L’Editoriale: quando ogni libraio consiglia gli stessi libri

editoriale CHRL consigli del libraioGiulia Siena
ROMA – Succede ogni anno, sicuramente più volte l’anno. Succede in vista dei regali di Natale e succede per le vacanze estive. Entri in libreria e succede. I librai, tutti i librai, forti della loro esperienza di osservatori-lettori-addetti ai lavori ti segnalano un libro da portare sotto l’albero oppure il libro da mettere in valigia. Lo fanno in  diversi modi: con una classifica dei libri più venduti della libreria, con piccole recensioni home made, con segnalazioni o semplici richiami sulla copertina. Lo fanno e, anche questa volta, per questa estate che stenta a partire, lo hanno fatto. Mentre loro lo facevano ed erano intenti a esporre i libri “consigliati” io li guardavo – ne ho guardati almeno una dozzina in tutta Italia – e non ho potuto fare a meno di notare che tanti librai hanno suggerito gli stessi libri… L’equazione, infatti, è stata semplice: tanti librai per pochi libri. Nel mare magnum delle pubblicazioni che ogni giorno l’Italia del libro sforna, gli addetti ai lavori hanno selezionato più o meno sempre i soliti nomi. Quali sono questi nomi? L’ormai letterata Chiara Gamberale che con il suo “Per dieci minuti” sta diventando un fenomeno editoriale. Non me ne vogliano i suoi fans – che lei è anche brava a scrivere – ma non c’è solo il romanzo di chi, per dieci minuti, ogni giorno, fa qualcosa che non avrebbe mai fatto. Il tormentone, poi, che – a quanto pare – i librai italiani appoggiano è Giuseppe Catozzella che con il suo “Non dirmi che hai paura” si è aggiudicato il Premio Strega Giovani 2014. I visti, rivisti e già visti si arricchisce anche di “Open”, la vita romanzata dell’asso del tennis Andre Agassi: bellissimo romanzo per tutti ma… basta! Da notare, ancora, che tra i “consigliatissimi” e non si sa per quale motivo effettivo c’è sempre l’ultimo Premio Strega e, infatti, questa volta è “Il desiderio di essere come tutti” di Francesco Piccolo. E qui la mia domanda – come ogni anno – è sorta spontanea: facile per un libraio consigliare un libro fascettato con la sorniona scritta: Vincitore del Premio Strega; non sarebbe più coraggioso consigliare un bel romanzo ma scartato alle prime selezioni dell’ambito Premio? Quando finisce o finirà la dittatura dei grandi nomi, dei grandi marchi e dei piccoli libri? Dove comincia il coraggio di un libraio? Perché da Aosta a Bari, passando per Parma, Bologna, Roma e Napoli, io ho visto consigliare tutti gli stessi libri? Sicuramente ce ne sono di librai oculati, di quelli che leggono e che non hanno paura di consigliare un piccolo nome, un piccolo marchio ma un grande libro. Ma questi librai suonano ancora come rivoluzionari. Allora la rivoluzione facciamola, scegliamo dei libri che siano dei grandi libri e non facciamoci soggiogare dalla paura che quel libro andrebbe richiesto, prenotato e atteso. Anche questo è il piacere della lettura!

 

Buoni libri a tutti.

 

