Novità: una graphic fiction per affrontare il tema della maternità

DAMROMA – Tornare a lavoro dopo la maternità è sempre un nuovo inizio. Di questo si parla in “Donne e Matita”, il primo episodio – in uscita oggi – di una nuova graphic fiction. Pubblicata dalla casa editrice Shockdom, “Donne e Matita” è una serie rivolta principalmente alle donne e affronta con ironia il delicato tema del rientro a lavoro dopo il congedo per maternità.

Il primo episodio (il secondo sarà pubblicato il 10 luglio) è intitolato “Il primo giorno di scuola”, perché tornare in ufficio dopo mesi di assenza, a volte è un po’ come rientrare a scuola ed essere subito interrogati… Nelle tavole troviamo Sara, impiegata di un’azienda con ruolo di responsabilità, alle prese con il rientro in ufficio dopo la nascita della sua prima figlia. Ad attenderla ci saranno sorprese tutt’altro che piacevoli e un ambiente lavorativo completamente diverso. A Sara non resterà che cercare il conforto delle storiche amiche, sempre pronte a dispensare consigli e pareri e aspettare il secondo episodio…

Sulla falsa riga del noto telefilm americano “Sex and the city”, il primo episodio di “Donne a matita” si rivolge a tutte quelle donne che si sono viste costrette a scegliere tra carriera e famiglia e, soprattutto, a coloro che, con grande fatica, lottano per il loro diritto a non dover fare questa scelta.

“Donne a Matita” sarà disponibile sul sito www.donneamatita.it e scaricabile dal sito di BusinessMum (www.businessmum.it), associazione per la tutela del diritto alla genitorialità delle donne lavoratrici, che ha da subito espresso grande entusiasmo per l’iniziativa, al punto da voler inserire le tavole nel proprio sito web per poterle condividere con tutte le iscritte.

 

LA CASA EDITRICE
Shockdom è la casa editrice italiana leader nel settore dei webcomics, ma presente anche nel mercato cartaceo tradizionale, oggi punto di riferimento per chi legge e crea fumetti online in Italia. Shockdom è stata la prima casa editrice in Italia a creare fumetti non per la carta ma per il web e su cellulari. Attraverso la piattaforma WEBCOMICS, permette a qualunque autore di aprire un blog di fumetti ed entrare a far parte di una community molto unita e attiva che viene visitata da oltre
cinquantamila lettori ogni mese. Shockdom si rivolge non solo al pubblico dei lettori, ma anche alle imprese, fornendo contenuti per siti, fan pages, spot, video, ideando e realizzando progetti speciali. Inoltre offre spazi pubblicitari sui propri fumetti digitali.

Matisse, un cagnolino giramondo

matisse a quattro zampe
Silvia Notarangelo

ROMA – Spesso sarebbe meglio abbandonarsi all’istinto, lasciando che a conquistarci siano un sorriso, uno sguardo, il calore di un abbraccio. A ricordarcelo è la disarmante spontaneità del piccolo Yorkshire protagonista diMatisse a quattro zampe”, libro di esordio nella narrativa per l’infanzia di Tiziana Cazzato (Lupo Editore).

