10 Libri per leggere in cucina

ROMA – E’ sempre una buona occasione per portare con sé un libro. E l’occasione si fa ottima quando lo portiamo in cucina, magari per qualche idea e qualche ricetta, magari solo per farci compagnia mentre siamo ai fornelli o perché abbiamo bisogno di intraprendere un viaggio letterario – culinario anche solo di poche righe. Per questo oggi a quest’ora vi proponiamo i 10 LIBRI PER LEGGERE IN CUCINA 

 

1. “50 sfumature di fritto” di AA VV, a cura di Pierpaolo Lala, Lupo Editore
Perché la frittura oltre la sua pesantezza apparente può rivelarsi sensuale e afrodisiaca.

 

2. “Libera tavola. Ricette d’autore dalle terre confiscate alle mafie. Con contributi di Andrea Camilleri, Rita Borsellino, Roy Paci, Allan Bay, Giulio Cavalli e tanti altri” di Lorenzo Buonomini e Jacopo Manni, Terre di Mezzo Editore
Perché la cucina è un’arte giusta, si devono usare sempre gli ingredienti adatti

 

3. “La cucina di Amélie” di Juliette Nothomb, Voland
Perché curiosare tra quello che mangia una grande scrittrice è sempre un’esperienza golosa

 

4. “Il segreto di Mary la cuoca” di Anthony Bourdain, Donzelli
Perché la cucina è anche suspance quando i fornelli si tingono di tinte fosche

 

5. “La cucina del buongusto” di Simonetta Agnello Hornby e M. Rosaria Niada LAzzati, Feltrinelli
Perché la cucina è un viaggio che sorprende

 

6. “Gola. Storia di un peccato capitale” di Florent Quellier, Dedalo
Perché la qualità della nostra vita dipende anche dal primo peccato commesso sulla terra, la voglia di cibo

 

7. “Happy Food. Tante ricette per vivere sani e felici” di Donna Brown, Gribaudo
Perché cucinare è gioia e si deve fare (quasi) sempre per piacere

 

8. “Il paese dei Ghiottoni” di Michele Marziani, Guido Tommasi editore
Perché il sapore delle cose buone è il sapore delle cose semplici

 

9. “Leggere a tavola è maleducazione” di Daniela Delle Noci, Iacobelli
Perché fare quello che vogliamo non è mai stato così gustoso

 

10. “Quanto pesa la tua salute? Spunti e suggerimenti per una sana e corretta alimentazione” di Maria Giovanna Luini, Trenta Editore
Perché il sapore deve dare benessere

Trattato di culinaria per donne tristi

ROMA “Trattato di culinaria per donne tristi” è il libro di Héctor Abad Faciolince pubblicato da Sellerio.

Un ricettario per donne tristi o afflitte da problemi: se l’amato è lontano o ha tradito, se la giovinezza se ne va e il viso appare stanco, se non dormi o sei in ansia, ecco i rimedi che risollevano le signore a dieta di felicità, salse, bevande, piatti gustosi, semplici decotti. E dalla sua pagina si solleva intensa, facendosi spazio tra la leggerezza e l’ironia, un’intelligenza, e un bisogno di ragionar con chi legge di filosofia.
Traduzione dallo spagnolo di Eleonora Mogavero
Titolo originale: Tratado de culinaria para mujeres tristes
«La mia ambizione è cercare una soluzione alla tua malinconia e il vero cammino me lo indicò un grande poeta della fredda Inghilterra, colui che fece dire a uno dei suoi personaggi, quasi pazzo per eccesso di senno, “Dammi un’oncia di muschio, buon farmacista, per profumare la mia immaginazione”. Io non vorrei essere niente di diverso da questo, un buono speziale, un farmacista, il padrone delle ricette per profumare la tua fantasia». Dunque, in questo ricettario, il vero nutrimento, per le signore a dieta di felicità, saranno le pillole di saggezza che le ricette trasmettono. Ciascuna di loro risponde a un’esigenza che non è della pancia: la prima ricetta è destinata a quella che dell’amato patisce «il peso invisibile dell’assenza», l’ultima per chi «un giorno sentirà, se non è ancora arrivata, la tremenda desolazione della convivenza». E (esempio a caso) per l’insonnia e per l’oblio non si offre alcuna ricetta, perché per dormire e dimenticare i rimedi sono troppo simili alla morte che non ha bisogno di nutrirsi. Invece esiste il rimedio per la dama ammalata di parole: «se un giorno ti ammalerai di parole… se avrai la nausea quando senti “orribile” o “fantastico”».
L’autore, il colombiano Faciolince, avvolge questo libro, evidentemente da leggere nei pomeriggi oziosi, in un’ironia affettuosa che fa pensare davvero ai boudoir delle signore di una volta. Eppure, dalla sua pagina si solleva intensa, facendosi spazio tra la leggerezza e l’ironia, un’intelligenza, e un bisogno di ragionar con chi legge di filosofia (forse stoicismo, forse Spinoza, forse le quintessenziali futilità eterne da Borges).