Federico il Pazzo, un imperatore per amico nella periferia di Napoli

federico il pazzoGiulia Siena
PARMAPatrizia Rinaldi dopo Mare Giallo e Piano Forte torna a parlare di ragazzi nelle realtà svantaggiate e questa volta lo fa con Federico Il Pazzo (Sinnos). Illustrata da Federico Appel, la storia è quella di Angelo, un tredicenne che da Verona si trasferisce nella periferia di Napoli con la serena ma poco rassicurante affermazione della madre single: “Ora stiamo tornando a casa e a casa resteremo per sempre”. La madre di Angelo è un’ottimista per natura, lei sorride in faccia alla vita e continua a ripetere “La vita va da chi le vuole bene”. Sicuramente, questo stesso ottimismo, ha svegliato Angelo dal suo coma profondo. Aveva nove mesi, solo nove mesi, ed è caduto in coma. Ha vissuto in quel “galleggiamento” che ogni tanto torna e lo ruba al presente per giorni e solo la madre, la voce della madre, lo ha trattenuto e fatto nascere, di nuovo. E grazie a lei, ora, dovrà ricominciare la sua vita in un altro posto che non è la sua casa perché, per la mamma la casa è Napoli e lì comincia la loro nuova vita. Ma per Angelo cominciano i guai: la sua lingua, il suo modo di fare e il suo modo di essere sono estranei a quella realtà colorata e problematica. I vicini ostili, le strade nuove, i cibi mai assaggiati prima, Capa Gialla, il ripetete violento per il quale Angelo diventa il bersaglio facile, sono le difficoltà che si presentano ogni giorno. Poi c’è Giusy, una “femmina” determinata a diventare meccanico e Federico il Pazzo, un vero e proprio mistero. Quel ragazzino che abita con la nonna sullo stesso pianerottolo dello “straniero Angelo” e che in aula, in terza E, si siede lontano, vicino ai teppisti, si isola nel suo libro che parla di un imperatore e la sua grandezza. Quel ragazzo in realtà si chiama Francesco, ma tutti lo chiamano Federico, come Federico II di Svevia, il grande imperatore del passato celebre per la sua lungimiranza. Francesco ha capito che rifugiarsi nella storia e nel sapere e rispondere con una dialettica arguta all’arroganza che lo circonda lo fa sentire forte e protetto. Ma cosa protegge Angelo da quell’ambiente ancora a lui estraneo? Lo scontro con Capa Gialla, infatti, non tarda ad arrivare e sarà quello il barbaro “rito di iniziazione” che regalerà al piccolo protagonista la consapevolezza che la paura si vince.

 

L’inserimento, l’amicizia, la violenza, i ricordi, la ricerca della felicità e le paure sono temi che con spontaneità si rincorrono in questo libro scritto con maestria da Patrizia Rinaldi. L’autrice, ex insegnante napoletana, racconta una realtà che conosce bene e la affronta con competenza e realismo. La scuola di Angelo è una scuola che può essere ovunque e lui, così come Francesco, Giusy o Capa Gialla, potrebbero essere i ragazzi di un qualunque quartiere.

 

Vincitore nel 2006 del Premio Pippi per l’inedito, Federico il Pazzo è un libro per tutti perché è stato stampato con la font leggimi (carattere speciale appositamente studiato per agevolare la lettura e per permettere a tutti di diventare grandi lettori!).

 

Alla scoperta di Cuba drink to drink.

Alcune strade per CubaGiulio Gasperini
AOSTA – Quello che ci propone Alessandro Zarlatti è un appassionante viaggio attraverso Cuba drink to drink. Dal rum liscio invecchiato al mojito, dal guarapo al vino Soroa, “Alcune strade per Cuba” edito da Ouverture Edizioni ci fa esplorare una Cuba poco convenzionale, come la può conoscere solamente chi ci vive da anni, insegnando la lingua più bella del mondo, ovvero l’italiano.
Quindici racconti, che hanno come introduzione la descrizione spiritosa e anti convenzionale di drink e cocktail facilmente reperibili nell’isola caraibica, sono ambientati in una Cuba di strada, in un’isola che scontorna la geografia e si popola di anime, di caratteri, di persone. Diventa piuttosto uno stato d’animo, un groviglio di sentimenti e di situazioni insperate e inattese, che distorcono percezioni e sensazioni.
Sono racconti divertiti e divertenti, sorprendenti nell’andamento e nella trama, come “AA04583782”, che racconta le peripezie di una banconota attraverso le tante mani della tanta gente che il denaro lo fa circolare; oppure possono toccare momenti di grande dolore come nel caso di “Perros”, che racconta la piaga dei combattimenti tra cani. L’io narrante di volta in volta cambia prospettiva, modifica la sua visione, ci fa mettere sempre in gioco, rischiando anche personalmente nella ricerca ardita di qualcosa che potremmo riconoscere, per non essere in balia di situazioni ed eventi. È un narratore che non si stanca e non si demotiva, ma conosce la ricchezza delle storia che possiede e se ne diverte, spesso procedendo per sottrazione e non lasciando troppo in dono al lettore.
Attraverso le pagine le ispirazioni alcoliche paiono darci delle coordinate fantastiche, quasi i punti di un orientamento che può compiere infinite rotte per un approdo ultimo che sempre ritardiamo, perché sappiamo troppo definitivo. Un po’ come Costantino Kavafis raccomanda in “Itaca”: “Itaca ti ha dato il bel viaggio, / senza di lei mai ti saresti messo / sulla strada: che cos’altro ti aspetti?”.
Da Cuba ci si attende sempre molto perché Cuba è una terra che ha da sempre un fascino particolare. Una storia, una cronologia che l’hanno resa di volta in volta bandiera e capro espiatorio, diavolo e santo di opposte fazioni. La Cuba di Alessandro Zarlatti si libera un po’ del suo carico morale, delle sue responsabilità al cospetto del mondo e diventa luogo di curiose quotidianità, di divertenti tangenze. Un luogo che potrebbe anche, così, non esistere.

