Hacca Edizioni: il mondo dell’industria in un romanzo di sentimenti

La classe avversa di Alberto Albertini

Giulia Siena
PARMA
“Un passero si posa sul davanzale della finestra del mio ufficio, rimbalza contro il vetro, lo tasta col becco. Immobile mi guarda negli occhi, reclina la testa su un lato. Lui vorrebbe entrare, io che sto dentro vorrei uscire”. Un leggero e crescente disagio: quel luogo così familiare – fondato, voluto e profondamente amato da suo padre – diventa una trappola. Si sente pressato, si sente estraneo; e a casa non va meglio. Tutto, nell’ultimo periodo, è in un vorticoso equilibrio che sta per disfarsi. Lorenzo è un uomo che sta attraversando una crisi professionale e umana. La pace, in questa sofferenza che è disfacimento, è da cercare nelle pagine dei tanti libri che consulta e studia – tra un volo e l’altro – per gli esami all’Università e nei colori sgargianti dei vestiti a fiori di Laura.

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I bozzetti floreali di Matilde Serao.

Giulio Gasperini

AOSTA – Matilde Serao fu scrittrice prolifica e vulcanica. La sua attività di scrittrice e di intellettuale si squadernò attraverso tanti generi letterari, dal giornalismo alla novella al romanzo; molta della sua produzione, sparsa e persa sotto tanti noms de plume, è oggi sconosciuta perché mai più ripubblicata, terra di scoperta per gli appassionati della tellurica scrittrice. Le Edizioni Spartaco hanno avuto il coraggio di riproporre, in un’edizione elegante e raffinatamente curata, alcuni dei bozzetti che la Serao scrisse sui fiori, che tanto la appassionavano, nel primo volume de L’anima dei fiori, sottotitolata Per amarvi, o fiori! e curata da Donatella Trotta, che firma un ricco e imperdibile saggio introduttivo per inquadrare non solo la Serao ma anche il materiale narrativo presente nel testo.

Matilde Serao amava i fiori e più in generale le piante; li adorava. Considerava il loro utilizzo un elemento di abbellimento non solo fisico e accessorio ma dell’anima stessa. Aveva una conoscenza vastissima e puntuale della varietà dei fiori, delle istruzioni per la loro cura, dell’attenzione che era necessaria per il loro benessere, dalla disposizione nella stanza ai tempi di innaffiamento. Questi bozzetti sono ricami leggeri e pieni di grazia, nei quali la Serao trasforma l’immagine e il senso dei fiori in squarci di lirismo profondo e dirompente. Sono delle pause rinfrescanti nella sua attività di scrittrice e di donna “politica”, impegnata nella documentazione della realtà, nella sua analisi, nel suo titanico lavoro di cronista e di intellettuale.

Le Edizioni Spartaco hanno il coraggio editoriale di riesumare dall’oblio editoriale e di riportare alla memoria una testimonianza calzante e persino necessaria, una scrittura intellettuale ma leggera, nella quale il fiore diventa simbolo di un impegno che trascende lo scopo decorativo ma si squaderna in un significato più ampio. La visione della Serao è potente e dettagliata, offrendo squarci di analisi e senso che ampliano la brevità dello scritto e ne scontornano i limiti.

Ricordi personali, visioni paesaggistiche, notizie scientifiche si impastano, miscelandosi compiutamente in un’indagine che non ha nulla di banale né di scontato, garantendo al lettore un coinvolgimento emotivo e sensoriale che disvela esperienze già note ma che così raramente vengono ricondotte in una prospettiva di così ampio respiro. Il fiore è un linguaggio, e la Serao lo conosce approfonditamente, regalando a ogni lettrice e ogni lettore la chiave di decodifica e traduzione, garantendo a tutte e tutti la possibilità di farsi conoscitori e diffonditori. Perché il patrimonio di conoscenza – lei lo sapeva bene – non può rimanere confinato a pochi noti, ma deve diventare tesoro comune, un retaggio inconsueto e imprevisto che possa rendere tutti più consapevoli e un po’ più ricchi; di quel lusso così immateriale da risultare superfluo ma che è, invece, la più perfetta delle sostanze.

