Silvia Notarangelo
Roma – Da Seminarista, studente a Cracovia, Karol Wojtyla trovò appeso alla porta della sua stanza un foglietto con le parole “Futuro santo”. Era un gioco scherzoso dei suoi compagni, che oggi si colora però di una luce profetica. Nel 2005 Benedetto XVI ha aperto il processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II affidando il ruolo di postulatore a monsignor Slawomir Oder, che in “Perché è Santo. Il vero Giovanni Paolo II raccontato dal postulatore della causa di beatificazione” racconta gli esiti inediti del suo immane lavoro di raccolta di documenti e testimonianze, che fanno luce su aspetti della vita di Wojtyla prima ignoti e che apportano al suo ritratto nuovi essenziali elementi. Oggi, nella settimana che precede la beatificazione dell’amatissimo Pontefice, ChronicaLibri vi suggerisce il saggio “Perché è Santo”, nel quale si ridisegna non soltanto l’immagine di un protagonista della storia del Novecento, ma anche e soprattutto quella di un credente capace di vivere nella propria carne il messaggio evangelico.
Densa di episodi finora sconosciuti, questa ricostruzione ci rivela un Giovanni Paolo II essenziale ai limiti della povertà, umile, generosamente sensibile ai bisogni del prossimo ma anche spiritoso e gioviale. Un mistico devotissimo a Maria, che passava ore steso a terra a pregare e si flagellava con una cinghia. Un uomo capace di perdonare e di riconoscere la grandezza nel prossimo, come attestano l’inedita lettera ad Ali Agca e quella a padre Pio da Pietrelcina, che lascia intuire un rapporto fra i due assai più radicato di quanto si supponesse.
Densa di episodi finora sconosciuti, questa ricostruzione ci rivela un Giovanni Paolo II essenziale ai limiti della povertà, umile, generosamente sensibile ai bisogni del prossimo ma anche spiritoso e gioviale. Un mistico devotissimo a Maria, che passava ore steso a terra a pregare e si flagellava con una cinghia. Un uomo capace di perdonare e di riconoscere la grandezza nel prossimo, come attestano l’inedita lettera ad Ali Agca e quella a padre Pio da Pietrelcina, che lascia intuire un rapporto fra i due assai più radicato di quanto si supponesse.