“Ladurée – L’Arte del ricevere”

MILANO– Michel Lerouet e Vincent Lemain portano in libreria “Ladurée – L’Arte del ricevere”, un libro targato L’Ippocampo Edizioni che racchiude lo stile e il gusto de La Maison Ladurée. Fondata nel 1862 e divenuta un must  per i gourmet di tutto il mondo, simboleggia l’art de vivre francese – in primis per il mitico macaron – il pasticcino più alla moda dei nostri giorni. Le boutique Ladurée sono ormai presenti in tutte le metropoli globali, da New York a Beirut, Shangai o Milano.

Vincent Lemain e Michel Lerouet, rispettivamente chef pasticciere e chef des cuisines della Maison, ci svelano in 90 ricette i loro menu e i loro consigli nell’Arte del ricevere. Nove sono le sezioni del libro, corrispondenti ai momenti più importanti della giornata: Colazione, brunch tra amici, picnic elegante, pranzi di famiglia, merende, cene a buffet, cene per due, cene invernali, cene di gala.
Rilegato in geltex con doratura delle pagine, il volume è rinchiuso in un’elegante scatola che richiama volutamente le sontuose confezioni dei macaron Ladurée.

Trenta Editore, una vocazione imprenditoriale al buono e al bello

Giulia Siena
MILANO
– La storia di Trenta Editore parte nel 2004 con la pubblicazione del libro “Gli Chef del Vino”; da allora la casa editrice milanese è diventata un punto di riferimento nel settore editoriale legato all’enogastronomia. Ma quali sono state le scelte, i cambiamenti e quali sono le novità per l’imminente anno nuovo lo chiediamo a Barbara Carbone, amministratore delegato della casa editrice.

 

Perché Trenta Editore, come nasce l’idea?

Per passione e per vocazione imprenditoriale. Da giornalista professionista a editore il passo è stato lungo e complesso, ma le sfide mi hanno sempre appassionato e in un campo come quello della cultura, e dell’editoria nello specifico, ancora di più. Avevo scritto molti libri per altre case editrici, alcuni di successo; nel 2004 avevo voglia di mettermi in gioco, avevo un’idea innovativa e la possibilità di dedicarmi al progetto: la cosa più difficile è stata sicuramente la ricerca di un partner per la distribuzione, senza il quale non avrei mai iniziato. Editoria per me ha sempre significato pubblico e libreria, capacità di confrontarsi sul campo, una condizione indispensabile per diventare imprenditori nel settore. E tutt’oggi è la sfida più difficile: editare libri che siano di interesse, comunicarli alla libreria prima che al pubblico e seguire da vicino
tutte le dinamiche che stanno dietro alla produzione e diffusione è il vero impegno. E’ un dato di fatto che ogni settimana arrivino sugli scaffali delle librerie migliaia di volumi, ma è qui che si misura la capacità di ogni singolo ‘attore’ del settore ovvero quella di valutare, promuovere e confrontarsi con gli utenti finali affinché non arrivi sempre lo stesso messaggio, lo stesso tipo di informazione, dagli stessi operatori, ma l’offerta di prodotti editoriali sia sempre la più ampia, interessante e di valore.

