Premio Andersen: “A che pensi?” è il Miglior libro fatto ad arte 2013

andersen_premio_logoROMA – Maggio, mese letterario ricco di appuntamenti, festival e premi. Tra questi ultimi c’è il Premio Andersen, il più ambito riconoscimento italiano attribuito ai libri per ragazzi, ai loro autori, illustratori ed editori. Giunto quest’anno alla 32esima edizione, il concorso premierà il 25 maggio a Genova i libri per bambini e ragazzi più interessanti pubblicati in Italia nel corso dell’anno. Tra i vincitori dell’edizione 2013 nella sezione “Miglior libro fatto ad arte 2013” c’è “A che pensi?”di Laurent Moreau. Pubblicato dalla casa editrice Orecchio Acerbo, il volume vince con questa motivazione: “per essere un libro piacevolissimo con semplici ed azzeccate soluzioni animate. Per svelare, al contempo e pian piano, una sua indubbia e fertile complessità, capace di offrire percorsi diversi e non scontati in una sorta di attraente “catalogo” dei sentimenti”.

 

A_che_pensi_Opera del talentuoso illustratore francese Laurent Moreau, “A che pensi?” racchiude diciannove coloratissimi ritratti di persone diverse, ciascuna con un pensiero nascosto sotto la finestra che si alza: una ragazza dai capelli rossi, un uomo baffuto, un gatto osservatore, una donna apprensiva, un bambino mascherato, due innamorati inconsapevoli. In alternanza perfetta le parole e i disegni, il corpo e la mente, il fuori e il dentro di ognuno. Un vero e proprio Facebook tutto di carta, nella cui pagina finale si svelano le tante connessioni che legano gli uni agli altri. Un libro che invita i più piccoli a riflettere sugli altri per capire se stessi.

 

Un “Dizionario Bilingue” per migliorare il dialogo Madre/Figlia

DizioMadre-FigliaGiulia Siena
ROMA
“Questo dizionario è un atto d’amore verso le madri e, insieme, un atto d’accusa contro le madri che comportano da mamme, e cioè da genitrici, madri biologiche. Esse per fortuna non rappresentano tutte le madri, diciamo che una “vasta minoranza” di loro infatti si dedica a offrire ai propri figli un avvenire migliore e un’educazione più adeguata possibile”. Partono da qui Joseph e Caroline Messinger nel loro “Dizionario Bilingue. Madre/Figlia – Figlia/Madre. 101 frasi che possono uccidere”.

 

Pubblicato dalle Edizioni Sonda, il libro è “uno studio semiologico, ma anche epidemiologico, sul discorso madre-figlia e sull’incidenza dei suoi messaggi che avvelenano l’evoluzione della figlia.” Nata come una “guida” ai comportamenti tra madre e figlia, il libro analizza le situazioni, il linguaggio e le abitudini che con il tempo possono uccidere le relazione parentale. Non solo, a venir meno potrebbe anche essere la felicità futura dei figli e della famiglia perché un rapporto conflittuale madre/figlia potrebbe influire su quest’ultima, tanto da farla diventare, a sua volta, una madre incompleta. Le analisi dei due autori (entrambi psicoterapeuti e psicologi esperti di decriptazione verbali) partono dall’osservazione dei comportamenti e delle reazioni di madre e figlia. Fin dalla nascita della bambina, infatti, la madre assume un ruolo che poi, con il tempo, si modificherà in base al periodo evolutivo della bambina: dapprima “chioccia” la madre diventerà esempio, rivale e “coscienza” della figlia. I ruoli vengono tutti descritti partendo da una affermazione della madre nei confronti della figlia e, anche attraverso le belle illustrazioni di Nives Manara, si cerca di capire il motivo scatenante dell’affermazione, si interpreta tale asserzione e si valutano i modi di reazione, quasi a voler proteggere chi parla e chi ascolta. Il volume, poi, si conclude con una sezione “Grandi temi trasversali: dialoghi e testimonianze” in cui si affronta l’identità della madre, l’identità della figlia, la scoperta del genere la sessualità.