Da quel primo incontro, il cucciolo non ha avuto dubbi: ha capito che doveva essere lei, quella Signora in nero, riservata e malinconica, la sua nuova mamma. Non una sostituta di quella vera ma, più semplicemente, una persona da amare e da cui essere amato.
Se lo scopo di una favola è quello di “insegnare divertendo”, l’autrice lo ha pienamente e brillantemente raggiunto. Con un linguaggio semplice, schietto ma anche sensibile e attento alle sfumature, è riuscita a dar vita a una storia deliziosa, che saprà coinvolgere i più piccoli e suscitare un sorriso sincero ai lettori più grandi.
Premesso che prendere lezioni non piace a nessuno, vale però la pena fare uno strappo alla regola per seguire l’avventura di questo grazioso cagnolino, “amante degli agi e dei lussi” nonché esperto in galateo e buone maniere. È lui a narrare in prima persona le sue giornate nella casa della Signora e della signorina Gambalunga. Ed è un racconto pieno di gioia, complicità e condivisione, frutto di quella spensierata allegria e di quell’affetto gratuito che solo gli animali sanno regalare.
Matisse non è un cane qualunque: osserva, si interroga, non si lascia abbindolare, sa essere discreto ma anche rivendicare con forza i suoi diritti. Se poi si tratta di cibo…qualunque capriccio è lecito. Certo, la modestia non è il suo punto forte, ma un po’ di vanità si può tollerare quando è ampiamente ricompensata da pazienza, generosità e premurose attenzioni.
Tutto rose e fiori dunque? Neanche per sogno. Anche un cane amato e coccolato come lui vive, infatti, le sue piccole e grandi sofferenze: regole da rispettare, compromessi a cui piegarsi, momenti imbarazzanti, invidie da tenere a bada. Non solo. Perché Matisse è un cucciolo che cresce velocemente e, come tutti, pretende “i suoi spazi, la sua privacy, la sua libertà”. Ha le idee chiare, non c’è dubbio, e anche agli adulti, proprio come tanti piccoli uomini, non risparmia critiche e frecciatine più o meno inconsapevoli. “Diamine, sono un cane! Non sono un uomo che complica anche le cose più semplici!”. Ecco, ogni tanto, “noi grandi” riscopriamo il piacere di leggere una bella favola perché, in fondo, c’è sempre qualcosa da imparare.

“Attimi paralleli”, la vita e la storia che non ti aspetti

attimi paralleli_recensione_chronicalibriGiulia Siena
ROMA 
“Ho sempre pensato a lei come ad una pesca, un frutto delicato, facilmente attaccabile in superficie, ma con dentro un nocciolo duro capace di resistere ad ogni avversità. Alex, al contrario, mi era sempre apparso come una noce, con un guscio duro e apparentemente impenetrabile, che se solo intaccato rivelava un’anima morbida e fragile”. La vita è fatta di coincidenze. Per una coincidenza Alex e Loreley si incontrano. Siamo a Roma, in una stazione in cui i binari collegano le vite di molti pendolari. Alex e Loreley sono tra questi. Una sera, come succede spesso, Alex fa tardi in tribunale e deve accontentarsi di prendere il convoglio delle nove. Nel vagone, però, la stanchezza lascia il posto alla sorpresa perché davanti ai suoi occhi si materializza la bellezza. Su quel treno per Ostia lo sguardo di Alex incontra due occhi “custodi di un fascino irresistibile”.
Comincia così “Attimi paralleli. Un libro a due voci”, il romanzo di Antonio Di Giovanni e Carmela Ferrara pubblicato dalle Edizioni Psiconline. In libreria da poco meno di un mese, “Attimi paralleli” è la storia di due esistenze che si incontrano e si raccontano ognuno con la propria voce lungo il percorso che li porta alla consapevolezza di amare.

Loreley è un medico che non si risparmia mai. Ogni giorno in corsia dona tutta se stessa; per il resto ha quasi dimenticato di essere donna.  Gli sguardi che attira, la radiosità che emana e la bellezza che si porta addosso sono stati per Loreley solo elementi di sofferenza. Gli uomini attingevano il buono e davano in cambio poco o niente. Ora è stanca. Non vuole più nessuno e non cerca più niente. Ma allora perché subire in questo modo il fascino di quell’uomo sul treno? Perché pensare che l’avvocato dal fascino pretenzioso potesse essere diverso? Perché rimanere così attratta da uno spavaldo dagli occhi di ghiaccio? Loreley se lo chiede anche dopo, anche quando Alex, l’uomo del treno delle nove, non si è presentato all’appuntamento del giorno seguente. Doveva aspettarselo, doveva già sapere che dopo il loro incontro fortuito, la bella chiacchierata sul treno e l’attrazione iniziale, lei sarebbe diventata solo un’altra donna da inserire nella lista di un Don Giovanni qualunque. Ma Alex, così coinvolto da quella bellezza sconosciuta, non tenne fede al suo impegno, non andò all’appuntamento con Loreley. Alex era stato bloccato da un incidente. Una macchina, quella stessa sera, gli portò via le certezze e fece vacillare ogni sua forza. Ci volle qualche settimana per ricominciare a vivere. Nel frattempo, però, Alex non aveva mai smesso di pensare a Loreley. Ma come poteva continuare a piacere a una donna? Come poteva accogliere una nuova passione nel suo abbraccio così lacerato dai bisturi? Il destino, però, li fa incontrare ancora e questa volta confondendo entrambi. Alex dopo l’incidente è un uomo cambiato e Loreley non ha più difesa di fronte a quegli occhi così belli e così veri. Si incontrano, si esplorano, fuggono, si ritrovano, si ascoltano, imparano a conoscersi, ad aspettarsi e a viversi. Il loro è un rapporto fatto di passione e paure, un continuo avvicinarsi e perdersi che porta a un amore completo. Un amore, quello tra i due protagonisti, che sarà messo a dura prova dalle situazioni, un amore che non conosce ritrosie e che si lascia cullare dal destino. Il destino, però, gioca brutti scherzi e Loreley e Alex sono pronti a mettersi in gioco anche grazie all’aiuto di Andrea.

