Marilena Giulianetti
ROMA – C’è La Devota, La Dipendente, La Riluttante. E poi Quella Impegnata e La Deludente. L’elenco completo è lungo e colorito. Sono tutte figlie, unite dal desiderio di condividere un percorso verso una “figlialità” risolta, o almeno migliore. Sono le storie contenute in Scoprirsi Figlia, il libro scritto dalle irlandesi Natasha Fennell e Róisín Ingle, edito in Italia da Odoya Edizioni. Cose succede ad una donna adulta quando viene diagnosticato all’anziana madre – che adora – una malattia che non lascia molto spazio al futuro? Continua
Categoria: maternità
"Le mamme non mettono mai i tacchi" davanti ai figli…
Marianna Abbate
ROMA – Un mestiere faticoso, complicato, sorprendente e mai noioso. Fare la mamma, un mestiere che non si può, ma si è costrette ad imparare, mentre si cerca disperatamente di limitare i danni.
“Le mamme non mettono mai i tacchi” l’esilarante versione di Luana Troncanetti edito da Boopen led, di uno dei lavori più sfruttanti di ogni tempo.
Mille manuali preparatori accompagnano la gravidanza, ma nessuno di loro spiega cosa sia veramente “l’età dei no”, il tempo dell’aggressività, l’adolescenza, il morbillo, la varicella, i compiti a casa e ben tre mesi di vacanza. Se si facesse un referendum popolare a votazione esclusiva delle mamme, le vacanze dei dolci infanti verrebbero drasticamente ridotte ad una settimana di colonie obbligatorie. Oppure no. Perché fare la mamma rende un po’ masochiste.
E Luana Troncanetti ci illustra tutte queste situazioni, le contraddizioni e le sofferenze di donne che non vedono nulla oltre al proprio pargoletto. Con ironia e un po’ di sana autocritica, elenca i mille errori delle genitrici- svelando anche i segreti e quali siano gli aiuti indispensabili che permettono alle supermamme di sopravvivere, senza finire in massa negli ospedali psichiatrici.
E poi abbiamo una divertentissima galleria di ritratti di mamme di ogni tipo, dalla catastrofica, che non si sente degna dell’adozione di un coniglio, alla ridicola, che ha già iscritto il figliolo di due mesi all’università. E c’è anche la pallosa, che ti racconta per filo e per segno ogni momento passato col pupino, e tutti i ruttini che ha fatto.
Bè, io ho un po’ di amiche neomamme, e devo dire che le ho belle che catalogate. Salvo poi, sapere già quale di queste avrà il mio volto, quando un giorno toccherà a me.