Dalla vita vissuta al romanzo: l’esperienza di George Sand



Giulio Gasperini

AOSTA – Quando apparve, nel 1859, questo romanzo di George Sand fu una pietra dello scandalo. Oggi, nel 2020, riesumandolo dal suo incolpevole oblio, Iacobelli Editore ripubblica (a cura di Annalisa Comes) Lei e lui, potente esperimento di narrazione di una storia d’amore complessa e turbolenta, dove fin dal titolo la presenza femminile occupa la scena privilegiata, e si fa punto di focalizzazione primaria. 

Raccontare la vita di George Sand è di per sé stessa una discesa nella narrazione più appassionante, perché la vita della scrittrice francese fu essa stessa un romanzo, un’epica intensa e strabordante, fatta di arte e impegno politico e sociale. George Sand stessa diventò simbolo e incarnazione di atteggiamenti finanche scandalosi, perché pietre di inciampo per la società del tempo.

I suoi amori furono ugualmente provocatori, socialmente osceni: da quello con Chopin a quello, tempestoso, con Alfred de Musset; ed è proprio quest’ultimo che offre la materia per il romanzo “Lei e lui”. Due artisti, con visioni e inspirazioni opposte e contrastanti, creano una vicenda perturbante e sovversiva, nella quale si rincorrono e si assediano, animati entrambi dai sentimenti più squassanti e travolgenti. Si racconta del loro amore, delle loro fughe in Italia, delle loro separazioni e dei loro ritrovi, più inattesi e insperati.

Attraverso un genere ibrido, a metà tra il romanzo epistolare e quello memoriale, con squarci sul romanzo di formazione, la Sand scrive di sé ma anche di tutti gli altri, diventando un exemplum nel quale chiunque si può rispecchiare. La scrittura, a tratti manierata – ma in linea con il gusto del tempo – ha lo scopo di condurre un’analisi chirurgica dei meccanismi dell’amore, della gelosia, del possesso. L’analisi di questi meccanismi, così attentamente e scrupolosamente osservati da una narratrice esterna, è un’incalzante viaggio nella profondità degli animi umani, coinvolgendo anche la dimensione artistica, indissolubile e imprescindibile.

George Sand ha il coraggio necessario per rendere la sua vita privata materia di narrazione pubblica, affidando alle pagine di questo romanzo la sua vicenda intima, già di per sé scandalosa, dimostrando a ogni pagina tutta la sua risolutezza nel sacrificio pubblico in nome di un ideale narrativo e artistico più alto. Il monumentale epistolario della Sand è fonte prima e privilegiata dalla materia narrata: tutte le epistole scambiate con Alfred de Musset trovano qua fioritura e sistemazione, creando un’organica rappresentazione di una storia particolare che diventa universale.

Iacobelli fa un enorme regalo alle lettrici e ai lettori che non si erano ancora avvicinati all’opera di questa discussa scrittrice, che ebbe molti detrattori, ma che indubbiamente, al netto del valore letterario contemporaneo, fu figura intrigante e seducente, per la sua scrittura ma anche per il lungo manifesto di intenti che fu la sua stessa vita.

Libere e sovrane, le donne della Costituzione

Settenove: la parità dei diritti

Giulio Gasperini
AOSTA – Ventuno furono le donne elette all’Assemblea costituente, che redisse la nostra meravigliosa Carta Costituzionale; ventuno donne e cinquecentotrentacinque uomini. Ma fu solo nel 1946 che le donne votarono, per la prima volta. Libere e sovrane di Settenove dedica a ognuna di loro una narrazione biografica, raccontandoci, attraverso i testi di Micol Cossali, Giulia Mirandola, Mara Rossi, Novella Volani e le illustrazioni di Michela Nanut, chi furono e cosa fecero queste donne costituenti, che lavorarono indefessamente per affermare e garantire la parità di diritti tra uomini e donne.

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Mina è per sempre: fenomenologia di un’icona.

