“Crepi la paura!”, tutta colpa della terra ballerina

                                           Giulia Siena
ROMA
“Perché sono nato in una terra così ballerina, col mostro del terremoto sempre in agguato? Avrei potuto nascere da un’altra parte, in una pianura placida, sopra una solida montagna, magari in un deserto battuto dalle tempeste di sabbia, ma senza questo continuo, angosciante traballìo”. Questa è la domanda che Renzino si pone tutte le sere da quando non ha più la sua casa, i suoi ricordi e le sue cose. Il protagonista di “Crepi la paura!”, il libro di Ugo Vicic pubblicato dalle Nuove Edizioni Romane, è un bambino coraggioso che si trova a fare i conti con il temuto terremoto. Una mattina, all’improvviso, la casa del piccolo Lorenzo – chiamato dalla nonna Renzino – si sveglia con una vistosa crepa nel muro. Probabilmente, come dice il papà, la lesione è stata causata dai movimenti della terra ma su costruzioni fatte male. Infatti, Renzino sa da un suo amico che alcuni costrutturi hanno risparmiato sui materiali per edificare le case e ora tutto è in pericolo. Secondo Renzino è la Terra che ha paura degli uomini, che non ne può più di cattiverie e abusi sul suo suolo, ma perché deve provocare tanta agitazione nella sua città? La spensieratezza dei bambini viene cancellata dalla preoccupazione per lo sciame sismico che non smette di spaventarli, ma Renzino affronta la paura con il sorriso sulle labbra.
Il terremoto visto con gli occhi di chi non riesce a spiegarsi come ma la Natura diventa cattiva e non da tregua. Le parole di Vicic, le sue descrizioni semplici e intense fanno sì che “Crepi la paura!” sia un racconto educativo e pieno di speranza.

“I Promessi Vampiri. The dark side”: l’imperdibile sequel di Beth Fantaskey

Alessia Sità

ROMA – Se siete amanti di “Twilight”, di “The vampire diaries” o se amate il genere fantasy in generale, non potrete non apprezzare il nuovo intrigante romanzo di Beth Fantaskey: “I promessi vampiri. The dark side”, edito per Giunti Y nel 2011.
Avvincente, ricco di suspense, l’attesissimo sequel dei “Promessi vampiri”, il romanzo di esordio della scrittrice americana, non sembra deludere le aspettative dei lettori, che saranno catapultati nella suggestiva atmosfera della Transilvania, alla scoperta delle segrete dello spettrale castello dei Vladescu.
Tutto è ormai pronto per il matrimonio fra il bel tenebroso Lucius e la timida Jessica, che per amore ha deciso di stravolgere totalmente la propria esistenza, divenendo Anastasia.
Dopo le nozze, per i due si prospetta un romantico futuro per l’eternità, ma la loro felicità sembra non trovare pace a causa di una presenza oscura, determinata ad ostacolare in tutti i modi la loro ascesa al trono.
Le notti della futura regina delle tenebre iniziano ad essere sempre più tormentate da inquietanti e ricorrenti immagini. I terribili incubi, che si riveleranno essere sogni premonitori,  segneranno soltanto l’inizio di una nuova avventura, che metterà ancora una volta a dura prova il legame fra i due neosposi.
Aiutata dalla fedele Mindy e dal rinnegato cugino di famiglia – l’intraprendente Raniero – Jessica dovrà trovare il modo di salvare il suo amato Lucius, vittima di un losco complotto ordito per distruggere la pace fra i Vladescu e i Dragomir.
Con grande abilità, Beth Fantaskey dà vita ad un intrigante romanzo che ha il merito di saper unire all’intreccio narrativo anche una notevole capacità di approfondimento dei singoli personaggi.
Nuovi legami, nuovi possibili amori, l’imperdibile sequel vampiresco vi terrà col fiato sospeso pagina dopo pagina.