Associazione Ipazia di Prato: seconda edizione del Premio Letterario “La Bellezza delle parole”, fino al 1 settembre

Ipazia-PratoPRATO – Sarà la “Famiglia: una, nessuna, centomila”, il tema della seconda edizione de La bellezza delle parole, il Premio Letterario indetto dall’Associazione culturale IPAZIA di Prato. Le opere in concorso dovranno pervenire dal 1 luglio al 1 settembre 2014 sotto forma di racconto breve (8000 battute spazi compresi, corrispondente a 4 cartelle).

Per questa seconda edizione Ipazia sceglie di far giudicare i lavori da cinque giurati selezionati tra i frequentatori del “Circolo di Lettura” della Libreria Equilibri e dalla libraia Simona Cantini, a presiedere la giuria sarà la scrittrice fiorentina Anna Maria Falchi.

Durante la premiazione, prevista per metà settembre, ci sarà la lettura pubblica dei racconti vincitori e la premiazione delle opere finaliste. Al termine della manifestazione letteraria, inoltre, tutti i racconti inviati entreranno a far parte dell’archivio on-line del premio letterario LA BELLEZZA DELLE PAROLE a cura dell’Associazione Ipazia – Prato.

 

Info
Per poter partecipare al concorso è sufficiente inviare il proprio racconto (in formato .doc o .pdf) all’indirizzo mail: ipazia.prato@gmail.com a partire dal giorno 1 luglio 2014 ed entro e non oltre le ore 23.59 del giorno 1 settembre 2014. La mail dovrà contenere inoltre anche i seguenti dati del partecipante: nome, cognome, data di nascita, indirizzo, email e numero di telefono.

 

“Sono tutti bravi a morire” di Niccolò Zancan: la città oltre le apparenze

Zancan_BraviaMorireGiorgia Sbuelz
ROMA – Milton Manera era la prima firma della cronaca, aveva camicie con bottoni color madreperla, una casa che divideva con la donna dei suoi sogni e una debolezza per i massaggi (erotici) cinesi, con cui ha fatto saltare in aria carriera, relazione e reputazione.

Dopo il supplizio della condanna pubblica operata, immancabilmente, dai suoi colleghi, si reinventa in una nuova poco onorevole professione: fornitore di alibi per coniugi fedifraghi. Mentre legge fra le righe del foglietto illustrativo di una confezione di psicofarmaci la penosità della sua attuale esistenza, bussa alla sua porta un’opportunità di riscatto travestita da proposta lavorativa.

 

Stavolta dovrà procurare un alibi per l’avvocato Rigamonti, persona bene in vista in città, ma con molti segreti, ed abitudini, da nascondere, segreti che sua moglie, l’intelligente e ancora affascinante Lisa Rigamonti, sta per scoprire. L’omicidio della donna e il colpevole frettolosamente rintracciato in un immigrato romeno, fa scattare in Manera il piglio del cronista che era stato e, malgrado l’incendio appiccato nel suo appartamento come monito, decide di andare a fondo con la storia.
Lo seguirà nelle indagini la fotoreporter Charo: avvenente, perspicace e riconosciuta come la migliore in piazza. Con lei condivide già il gusto per la birra a doppio malto e le belle donne, stavolta condividerà le stesse intuizioni su un caso che nasconde molto più del marcio che già preannuncia. In una foto, scattata da Charo poco dopo l’assassinio della signora Rigamonti, i due riconoscono il volto di un altro ragazzo romeno, Sorin, trovato impiccato ad un albero poco distante da una ex fabbrica di pneumatici.
Da questo momento, ricollegando gli indizi e sfruttando le vecchie conoscenze da giornalista d’assalto, Milton e Charo scovano la porta d’accesso ad una città “altra”. Silenziosa e inesorabile affiora dalle viscere della metropoli visibile, la città nascosta dell’immigrazione clandestina, dello sfruttamento e del degrado.
L’ex fabbrica di pneumatici è il covo per piegare con la violenza uomini senza documenti venuti in Italia inseguendo un sogno che s’infrange presto nelle scatolette di riso per cani come pasto e nelle scudisciate di aguzzini che muovono la nuova economia abusiva, fatta di mani sporche che spellano cavi di rame, che recuperano ogni singola vite o bullone dai materiali di scarto per rivenderli al mercato nero.