Un libro importante per non commettere errori!

 

“Petit Bodiel” e l’importanza di raccontare.

Petit BodielGiulio Gasperini
AOSTA – La letteratura africana non è fatta di semplici favole. Anche se per decenni il patrimonio letterario del continente più antico si è basato sull’oralità, l’importanza della Parola e della trasmissione ereditaria è sempre stata un faro di civiltà: la cultura viene trasmessa, come regalata, in un impegno morale tra generazioni, senza per questo patire un’inferiorità di cultura e di sviluppo umano – “Il non aver avuto scrittura non ha mai privato l’Africa del suo passato, della sua storia e della sua cultura” (Hampâté Bâ). E fondamentale, in tal senso, è la figura del griot, il depositario dell’oralità e unico in grado di dare vigore e vita alle storie. In nessun’altra cultura, come in quella africana, questo legame tra racconto cultura e persone è ancora così vivo e potente. Amadou Hampâté Bâ si è sempre impegnato nella conservazione e nella trasmissione di questo immenso patrimonio culturale, facendo fiorire sulla carta le favole e le storie dell’arte subsahariana e in particolar modo del Mali, dove già nel XIV secolo esisteva un’intensa attività scrittoria, legate alla magnifica biblioteca di Timbuctu, incendiata alcune settimane fa da militanti islamici.
La Sinnos Editrice, nella sua collana ‘Zefiro. Racconti portati dal vento’, ha edito nel 1998 in formato bilingue e con i disegni di Claudia Melotti, una favola di Hampâté Bâ: “Petit Bodiel”, la storia di un giovane leprotto, pigro e vagabondo, che spronato dalla madre decide di raggiungere il Dio Padre Allawalam per chiedergli l’attitudine alla furbizia. Attraverso una serie di aiuti e di peripezie riesce nel suo intento e tornato sulla Terra si lascia sopraffare dall’avidità e dalla perfidia, ingannando e truffando gli altri animali e cercando di farsi nominare loro re.
La storia, come tutte le fiabe, ha un obiettivo educativo e didascalico: insegnare qualcosa era la finalità suprema per un cantore di fiabe il quale doveva tramandare i valori supremi del proprio bagaglio culturale. Infatti, “in Africa quando muore un anziano è una biblioteca che brucia” (Hampâté Bâ), secondo un concetto rilanciato anni fa dall’UNESCO, del quale Hampâté Bâ era stato, per lungo tempo, membro del Consiglio esecutivo. I personaggi della fiaba sono tutti animali, secondo i canoni letterari, ma ognuno si scontorna e viene antropomorfizzato, trascendendo il momento storico e la cornice africana ma diventando portatore di un messaggio universale. Tutto questo perché, come anche Hampâté Bâ ha scritto: “Il racconto è uno specchio. Ognuno deve specchiarsi e ritrovarsi. Bisogna guardare in sé stessi”.

“L’albero alfabeto”: la scrittura di Leo Lionni è immaginazione

MILANO – “Talvolta, dall’infinito flusso della nostra fantasia, all’improvviso emerge qualcosa di inaspettato che, per quanto vago possa essere, sembra contenere una forma, un significato e, più importante, un’irresistibile carica poetica. Il senso di fulmineo riconoscimento grazie al quale trasciniamo questa immagine fino alla piena consapevolezza, rappresenta l’impulso iniziale di tutti gli atti creativi… Altre volte, devo ammetterlo, la creazione di un libro si trova nell’improvvisa e inspiegabile voglia di disegnare un certo tipo di coccodrillo”. Leo Lionni spiega così la nascita di un libro per bambini. L’artista, olandese di nascita, statunitense di formazione e italiano di adozione, arrivò alla scrittura dopo una lunga carriera nella pubblicità e nell’arte. La scrittura in Leo Lionni è un lavoro di immaginazione e creatività legata alla storia dell’arte moderna. Di questo grande autore oggi proponiamo “L’albero alfabeto”, una novità targata Babalibri.

