere cool, i supereroi non devono necessariamente vestire la bandiera stelle e strisce.