Emergono le storie amare di Doru, Maria, Laurent e Cosmina, la sorella scomparsa del defunto Sorin, tutti provenienti da Macin, una località a pochi chilometri dal mar Morto, luogo d’origine abbandonato e presto rimpianto, dove far ritorno appare più che mai impossibile. Milton e Charo seguono la pista della prostituzione di lusso per rintracciare Cosmina: orge elitarie coadiuvate da droghe con cui stordire le giovani vittime, depravazioni esaudite nella riservatezza di ville appartate sulla collina che guarda sprezzante il resto della città, la collina dei ricchi che odora del cloro delle loro piscine.
Ma ficcare il naso negli affari della gente “dabbene” ha un suo prezzo… e Milton e Charo lo scopriranno sulla propria pelle, catturati da una realtà che va al di là della loro propensione allo scoop: è la sete di verità che li muove, la voglia di recuperare parte della loro storia nella storia dell’altro, del “diverso” del “cattivo”, quando una vita e la sua storia sono solo un fattore contingente nel piano di qualcun altro.

 

Sono tutti bravi a morire, di Niccolò Zancan, edizioni Meridiano Zero, ha il gusto di un’inchiesta , il ritmo di un action movie e una costruzione narrativa scattante, che punta dritta al sodo, fatta di scambi di battute e un tono colloquiale che stempera l’acredine dell’argomento trattato. Le descrizioni vivide di odori e sapori si mescolano di volta in volta alle riflessioni sulle inquietudini proprie estendibili a una realtà sociale non circoscritta, ma rappresentativa, come il taglio su una ferita in cancrena che ha già infettato l’intero apparato. Una storia che può tranquillamente essere il retroscena di uno dei tanti episodi di cronaca a cui viene spesso attribuita una facile conclusione; Zancan qui pone un ragionevole dubbio attraverso un protagonista emblematico: fragile quanto sagace e cocciuto. Il profilo ideale di chi è in grado di gettare veramente uno sguardo oltre…

Arriva “Cristina D’Avena 50 anni di sogni” e parte la festa dal ritmo anni ’80

Davena_lauranaGiulia Siena
PARMA 
– Parte oggi da tutte le librerie d’Italia la festa – ufficiosa – per i 50 anni di Cristina D’Avena. Sì, avete capito bene, la voce fatata della TV il prossimo 6 luglio compie mezzo secolo e per augurarle buon compleanno Laurana Editore porta in libreria Cristina D’Avena 50 anni di sogni, il libro curato da Gabriele Dadati con i racconti di dodici scoppiettanti giornaliste e scrittrici. La festa è tutta in questo libro; si parte dalla lista degli invitati: ci saranno gli amici di sempre, i Puffi e Gargamella, Candy Candy, Licia con Andrea e Giuliano, Denver, le tre sorelle Occhi di Gatto, Mila e Shiro, Sailor Moon e le altre, Pollyanna, Doremon, Mary fuori dal suo giardino dei misteri e Peter Pan. Alla musica ci pensano Doremì, Alvin rock’n’roll, Jem e quegli svitati di Mirko (dal ciuffo biondo) e Satomi; forse da qualche parte, poi, ci saranno anche Uan e Ambrogio… chissà! Ma facciamo presto, questi fatidici 50 anni stanno arrivando e Gabriele Dadati, che ne ha curato l’organizzazione e la stesura, si chiede – attraverso questo libro e le voci che ne hanno preso parte – come l’eroina degli anni Ottanta sia riuscita a rimanere per oltre quarant’anni nel magico mondo dello star system e, soprattutto, a rimanere indenne alla furia del tempo. Comincia, così, un viaggio nostalgico nei pomeriggi in cui la voce della D’Avena scandiva il tempo del relax per migliaia di bambini e bambine dell’Italia in preda alla TV commerciale. Un viaggio che ci riporta in dietro negli anni, molto indietro, quando una bambina bolognese con qualche dente da latte suicidatosi in favore della crescita cantava il Valzer del moscerino allo Zecchino d’Oro. Era proprio lei, Cristina, che cominciava a muovere i primi passi nel mondo della canzone. La ritroviamo, poi, nei racconti di questo libro come una creatura magnifica nei sogni di un ragazzino dei giorni nostri (nel divertente racconto “Sposerò Cristina D’Avena), ispirazione per giovani cantanti e donzelle dalla voglia di successo (il realistico “Coro”), descritta, poi, come l’amica che non si vede da un pezzo ma che si aspetta per cominciare la festa (il quasi commovente “Un augurio speciale) e, infine, come voce riconoscibilissima e dolce di un passato che per fortuna può sempre tornare (#Cristinadavena #patrimonionazionale).