Giulio Gasperini

AOSTA – Mina è un’icona: questo è un assioma, non c’è bisogno di dimostrazioni. La sua voce, unica e irripetibile, la sua classe, l’espressività, la forza intepretativa, il dono di saper essere icona senza volerlo essere, la capacità di reinventarsi e di osare (senza paura né timore): sono tutti aspetti che caratterizzano Mina e la sua carriera; la donna Mina e la cantante Mina, che lei ha deciso di smarcare così crudemente, ritirandosi dalle scene nel 1978, all’apice della carriera, dopo vent’anni di dominio incontrastato, anche degli spazi, televisivi e non solo. Il testo di Aldo Dalla Vecchia, Mina per neofiti, edito da Graphe.it Edizioni, è un tuffo, come recita il sottotitolo, nella vita, nella voce, nell’arte di una fuoriclasse.

È un tuffo corto, succinto; uno sguardo gettato brevemente su ottant’anni di storia personale che si è stretta, per lungo tempo (e continua anche adesso), a stringersi alla storia più nazional-popolare, quella di un’Italia che con le canzoni e la voce e il corpo di Mina è diventato adulta e continua ad ascoltarla, a pretenderla, ad aspettarla da molti anni. La vita e la carriera di Mina non possono essere condensate sufficientemente in queste poche pagine di narrazione leggera e soffice, che ha tuttavia il vantaggio di essere un sapida e gustosa esplorazione, stuzzicante nella voglia che lascia di approfondire, sia la conoscenza che l’ascolto.

Si parte dalla nascita, già avvolta nel mistero, per arrivare agli ultimi album pubblicati dalla cantante, passando per l’esperienza di Baby Gate e dei Caroselli, dei concerti alla Bussola di Marina di Pietrasanta, da Canzonissima a Mille luci, programmi record di ascolti e qualità, per finire alla decisione del ritiro, nel 1978 con i concerti a Bussoladomani e il video di “Ancora ancora ancora”, fino alla ri-apparizione di Mina in Studio del 30 marzo 2001, quando Mina si mostrò online nell’esecuzione di alcune canzoni, tra le quali “Oggi sono io” di Alex Britti: 250.000 persone assistettero all’evento ma i tentativi di connessione furono ben 15 milioni!

Si ripercorrono i tanti duetti che hanno costellato la carriera di Mina, le canzoni che lei ha reso immortali (come La canzone di Marinella, che lanciò Fabrizio De André), ma anche le altre esperienze che hanno reso grande il mito di Mina: le conduzioni radiofoniche e soprattutto la sua attività giornalistica, che l’ha fatta conoscere per una penna ironica e graffiante, profonda ed elegante. Celebri le sue rubriche su La Stampa, dove per più di dieci anni, dal 2000 al 2011, firmò gli editoriali del sabato mattina, e la sua deliziosa rubrica su Vanity Fair, C’è Mina per voi, nella quale rispose, dal 2003 al 2015, alle lettere di numerse persone e fan. 

Mina è leggenda; indiscutibilmente. Un’artista che ha fatto sognare milioni di persone, che ci ha regalato canzonette, come lei ama definirle, irrinunciabili e imprescindibili, una cantante che avrebbe potuto anche tentare la carriera operistica, ma che decise di percorrere altre strade, mai banali né scontate, andando dal pop più estremo, al rock’n’roll, alla bossanova brasiliana, alla sperimentazione elettronica, alla musica sacra (con Dalla Terra) a squisite (e scandalose, per i cultori del genere) incursioni nel melodramma (Sulla tua bocca lo dirò). Mina c’è, anche con la sua assenza: in poche, pochissime, forse nessuna, si possono permettere tanto. E questo testo, breve e squisito, è l’anticamera migliore per cercare di gettare uno sguardo sulla sua stanza tutta per sé.

Fenomenologia delle lacrime per immagini e poesia.

Fatatrac: Perché piangiamo?

Giulio Gasperini
AOSTA – Lo disse bene Karen Blixen: “La cura per ogni cosa è l’acqua salata: sudore, lacrime, o il mare”; concetto alto e profondamente complesso, difficile da spiegare e narrare, pur nell’apparente banalità. Il magnifico libro illustrato Perché piangiamo?, edito in Italia da Fatatrac, è uno strumento preziosissimo per parlare e indagare, tra immagini e poesia, la fenomenologia delle lacrime. Con il testo di Fran Pintadera e le illustrazioni di Ana Sender, il libro è un incredibile immersione nella radice stessa delle lacrime, un percorso di consapevolezza e coscientizzazione che rompe tabù e pregiudizi sull’essenza stessa del piangere, sul ruolo che le lacrime hanno, sulla loro specifica funzione di correlativo oggettivo.