“Tsatsiki e Ma’”, la piccola storia di un grande bambino

Tsatsiki e Ma'_Bohem Press ItaliaROMA “Hai davvero una mamma speciale, – sussurrò la maestra a Tsatsiki, passando davanti al suo banco. – Non sarà puntuale, ma sicuramente ha altre qualità.” Infatti Ma’ non è una mamma come le altre; Ma’ va in giro con gli occhi neri e i pantacollant, Ma’ ama fare il rock e sa agitare le dita dei piedi stando in verticale sulle mani. Di quest’ultima cosa Tsatsiki è particolarmente orgoglioso. “Tsatsiki e Ma’” è la storia scritta da Moni Nilsson e pubblicata nella collana Bohemracconta della casa editrice Bohem Press Italia. L’autrice svedese rende vivi e dinamici i due simpatici protagonisti: Tsatsiki e Ma’ hanno un rapporto speciale, fatto di giochi, confidenze e tante risate. Tsatsiki- il bambino dal nome curioso – ha sette anni e un papà, che non ha mai conosciuto, pescatore di polipi in Grecia. Infatti, come dice sempre Ma’, il piccolo è “figlio dell’amore, un bambino nato da una passione frizzante e inebriante.” Lei, Ma’, anche se “un po’ strega” segue amorevolmente Tsatsiki e riesce a farsi valere anche con il piccolo bullo, Martin il Verme e il cattivo direttore scolastico.

 

Una storia allegra, un racconto che scorre piacevole attraverso le pagine fitte di una bella avventura. E, a libro finito, ci accorgiamo che ormai nutriamo affetto per questi due personaggi. Non preoccupiamoci, però, c’è anche “Tsatsiki e Pa’”!

“La cicala e la piccola formica”, faremo insieme una favola diversa

recensione chronicalibri bohem press italiaGiulia Siena
ROMA
– Una favola antica rivista e raccontata dallo scrittore bosniaco Božidar Stanišić. La favola è “La cicala e la formica”, una delle 358 con le quali Esopo diede origine a questa forma letteraria dagli scopi educativi. Oggi, dopo molti secoli, il genio di Esopo si manifesta con parole e immagini diverse grazie a “La cicala e la piccola formica” (Bohem Press Italia), l’albo illustrato da Dušan Kállay sulle parole di Božidar Stanišić. Le vivide immagini ripercorrono il freddo inverno che una cicala si trova a fronteggiare in compagnia solamente del suo violino, fedele amico delle gioiose giornate estive. Ora, con il freddo, non sa dove trovare un riparo e come aspettare l’estate. Tutte le porte delle formiche sono chiuse, le loro piccole case sono calde, ma in nessuna c’è posto per la cicala. Fino a quando qualcuno le dice che “faremo una favola diversa”, perché “A questo mondo ci sarà posto sempre e ovunque per ogni creatura”.

Il libro, pubblicato da Bohem Press Italia, è una delle ultime pubblicazioni di questa interessante realtà editoriale nata nel 2001 dopo la trentennale esperienza della casa madre in Svizzera.

"Starcrossed", chi vorrebbe un vampiro se potesse avere un dio?

Marianna Abbate 
ROMA – Una delle cose che rimpiango di più della mia infanzia-adolescenza è che non c’erano tutti questi libri lunghissimi, e che praticamente non esistevano le saghe. Se volevi un libro per ragazzi dovevi accontentarti al massimo di duecento pagine stampate grandi, neanche fossero destinati agli ottantenni!
Ebbene, ora non esiste più questo problema, dal momento che non ho mai più visto un libro pubblicato che sia più breve di quattrocento pagine (escluso Erri de Luca). “Starcrossed”, il romanzo di esordio di Josephine Angelini, nuovissimo libro targato Giunti, rispetta con la massima precisione tutte le regole del romanzo per ragazzi moderno: è lunghissimo, fa parte di una saga ed è ambientato in un mondo fantastico.

Voli pindarici tra il presente – reale e contemporaneo – a un passato effimero e mitologico; protagonisti belli da fare invidia, visioni mistiche e una storia d’amore contrastato sono gli ingredienti che completano il quadro. Se poi aggiungiamo che il protagonista maschile sembra dipinto per far innamorare le lettrici, il gioco è fatto.


Liberamente ispirato all’Orestea, è un pastiche mitologico che trae spunto dalla tragedia e dall’epos, riscrivendo la storia in chiave contemporanea e soffermandosi con compiacimento su elementi scandalistici. 
Devo dire che la lettura scorre piacevolmente, e che non si può far a meno di rimanere tentati di proseguire. E riconosco pienamente l’abilità dell’autrice nel condurre sensatamente la trama. 


Tra gli slogan che promuovono il libro quello che mi ha fatto divertire di più è sicuramente la frase pronunciata dall’editor Rachel Petty sulla scelta tra vampiri e dei. Beh, i vampiri non mi dispiacciono, ma volete mettere Achille-Brad Pitt?