 

I racconti di Paola Cerri, Irene Chias, Chiara Ferrari, Lucia Tilde Ingrosso, Paola Jacobbi, Sara Loffredi, Silvia Messa, Silvia Montemurro, Marianna Natale, Sarah Spinazzola, Barbara Tagliaferri e Irene Vella sono un tributo divertente, irriverente, nostalgico, dolce e smaliziato a un simbolo di una generazione cresciuta a pane, sogni e cartoni animati.

Al via CAFFEINA FESTIVAL, un concentrato di cultura

caffeina2014VITERBO – Torna il grande appuntamento con la cultura, torna Caffeina Festival. Da oggi, venerdì 27 giugno, fino a domenica 6 luglio, Viterbo sarà la capitale della cultura a grandi numeri: dieci giorni di incontri con l’autore, musica, reading, teatro, laboratori per bambini, libri, dibattiti, proiezioni, anteprime nazionali, emozione, mostre, divertimento e grandi eventi; oltre 40 appuntamenti giornalieri nelle decine di parchi all’aria aperta che trasformano il cuore della Tuscia in una cittadella della cultura senza eguali.

 

Per questa ottava edizione, poi, Caffeina Festival si arricchisce di un salotto dedicato alla graphic novel e alla mostra “Segni Preliminari”. Il tutto è la prima edizione del Caffeina Comics Lab. Sotto il segno di Andrea Pazienza: dieci giornate con ospiti illustri del fumetto: artisti del calibro di Julie Maroh (che dopo il successo de “Il blu è un colore caldo” da cui è stato tratto il film “La vita di Adele” Palma d’Oro a Cannes 2013 presenterà il nuovo graphic novel “Skandalon”) Makkox e Tuono Pettinato. Si registrerà anche la presenza straordinaria di Michele e Mariella Pazienza, fratello e sorella del grande Andrea. E proprio ad Andrea Pazienza è dedicata l’apertura di oggi con l’inaugurazione della mostra delle sue opere: un’accurata selezione di 39 riproduzioni in scala 1:1 di quadri di Pazienza, molti dei quali inediti, che propongono un percorso espositivo nella produzione Caffeina 2meno nota dell’artista. Le opere di Segni Preliminari, selezionate dal direttore artistico di Caffeina Comics Lab Puca Jeronimo Rojas Beccaglia, arrivano direttamente dall’archivio della famiglia Pazienza. Gli Schizzati di caffeina, fumettisti e disegnatori appositamente coinvolti più gli ospiti del salotto diretti da Luca Ralli co-direttore artistico di Caffeina Comics Lab, ogni giorno produrranno vignette, strisce e schizzi per raccontare il festival.
La serata di chiusura sarà dedicata alla visione dei lavori realizzati per l’occasione dagli Schizzati di caffeina e dal grande Makkox. Infine “Pantera”, la mostra delle illustrazioni originali che Luca Ralli ha realizzato per l’ultimo libro di Stefano Benni.


ALCUNI PROTAGONISTI DI CAFFEINA FESTIVAL 2014

Bruno Arpaia, Corrado Augias, Haim Baharier, Francesca Barra, Pierluigi Battista, Violetta Bellocchio, Annarita Briganti, Elisabetta Bucciarelli, Errico Buonanno, Gaetano Cappelli, Cristiano Cavina, Mauro Corona, Simone Cristicchi, Giuseppe Culicchia, Carlo D’Amicis, Giancarlo De Cataldo, Maurizio De Giovanni, Cristina De Stefano, Paolo Di Paolo, Andrea Delogu, Fabio Deotto, Piero Dorfles, Giorgio Falco, Oscar Farinetti, Corrado Formigli, Chiara Gamberale, Fabio Geda, Paolo Giordano, David Grossman, Francesco Guccini, Cinzia Leone, Davide Longo, Marco Marsullo, Antonio Monda, Giorgio Montefoschi, Candida Morvillo, Aldo Nove, Piersandro Pallavicini, Piero Pelù, Antonio Pennacchi, Sandra Petrignani, Filippo Roma, Carla Signoris, Marino Sinibaldi, Caterina Soffici, Matteo Strukul, Nadia Toffa, Vauro, Andrea Vitali e i Sulutumana, Folco Terzani (protagonista di una serata dedicata al padre Tiziano), Benedetta Tobagi, Giuseppina Torregrossa, Gabrielle Zevin (in anteprima nazionale).