 

Un racconto incalzante, una tecnica narrativa originale (il libro è diviso in 36 capitoli e lo stesso capitolo viene scritto da due punti di vista differenti) che trascina il lettore nella storia e lo coinvolge fino all’ultima pagina. Il finale, infatti, è qualcosa che non ti aspetti. Un libro scritto per commuovere.

 

VEDI QUI la video intervista di ChrL e ITVRome ai due autori.

“Il ragazzo selvatico” e la montagna come specchio dell’anima

Il ragazzo selvaticoMichael Dialley
AOSTA – “Il ragazzo selvatico” è il nuovo romanzo di Paolo Cognetti, pubblicato da Terre di mezzo editore: racconta di un ragazzo che dalla città è partito per andare a ritrovare se stesso, ritrovare le sensazioni vissute da bambino, in montagna. È un viaggio reale quello che il ragazzo ha intrapreso, ma dalla lettura emerge il potere straordinario della montagna, delle sue difficoltà e delle sue bellezze, che rispecchiano appieno l’interiorità dell’uomo alla ricerca di qualcosa, nella speranza di raggiungerla.
La vita cittadina è frenetica, caotica, mentre nel romanzo si dice che la montagna rappresenta “l’idea più assoluta di libertà”. Si cerca, quindi, un ritorno a ciò che è semplice ed essenziale; tra le molte citazioni, potenti e belle, di cui è disseminato il romanzo, c’è anche il manifesto di Thoreau, filosofo e scrittore statunitense del XIX secolo, in cui si racconta: “Andai nei boschi perché volevo vivere secondo i miei princìpi, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, per vedere se fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, di non aver vissuto”.
Una montagna che è sia immagine da cartolina, fatta di scorci stupendi, paesaggi e panorami incontaminati che si possono solamente trovare nei sogni, ma anche una montagna sempre più urbanizzata: purtroppo è il destino delle Alpi in questi anni, andare incontro a una sempre maggiore urbanizzazione per creare un terreno di gioco per i cittadini che vanno in vacanza.
Sempre più spesso si dimentica il valore della montagna, valore che i montanari sentivano nel profondo del loro animo e che nel romanzo emerge grazie a questa fuga dalla città in cerca degli antichi valori e delle emozioni infantili vissute; ma anche una presa di consapevolezza dell’importantissimo lavoro che nei secoli è stato fatto: “Il paesaggio intorno a me, dall’aspetto così autentico e selvaggio, fatto di alberi, prati, torrenti e sassi, era in realtà il prodotto di molti secoli di lavoro umano, era un paesaggio artificiale tanto quanto quello della città”.
Nei secoli questo lavoro è stato graduale, ma ha cercato sempre di non stravolgere l’aspetto della montagna. Oggi, però, c’è l’amara consapevolezza della realtà e la modernità viene raccontata così: “Con la fine del ‘900 arrivò anche quella del vecchio albergo: venduto, demolito e ricostruito per farne un condominio”. Ciò che rattrista, però, è che “di quel luogo, come scriveva Stern, sono rimaste ora solamente queste mie parole”.
Questo romanzo breve, ma intenso e denso di significati, è un’analisi della realtà delle Alpi, di ciò cui vanno incontro e di come la visione della montagna sia diversa, tra un montanaro e un cittadino e turista.

