Macchine come me, l’opera di Ian McEwan, apre la rassegna dedicata quest’anno all’intelligenza artificiale
PORDENONE – Londra, 1982. La guerra delle Falkland si è conclusa con la sconfitta dell’Inghilterra, i quattro Beatles hanno ripreso a calcare le scene, Alan Turing è vivo. In Macchine come me, titolo ispirato da un libro di Isaac Asimov (Eimaudi, 2019), Ian McEwan presenta un passato alternativo, un’ucronia in cui il trentaduenne protagonista, Charlie Friend, può usare l’eredità che gli ha lasciato la madre per comprarsi un robot: Adam. Bellissima e potente, dotata di un nome e di un corpo, la macchina ha intelligenza, sentimenti e una coscienza propria.
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