 

Trenta Editore nasce nel 2004 con lo scopo di occuparsi di temi all’epoca ancora poco inflazionati (leggo dal sito); ma alla luce del successo della cucina e dell’enogastronomia sui mezzi di comunicazione è cambiata la vostra proposta editoriale?

Dal 2004 a oggi abbiamo fatto molti progressi, ci siamo strutturati con collane tematiche, abbiamo migliorato la comunicazione, ma non abbiamo certamente cambiato mission: Trenta Editore continua a presidiare il comparto enogastronomico con sempre maggiore attenzione verso quei temi ‘insoliti’, talvolta più curiosi e meno alla portata dei grandi player di mercato. Lo facciamo con serietà e senza mai dimenticare il pubblico che, accanto ai grandi personaggi televisivi, cerca anche temi più sfiziosi, tecniche antiche rivisitate, ingredienti più sani, ma altrettanto golosi.
Non solo: abbiamo anche provato ad affrontare argomenti più diffusi, penso ad esempio ai libri sullo Champagne – sempre di gran moda – con un taglio innovativo e aperto; ci interessava tutto il pubblico della libreria, non solo gli esperti e gli appassionati e quindi abbiamo scelto di raccontare un tema di grande prestigio parlando di emozioni, di storie, di uomini che ogni giorno hanno a che fare con vigneti e grappoli d’uva, prima che con prestigiose etichette dai prezzi inavvicinabili; e questo è stato apprezzato dal pubblico che ha scoperto un volto sconosciuto della regione Champagne.

 

Quali sono le novità autunno/inverno 2012 targate Trenta Editore?

Tre in particolare: C’è tort@ per te 2, Vito Mollica e Manuale di conversazione sullo Champagne. Tre titoli molto diversi tra loro che incontrano esigenze diverse: il primo segue il grande successo di C’è tort@ per te (2011), una carrellata di soffici dolci ideati dalle food blogger. In questa nuova edizione i blogger sono diventati 33, dai
16 originari, e il ricettario si è arricchito di insoliti racconti legati al tema del viaggio e delle spezie; quasi in contemporanea è stato anche lanciato un divertente cofanetto a valigia (per non perdere il tema del viaggio) che raccoglie il libro e una tortiera Ballarini per mettere in pratica le ricette. Vito Mollica, lo chef premiato dalla Guida L’Espresso e dal Sole 24 Ore come miglior cuoco del 2012, inaugura la collana 30 Gourmet, dedicata ai grandi protagonisti del comparto; si tratta storie e racconti di piatti, in un’elegante veste, con testi in italiano e inglese, e rappresentano la punta di diamante delle nostre collane, per un pubblico colto e molto appassionato alla cucina di un certo livello. Manuale di conversazione di Champagne, come improvvisarsi esperti intenditori è invece un curioso libercolo in 10 capitoli per imparare a conoscere i fondamentali di questo importante prodotto, mentre si cerca di… conquistare la propria partner. Aneddoti, battute e pratici consigli raccontano a un vasto pubblico come anche la bollicina più famosa al mondo può essere oggetto della scelta di tutti durante una cena e può diventare spunto di conversazione e di romantici incontri!

 

I tre libri sui cui puntate in questo momento?

Oltre a quelli che ho già raccontato, I peccati di gola dei campioni, storie e ricette di grandi sportivi, scritto da un giornalista della Gazzetta dello Sport (Francesco Velluzzi) per la collana 30 Storie; L’oroscopo nel piatto perché leggere che esistono ingredienti e ricette adatte a ciascun segno (e alla coppia) è un tema davvero originale; e Mille e un… panettone, una chicca per scoprire che il dolce italiano più noto al mondo può avere dei risvolti in cucina davvero unici.

 

Barbara Carbone prima di essere editore è autore di libri, come si vive in questa doppia veste?

