“Il magnifico lavativo”, la fanciullezza di un fumettista

Giulia Siena
ROMA
“In barba ai noiosi esercizi per casa ordinati dalla maestra, il magnifico lavativo insegue solo la sua curiosità per ciò che lo circonda. Tutto è un’indagine personale, fatta di importantissime distrazioni e di un cervello sempre in movimento.” Come far raccontare a un fumettista impertinente la propria infanzia? Dopo aver disegnato e dato voce a Garibaldi (nel libro “Garibaldi”), al Papa e al Gabibbo (con il volume “Apocalypso! Gli anni dozzinali”), ora Tuono Pettinato parla di sé. Il fumettista dal nome d’arte insolito si racconta ne “Il magnifico lavativo”, il libro inserito nella collana Gli anni in tasca della casa editrice Topipittori. Dall’inizio degli anni Ottanta, quando cominciò l’asilo, fino ai primi anni Novanta, alle prese con l’adolescenza, Tuono Pettinato si racconta in modo ironico e un po’ rocambolesco. Un bambino curioso, sicuro di sé, divertente e spesso divertito da tutto ciò che lo circonda: dagli amici agli oggetti dell’armadio della nonna, dai videogiochi alle maschere del carnevale. Ironia, osservazione e creatività sono state le costanti che hanno portato Tuono Pettinato a diventare uno degli esponenti della fumettistica odierna. Ideatore, assieme ad alcuni amici, della rivista “Hobby Comics”, del free-press “Pic Nic”, disegnatore per “Repubblica XL” e con “Il magnifico lavativo” è arrivato all’autobiografia esprimendosi con la sua matita ricca di graffiante ironia e lucida consapevolezza.

“Il libro della Shoah. Ogni bambino ha un nome…”

ROMA “La memoria è qualcosa di delicato, dunque, e non ci si può giocare sopra, pena il rischio di farsi male e di bruciarsi le ali […]”
Dal 2000, quando venne istituita dallo Stato italiano, ogni anno il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria. Ma come spiegare ai più piccoli che in questo giorno non si celebrano i morti e il ricordo delle sofferenze imposte bensì la vita e la storia? Nel difficile percorso che porta alla consapevolezza del passato ci accompagna “Il libro della Shoah. Ogni bambino ha un nome…” di Sarah Kamiski e Maria Teresa Milano pubblicato dalle Edizioni Sonda.

Un volume ricco e complesso sulla storia della Shoah e della Seconda Guerra Mondiale, un libro intenso che si offre come strumento per insegnanti ed educatori al fine di crescere le nuove generazioni alla tolleranza e alla consapevolezza del passato. “Il libro della Shoah” è diviso in tre parti: la prima parte dedicata alle Narrazioni di diversi autori, tra cui Lia Levi e il suo toccante racconto. Vissuti è la parte dedicata alla storiografia: foto, testimonianze e cronologie riportano al grande dramma del Novecento. L’ultima sezione, il Laboratorio, è dedicata ai lettori – grandi e piccoli – e alla loro voglia di confrontarsi e rielaborare le sezioni precedenti.  Cartine geografiche, glossario e tante tavole colorate completano un’opera che riassume in modo eccellente una drammatica fetta di Storia.

“Questa non me la fumo”, bambini contro le sigarette

recensione libri per bambini_chronicalibri_carthusia_colloredoGiulia Siena
ROMA
– Lisa, Chiara, Federico e Filippo hanno un compito da svolgere. Devono capire ed elencare tutti i danni che provoca il fumo smascherando le piccole leggende che circolano attorno alla dipendenza dal tabacco. I quattro amici raccontano delle storie perché vogliono vederci chiaro; così nasce “Questa non me la fumo. Proviamo a vederci chiaro nei discorsi fumosi” scritto da Sabina Colloredo e illustrato da Giulia Ghigini per Carthusia Edizioni. Chi lo ha detto che fumando ci si sente grandi? Lisa sa benissimo che il fumo spegne il colorito, fa venire i brufoli e ti spezza il fiato e proprio lei, una sportiva provetta, non può permettersi queste sbandate inutili. Il fumo non danneggia solamente chi ha questo brutto vizio, ma influisce anche sulla vita degli altri: il fumo passivo è il peggior nemico dei bambini. Chiara ha una mamma che fuma nonostante aspetti un bambino; Chiara sa che il fumo non fa crescere la sorellina come dovrebbe. Allora la battaglia contro le sigarette comincia presto e diventa anche una canzone rap per spiegare a tutti che con le 4000 sostanze tossiche (tra cui acetone, candeggina, cadmio e monossido di carbonio) contenuti in una sigaretta non bisogna scherzarci.


