“10 Libri dell’estate Edizioni CentoAutori”

ROMA – Le  Edizioni CentoAutori ci consigliano i “10 Libri dell’estate da Editore” e ricorda che La lettura di un libro è un’avventura ogni volta diversa. Ti porta lontano verso orizzonti sempre più ampi. Ognuno di noi ha dentro di sè un mondo inesplorato, e attraverso la lettura si ha la possibilità di conoscerlo.

1. L’omicidio carosino di Maurizio de Giovanni

2. Il casalese di AA. VV.

3. Auf Wiedersehen Claretta. Il diario dell’uomo che poteva salvare Mussolini e la Petacci di Gunther Langes a cura di Nico Pirozzi

4. Concordia. Cronaca di una tragedia annunciata di Gino Barbieri

5. Non sono un fottuto giornalista eroe di Antonio Di Costanzo

6. De Nimbo. Il Codice delle nuvole di Gordon Bloom

7. Nient’altro che amare di Amneris Di Cesare

8. Il Grande Napoli di Massimiliano Amato e Stefano Valanzuolo

9. Per le vie del borgo di Mauro Ferdinando Perillo

10. Buona fine e.. buon principio di Tonino Scala

Dal 5 al 9 settembre Mantova si veste di Festivaletteratura

MANTOVA – Dal 5 al 9 settembre 2012 Mantova ospita la XVI edizione del Festivaletteratura. Idee e memorie contro la crisi, non solo economica. Ospiti internazionali, scrittori, saggisti, alcuni riconosciuti, altri meno noti. Con una certezza: è attraverso le voci più differenti, attraverso le idee e ivicinati inediti che si crea dialogo e produzione intellettuale. A Mantova, quest’anno, grandi nomi della letteratura: da Seamus Heaney a Ngugi Wa Thiongo. E ancora: i ritorni di Englander e Pablo d’Ors.Gli ospiti che non ti aspetti: Shaul Ladany e Jan Douwe van der Ploeg. Attenzione alla poesia: omaggia Turoldo e Szymborska, una retrospettiva per il premio nobel Toni Morrison e uno sguardo anche allastoria recente. In un momento d’inquietudine diffusa, a causa della perdurante crisi economica e del sisma che ha colpito Mantova insieme ad altre città, gli organizzatori del Festival pensano che la cosamigliore da fare sia realizzare il Festival secondo lo spirito degli esordi, nel lontano 1997.

Per l’edizione 2012 Festivaletteratura procederà applicando la formula già felicemente collaudata: chiamerà a Mantova autori elettori, farà vivere la città come luogo di dialogo e produzione di idee e narrazioni, offrirà per cinque giornisuggestioni e letture da mettere a frutto nei mesi a seguire.Festivaletteratura sceglie per il 2012 di partire dai fondamentali. In moltidegli incontri o delle serie di appuntamenti che compongono il calendario di questa sedicesima edizione ci siaddentrerà nelle forme o nei generi della letteratura, secondo modalità di volta in volta diverse ma chepuntano  a  metterne  in  luce  specificità  stilistiche,  potenzialità  creativa,  apertura  alla  contaminazione,attraverso il confronto – in presenza o a distanza – tra alcuni dei loro maggiori interpreti o incursioni a voltepiù ludiche e spettacolari.In questo senso, uno degli eventi più attesi è la festa sull’Orlando Furioso che si terrà tra Palazzo Te e l’exSagrestia della SS. Trinità annessa all’Archivio di Stato. L’idea è di riportare a Mantova questo capolavorospesso dimenticato a cinquecento anni dalle prime letture che Ludovico Ariosto ne faceva a Isabella d’Este. La macchina fantastica del poema sarà rimessa in moto chiedendo a oltre quaranta tra scrittori, poeti, artisti,studiosi di varie discipline di raccontare per mezz’ora ciascuno il proprio Orlando Furioso. Il pubblico sarà invitato a perdersi nelle sale di Palazzo Te come tra le stanze del poema e, attraverso le varie storie cheincontrerà, a lasciarsi trasportare dagli infiniti rimandi della narrazione. Nello spazio presso l’Archivio diStato sarà allestita, per i cinque giorni della manifestazione, una stanza multimediale che permetterà alpubblico di guardare e ascoltare documenti d’epoca, immagini di affreschi, programmi radiofonici, spettacoliteatrali e film televisivi ispirati all’Orlando Furioso.