Ho abbandonato la doppia veste anni fa… Fare l’editore è un mestiere impegnativo che non lascia tregua: parlare con gli autori, con i librai, con tutti i canali della distribuzione; leggere e curiosare tra gli scaffali; osservare quanto avviene nel mondo in campo editoriale; adeguarsi alle nuove tecnologie e sviluppare progetti in linea
con il mercato; cercare di dare ai propri prodotti il giusto taglio per il pubblico del momento… Se le mie giornate avessero 36 ore sarei molto più felice!

 

Fare libri è…

Nella prefazione di uno dei nostri libri, La cena della Vigilia, che nel 2009 apriva la collana 30 Storie, ho scritto: “Quello che oggi non vorrei mai smettere di fare è incontrare persone, conoscere le loro storie, raccontare loro la mia, vivere con loro. Per cinque minuti, un’ora, per sempre. Chi può dirlo. Nessuno, questo è il bello. Non puoi sapere chi o cosa ti cambierà la vita, puoi solo fare delle scelte.” Come quella di fare libri…

“Stasera cucino con papà!”, ricette e suggerimenti per crescere insieme

ROMA“Il soffio della passione per chi vive di cucina e di emozioni è come una lama sottile… che stuzziche quella continua e maledetta adrenalina di ogni giorno… per non mollare mai. Anche nella vita.” La cucina per Paolo Bodon, chef mantovano classe 1971 dell’Osteria Capoborgo di Gavardo, in provincia di Brescia, è tutto questo. E questa passione, questa adrenalina cerca di trasmetterla ogni giorno a sua figlia Camilla. A lei e con lei ha scritto “Stasera cucino con papà!”, un libro di ricette, immagini e vita pubblicato da Trenta Editore. Attraverso le magnifiche foto di Tiziana Arici, Paolo e Camilla consigliano ai lettori grandi e piccini semplici ricette da cucinare insieme per divertirsi e crescere in cucina.

Prendere parte alla preparazione dei piatti, conoscere i cibi e i passaggi che li trasformano nei succulenti pasti che consumiamo ogni giorno è fondamentale, infatti, per lo sviluppo dei bambini. Come spiega la neuropsichiatra infantile Cristina Bodon nella prefazione del libro, il cibo rappresenta “anche un nutrimento psicologico ed affettivo, è veicolo simbolico di cura e trasmette messaggi e significati di relazioni tra chi lo riceve e chi lo fornisce fino a diventare possibile mezzo di espressione e di gestione delle proprie emozioni”.
La curiosità del bambino e la sua naturale creatività, vengono in questo modo alimentati e rafforzati, cosa che sa bene la piccola Camilla che in “Stasera cucino con papà!” si diletta a sperimentare pizza e meringhe per la merenda, sandwich, fish and chips sani e gustosi, torta per la colazione e crème caramel da grande pasticcera.

La gioia di crescere insieme ai propri figli, di accompagnarli alla scoperta della genuinità dei sapori e delle materie prime è la strada che si intraprende insieme a Paolo e Camilla leggendo “Stasera cucino con papà!”; allora buone letture e buone ricette!

“Il posto dei tartufi”, storie di uomini, campagne e tuberi

ROMA – Una vera e propria «malattia» che, ereditata dal nonno, perdura ormai da oltre cinquant’anni: il biologo Andrea Daprati raccoglie nel libro “Il posto dei tartufi”, in libreria per Mursia, i ricordi, le tradizioni e gli aneddoti legati alla passione per la ricerca del prezioso tubero nelle colline dell’Oltrepò Pavese. I racconti delle lunghe uscite in compagnia del fidato cane Cinu e dell’amico Ciudìn, dei tartufai che al mercato spacciano con astuzia «patate» per tartufi, si mescolano ai profumi delle storie degli uomini che  animavano le campagne della parte più meridionale della Lombardia.