“Fatto da Dio”, un entusiasmante viaggio nel passato

Fatto da Dio
Silvia Notarangelo

ROMAUn’esplosione, poi più nulla, il buio. Un corpo irriconoscibile, distrutto, una mente che ha cancellato qualunque traccia di memoria. Eric Ashworth si risveglia, in una prigione di Los Angeles, senza sapere il perché. È lui il protagonista di “Fatto da Dio”, l’intenso thriller di Craig Clevenger pubblicato da Fanucci. Una storia originale, spiazzante, capace di ricreare una realtà parallela e di addentrarsi, con ipnotiche descrizioni, nelle ferite più profonde.

Eric non ricorda nulla. Del suo passato, su cui sembra calato definitivamente il sipario, continua a resistere un solo minuscolo frammento, un nome: Desiree. Chi è Desiree? Che ruolo ha nella sua vita? Perché basta nominarla per far accelerare il suo ritmo cardiaco? Trovare una risposta non è facile quando, all’improvviso, tutto diventa nuovo, sconosciuto, oscuro. E, fidarsi di perfetti estranei, potrebbe non essere una buona idea.
Così, a catturare l’attenzione del protagonista, sono gli odori, i colori, i rumori e un misterioso pacchetto tra le mani della Fata Dietro al Vetro. A poco a poco, uno squarcio di luce comincia ad aprirsi sul suo passato. Il recupero della memoria procede a intermittenza, i ricordi vanno e vengono sotto forma di allucinazioni, a volte sono più nitidi, altre avvolti da una nebbia difficile da dissipare.
Eric inizia a rimettere insieme i pezzi, proprio a partire da quelle molecole e da quegli atomi che lo hanno sempre affascinato fino a trasformarlo in un chimico speciale, in un uomo che “ha passato la vita a dare alla gente il suo di Più”. Per lui, “dare di Più” è un imperativo, un gioco attraente e pericoloso, in cui il limite tra artefice e vittima può essere estremamente labile.
Alla fine, i suoi sforzi saranno premiati. Una verità, straziante, si farà strada. Tutto quello che non ti sei ancora ricordato lo hai dimenticato per una ragione. Tagliala. Eric era stato avvisato, ma niente ha potuto fermarlo.

Questione di scelte: “L’amicizia in guerra”

Silvia Notarangelo
ROMA – Una piccola cittadina degli Stati Uniti dove vivono sei amici. Il giorno del diploma si avvicina. Hanno sogni diversi, pensano e agiscono diversamente, eppure qualcosa di profondo li unisce: un’amicizia che niente sembra poter scalfire. Nessuno può immaginare che qualcosa di sconvolgente cambierà radicalmente il corso delle loro vite.

Si apre delineando una realtà tranquilla e spensierata “L’amicizia in guerra”, il romanzo d’esordio di Marco Narcisi (Nulla die Edizioni). Una storia che inizia lentamente per poi divenire sempre più coinvolgente, capace di mantenere alta la tensione fino alla fine, in un crescendo entusiasmante in cui non mancano colpi di scena e decisioni inattese.
La quiete del gruppo si spezza una prima volta quando Owen, uno dei sei ragazzi, sparisce all’improvviso, senza dare più alcuna notizia di sé. Poi, a distanza di un anno, recuperato un apparente equilibrio, ecco la telefonata che preannuncia la tragedia.
Da questo momento, l’imperativo che attraversa l’intera vicenda è “scegliere”. Niente accade per caso. Alcune scelte sono prese sulla scia di un’emozione, altre appaiono inevitabili, altre ancora possono essere valutate e ponderate. Come intuisce Antony “ogni nostra scelta, anche la più semplice, determina con incredibile forza la differenza tra ciò che accade e ciò che sarebbe potuto accadere”.
Tra i sei amici c’è chi sceglie di lasciare tutto per inseguire un sogno, chi prova a buttarsi il passato alle spalle per ricominciare, chi non sopporta l’indifferenza e decide di rischiare in prima persona. Ognuno, però, magari senza accorgersene, si ritrova a fare i conti con il proprio stato d’animo e con un alternarsi di sentimenti spesso contrapposti: disperazione, sconforto, rassegnazione, ma anche lucidità, determinazione, euforia.
A volte le conseguenze delle nostre scelte sono limitate, altre possono essere devastanti. Soprattutto quando si gioca con un fuoco che, nel caso specifico, si chiama guerra. Un conflitto che appare sempre più inarrestabile, architettato da un nemico silenzioso, disposto a tutto pur di appagare le sue ambizioni e la sua sete di potere.
I ragazzi saranno travolti dalla Storia con la S maiuscola, in un’avventura che li porterà a guardare la propria vita con occhi diversi, fino a compiere scelte decisive e non prive di risvolti inaspettati.