Tre incontri saranno dedicati alla forma racconto, capace spesso di mettere in crisi anche i più affermati tra iromanzieri.  Aimee Bender,  Nathan Englander,  Pablo d’Ors,  Etgar Keret e alcuni scrittori italiani chefelicemente frequentano il racconto saranno invitati a confrontarsi sulla gestione del ritmo, sugli artificistilistici, sui modelli presenti e passati utili a tenere il passo della narrazione breve.

La favola entra a Festivaletteratura nella ricorrenza del bicentenario della pubblicazione della prima edizionedelle Favole dei fratelli Grimm. In una serie di incontri organizzati in collaborazione con il  Goethe Institut,Pino Costalunga chiamerà narratori italiani come Marcello Fois o Michela Murgia, un poeta tedesco comeLutz Seiler, scrittori-illustratori per ragazzi come  Simone Frasca, o persone apparentemente lontane dalmondo delle fiabe come  Gherardo  Colombo a raccontare o a reinventare una favola dei Grimm, permostrare ad adulti e  ragazzi come queste storie – a duecento anni di distanza – continuino a toccarci nelprofondo, esprimendo le nostre paure e i nostri desideri più inconfessati.Sul rapporto tra maestro e allievo si giocheranno invece gli appuntamenti di quest’anno dedicati al giallo. A tre tra i più popolari giallisti italiani –  Massimo Carlotto,  Carlo Lucarelli e  Marco Malvaldi – è stato chiesto di scegliere l’autore del passato sulla cui lettura si sono più esercitati per affinare i ferri del mestiere. A questo  sguardo  sul  lavoro  di  apprendistato  della  scrittura  nera  e  poliziesca,  si  affiancano  per  gliappassionati del genere gli incontri con due fra i più interessanti interpreti a livello internazionale: l’argentinaClaudia Piñeiro e gli svedesi Lars Kepler.Con costante interesse il Festival segue gli autori che si cimentano con la narrazione per immagini, genereche si presta a ibridazioni e sperimentazioni costanti. Insieme alla presenza di un illustratore classico comeEmiliano Ponzi (autore dell’immagine del programma 2012), di un osservatore a fumetti dell’antropologiadegli spazi urbani come  Guy Deslile, del giovane autore di graphic novel per adolescenti  Sualzo, vannosegnalati gli incontri con Vittorio Giardino e lo storico Gabriele Ranzato sulla genesi delle graphic novel dai documenti d’archivio, e quello con Emmanuel Guibert e Fréderic Lemercier, che compongono i lorolibri-reportage  mescolando  racconto  a  fumetti,  fotografia,  inchiesta  giornalistica.  Per  rendere  piùappassionante per il pubblico il confronto tra narrazione scritta e narrazione per figure, il Festival rinnova gliappuntamenti delle  temporary stories, che vedono parallelamente all’opera uno scrittore e un autore digraphic novel nello sviluppo di una stessa storia; mette la spontaneità della matita di Yocci al servizio dellavoce di Paolo Nori; offre la possibilità nei laboratori di ri-tratto di cimentarsi ora con il disegno (insieme a Chiara Carrer), ora con la scrittura (con Marcello Fois).”E’ ancora possibile la poesia?” è il tema che attraversa in filigrana tutta la sezione dedicata alle scritture inversi e che sarà al centro di uno specifico incontro con due studiosi della lingua e della letteratura italianacome Maria Luisa Altieri Biagi e Pietro Beltrami, coordinati da Daniele Piccini. I poeti italiani ospiti a Festivaletteratura 2012 saranno Cristina Alziati, Pierluigi Cappello, Anna Maria Farabbi, Giulia Perronie  Antonio Prete. Gli omaggi di  la parola cui abbiamo creduto sono rivolti a Ezra Pound, David Maria Turoldo e Wislawa Szymborska, alla cui opera sarà dedicato anche un recital al Teatro Bibiena che vedràprotagonista  Licia  Maglietta.

Uno  speciale focus –  germanica – sarà  dedicato  ad alcuni  dei principaliinterpreti della poesia tedesca contemporanea: Ulla Hahn, Michael Krüger e Lutz Seiler. Il posto d’onorespetta  però  al premio  Nobel  irlandese  Seamus  Heaney,  per  la  prima  volta  a Festivaletteratura,  il cuiintervento è previsto nel giorno inaugurale della manifestazione.