Il libro, un albo illustrato con splendide immagini e spiegato con parole efficaci, affronta una problematica esistente ma presa poco in considerazione: il fumo tra i giovanissimi. In Italia sono circa il 23% i bambini che iniziano a fumare tra i 9 e i 10 anni e i danni a cui vanno incontro sono tanti e da non sottovalutare. “Questa non me la fumo. Proviamo a vederci chiaro nei discorsi fumosi” è uno strumento chiaro e divertente per affrontare tematiche difficili come quella della dipendenza da tabacco a tutte le età.

In libreria “Bruno. Il bambino che imparò a volare”

ROMA – Le novità editoriali sono tante anche nella rubrica Leggendo Crescendo. Oggi vi presentiamo “Bruno. Il bambino che imparò a volare” di Nadia Terranova con le illustrazioni di Ofra Amit pubblicato da Orecchio Acerbo. Fredda serata di fine autunno. Bruno Schulz è ancora bambino. La madre entrain camera sua e lo trova intento a nutrire alcune mosche con granelli di zucchero.Stupita, gli domanda cosa mai stia facendo. ” Le sto irrobustendo per l’inverno.”Vero o falso l’aneddoto raccolto da David Grossman, di certo quel bambinonon poteva immaginare che da lì a pochi anni non l’epoca geniale da lui sognata sarebbe sorta,ma una delle più buie dell’umanità. Un lungo inverno nel quale, come mosche,sarebbero morte milioni di persone. Ebrei, rom e sinti, malati di mente, testimoni di Geova,omosessuali, oppositori politici. Tutti umiliati, straziati, trucidati. Lui tra questi.A quel bambino che nutriva le mosche è dedicato il ricordo, delicato e poetico come le suebotteghe color cannella, di Nadia Terranova e Ofra Amit.
Un bambino, ebreo. La grossa testa lo rende incerto e impacciato nei movimenti, il carattere schivoe introverso. Curioso e attento a ogni cosa che lo circonda, è affascinato dalle eccentriche stravaganzedel padre, dalle sue continue, stupefacenti metamorfosi. Lo perderà anzitempo, ma, non volendoseneseparare del tutto, fa rivivere quella straordinaria capacità del padre di riconoscersi e identificarsi in ognioggetto, in ogni animale, in ogni persona nei suoi disegni e nei suo scritti. E nei racconti, in classe,ai suoi allievi. Fino a una giornata d’autunno del 1942, quando un ufficiale nazista lo uccide per strada.Persa la vita, persi i suoi scritti, persi i suoi disegni.Di certo non per caso, sarà una bambina a ritrovarli, anni dopo, in un vecchio baule nascosto in soffitta.Un ricordo di Bruno Schulz, un omaggio alla sua straordinaria fantasia. (Scheda libro a cura della casa editrice. La recensione di ChronicaLibri verrà presto pubblicata).

“Crepi la paura!”, tutta colpa della terra ballerina

                                           Giulia Siena
ROMA
“Perché sono nato in una terra così ballerina, col mostro del terremoto sempre in agguato? Avrei potuto nascere da un’altra parte, in una pianura placida, sopra una solida montagna, magari in un deserto battuto dalle tempeste di sabbia, ma senza questo continuo, angosciante traballìo”. Questa è la domanda che Renzino si pone tutte le sere da quando non ha più la sua casa, i suoi ricordi e le sue cose. Il protagonista di “Crepi la paura!”, il libro di Ugo Vicic pubblicato dalle Nuove Edizioni Romane, è un bambino coraggioso che si trova a fare i conti con il temuto terremoto. Una mattina, all’improvviso, la casa del piccolo Lorenzo – chiamato dalla nonna Renzino – si sveglia con una vistosa crepa nel muro. Probabilmente, come dice il papà, la lesione è stata causata dai movimenti della terra ma su costruzioni fatte male. Infatti, Renzino sa da un suo amico che alcuni costrutturi hanno risparmiato sui materiali per edificare le case e ora tutto è in pericolo. Secondo Renzino è la Terra che ha paura degli uomini, che non ne può più di cattiverie e abusi sul suo suolo, ma perché deve provocare tanta agitazione nella sua città? La spensieratezza dei bambini viene cancellata dalla preoccupazione per lo sciame sismico che non smette di spaventarli, ma Renzino affronta la paura con il sorriso sulle labbra.
Il terremoto visto con gli occhi di chi non riesce a spiegarsi come ma la Natura diventa cattiva e non da tregua. Le parole di Vicic, le sue descrizioni semplici e intense fanno sì che “Crepi la paura!” sia un racconto educativo e pieno di speranza.