CAFFEINA E IL PREMIO STREGA
Prosegue la collaborazione tra Caffeina e la Fondazione Bellonci. Lunedì 30 giugno saranno ospiti i cinque finalisti: Giuseppe Catozzella, Antonella Cilento, Francesco Pecoraro, Francesco Piccolo e Antonio Scurati in una serata condotta da Giorgio Nisini e Francesca Barra. A leggere alcuni brani tratti dalle opere finaliste gli attori Raffaello Fusaro e Annalisa Canfora. Venerdì 4 luglio, in esclusiva nazionale, il vincitore del Premio Strega tornerà sul palco di Caffeina.
CAFFEINA TORNA IN CARCERE
Dopo il successo dell’anno scorso a calcare il palco della Sala Teatro della Casa Circondariale di Mammagialla, l’istituto penitenziario viterbese, saranno Francesca Barra, Chiara Gamberale, Corrado Formigli e Marco Presta.

SENZA CAFFEINA
Più di 40 gli appuntamenti in programma nella sezione dedicata ai più piccoli tra laboratori creativi, dalla fotografia al riciclo creativo, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, attività ludiche, teatro di strada.
Ad aprire venerdì 27 giugno l’attore, comico, doppiattore e regista noto al grande pubblico Tullio Solenghi che presterà la voce all’opera per grandi e piccini “Pierino e il lupo”.
Da segnalare mercoledì 2 luglio l’arrivo a Caffeina del regista Giacomo Campiotti e degli attori della seguitissima serie in onda su Raiuno “Braccialetti rossi”.

 


CAFFEINA_1JAZZUP@CAFFEINA

Jazz, blues, folk, musica classica ed elettronica questo e molto altro è il JazzUp, un festival che da parecchi anni tiene gli occhi puntati sui giovani talenti del panorama musicale italiano e internazionale. JazzUp@Caffeina propone un cartellone ricco di proposte culturali diverse, frutto degli sforzi creativi del team del JazzUp costantemente alla ricerca delle eccellenze musicali, note e meno note.
L’emblema della filosofia del JazzUp, dare la voce ai giovani esordienti del jazz, è il concorso “NewGeneration”, quest’anno dedicato alla figura di George Gershwin.
In concerto sabato 5 luglio Nuove Tribù Zulu, uno stile musicale dove confluiscono rock, gispy, punk, ska, classica, polke e tarante.

CAFFEINA E SLOW FOOD
Continua la collaborazione con Slow Food e queste sono solo alcune delle iniziative in programma allo Slow Food Village: l’Arena incontri, spazio dove si tengono i convegni, le discussioni e le presentazioni dei libri; l’Area degustazioni con laboratori del gusto con i Presidi Slow Food; l’Area SlowKids, dove si tengono laboratori ecogastronomici per bambini; Chef in piazza, show cooking a cielo aperto con i cuochi di Slow Food; Botteghe del Gusto, dove trovare prodotti tipici di qualità e biologici locali; Street Food, con le specialità enogastronomiche provenienti da ogni parte d’Italia; Enoteca e Oleoteca, per degustare alcune eccellenze locali e nazionali alla presenza dei produttori; Libreria enogastronomica, con i volumi di Slow Food Editore.

 
Vedi QUI il Programma della manifestazione

Festival Salerno Letteratura: fino al 29 giugno la cultura invade la città

Salerno Letteratura_chronicalibriSALERNO – Una intera settimana di festa con oltre cento autori e circa ottanta eventi in programma è quella organizzata a Salerno dal 23 al 29 giugno 2014 per la seconda edizione del Festival Salerno Letteratura. Fino alla prossima domenica, infatti, la cultura “invade” la città campana, mettendone in risalto gli scorci più belli e gli angoli più caratteristici, proponendosi come valore aggiunto alle sue grandi risorse storiche, artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Una settimana di eventi in cui la letteratura è ancora una volta visibile: il Museo Diocesiano, il neorestaurato Palazzo Fruscione, l’Arco Catalano di Palazzo Pinto, il largo San Pietro a Corte, il Tempio di Pomona e tanti altri luoghi monumentali di Salerno rivivranno una seconda vita, letteraria e culturale, data dal Festival Salerno Letteratura 2014 e dai suoi ospiti.