I ricordi d’infanzia, la gioia per zappetta da tartufi con il nome inciso sul manico ricevuta per Natale dal nonno, ma anche la costante paura che i  propri luoghi segreti vengano scoperti da un altro cercatore di tartufi, «l’essere più pericoloso che un tartufaio possa incontrare» e la conseguente predilezione per la nebbia che «sa essere discreta, complice e rendere invisibili».
L’esperienza di un autore animato da una vera e propria passione per questi pregiati tuberi e per la campagna che li offre: «nei suoli lombardi, dove la pianura tra il Po e le colline si restringe, c’è un triangolo di terra per metà piana e per metà collinare che considero il mio regno, il posto dove vivo e vado per tartufi, come mi aveva insegnato il nonno quando ero bambino».
Seguendo le orme dell’autore tra i fossi di pianura e i boschi dell’Oltrepò Pavese, scopriamo personaggi, luoghi e aneddoti protagonisti della ricerca del prezioso tubero: l’uomo e il suo cane complici nella notte stellata o alle prime luci dell’alba, protetti dalla nebbia. E poi gli animali della notte, la luce soffusa della luna che illumina appena il sentiero come in una magia, tanto che non è chiaro se a muovere la ricerca sia più la smania di trovare tartufi o il godimento nel tuffarsi tra le campagne

Foodies 2013, la Guida al cibo per passione e piacere

Giulia Siena
ROMA
– “Come si chiama questa guida? Foodies… Cibo?… Tre anni fa quando ha visto la luce la prima edizione, nonostante sulla carta i foodies fossero già oltre cinque milioni, le idee, almeno nel nostro Paese, non erano chiarissime.” Ma a dimostrazione che le cose stanno cambiando ci sono le 350 pagine di Foodies 2013, la guida fuori dagli schemi presentata dal Gambero Rosso. Per questa terza edizione, curata da Laura Mantovano, sono 38 i locali contraddistinti da una stella e che incarnano, quindi, lo stile foodies; 10 quelli che tra tutti hanno riscosso le maggiori preferenze da parte di una giuria di esperti; oltre 50 itinerari box e pagine di approfondimento per un totale di circa 1200 indirizzi gourmet in tutta la Penisola. Il primato 2013 spetta alla regione Lazio che con ben 127 locali in guida stacca di molto Campania (con 86) e Toscana (con 80).

Ma Foodies 2013 è molto altro: oltre a essere una guida “strana”, è il vademecum dedicato a chi del cibo non ha fatto una sua professione, a chi per il cibo nutre passione vera, a chi è curioso e vuole chiedere sempre, agli “avventurosi” dei sapori veri che non si spaventano davanti alle distanze e al tempo perché c’è sempre qualcosa da scoprire. Non si assegnano voti ma vengono selezionati rigidamente i locali in partenza con gli esperti foodies che girano per l’Italia alla ricerca di luoghi e persone che valorizzano senza preconcetti il territorio. Dalle piccole aziende che regalano gioie al palato con i loro prodotti esclusivi ai ristoranti che danno vita a una cucina intelligente e viscerale, dal casaro sperduto tra i monti all’alta gamma dell’Ipercoop, perché il buono può essere ovunque e il vero foodies non si ferma davanti a nulla per scovarlo.

Foodies libera da classifiche, si diverte a scorazzare lungo il nostro territorio per mettere in fila un indirizzario a prova di vero appassionato. E dato che il termine foodies sta sempre più diventando un codice identificativo, la guida Foodies 2013 entra ancora di più nel dettaglio della ricerca della qualità, focalizzando l’attenzione soprattutto sull’origine del prodotto.

Per l’edizione 2013, ogni regione è introdotta da un testimonial d’eccezione (un giornalista, un attore, un regista, un imprenditore, uno sportivo) che svela i suoi luoghi del gusto. Si sono divertiti a raccontare  il loro amore per la cucina e a svelare i loro luoghi foodies: Giuliana Rosset, Bob Noto, Donatella Bianchi, Lella Costa, Alberto Faustini, Giuseppe Battiston, Renzo Rosso, Umberto Brindani, Carlo Conti, Elisa di Francisca, Filippa Lagerback, Fausto Brizzi, Juri Ferri, Marina Colonna, Marisa Laurito, Arisa, Renzo Arbore, Carmine Abate, Beppe Fiorello, Stefania Pinna.

