Giulia Siena
ROMA – Roma è un viaggio. Roma è un percorso nella storia, un’escursione nei fasti del passato e una piacevole passeggiata nella complessità presente. Roma contiene un po’ tutto quello che potrebbe riservarci il futuro e raccoglie le gioie e le difficoltà del quotidiano. Roma è italiana, Roma è multietnica. Roma è cattolica, papalina, liberale e laica. Roma è molto più di una città; è un mosaico di emozioni, lotte, opportunità, ingiustizie, speranze, sogni, vite, odori, ritardi, realtà e luoghi. I luoghi sono quello che di Roma rimane e rimarrà, lo scenario su cui, da secoli, si è mossa la storia. I luoghi, che oggi testimoniano le evoluzioni e i naturali cambiamenti che la capitale italiana ha subito negli anni, sono anche all’esterno delle canoniche rotte turistiche e vengono esplorati e descritti in “Guida alla Roma ribelle”. Scritto da Rosa e Viola Mordenti, Lorenzo Sansonetti e Giuliano Santoro, il libro pubblicato nella collana Finestre della Voland (nella stessa collana anche “Guida alla Parigi ribelle” e “Guida alla Barcellona ribelle”) vuole raccontare luoghi, personaggi ed eventi calanti nel proprio contesto storico. Questo ha permesso agli autori di rapportarsi “con la storia e le storie senza nostalgia né distacco, a contestualizzare il passato senza archiviarlo né trasformarlo in un feticcio, a pensare alla memoria facendola vivere nella città che abitiamo ai giorni nostri”.
“Guida alla Roma ribelle” da semplice libro diventa, così, un manuale, una guida e un compagno di viaggio per esplorare i rioni e i quartieri popolari della città, gli edifici, i palazzi e i monumenti, le piazze borghesi e quelle della rivolta. Si parte da Piazza del Popolo, la piazza che accolse l’abbraccio e il monito di Martin Lutero: “Ti saluto, Roma santa! Sì, veramente santa a motivo dei santi martiri del cui sangue grondi!”; la piazza ricordata da Jack Kerouac per il bellissimo dipinto di Caravaggio custodito a pochi passa da li, nella chiesa di Santa Maria del Popolo. Si cammina poi verso via dell’Oca di Elsa Morante, passando per via Margutta di Picasso e attraversando via Condotti e i fasti de Il Caffè Greco. Si costeggia il Lungotevere e si arriva a Campo de’ Fiori, “la piazza del libero pensiero”, il luogo simbolo della Roma libertaria; qui si incontrano personaggi come Cristina di Svezia, Giorgio Labò e Gianfranco Mattei. Continua il viaggio e si ricordano i duecentottantaquattro anni di cultura del Teatro Valle, l’antico “nasone” (fontana) del Pantheon e i drammi e il fascino del Ghetto. Si sale la scalinata del Campidoglio e si conosce Violet Albina Gibson, si passa alla dolce malinconia e ricchezza della Basilica di Massenzio per poi arrivare nel quartiere Monti. Si arriva alla casa natale di Guillaume Apollinaire, alle strade di Mario Monicelli e nella chiesa di Sigmund Freud, San Pietro in Vincoli. Saliamo verso Porta Pia, attraversiamo la fascinosa via Veneto di Kurt Cobain e arriviamo alla stazione Termini raccontata da Daounda Sanogo, un uomo qualsiasi. Ripartiamo dalla multietnica Piazza Vittorio, attraversiamo via Tasso per poi cambiare del tutto scenario. Oltrepassiamo il Tevere e siamo alle porte del Vaticano, nella contraddittoria via di Porta Castello, nell’ex Cinema Castello, negli anni sede del locale Muccassassina (anni ’90), centro stampa dell’Agenzia romana del Giubileo (2000) e attuale sede di una università “improntata alla conoscenza e alla diffusione della verità”. Attraversiamo i Borghi, via Cola di Rienzo e giungiamo a piazza Risorgimento, accorgendoci che è tutto qui, in questi metri percorsi, che si racchiude il fulcro della Roma controversa che affascina e intimorisce. Prima di continuare il nostro viaggio che ci porterà nuovamente oltre il fiume, tra Trastevere, Testaccio, Monte Sacro, San Lorenzo e poi fuori dai rioni fino a Pietralata, San Basilio, Centocelle e Ardeatino, ci fermiamo ad ammirare una Roma che continua a raccontare, una Roma ribelle che prima di partire con la fiumana di parole ha solo bisogno che qualcuno le chieda: Roma, perché ribelle? Allora partirà il viaggio, uno splendido itinerario tra ricordi, curiosità e storie inattese.
“Attraversare i luoghi, ascoltare le storie che li raccontano e individuare linee di confine, raccogliere le voci di chi vive in un posto o di chi lo narra: è stato un metodo di lavoro, un modo di costruire relazioni, analogie e differenze della Roma che non si è mai piegata alle logiche dei poteri”.