 

Un tempo esisteva l’albero Alfabeto dove sulle foglie vivevano le lettere. Un giorno arrivò una tempesta che ne spazzò via alcune e spaventò le altre che decisero di nascondersi. Allora, l’insetto delle parole insegnò alle lettere a formare delle parole: «Se starete unite non ci sarà vento che potrà spazzarvi via!» E aveva ragione! Poi una mattina d’estate uno strano bruco comparve tra il fogliame. «Quanta confusione su questo albero», disse e insegnò alle parole come mettersi insieme per formare delle frasi. Ma la forza delle parole sta nel poter dire cose importanti e così…

Donne vincenti


Silvia Notarangelo

ROMA– “Cattive ragazze”, ovvero, “15 storie di donne audaci e creative”. Può sembrare un controsenso, ma non lo è. L’esplosiva e ironica graphic novel di Assia Petricelli e Sergio Riccardi (Sinnos Editrice) coglie nel segno: nell’immaginario collettivo chi sceglie di non omologarsi si schiera dalla parte sbagliata, dalla parte del “cattivo”. Eppure, basta sfogliare questo intelligente e accattivante volume per rendersi conto dell’importanza di portare avanti le proprie convinzioni, anche quando questo significa andare controcorrente o intraprendere delle battaglie che sembrano perse in partenza.
Protagoniste assolute, le donne. Per la precisione, quindici donne che hanno fatto della forza e della tenacia una vera filosofia di vita. Sono scrittrici, condottiere, scienziate, attiviste, cantanti, pittrici. In altre parole, donne in carne e ossa, lontane dagli stereotipi, indipendenti, coraggiose. Alcune conosciute, altre meno, ma tutte, seppur in tempi, luoghi e modi diversi, sono riuscite a lasciare la loro impronta nella storia.
La bellissima Hedy Lamarr era la diva più pagata di Hollywood ma anche un’eccezionale scienziata, a cui fu assegnato l’Oscar per i pionieri della scienza. Nellie Bly fu la prima giornalista d’inchiesta a indagare sotto copertura. Antonia Masanello fu l’unica donna a combattere nell’esercito dei Mille insieme a Garibaldi. Solo tre, delle quindici donne, che promettono di conquistarvi grazie alla loro energia e a quella particolare vena combattiva che le portò a sfidare la vita.
Nell’introduzione alla graphic novel, Cecilia D’Elia le definisce storie di libertà. “Probabilmente nessuna di queste donne si pensava eccezionale, ma tutte erano determinate. Così, vivendo la loro vita, hanno aperto strade nuove o mandato in frantumi tradizioni secolari”. Un’iniezione di ottimismo, dunque, per guardare al futuro attraverso gli occhi e le esperienze di chi, alla fine, ce l’ha fatta.
Destinata ai più giovani, ma non solo, “Cattive ragazze” inaugura “Leggimi Graphic”, la collana di Sinnos pensata per venire incontro anche a coloro che presentano problemi di dislessia o difficoltà nella lettura.

Novità dalle Edizioni Coccole e Caccole

ROMALe Edizioni Coccole e Caccole presentano diverse novità nella collana I Quaderni della Scuola; tra queste c’è “Una bidella per amica”, il libro di Sandro Natalini con le illustrazioni di Antongionata Ferrari. Il racconto è un piccolo universo di personaggi femminili visti con gli occhi curiosi di un bambino nei cinque anni passati alla scuola Giuseppe Mazzini: bionde, brune, basse, magre, più larghe che lunghe, truccate come dive di holliwood, affettuose come nonnine, persino tatuate motocicliste… sono loro, le impavide eroine della scuola: le bidelle!