“I Promessi Vampiri. The dark side”: l’imperdibile sequel di Beth Fantaskey

Alessia Sità

ROMA – Se siete amanti di “Twilight”, di “The vampire diaries” o se amate il genere fantasy in generale, non potrete non apprezzare il nuovo intrigante romanzo di Beth Fantaskey: “I promessi vampiri. The dark side”, edito per Giunti Y nel 2011.
Avvincente, ricco di suspense, l’attesissimo sequel dei “Promessi vampiri”, il romanzo di esordio della scrittrice americana, non sembra deludere le aspettative dei lettori, che saranno catapultati nella suggestiva atmosfera della Transilvania, alla scoperta delle segrete dello spettrale castello dei Vladescu.
Tutto è ormai pronto per il matrimonio fra il bel tenebroso Lucius e la timida Jessica, che per amore ha deciso di stravolgere totalmente la propria esistenza, divenendo Anastasia.
Dopo le nozze, per i due si prospetta un romantico futuro per l’eternità, ma la loro felicità sembra non trovare pace a causa di una presenza oscura, determinata ad ostacolare in tutti i modi la loro ascesa al trono.
Le notti della futura regina delle tenebre iniziano ad essere sempre più tormentate da inquietanti e ricorrenti immagini. I terribili incubi, che si riveleranno essere sogni premonitori,  segneranno soltanto l’inizio di una nuova avventura, che metterà ancora una volta a dura prova il legame fra i due neosposi.
Aiutata dalla fedele Mindy e dal rinnegato cugino di famiglia – l’intraprendente Raniero – Jessica dovrà trovare il modo di salvare il suo amato Lucius, vittima di un losco complotto ordito per distruggere la pace fra i Vladescu e i Dragomir.
Con grande abilità, Beth Fantaskey dà vita ad un intrigante romanzo che ha il merito di saper unire all’intreccio narrativo anche una notevole capacità di approfondimento dei singoli personaggi.
Nuovi legami, nuovi possibili amori, l’imperdibile sequel vampiresco vi terrà col fiato sospeso pagina dopo pagina.

“Buon Natale, Samira”, la storia del Natale di tutti

recensione di buon natale, samira Bohem press italia ChronicalibriGiulia Siena
ROMA
“Il Natale? Già, cos’è veramente?”, chiese anche la maestra un po’ sorpresa. I bambini si misero a ridere: come poteva esistere al mondo qualcuno che non sapeva cos’era il Natale?” Esiste qualcuno, forse sono tanti, che non conoscono il Natale. Per loro il Natale non è una festività religiosa, non è momento importante per la società dalla quale provengono e quando vedono noi tutti coinvolti nei preparativi per la grande festa non capiscono per cosa ci affaccendiamo tanto. Magari sono persone che incontriamo tutti i giorni, signore sull’autobus o bambini nel nostro stesso banco a scuola. Una di queste persone è Samira, la bambina protagonista di “Buon Natale, Samira”. Il libro, scritto da Max Bolliger e Giovanni Manna per la Bohem Press Italia, è un albo illustrato che racconta con parole semplici la storia di un Natale per tutti. Samira, una bambina venuta da lontano, si ritrova nel periodo delle festività natalizie a chiedersi come mai sono tutti così impegnati ad addobbare l’albero, a desiderare bambole e giocattoli, a fare biscotti e dolci colorati. Lei non capisce bene cos’è questo “Natale” che tutti aspettano, allora lo chiede alla maestra.

“Natale è… quando io sono felice!”