Qui il programma completo

In viaggio con… Pino Bruno

 

Bentrovati all’appuntamento di “In viaggio con…”: la nuova rubrica di audiointerviste, che anima il nostro Canale Youtube.

Antonio Carnevale e Massimiliano Augieri, due navigati e affascinanti speaker radiofonici, intervistano per noi gli autori delle più importanti novità editoriali.

Questa settimana è ospite Pino Bruno con il suo “Dolce Stil Web. Le parole al tempo di Internet”.

Per ascoltare l’intervista cliccate su questo link:

Intervista a Pino Bruno su CHRONICAtube

Oppure accedete direttamente al Canale Youtube, dal video a destra. BUON ASCOLTO!

Pino Bruno – Dolce Stil Web. Le parole al tempo di Internet

Il web è il Nuovo Mondo di oggi, virtuale sì ma non più di tanto. Da oltre dieci anni le persone si incontrano in Rete e, come i primi mercanti che attraversavano mari e deserti, hanno cominciato a dialogare in una strana lingua. Uno slang che è un misto di inglese, spagnolo, informatica, neologismi, goliardia, strane faccine fatte di punteggiatura e icone animate. Con il tempo quell’idioma è diventato di uso comune ed è entrato a far parte del nostro vocabolario. Chattare, uploadare, downloadare, rippare, scaricare, blobbare, craccare. Siamo ormai abituati a frasi come: “Ti mando una mail con l’allegato. Lo zippo perché è ingombrante”. I giornali ci informano che il digital divide preoccupa i governi di tutto il mondo e che la polizia è sempre a caccia di cyberpedofili e responsabili di phishing. D’accordo, ma se volete che la gente si preoccupi, fate in modo che almeno capisca di cosa parlate! Questo libro è la bussola indispensabile a tutti i navigatori del web, a chi vuole capire e soprattutto non farsi ingannare da sedicenti guru, falsi profeti e imbonitori tecnologici. (Sperling&Kupfer, 2010, €16.00)

VerbErrando: Costruzioni – Viaggio tra lego e surrealtà

Veruska Armonioso
ROMA
– Finalmente anch’io possiedo i Lego.
Sembrerà sciocco provare piacere nel possedere qualcosa di tanto infantile, solo che in trentaquattro anni non ne avevo mai posseduto nemmeno un pezzo e invece io lo desideravo tanto. Quando ero piccola, mia madre si era sempre rifiutata di comprarmi palloncini pieni di elio e Lego. Dei primi detestava il rapporto costo/vantaggio, sostenendo che cinque mila lire per un palloncino che si sarebbe sgonfiato in meno di dodici ore fosse uno spreco; dei secondi riteneva che, come gioco, fossero ben al di sotto delle loro pretese. Di fatto, tutti i miei compagni di classe e amichetti ne possedevano almeno una scatola. Tutti li avevano, tranne me. Io non riuscivo a capire come fosse possibile che mia mamma non capisse quanto fossero importanti i Lego per un bambino, quindi le chiedevo spiegazioni di continuo, ma lei sosteneva che ero vittima di una moda e che, se proprio avessi voluto costruire, lo avrei potuto fare con il legno o gli stecchini, i cerini o gli stecchi di ghiacciolo o di gelato cremino. Allora giocavo, di tanto in tanto, con qualche Lego della mia vicina di casa, sempre di nascosto da mia madre e sempre più anelante di pezzi miei. Di fatto, negli anni, sviluppai altri modi per imparare a costruire. Delle costruzioni imparai ad apprezzare la perfezione degli incastri, la consapevolezza che, se avessi seguito le istruzioni, tutti i tasselli, con un’estrema facilità, sarebbero andati al loro posto e che il disegno sarebbe stato completato. Solo che diventai quella che io definisco una figlia dell’Ikea, una costruttrice capace di alzare palazzi solo disponendo di un libretto delle istruzioni. Giocando ieri sera con i lego, ho scoperto che non sono capace di costruire niente affidandomi alla fantasia, niente che non esista, senza seguire delle indicazioni. Strano, se si pensa che, da scrittrice, creo di continuo, ma in realtà costruisco emozioni, pensieri, suggestioni, sentimenti, storie che conosco, assortendole a mio piacere e con funzionalità; ma in questo non c’è niente di inesistente, niente di puramente fantasioso. Ho capito, allora, che tutto era dipeso proprio da quei Lego. Da piccola non avevo avuto l’occasione di esercitarmi a creare, a costruire affidandomi solo alla mia immaginazione.