"Autobiografia della mia infanzia" un autore grande per ricordi da piccolo

Giulia Siena
ROMA “E’ incredibile che siete tutti lì in classe e siete bambini poi ci sarà uno che va di qua e uno che va di là nella vita, e io invece ho più o meno perso i contatti con tutti, come è normale che sia, soprattutto se sei piccolo e hai fatto delle scuole molto lontane da casa tua […]”. La voce narrante è quella del protagonista, il bambino Ugo Cornia che diventato uno scrittore quarantenne pensa che si possa ricordare l’infanzia scrivendone un’autobiografia. Sicuramente una cosa non semplice, ma aiutato dai ricordi può riuscirci. Così nasce nel 2010 “Autobiografia della mia infanzia”, libro pubblicato da Topipittori nella collana Anni in tasca.
Ugo è un bambino che cresce in una città che stava crescendo, Modena, all’interno di quel palazzo dove vive tutt’ora, con degli amici che ha perso e, alle volte, ritrovato. I primi anni settanta, il legame con il nonno, l’asilo “d’amianto” di via Ancona, la nascita della sorella Mariella e le partite di pallone nel cortile, sono tutti eventi raccontati alla velocità del linguaggio di un bambino; ma tra le righe riaffiora con forza anche la tipica sensazione di sorpresa che provoca il passato. Sono pochi anni ma cruciali quelli durante i quali Ugo passa dall’asilo alle scuole elementari, anni in cui l’infanzia segna il futuro senza fare troppo rumore.
Ugo Cornia racconta. E lo fa con la semplicità di un bambino attraverso la memoria di un narratore che sa ascoltare.

"Doppio Blu", le giovani riflessioni davanti al mare

ROMA – Che relazione c’è fra il bambino che si è stati e l’adulto che si è diventati? Cosa fa di noi quello che siamo? Chi siamo quando siamo bambini? E chi, quando diventiamo adulti? È possibile che fra questi due momenti della vita passi uno sguardo? Tutte queste domande trovano risposta in “Doppio Blu”, il libro di Bruno Tagnolini pubblicato da Topipittori.
Un uomo e un cane su una spiaggia intrecciano dialoghi filosofici sul tempo, l’età, la vita. Dalle loro parole sgorgano storie fatte di voci, bambini, grandi, notti, mattini, odori, fatti, luoghi, strade, animali, parole… Storie di una Sardegna lontana, eppure vicina e viva, in un ricordo che sa nutrire il presente con la sua forza straordinaria. La forza di chi non è mai venuto meno alle promesse strette allora, all’inizio, con la bellezza e l’avventura dell’esistenza.

"Anna dai capelli rossi" irrefrenabile sacerdotessa della fantasia

Marianna Abbate 
ROMA Certe volte vivere un’infanzia senza televisione può avere i suoi vantaggi. Non dico che l’infante si renda immediatamente conto dei benefici, ma è innegabile che il tempo guadagnato/rubato alla tv può essere sicuramente ben impiegato. Io, ad esempio, ho usato innumerevoli ore che gli altri hanno dedicato a Sailor Moon (con mia immensa invidia) nel leggere e rileggere la bellissima saga di “Anna dai capelli rossi” di Lucy Maud Montgomery, che molti di voi sicuramente conoscono dall’omonimo cartone animato. Ebbene il libro (o meglio: i libri) sono infinitamente migliori e ora vi spiego perchè.
Se ben ricordate la dote principale di Anna era la fantasia. Le mille storie che inventava per abbellire le sue origini di orfanella, i cavalieri fatati e gli spiriti del bosco sono tutti frutto della fantasia. Una fantasia esuberante e mai doma, che l’ha spesso portata a cacciarsi nei guai, ma che le ha permesso di vedere il mondo con occhi sognanti e innamorarsi ogni giorno di una farfalla.
Ora, non prendete le mie parole per collosa melassa, ma la fantasia si può sviluppare in un solo modo: con la lettura. Le farfalle, i boschi, le fate sono molto più belle nella nostra mente di quanto non lo possano essere sullo schermo. Persino le streghe sono più originali nei nostri pensieri di quelle uniformate che ci capita di guardare nei film. Quando leggiamo vediamo il mondo con i nostri occhi e non con quelli di un regista, limitato dalla propria fantasia e dalle conquiste della tecnologia. Nella nostra mente il 3d esiste da sempre!
E’ questo che Anna di Colleverde ci insegna ancora oggi: di chiudere gli occhi e guardare col cuore. 
Pertanto nei caldi pomeriggi di Agosto, quando i vostri figli non possono uscire per via del sole rovente, spegnete la tv e nascondete il telecomando. Trovate nelle vostre librerie i vecchi libri per ragazzi e guardateli, mentre il mondo fatato delle mille storie li trascina con sé.
E nel frattempo trovatevi anche voi qualcosa di interessante da leggere, meglio se dalla copiosa vetrina di chronicalibri.