Donne vincenti


Silvia Notarangelo

ROMA– “Cattive ragazze”, ovvero, “15 storie di donne audaci e creative”. Può sembrare un controsenso, ma non lo è. L’esplosiva e ironica graphic novel di Assia Petricelli e Sergio Riccardi (Sinnos Editrice) coglie nel segno: nell’immaginario collettivo chi sceglie di non omologarsi si schiera dalla parte sbagliata, dalla parte del “cattivo”. Eppure, basta sfogliare questo intelligente e accattivante volume per rendersi conto dell’importanza di portare avanti le proprie convinzioni, anche quando questo significa andare controcorrente o intraprendere delle battaglie che sembrano perse in partenza.
Protagoniste assolute, le donne. Per la precisione, quindici donne che hanno fatto della forza e della tenacia una vera filosofia di vita. Sono scrittrici, condottiere, scienziate, attiviste, cantanti, pittrici. In altre parole, donne in carne e ossa, lontane dagli stereotipi, indipendenti, coraggiose. Alcune conosciute, altre meno, ma tutte, seppur in tempi, luoghi e modi diversi, sono riuscite a lasciare la loro impronta nella storia.
La bellissima Hedy Lamarr era la diva più pagata di Hollywood ma anche un’eccezionale scienziata, a cui fu assegnato l’Oscar per i pionieri della scienza. Nellie Bly fu la prima giornalista d’inchiesta a indagare sotto copertura. Antonia Masanello fu l’unica donna a combattere nell’esercito dei Mille insieme a Garibaldi. Solo tre, delle quindici donne, che promettono di conquistarvi grazie alla loro energia e a quella particolare vena combattiva che le portò a sfidare la vita.
Nell’introduzione alla graphic novel, Cecilia D’Elia le definisce storie di libertà. “Probabilmente nessuna di queste donne si pensava eccezionale, ma tutte erano determinate. Così, vivendo la loro vita, hanno aperto strade nuove o mandato in frantumi tradizioni secolari”. Un’iniezione di ottimismo, dunque, per guardare al futuro attraverso gli occhi e le esperienze di chi, alla fine, ce l’ha fatta.
Destinata ai più giovani, ma non solo, “Cattive ragazze” inaugura “Leggimi Graphic”, la collana di Sinnos pensata per venire incontro anche a coloro che presentano problemi di dislessia o difficoltà nella lettura.

Novità dalle Edizioni Coccole e Caccole

ROMALe Edizioni Coccole e Caccole presentano diverse novità nella collana I Quaderni della Scuola; tra queste c’è “Una bidella per amica”, il libro di Sandro Natalini con le illustrazioni di Antongionata Ferrari. Il racconto è un piccolo universo di personaggi femminili visti con gli occhi curiosi di un bambino nei cinque anni passati alla scuola Giuseppe Mazzini: bionde, brune, basse, magre, più larghe che lunghe, truccate come dive di holliwood, affettuose come nonnine, persino tatuate motocicliste… sono loro, le impavide eroine della scuola: le bidelle!

 

Invece, dalla penna del bravissimo Antonio Ferrara nasce “La maestra è un capitano” (illustrazioni di Anna Laura Cantone) Il racconto in prima persona di una coraggiosa maestra dei nostri giorni, alle prese con i mille impegni paralleli della professione e della vita privata. La nostra impavida e umanissima maestra, eroicamente, a volte in solitudine, affronta con la stessa intraprendenza i virus influenzali e la carenza di carta igienica, la convivenza e le tabelline… Sempre con entusiasmo, con tenera tenacia. Con un formidabile rispetto per i suoi bambini.