Ora che possiedo i Lego intendo giocarci per tutta l’estate. Sarà il mio esercizio di stile e, insieme a questo esercizio, leggerò. Leggerò storie di fantasia, di fantascienza, surreali, perché voglio recuperare quel gusto, voglio essere capace anche io di vedere ciò che non c’è e metterlo su, come un aereo senza ruote che atterri su un cuscinetto cibernetico invisibile. Questo lungo cappello per augurarvi buone vacanze con una selezione letteraria a voi dedicata al gusto di costruzione fantastica.
“La casa del sonno” di Jonathan Coe è una delle mie prime scelte, per invitarvi a perdere il libretto delle istruzioni. Un saggio di spettacolare ricostruzione realistica affiancata a una costruzione di pura immaginazione. “Il linguaggio è un traditore, un agente segreto doppiogiochista che scivola inavvertito tra un confine e l’altro nel cuore della notte. E’ una pesante nevicata su un paese straniero, che nasconde le forme e i contorni della realtà sotto un manto di nebuloso biancore. E’ un cane azzoppato, che non riesce mai a eseguire correttamente gli esercizi richiesti. E’ un biscotto allo zenzero che, lasciato a inzupparsi per troppo tempo nel tè dei nostri auspici, si sbriciola, si dissolve, diventa niente. E’ un continente perduto.”


“L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” di Oliver Sacks, una raccolta di racconti basati su storie di pazienti neurologici visti come figure archetipe, “viaggiatori diretti verso terre inimmaginabili, terre in cui altrimenti non avremmo idea, che non potremmo raffigurarci”. Questi personaggi e le loro storie possiedono una connotazione così tanto fiabesca da portare naturalmente il lettore a scegliere come epigrafe l’immagine di Osler di Mille e una notte, facendo perdere la consapevolezza che si tratta di casi clinici, facendoli percepire come vere e proprie storie, favole, una sorta di “scienza romantica” come la definiva Lurija.
“Che cosa c’è che non va?” gli chiesi infine.
“Che io sappia niente” rispose con un sorriso “ma secondo gli altri avrei qualcosa gli occhi”.
“Ma lei non accusa nessun problema alla vista?”.
“No, direttamente no, ma a volte faccio un po’ di confusione”
. Uscii un istante dalla stanza per parlare con la moglie, quando rientrai il dottor P. era tranquillamente seduto vicino alla finestra, e più che guardare fuori, ascoltava attento “Il traffico…” disse “… i rumori della strada, i treni in lontananza…Formano una specie di sinfonia, non le pare? Conosce Pacific
Di Honegger?” […] Gli avevo tolto la scarpa sinistra e sfregato la pianta del piede con una chiave, poi mi voltai ad avvitare l’oftalmoscopio, in attesa che lui si rimettesse la scarpa. Dopo un minuto mi accorsi con sorpresa che non l’aveva ancora fatto. “Posso aiutare?” chiesi.
“Aiutare chi? A fare cosa?”
“Aiutare lei a mettersi la scarpa”
“Oh…” disse “…avevo dimenticato la scarpa” e aggiunse sotto voce “La scarpa?” con aria sconcertata.
“La sua scarpa, non deve rinfilarsela?”
Lui guardava sempre in basso, non la scapra però, con una concentrazione intensa ma male indirizzata. Infine il suo sguardo si posò sul piede: “E’ questa la mia scarpa, vero?”
“I miei occhi…” spiegò, e si mise una mano sul piede “… è questa la mia scarpa, no?”
“No, quello è il suo piede. La sua scarpa è lì”.
“Ah! Credevo che quello fosse il mio piede…”


