Giulia Siena
PARMA – Quando leggere era un piacere non ci si preoccupava delle pagine di troppo, del tempo dai impiegare, di quanto dovessimo risultare lettori voraci e veloci. Quando leggere era un piacere alcune cose sembravano assurde… tipo parlare di libri “distillati”, ovvero edizioni di romanzi commerciali “ristretti” (di pagine e contenuti) per invogliare il pigro popolo di lettori. Quando leggere era un piacere questo sarebbe sembrato impensabile; nel tragico mondo attuale, a cavallo tra Natale e il nuovo anno, invece, questo è diventato pensabile e – purtroppo – attuabile. Sono arrivati in edicola alcuni romanzi scelti per essere ristretti, ovvero best seller degli ultimi anni che hanno subito tagli e cuciture tanto da poter essere letti “nel tempo di un film”. Stiamo parlando di “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson che da circa 650 pagine passa a meno di 300 e “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini che da 580 pagine arriva in edicola in poco più di 250 fogli; entrambi venduti a 3.99 euro. I libri “distillati”, così come li ha presentati l’editore Centauria (che punta su prodotti per edicole) non sono altro che… un’occasione senza precedenti per goderti il meglio della narrativa italiana e internazionale in meno della metà delle pagine dell’originale, ma senza perderti nulla. Distillati infatti, non riassunti!
Questo è quello che racconta la casa editrice presentando questi romanzi tristemente zippati, quello che sono – alla luce della mia esperienza da lettrice – non è altro che l’ennesimo tentativo di marketing di avvicinare compratori promettendogli di facilitargli la vita: “più libri a meno pagine e anche voi diventerete lettori, altro che quei noiosi che da sempre vi fanno pesare di non aprire neanche un libro!” Una farsa, quindi. I distillati di Centauria sono un atto irrispettoso verso i lettori veri, verso l’editoria, verso il lavoro editoriale, verso gli scrittori e un modo vigliacco per dire addio a tutto il bello che c’è in un libro e salutare per sempre piacere di leggere. Infatti, quella piacevole sensazione di venire in contatto con le parole dell’autore, di leggerne le intenzioni attraverso la trama e il flusso narrativo sarà sostituito da un concentrato asettico che porterà celermente alla fine del romanzo. Libri per tutti sì, ma libri peggiori. Allora io asserisco: nessuno si deve sentire costretto a leggere; leggere è scelta, è un piacere, è dedizione, concentrazione, incontro, passatempo, evasione, formazione.
Non tutti possono farlo, non tutti devono farlo.
La lettura è così: si apre un libro – nonostante sia formato da tante pagine – si legge e si va fino in fondo. O così o niente, non esistono mezze misure, non esistono facilitazioni o scorciatoie. Chi vuole percorrere il viaggio nel mondo del libro deve accettare il libro così come è, altrimenti esistono tanti altri mezzi divertenti per passare il tempo. Fate voi.