 

L’offerta è ampia e variegata perché, nei tanti eventi in programma, è possibile assistere a presentazioni, reading, anteprime e conversazioni con gli autori, ma anche a spettacoli teatrali, concerti e perfomance “site specific” che ogni giorno animano il centro storico della città. Il filo conduttore è quello dell’amore per la lettura e la cultura in senso ampio, che permane anche in un momento cruciale per il mercato editoriale, tra flessioni economiche e nuove forme di pubblicazione digitale.

Dopo la prolusione inaugurale di Raffaele la Capria, con il testo Non è vera la vita che vivi, è vera la vita che scrivi, è partito il ricco programma che si sviluppa lungo tredici aree tematiche: dagli approfondimenti sulla letteratura under 40 italiana ed europea, con il premio Salerno Libro d’Europa, alle ultime novità nel panorama del giallo d’autore, con il ciclo di presentazioni Largo al Giallo. Quest’ultimo organizzato dall’associazione culturale Porto delle Nebbie: qui si alterneranno autori come Maurizio De Giovanni – che presenterà in anteprima nazionale il suo nuovo romanzo, In fondo al tuo cuore. L’inferno del commissario Ricciardi – e, ancora, Bruno Arpaia e Diego De Silva, con un curioso “dialogo” tra i rispettivi, omonimi protagonisti dei loro romanzi (Alfredo e Vincenzo Malinconico).

Dal 25 al 29 giugno, poi, scrittori, giornalisti e personalità accademiche si confronteranno, nel ciclo Profondo Sud (organizzato in collaborazione con la Società Salernitana di Storia Patria), sulle controversie e le complessità della storia dell’unità d’Italia. Qui interverranno, fra gli altri, Pino Aprile, Giuseppe Galasso, e le scrittrici Licia Giaquinto e Antonella Ossorio, entrambe autrici di romanzi storici ambientati nel Mezzogiorno ottocentesco. Per la sezione Fiction, dedicata alle novità della narrativa, presenteranno i loro ultimi lavori, fra gli altri: Antonio Monda, Giuseppe Catozzella e Antonella Cilento (entrambi nella selezione del Premio Strega 2014), Salvatore Niffoi, Nikola Savic e Raffaella Silvestri. Al ciclo di presentazioni Non-Fiction, invece, ci saranno Marino Niola, Gian Arturo Ferrari, Domenico De Masi, Enrico Deaglio, Luciana Castellina, Eva Cantarella e Paolo Isotta, che leggerà in anteprima alcuni brani del suo nuovo libro La virtù dell’Elefante (Marsilio). Per tutta la settimana, sull’asse viario che collega la Stazione Ferroviaria alla storica Via Mercanti, le giovani leve della poesia italiana si esibiranno nella declamazione dei loro testi, all’interno del ciclo 100 Thousand Poets for a Change: saranno veri e propri “intervalli poetici” nella vita dei cittadini salernitani e dei turisti, inaspettati e stranianti interventi nella quotidianità urbana di Salerno. Sempre tra le strade della città, nel week end si esibiranno i Contastorie, con i loro percorsi-reading tematici: Francesco Forlani, Flavia D’Aniello, Roberto Linzalone, Peppe Lanzetta. Nel ciclo Letteratura in Scena si potrà assistere alle tre rappresentazioni di Salerno, tre serate per sette secoli, una storia della città attraverso la letteratura, curata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno e portata in scena dalla compagnia del Teatro Nuovo; e ancora, all’Omaggio a Dino Campana di Roberto Del Gaudio ed alla presentazione/interpretazione del romanzo di Aurelio Picca, Un Giorno di Gioia.
Tutte le giornate del Festival, infine, si apriranno e chiuderanno all’insegna del contatto diretto con scrittori e ospiti: nella miglior tradizione campana, in vari bar del centro storico di Salerno sarà possibile, tra le 9 e le 10 del mattino, prendere Un Caffé con gli Autori; e tutte le sere, dalle ore 24 in poi, si svolgerà il Dopofestival Chill Out: un momento per assistere ad altre presentazioni e performance, in un’atmosfera informale d’incontro e conversazione offerta dal club Cibarti.