“Scacciata dal paradiso” di Gianna Manzini, una raccolta degli articoli più belli scritti da questa autrice e intellettuale del Novecento che ci regala uno spaccato culturale e sociale dell’Italia degli anni sessanta con un linguaggio e una leggerezza che rende questo libro un piccolo gioiello di ovatta. Perfetto per tutte le donne che hanno voglia di leggere le parole di una saggia e meravigliosa donna che dell’eleganza e del garbo fece la sua bandiera.
“Alaim dichiarava che l’educazione ss’impara con la danza. Chi non sa ballare crede che la difficoltà consista nel conoscere le regole della danza e nel sottomettere ad esse i movimenti. Ma il segreto consiste nell’arrivare a ballare senza rigidezza, senza impaccio, e per conseguenza senza paura. Così per le ormai sancite e spesso derise regole di buona educazione:: conoscerle significa appena  trovarsi alle soglie d’una superiore disinvoltura.A riscontro dell’affermazione di Alaim, mi piace ricordare quella di un grande pittore: Chardin. A un poeta seccante e mediocre, che vantava la propria meticolosità nella cura e nella scelta dei colori, disse a bruciapelo: “Perché lei, scusi, dipinge con i colori?”
E l’altro, sbalordito: “E lei, con che dipinge?”
“Col sentimento: dei colori, io, me ne servo”.


Infine, un libro per gli appassionati di immagini. “Monsieur Cent tetes” di Ghislaine Herbera.Un libro di maschere, un viaggio antropologico dentro la poesia e la magia della metafora, dove la fantasia delle immagini (tutte rigorosamente tratte da maschere tradizionali esistenti, provenienti da tutti i paesi del mondo) viene messa a servizio di Signor Senza Testa che cambia Testa/Maschera a seconda dello stato d’animo che lo anima.

 

Che queste vacanze siano un tempo di riposo, il tempo per  recuperare tutto quello che da bimbi avete perso o mancato, costruendo con fantasia e audacia i vostri giorni, e mantenendo sempre noi di ChronicaLibri tra le vostre pagine.
Buone vacanze!

In viaggio con…Renato Nicolini

Bentrovati all’appuntamento di “In viaggio con…”: la nuova rubrica di audiointerviste, che anima il nostro Canale Youtube.

Antonio Carnevale e Massimiliano Augieri, due navigati e affascinanti speaker radiofonici, intervistano per noi gli autori delle più importanti novità editoriali.

Questa settimana è ospite Renato Nicolini con il suo “Estate Romana 1976-1985: un effimero lungo nove anni”.

Per ascoltare l’intervista cliccate su questo link:

Intervista a Renato Nicolini su CHRONICAtube

Oppure accedete direttamente al Canale Youtube, dal video a destra. BUON ASCOLTO!

Renato Nicolini – Estate Romana 1976-1985: un effimero lungo nove anni

Indimenticato Assessore alla Cultura di Roma negli anni che vanno dal 1977 al 1985, nella prima giunta comunista guidata da Argan, architetto e uomo di teatro, Nicolini è un intellettuale noto per il suo impegno politico e soprattutto per aver dato vita a un nuovo modello culturale per la capitale durante i tormentati anni di piombo. Con la sua opera totalmente originale, Nicolini compie il miracolo: coinvolgere la massa in grandi eventi, far partecipare importanti nomi internazionali a spettacoli collettivi, inaugurare l’epoca dei reading, delle notti animate in cui l’elemento dello stupore e dell’emozione diventa preponderante: in una parola, abbattere le barriere tra cultura popolare e cultura d’élite. Anni memorabili raccontati anni dopo in questo libro, scritto di getto nel 1991, che torna oggi in libreria con una lunga introduzione dell’autore e con la prefazione di Jack Lang, già Ministro della Cultura francese. (Città del S0le Edizioni, 2011, €15.00)

 

I 10 Libri per la Mamma

ROMA – “Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre il perdono.” H. De Balzac

 

1. In nome della madre di Erri De Luca
2. La Danza delle madri di Clarissa Estes Pinkola
3. Mama Tandoori di Ernest Varn der Kwast
4. Poesie per la madre
5. Kitchen di Banana Yoshimoto
6. I Love shopping per il bebé di Sophie Kinsella
7. Io e la mamma di Kathryn Forbes
8. Nonsolomamma di Claudia De Lillo
9. Le pazze giornate della mamma di Elise Raucy e Estelle Meens
10. Bonding di Antonio Lorenzo Falbo

“La mia vita, il mio canto”

ROMA – Clemente Rebora nasce a Milano nel 1885 e questo momento storico influenza fortemente il suo pensare, il suo vivere e il suo scrivere.