 

Invece, dalla penna del bravissimo Antonio Ferrara nasce “La maestra è un capitano” (illustrazioni di Anna Laura Cantone) Il racconto in prima persona di una coraggiosa maestra dei nostri giorni, alle prese con i mille impegni paralleli della professione e della vita privata. La nostra impavida e umanissima maestra, eroicamente, a volte in solitudine, affronta con la stessa intraprendenza i virus influenzali e la carenza di carta igienica, la convivenza e le tabelline… Sempre con entusiasmo, con tenera tenacia. Con un formidabile rispetto per i suoi bambini.

Edizioni Corsare, dalla parte dei bambini

PERUGIALe Edizioni Corsare nacquero nel 2000 con una collana, Scenica, dedicata al teatro contemporaneo, nata per far circolare nuove drammaturgie, nuove idee, nuove tematiche, nuove scritture. Da allora, la casa editrice di Perugia ne ha fatta di strada, tanto da avere oggi una proposta editoriale ampia e completa tutta dedicata ai ragazzi.

 

 

Tra le loro ultime pubblicazioni scopriamo “Fridolin” il libro con i testi e le illustrazioni di Sara Welponer. Una storia, dedicata ai bambini dai 3 anni in su, che parla di libertà e amicizia. Il protagonista, Fridolin, è un uccellino che vive in una gabbietta dove degli esseri grandi e senza piume gli portano ogni giorno da mangiare. In primavera la gabbietta di Fridolin viene messa sul balcone e lui vede il cielo per la prima volta. Degli esserini piumati come lui lo vanno a trovare e gli insegnano a cantare. Un giorno Fridolin si accorge che la porta della gabbietta è rimasta aperta e spicca il proprio volo verso la libertà.

 

Le parole di Giovanna Paesani e le immagini di Elisa Vitali danno vita a “La formica e il passaparola” (dai 5 anni), un divertente testo in rima per giocare con le parole e con il cambio delle consonanti che ne trasforma totalmente il significato. Che succede se una formica dice all’orecchio di una coccinella che sussurra a un grillo, che riporta a un ragno… un messaggio per un lombrico? Succede che il messaggio iniziale diventa tutt’altro e che il lombrico si offende.

 

Chiudiamo la nostra carrellata nel mondo delle Edizioni Corsare con “La bambina che ascoltava gli alberi”, il libro di Maria Loretta Giraldo e le incisioni di Cristina Pieropan. Questo libro è un libro speciale. Le pagine sono sospese in un’atmosfera rarefatta, fuori del tempo. Un omaggio al silenzio e all’ascolto, compagni inseparabili, e alle discrete presenze che ci guardano agitarci dall’alto dei loro rami.

Bologna Children’s Book Fair, l’appuntamento con l’editoria per ragazzi compie 50 anni

BOLOGNA Bologna Children’s Book Fair, la Fiera del Libro per Ragazzi, in programma a Bologna fino a giovedì 28 marzo, festeggia quest’anno il suo 50 anniversario con tante novità e iniziative. Prima fra tutte il numero degli espositori, 1.200 provenienti da 75 Paesi, poi, con una caratteristica che rende questa manifestazione unica al mondo: la capacità di essere allo stesso tempo un grande mercato di copyright e un attore protagonista della crescita e della promozione culturale.

