Alessia Sità
ROMA – “Non mi era mai apparso tanto violento, brutale e attraente, il paesaggio. Lo scoprivo ai miei occhi con una spontaneità di immagini che ancora mi sorprende.”
(Lettera di Giuseppe Ungaretti scritta da San Paolo a Bruna Bianco).
Sono proprio i versi di Giuseppe Ungaretti a fare da sfondo alla straordinaria storia di Nico, un ragazzo romano che sta per laurearsi in letteratura con una tesi proprio sul poeta di Alessandria d’Egitto. Improvvisamente, però, la tranquilla esistenza del giovane viene stravolta dalla sconcertante scoperta di essere il figlio biologico di un ‘donatore misterioso’.
Inizia così “Per dirmi che sei fuoco”, il romanzo di Fabrizio Falconi pubblicato da Gaffi Editore in Roma, nella collana Godot.
Il pretesto narrativo è fornito da una reale inchiesta giornalistica – realizzata qualche anno fa dall’autore – sui bimbi nati in ‘provetta’ negli anni ’80 e sulle difficoltà, riscontrate da molti, ad accettare l’idea di essere figli di ‘anonimi donatori’.
Attraverso gli archivi della banca del seme di Amsterdam, Nico riesce a raccogliere le informazioni necessarie che lo metteranno sulle tracce di Michele, un rivoluzionario ecologista che da anni lotta contro le ecomafie in giro per tutta l’Europa. Il desiderio di incontrare il padre naturale, per dare finalmente un volto a un nome scritto su un pezzo di carta, spinge il ragazzo a intraprendere insieme alla fidanzata Valentina, una ricerca estenuante che lo porterà ad avventurarsi sulle montagne abruzzesi, sfidando ostacoli e pericoli di ogni tipo. A infittire sempre di più la trama, già ricca di avvenimenti, è anche l’arrivo di Brigitte, la sorella naturale di Nico. I due fratelli si ritroveranno a ricostruire insieme la storia di vita del padre, dopo che questi resterà gravemente ferito in seguito ad una delle sue ‘azioni dimostrative’. Qualche volta però, la verità ha un prezzo troppo alto da pagare, e i due ragazzi lo scopriranno a proprie spese.
Attraverso le vicende di Nico e l’esperienza di vita di Giuseppe Ungaretti, che diventa quasi il ‘cantore’ e il simbolo di una lunga peregrinazione umana, Fabrizio Falconi racconta e affronta, con straordinaria sensibilità, due importanti tematiche: la fecondazione artificiale e lo smaltimento illegale di rifiuti.