Orecchio Acerbo: arriva “Effetti di un sogno interrotto”

ROMA –  In libreria da qualche giorno per Orecchio Acerbo“Effetti di un sogno interrotto”  è l’albo illustrato che fonde insieme autori celebri e giovani illustratori. Dalle parole di Luigi Pirandello e le immagini di Michele Rocchetti, questo libro si apre a riletture e sguardi insoliti, adattamenti e interpretazioni.

 

Tra i meandri dei “Racconti fantastici” di Luigi Pirandello, in una vecchia casa, regno indiscusso della polvere, sulla mensola del camino si trova una grande tela secentesca, che ritrae la Maddalena in penitenza, con il seno scoperto e che s’infiamma di sensualità al caldo lume di una lucerna. Il protagonista del racconto non è il proprietario del quadro perché ha avuto la casa – e tutto ciò che essa contiene- tanti anni prima in garanzia di un vecchio debito. Ma un uomo, presentatogli da un antiquario, vuole acquistare quel quadro a ogni costo e si agita al vederlo. La moglie appena defunta – spiega l’uomo – somiglia così tanto a quella Maddalena che lui non può tollerare che un altro possa vederla nuda. Fortemente impressionato dalle reazioni del vedovo, il nostro eroe la notte stessa sogna la donna venir fuori dal quadro e amoreggiare con il marito. Il sogno è così intenso che al risveglio gli pare di vedere il vedovo scappar via e la Maddalena seguirlo con lo sguardo.
Terrorizzato fugge dalla casa e si precipita dal vedovo, deciso a liberarsi del quadro. E lo trova con quello stesso pigiama a righe che indossava nel suo sogno…
“Quanto son cari questi uomini sodi che, davanti a un fatto che non si spiega, trovano subito una parola che non dice nulla e in cui così facilmente s’acquetano. Allucinazioni. ”
Le chiamano allucinazioni o transizioni tra il sonno e la veglia: le chiamano fantasie. “Ispirazione notturna” e “psicologia misteriosa” vengono così colte dalle visionarie illustrazioni di Michele Rocchetti attraverso richiami surrealisti, trame futuriste e composizioni vicine al cubismo di De Chirico.

“Heartland”, continua lotta metropolitana

ROMA –  “Suo padre aveva firmato qualche autografo sui volantini con le formazioni o su fogli sparsi, non parlava quasi, non ce n’era bisogno. Aveva fatto il calciatore, Rob lo sapeva, da giovane aveva giocato con i Lupi del Wolverhampton, poi si era infortunato ed era andato a lavorare come tutti i papà. Fino a quel giorno non gli era sembrata una cosa importante.” Ma Rob crescendo impara che le cose importanti ci sono e una di queste è la lotta alla xenofobia; un tunnel nel quale la città di Dudley sembra essere risucchiata. Anche se Rob volesse essere altrove, per esempio con Jasmine, Adnan o Andre, Rob sa che alla partita di calcio tra Cinderheath Fc e la compagine musulmana di Dudley, la sua città, ci deve essere. E’ in questo distretto siderurgico delle West Midland, infatti, che Rob è cresciuto, ha cominciato a giocare ed è diventato insegnante. Ma lui, questa partita non ha voglia di giocarla. Rob è il protagonista di “Heartland”, il romanzo di Anthony Cartwright pubblicato da 66than2nd.

Siamo nel 2002 e l’Inghilterra di Backham sfida l’Argentina di Veron; la sfida calcistica è la metafora della lotta intestina che sta attraversando la provincia britannica. Negli anni, la periferia delle città del Regno Unito sono diventate il centro dell’insofferenza multietnica e in questa partita che divide bianchi e neri della stessa città Rob vuole capirci di più. Schierato nelle fila dei bianchi, il protagonista del romanzo si trova ad affrontare Zubair, il fratello dell’amico scomparso Adnar.
“Heartland” è il romanzo «più manifestamente politico» di Cartwright. Infatti, “quest’urlo narrativo” dello scrittore manovale (data la sua lunga gavetta lavorativa) lo annovera di diritto nella grande famiglia del realismo sociale inglese (in compagnia di autori come Alan Sillitoe, David Storey e Roddy Doyle) ma il suo tributo maggiore lo versa all’impulso documentaristico di James Ellroy e alle vertigini stilistiche di Don DeLillo.

 

«Tutti i romanzi, per quanto realistici, sono sempre e comunque opere di fantasia»