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NEO Edizioni: il viaggio a ritroso di Cecilia M. Giampaoli

Azzorre, tornare lì dove tutto accadde

Giulia Siena
PARMA
Cecilia Maria Giampaoli è una bambina quando, l’8 febbraio del 1989, un aereo partito da Bergamo e diretto a Punta Cana si schianta contro il versante di una montagna nelle Azzorre. 144 persone perdono la vita, tra questi suo padre.
Quasi trent’anni dopo Cecilia ripercorre quella rotta, arriva all’isola di Santa Maria per salire sul Pico Alto e guardare da vicino il luogo che le ha strappato la presenza e l’affetto di suo padre. Non cerca colpevoli, non cerca risposte, non cerca di elaborare il lutto, il suo è un viaggio “necessario” per rimettere insieme quello che è stato con quello che oggi è lei. Nasce così Azzorre, un diario che ha le sembianze di un romanzo, pubblicato da Neo Edizioni.

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La prima volta fu rivolta, da Stonewall all’oggi.

Giulio Gasperini
AOSTA – La prima volta, a Stonewall, fu rivolta. 51 anni fa, dal 28 giugno al 3 luglio, i clienti del bar Stonewall Inn, nel Greenwich Village, si scontrarono con la polizia di New York, dando origine, tra cronaca e leggenda, al movimento di affermazione della comunità LGBT+ contro le vessazioni, le violenze, le violazioni dei diritti, in nome di un’affermazione che fosse anche rivendicazione e richiesta di rispetto e riconocimento. Il movimento LGBT+ è giovane, dunque, ma molto agguerrito e incisivo. Il saggio Stonewall. Memoria e futuro di una rivolta, curato da Yuri Guaiana e Francesco Lepore, ed edito da Villaggio Maori Edizioni, ripercorre la narrazione di quel leggendario inizio e analizza il progresso del movimento LGBT+ in varie parti del mondo, anche in nazioni dove si sta appena affermando, per finire con uno sguardo distopico sul futuro più o meno prossimo, ipotizzando uno scenario che potrebbe essere plausibile per le lotte e le rivendicazioni.

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Intervista: Lettere d’amore di un eccentrico

Dario Biagi racconta l’amore tra Fusco e Maudente nel nuovo libro Avagliano Editore

Giulia Siena
PARMA
– Un rinnovato linguaggio, delicato, sensuale e raffinato, per dare voce a delle emozioni nuove, totalmente differenti da quelle passate. Le parole, sì, quelle così tanto conosciute e apprezzate da Gian Carlo Fusco che nella vita professionale fu autore teatrale, romanziere e critico cinematografico, dal 1962 – anno in cui conobbe Floriana Maudente – divennero parole nuove. Lei, Floriana, era così diversa dalle donne che aveva amato in precedenza: schiva, determinata e appassionata, anch’ella, di scrittura e cinematografia. Una donna nuova, una donna che viveva completamente il suo essere “cittadina del mondo”. I due si conobbero e Milano, città che, a malincuore, Fusco dovette lasciare per trasferirsi a Roma e da lì cominciò il loro amore, fatto di parole, promesse e sospiri.

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Novità Mondadori: Stroppa e la Venezia che incanta

Da qualche parte starò ferma ad aspettare te, romanzo di rinascita

Giulia Siena
PARMA
– Venezia è splendida in queste descrizioni accurate e scevre di banalità. Venezia è un colore intenso, una sfumatura accentuata dalla brillantezza dell’acqua e dalla nostalgia dei ricordi. Venezia è personaggio fondamentale e fedele di Da qualche parte starò ferma ad aspettare te, il nuovo romanzo di Lorenza Stroppa pubblicato da Mondadori. La penna delle Stroppa ci accompagna per una città lontana dal chiasso dei turisti e si addentra nelle vite di Giulia e Diego.

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