Era il 4 aprile 1964 quando a Palazzo Re Enzo si inaugurò la prima edizione della FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI e iniziò la bellissima storia di un appuntamento che non ha eguali nel mondo. 44 gli espositori di quella prima edizione che sarebbero diventati 400 nel 1974 e oltre 1.000 dagli  anni ’90. Un trend di crescita nelle presenze entusiasmante che proiettò la fiera sulla scena internazionale trasformando la Fiera di Bologna nell’appuntamento di riferimento mondiale. “Editoria” e “Illustrazione” furono immediatamente i protagonisti di quella bellissima esperienza,  tanto che già nel 1966 la Fiera intuì di avere pieno titolo per istituire un Premio grafico, seguito già  nel 1967 dalla creazione della Mostra Illustratori. Le due iniziative – che attirarono immediatamente a Bologna calibri mondiali quali Bob Noorda, Maurice Sendak, Bruno Munari, Alan Fletcher, Milton  Glaser …. – scatenarono in poco tempo tra gli stand della Fiera un dibattito culturale alto e internazionale, facendo della manifestazione il teatro di incontro per autori, illustratori, studiosi che aspettavano l’appuntamento di primavera per confrontarsi con gli editori e per dar vita a progetti, storie, intrecci che hanno segnato la storia della letteratura e dell’illustrazione per ragazzi. Oggi la FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI si presenta con lo “smalto” dell’esordio, arricchita delle tante iniziative che negli anni sono andate a completare la proposta espositiva e delle novità che costellano lo spazio dei libri per i giovani lettori, dalle ultimissime tendenze del racconto e dell’illustrazione alle sfide dell’editoria digitale, dalla riscoperta di grandi matite del passato all’esplorazione di nuovi confini di espressività.

 

Scarica QUI il Programma della manifestazione.

 

“Confessioni di un gatto killer”, Tuffy Tuffy…

ROMA “Okay, okay. Ho ucciso io quell’uccello. Per amor del cielo, sono un gatto. In fondo è il mio lavoro.”
Il gatto in questione è Tuffy, sagace felino dall’animo irriverente che si diverte a impaurire chi lo circonda. Tuffy è il protagonista della felice penna di Anne Fine, autrice di “Confessioni di un gatto killer” il libro illustrato da Andrea Musso e pubblicato dalle Edizioni Sonda.

 

Tuffy vive in una graziosa casetta insieme alla padroncina Ellie e alla sua famiglia ma, da qualche tempo a questa parte, tutti si rivolgono a lui con un’espressione delusa e con termini quali: “come hai potuto?”, “Perché fai questo?” e continui rimproveri. Ma a Tuffy questo non interessa, lui sa di essere un gatto e sa che Ellie è una personcina ipersensibile: lo difende a spada tratta ma piange per qualsiasi cosa! Non è mica colpa di Tuffy se in una settimana, dopo aver portato in casa un uccellino morto, entra in cucina con Tippete, il coniglio dei vicini. E questa volta non è per un gioco, Tippete è senza vita e quasi irriconoscibile. Cosa sarà successo? Tuffy è così cattivo come sembra?

 

Anne Fine riesce ad architettare una storia davvero divertente in cui l’astuzia di un gatto esalta gli elementi pedagogici di un racconto fatto di amicizia, affetto e sincerità.

Conoscere la “Storia dell’immondizia” per migliorare il mondo.

ROMA – L’immondizia esiste da sempre e sempre esisterà. L’uomo utilizza tanti prodotti e questi devono essere smaltiti in qualche maniera. Durante la storia dell’umanità, la tipologia dei rifiuti è cambiata: dalle prime discariche, rivenute in Cina, e gli avanzi dei mammut alle latrine costruite durante il Medioevo alle nuove frontiere del riciclo dei rifiuti: quello descritto in “Storia dell’immondizia” di Mirco Maselli (autore e illustratore del libro), edito da Editoriale Scienza, è un viaggio che accompagna i giovani lettori alla scoperta di un aspetto interessante e imprescindibile della storia dell’umanità. L’econauta Maurice La Nature e il suo fido Rubby ci accompagnano nel percorso temporale, analizzando usi e costumi di diverse epoche, proiettandoci anche nel futuro, oltre le frontiere dello smaltimento dei rifiuti e dei nuovi utilizzi che se ne possono fare. Perché non si è mai troppo grandi per imparare a prendersi cura del nostro pianeta Terra.