Silvia Notarangelo
Roma – “Esistono molti modi di consumare una passione, a questo mondo…una lettera, una conversazione o persino un semplice sguardo”. Potrebbe riassumersi con queste parole “La sola idea di te”, il romanzo di debutto della scrittrice inglese Rosie Alison, pubblicato da Neri Pozza Editore.
Anna, la protagonista, ha otto anni, vive a Londra e la sua sembra un’infanzia felice.
Una data, però, il primo settembre 1939, segnerà per sempre la sua vita. Lo scoppio della guerra costringe Roberta, sua madre, a una dolorosa quanto inevitabile decisione: aderire al programma di evacuazione e lasciar partire la figlia nella speranza di sottrarla al macabro spettacolo dei bombardamenti. Ha inizio, così, la particolarissima avventura di Anna nell’incontaminato Ashton Park, una dimora privata temporaneamente allestita come collegio per accogliere un nutrito gruppo di bambini.
È lei l’inconsapevole testimone che svela, a poco a poco, i segreti dei proprietari, gli Ashton, una coppia apparentemente impeccabile e affiatata. Elizabeth, bellissima e misteriosa, è, in realtà, terribilmente infelice e conduce, da tempo, una doppia vita, nel disperato tentativo di riuscire ad avere quel figlio che tanto desidera. Anche Thomas, il marito, gentile e premuroso, nonostante una malattia lo costringa su una sedia a rotelle, nasconde un sentimento forte e inconfessabile, per Ruth, una giovane insegnante appena conosciuta, che ricambia, tacitamente, il suo affetto. Sarà proprio la scoperta del legame tra i due a innescare una serie di imprevedibili e drammatiche conseguenze.
Parallelamente, continua, a Londra, la vita di Roberta, un’esistenza che prende una piega del tutto inaspettata, complice un nuovo lavoro e una ritrovata libertà personale. Tuttavia, anche nel suo caso, la spensieratezza di quei giorni, così stridente rispetto all’atmosfera della città, sarà breve e, purtroppo, preludio di una fine straziante.
Passano gli anni e, nel 1943, Anna può finalmente tornare a casa: alla gioia nel rivedere il padre fa, però, da contraltare l’immensa nostalgia che la assale nel doversi separare dal signor Thomas, il suo vero e unico punto di riferimento.
Un vuoto che neppure il tempo saprà colmare e che le susciterà, per sempre, un senso di smarrimento unito ad una profonda insoddisfazione. Soltanto alla fine della sua vita, Anna, ormai settantacinquenne, riuscirà a fare ritorno ad Ashton Park, dove potrà, serenamente, lasciarsi andare accanto a “quel faggio purpureo” che era stato compagno dei suoi giochi.