“La cucina di Roma e del Lazio”

ROMA – Pubblicato da poco più di una settimana da Guido Tommasi Editore, “La cucina di Roma e del Lazio” di Maria Teresa Di Marco, è un libro che ha tutte le basi per arrivare lontano.
La cucina di Roma e la cucina del Lazio si vivono accanto, si mischiano, si sommano, diverse ed uguali, una sola e pure anche tante. Perché è certo che tutte le strade portano a Roma, portano genti, portano merci, tradizioni e panieri. L’erbe dei vignaroli, gli abbacchi dell’agro, l’olio della Sabina, le olive di Gaeta e poi carciofi, nocchie, pecorino e ricotta a nutrire il mercato della città che vive in eterno.
Dietro Roma c’è dunque la sua terra; dentro Roma la cucina popolare che da sempre bada alla sostanza, al sapore, al prodotto. L’amatriciana rossa di sugo vuole il guanciale, la coda alla vaccinara la pazienza, il brodo di teste di pesce e quello d’arzilla l’ingegnosa caparbietà di ottenere tutto dal niente. Ed è una magia, che funziona solo qui, questo universo dove tutto sta insieme: la cultura ebraico-romanesca, il quinto quarto testaccino, la cucina dei pastori e quella degli orti. La pancia di Roma è grande e sincera, ma più stratificata e complessa che a immaginarla da fuori. Occorre calarcisi dentro, che sia al mercato o all’osteria, in cerca di sapori, di chiacchiere, e profumi, di facce e di gesti, senza scordare mai che Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma (Goethe).

Cucinare con Sonia senza portare il portatile in cucina…

ROMA – Nuove ricette, ancora più facili, ancora più buone. Dopo il successo de “Le mie migliori ricette”, Sonia Peronaci, la fantastica cuoca di Giallo Zafferano, pubblica altri 100 imperdibili piatti per rallegrare lo spirito e la tavola degli italiani.
Giallo Zafferano è il sito di cucina più cliccato del web (500.000 visitatori unici al giorno), oltre che il fenomeno più fresco e croccante dell’invasione dei libri relativi al cibo. Sonia Peronaci ha dimostrato che il passaggio da internet alla libreria non solo è possibile, ma può rivelarsi un successo!
Lo scorso Natale è stato fra i ricettari più venduti, contendendosi la vetta della classifica con giganti quali la Clerici e la Parodi.
La ragione del suo successo sta nell’eccezionale rapporto di fedeltà con i suoi utenti, principalmente donne, che hanno scoperto che dietro il grembiule da cuoca c’è un’amica brava e sincera.
Ogni ricetta è infatti impreziosita da considerazioni e aneddoti personali di Sonia che rendono ancora più piacevole l’atto del cucinare.

Inoltre sulla pagina Facebook di Sonia e di Giallozafferano è possibile condividere immagini e ricette delle proprie creazioni. Se siete appassionate di cucina potete addirittura aprire un blog e condividere quotidianamente la vostra esperienza.

 

“L’orto in cucina – 760 piatti di verdure e legumi”

 

Alessia Sità

ROMA – Se desiderate arricchire la vostra dieta con verdure e legumi, senza però scadere nella monotonia culinaria, leggete “L’orto in cucina – 760 piatti di verdure e legumi” pubblicato da Slow Food Editore. Scoprirete tante ottime idee per cucinare cibi sani e genuini.
Un viaggio nel Bel Paese alla ricerca delle ricette più appetitose, non solo vegetariane, per cucinare gli ortaggi. Verdure, tuberi, legumi, con le loro varietà, il legame con il territorio e le stagioni, la tecnica di coltivazione e la sua influenza sull’ambiente e sul sapore. Le parole chiave sono biodiversità, stagionalità, territorio. Ogni prodotto è corredato da una scheda esplicativa seguita da ricette alcune complesse, altre di facile esecuzione fornite da cuoche e cuochi di Osterie d’Italia.
Nella parte introduttiva troverete, inoltre, utili suggerimenti su negozi specializzati e mercati, modalità di taglio e utensili, cotture e metodi di conservazione.