 

L’egual vita diversa urge intorno;
cerco e non trovo e m’avvio
nell’incessante suo moto:
a secondarlo par uso o ventura,
ma dentro fa paura.Perde, chi scruta,
l’irrevocabil presente;
né i melliflui abbandoniné l’oblioso incanto
dell’ora il ferreo battito concede.
E quando per cingerti lo balzo
-‘ sirena del tempo –
un morso appéna e una ciocca ho di te:
o non ghermita fuggì, e senza gridonei pensiero ti uccido
è nell’atto mi annego.
Se a me fusto è l’eterno,
fronda la storia e patria il fiore,
pur vorrei maturar da radice
la mia linfa nel vivido tutto
‘e con alterno vigore felice
suggere il sole e prodigar il frutto;
vorrei palesasse il mio cuore
nei suo ritmo l’umano destino,
e che voi diveniste – veggente
passione del mondo,
bella gagliarda bontà
-l’aria di chi respira
mentre rinchiuso in sua fatica va.
Qui nasce, qui muore il mio canto:
e parrà forse vano
accordo solitario;
ma tu che ascolti, recalo
al tuo bene e al tuo male;
e non ti sarà oscuro.

 

La Poesia Vintage palpita vita

poesia vintage

ROMA – La poesia è così bistrattata, dimenticata, banalizzata. La poesia è come un mondo parallelo, una quotidianità che non viviamo, ma c’è. Nell’odierna rincorsa al vero, al reality e alle parole immediate e sprezzanti dimentichiamo il bisogno che abbiamo della poesia e il fascino che da sempre essa esercita su di noi. La poesia di Giovanni Raboni (Milano 1932 – Fontanellato 2004) è una poesia nata dalla profonda ammirazione per i grandi scrittori, “è un’esigenza che nasce, io credo, da un desiderio di emulazione. Si leggono poeti che si ammirano da ragazzi, da adolescenti, e si vuole essere come loro”. Nata così, la poesia di Raboni si è poi lasciata impregnare dal tumulto degli anni: la grande guerra, l’affermarsi del cinema e il lavoro nel teatro hanno influito sulla sua scrittura che con l’età si è fatta matura e gravida di tematiche.

So la strada e la neve, so in che casa
abitata da sempre troveranno
un riparo luminoso nell’anno
del gran freddo le miti ossa, l’invasa

d’oscura dolcezza anima. Si fanno
scorte, di schegge per la stufa è rasa
la cantina, di sopra si travasa
farina gialla e riso. Senza affanno

si cerca sulle onde corte la voce
antidiluviana che rassicura
gracchiando, sì, è finita la paura,

interrotta causa neve l’atroce
partita, l’interminabile, stanca
corsa del tempo. Più nessuno manca.

 

da Ogni terzo pensiero, Mondadori 1993

10 Libri per Natale, letture da mettere sotto l’albero

Alessia Sità
ROMA – A Natale, fra i miei numerosi regali, non può mai mancare anche un buon libro. Se siete a corto di idee o se state cercando qualche buon consiglio di lettura per il nuovo anno, vi propongo alcuni libri che mi hanno accompagnata in diverse fasi della mia vita. Tanti auguri di buone feste e buona lettura a tutti.
1) La meraviglia delle piccole cose di Dawn French
2) Rinascere per caso di Marco Santochi
3) Innamorarsi a Manhattan di Kate Parker
4) Le nonne di Doris Lessing
5) Ferito a morte di Raffaele La Capria
6) Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg
7) Altre prove di risposta di Erri de Luca
8 ) Il piccolo principe di Antoine de Saint -Exupéry
9) Cento sonetti d’amore di Pablo Neruda
10) Scacco a Dio di Roberto Vecchioni

“Il cammino delle parole. Incontri letterari, artistici, enogastronomici”, un viaggio alla scoperta dei luoghi della letteratura

Alessia Sità
ROMA
– Lo storico Palazzo Firenze di Roma riapre le porte in occasione della rassegna dedicata ai Parchi Letterari: l’iniziativa promossa dalla società Dante Alighieri, che si svolgerà tra novembre 2011 e giugno 2012. Una serie di appuntamenti culturali, intitolati “Il cammino delle parole. Incontri letterari, artistici, enogastronomici”, per conoscere gli autori e il proprio legame con la terra: Pier Paolo Pasolini e Ostia, il territorio lucano di Carlo Levi o la Calabria di Franco Costabile, direttamente dalla voce di chi ha avuto l’onore di incontrarli. Continua