Giulia Siena
PARMA – Un piccolo appartamento a Bologna, a due passi da via Paolo Fabbri, una “tana creativa” piccola e anche un po’ angusta nella quale, ora, riecheggia il silenzio della mancanza di parole da scrivere. Larry è uno scrittore, sì, ma in questo momento, appena abbandonati dal ventesimo secolo, le sue mani sono aride sulla tastiera. Non ha più niente da dire. La pagina rimane bianca, candida, muta. Qualcuno, però, suona alla porta e lo sguardo di Larry si sposta dal monitor del pc vuoto per appoggiarsi, disilluso, sulla figura dell’Orrido. Orrido: maglietta, boxer e ciabatte a riassumere un personaggio bislacco, un vicino di casa fuori dagli schemi; un animale sociale sempre alla ricerca di compagnia e di rumori. L’Orrido chiede ospitalità e non sa che, entrando in quella tana creativa che ha perso un po’ del suo senso, ridarà senso a Larry.
Comincia così Come ho incontrato vostra madre, il romanzo breve di Gianluca Morozzi pubblicato in e-book per la collana Ottantamila di Intermezzi Editore. La “bolognesità” dell’autore, classe 1971, dà ritmo a una storia nostalgica e intensa che, comunque, scorre leggera, come una passeggiata notturna tra i portici e le piazze della città.
Larry apre la porta e lascia entrare l’Orrido, un omone che da qualche anno è suo vicino di casa. Larry gli offre ospitalità, gli offre il suo letto. In cambio si intrufola in quella vita chiassosa e confusa con la curiosità di un bambino e la determinazione di uomo. Il protagonista comincia a frequentare più assiduamente quel nuovo gruppo, a seguirne le mosse e i rituali, come quello di bere qualcosa in ogni posto, in ogni locale, bar o pub, partendo da via del Pratello. E una sera, seguendo il solito percorso, arrivarono in piazza San Francesco, in uno strano locale ad ascoltare musica orribile. Mentre corpi si dimenavano in opinabili danze, l’attenzione di Larry fu attirata da un piccolo gruppo: un ragazzo alto, una ragazza dai capelli rasati e, tra loro, il viso pallido e quasi coperto di una giovane dalla gonna di jeans. Non aveva nulla di particolare – tranne i tre tatuaggi alquanto singolari – quella ragazza; ballava fluttuando e cantava in modo stridulo. Tutto normale in quel locale assurdo, eppure Larry fu abbagliato, attratto, soggiogato.
La perse, la cercò. Sapeva, forse, che lei lo avrebbe cambiato e insieme sarebbero risultati diversi. Tutto, o quasi, per ritrovare la sua vena creativa persa nella notte di Bologna?
Un romanzo breve ricco di elementi contemporanei che rimandano a quegli anni da “orfani creativi” che sono stati i primi anni Duemila. Un racconto intriso di perdizione e ricerca: scetticismo bohémien e – allo stesso tempo – attenzione maniacale per le storie da raccontare e vivere.
Il pregio di Morozzi – autore eclettico che ama spesso raccontare la sua città e il fascino degli anni passati – in Come ho incontrato vostra madre, è quello di farci camminare accanto a lui per quelle strade affascinanti e maledette; farci entrare in quel piccolo appartamento a elle ascoltando tutto ciò che avviene; salire su quella macchina angusta; esplorare le stanze del casolare e vivere, per una notte, il fancazzismo di un gruppo di squattrinati sognatori.
Lei aveva alzato la testa. Mi aveva visto. Si era asciugata gli occhi.
«Faccia di vetro!» aveva detto, tirando su col naso. «Sei venuto per me?»
La risposta era stata talmente sicura e immediata da sorprendere me stesso per primo.
«Sì. Sono venuto per te.»