“Tsatsiki e Ma’”, la piccola storia di un grande bambino

Tsatsiki e Ma'_Bohem Press ItaliaROMA “Hai davvero una mamma speciale, – sussurrò la maestra a Tsatsiki, passando davanti al suo banco. – Non sarà puntuale, ma sicuramente ha altre qualità.” Infatti Ma’ non è una mamma come le altre; Ma’ va in giro con gli occhi neri e i pantacollant, Ma’ ama fare il rock e sa agitare le dita dei piedi stando in verticale sulle mani. Di quest’ultima cosa Tsatsiki è particolarmente orgoglioso. “Tsatsiki e Ma’” è la storia scritta da Moni Nilsson e pubblicata nella collana Bohemracconta della casa editrice Bohem Press Italia. L’autrice svedese rende vivi e dinamici i due simpatici protagonisti: Tsatsiki e Ma’ hanno un rapporto speciale, fatto di giochi, confidenze e tante risate. Tsatsiki- il bambino dal nome curioso – ha sette anni e un papà, che non ha mai conosciuto, pescatore di polipi in Grecia. Infatti, come dice sempre Ma’, il piccolo è “figlio dell’amore, un bambino nato da una passione frizzante e inebriante.” Lei, Ma’, anche se “un po’ strega” segue amorevolmente Tsatsiki e riesce a farsi valere anche con il piccolo bullo, Martin il Verme e il cattivo direttore scolastico.

 

Una storia allegra, un racconto che scorre piacevole attraverso le pagine fitte di una bella avventura. E, a libro finito, ci accorgiamo che ormai nutriamo affetto per questi due personaggi. Non preoccupiamoci, però, c’è anche “Tsatsiki e Pa’”!

“Terremoto”: una toccante storia dei nostri giorni

Alessia Sità
ROMA
– “Ci fu un attimo di attesa. Ormai ci avevano fatto l’abitudine. Quella sarebbe stata un’altra scossa come le altre. Bastava restare calmi e aspettare che la terra smettesse di sussultare.”
La vita può cambiare o finire in una sola notte. A scoprire questa amara verità è la giovane protagonista di “Terremoto”, il romanzo di Ermanno Detti edito da Bohem Press Italia, nella collana Bohemracconta. La tranquilla e serena esistenza della vivace Marina viene sconvolta drammaticamente prima dalla scoperta di essere stata adottata, a pochi mesi dalla sua nascita, e poi da una devastante scossa di terremoto, che in pochi minuti distrugge completamente la sua amata città e la sua casa. Sfuggita miracolosamente alla catastrofe e ignara della sorte toccata a famiglia e amici, la piccola ragazzina inizia un lungo viaggio alla ricerca della propria identità e dei propri genitori biologici, di cui conserva un unico ricordo: un anello. L’incontro con due bizzarri personaggi, Bill e Betty, sarà fondamentale per la giovane, che gradualmente tenterà di riappropriarsi del futuro che le è stato strappato violentemente in una sola notte. Il desiderio di conoscere le proprie radici diventa il presupposto principale per poter ricominciare, per poter iniziare a costruire un domani, ma senza dimenticare il passato. “Il terremoto poteva tutto, ma non poteva togliere a Marina la possibilità di immaginare il suo futuro”. Con uno stile semplice e scorrevole, Ermanno Detti ci regala una toccante storia dei nostri giorni, riuscendo a riaccendere la speranza anche nei momenti più difficili, quando la disperazione e la paura sembrano prendere il sopravvento.

“La cicala e la piccola formica”, faremo insieme una favola diversa

recensione chronicalibri bohem press italiaGiulia Siena
ROMA
– Una favola antica rivista e raccontata dallo scrittore bosniaco Božidar Stanišić. La favola è “La cicala e la formica”, una delle 358 con le quali Esopo diede origine a questa forma letteraria dagli scopi educativi. Oggi, dopo molti secoli, il genio di Esopo si manifesta con parole e immagini diverse grazie a “La cicala e la piccola formica” (Bohem Press Italia), l’albo illustrato da Dušan Kállay sulle parole di Božidar Stanišić. Le vivide immagini ripercorrono il freddo inverno che una cicala si trova a fronteggiare in compagnia solamente del suo violino, fedele amico delle gioiose giornate estive. Ora, con il freddo, non sa dove trovare un riparo e come aspettare l’estate. Tutte le porte delle formiche sono chiuse, le loro piccole case sono calde, ma in nessuna c’è posto per la cicala. Fino a quando qualcuno le dice che “faremo una favola diversa”, perché “A questo mondo ci sarà posto sempre e ovunque per ogni creatura”.

Il libro, pubblicato da Bohem Press Italia, è una delle ultime pubblicazioni di questa interessante realtà editoriale nata nel 2001 dopo la trentennale esperienza della casa madre in Svizzera.