 

Vedi QUI il PROGRAMMA completo

Giornata Mondiale del Rifugiato: con “Migrando” il grande ritorno in libreria del nostro Giulio Gasperini

MigrandoGiulia Siena
AOSTA – Giulio Gasperini – il nostro redattore dalle passioni “Vintage”, nonché scrittore ed operatore culturale dalle radici ben salde nella sua Caldana – torna in libreria e lo fa in grande stile. La nuova opera, Migrando (pubblicata dalla End Edizioni) è una raccolta poetica che si arricchisce di maturità, esperienza e sensibilità. Migrando, in cui esprime forte e coraggioso il tema della migrazione, sarà presentato ad Aosta – la città che da qualche anno ha adottato lo scrittore maremmano – oggi, venerdì 20 giugno 2014 in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. Il rifugiato, esule tra l’altro e l’altrove, è protagonista di questa raccolta divisa in cinque sezioni che mano mano, poco alla volta, disvelano la persona e rafforzano la flebile voce di chi viene spesso visto esclusivamente come problema. La migrazione, in questo libro, viene intesa come arrivo, partenza, diario di viaggio, occasione di incontro, momento di dolore, speranza e motivo di razzismi.  La migrazione è, inoltre, il limite fisico tra terra e mare: questa poesia, infatti, narra di luoghi in cui si nasce, terre che si abbandonano per approdare in terre in cui si viene condannati dai nostri stessi simili; narra di mari – materni e stranieri – da attraversare e dove spesso si muore.

 

Migrando è cronaca dei giorni nostri, è tutto quello che ci è difronte agli occhi ma non riusciamo a vedere. Giulio Gasperini fa questo, ci apre gli occhi e ci regala una nuova e diversa chiave di lettura: i migranti sono lì, davanti a noi, sulle nostre coste, alle porte delle nostre case, sui marciapiedi accanto alle nostro auto. Loro sono lì e ognuno di loro ha dentro una storia di migrazione che li ha segnati, un’avventura che per terre e attraverso il “mare nostrum” li ha portati a vivere sul nostro stesso suolo. La prima persona usata spesso da Gasperini, poi, spoglia questa poesia dei soli tratti cronistici e l’arricchisce di emotività, coinvolgimento e azione.

Novità: con I giganti e le formiche arriva dall’Oriente la poesia di Cho Won hee

I_giganti_e_le_formicheGiulia Siena
ROMA – Le immagini poetiche create con estro e dolcezza dal tratto pulito ed equilibrato di Cho Won hee approdano in un albo illustrato essenziale ma di forte impatto. Questo è I giganti e le formiche, il volume pubblicato da Orecchio Acerbo editore e in libreria dal 29 maggio. I giganti e le formiche, premiato al CJ Festival – una delle più importanti rassegne di tutto il panorama asiatico e attentissimo alle nuove forme espressive dei giovani talenti dell’illustrazione mondiale – è un piccolo viaggio poetico in una foresta incantata. Incantata, sì, perché è quasi una magia quella che lega con un sentimento di affetto e reciproco rispetto i giganti agli esseri più piccoli della terra. I giganti, grossi, enormi e imponenti con muscoli e braccia rosse, capelli corvini e grandi piedi, sono davvero degli esseri di cui aver paura: volendo potrebbero fare davvero male alle piccole creature con le quali condividono il bosco. Ma, a differenza di quello che si possa pensare, le loro grosse braccia muscolose servono solo da rifugio sicuro per i piccoli uccelli che imparano a volare o da alleate nel curare le ferite. Lui, il mastodontico gigante maschio, è quasi un maestro di vita, un esempio per gli uccelli che si divertono a giocare con lui e a colorare l’aria con i loro voli. Le formiche, poi, sono così premurose con la grande donna dai capelli lunghi e dal passo incerto. Lei, la statuaria donna, per non fare del male ad alcuna formica aspetta, ferma sui suoi passi, che ogni giorno queste tornino a casa sicure prima di riprendere il suo cammino. Succede, così, che uno si prenda cura dell’altro, il grande del piccolo, il potente dell’impotente e viceversa. L’amore entra così in circolo.

 

I giganti e le formiche è, infatti, una storia d’amore. Un amore irreale ma vero, un amore impossibile ma realizzabile. Un amore che cambia le cose, le migliora, perché anche dove l’abitudine lo nega la natura lo asseconda.

 

Dai 3 anni per tutte le età