Alessia Sità
ROMA – ‘In mezzo alla statale 18, insomma, corre un mondo e una vita che fermenta come il mosto di una cattiva vendemmia. Qui c’è tutto quello che sta a sud di Gomorra.’
Così scrive il professore di Antropologia Culturale ed Etnologia, Mauro Francesco Minervino, nel suo libro “Statale 18” pubblicato nel 2010 da Fandango Libri.
La Salerno – Reggio Calabria non è semplicemente una strada statale, ma è una chiara testimonianza di un degrado che ormai consuma, logora e affligge sempre di più l’Italia. Questa striscia di asfalto, lunga 600 chilometri, è la traccia di una ‘gestione scriteriata delle coste cementificate’, dell’abusivismo, delle contraddizioni di una terra che deturpa la bellezza mozzafiato dei suoi panorami senza alcuna pietà.
‘Una strada su cui oggi si gioca la partita finale tra conservazione e ricostruzione, paese legale e paese nascosto, cosche e istituzioni, nella continua dialettica di un sud che va ricapitolato con impegno civile e narrato con autentica passione’.
L’intento dell’autore non è tanto quello di fare un semplice elenco delle macerie e del degrado, piuttosto si intuisce il desiderio – molto forte per chi ha amato e continua ad amare i propri luoghi – di capire da dove è possibile partire per ricostruire e conservare una terra che ha ancora tanto da offrire, ma che con desolazione molti abbandonano per l’incapacità di combattere contro la ‘mostrificazione’. Solo la natura riesce a ribellarsi a questo orrore e solo ‘se si incazzano i santi’ qualcuno inizia a pensare che bisogna agire per fermare lo scempio, che ha quasi del tutto soffocato una terra dove ‘i desideri fanno in fretta a passare e diventano ricordi’.
Minervino riesce a raccontare, in modo poetico, e nostalgico al punto giusto, una profonda ferita del meridione, ma allo stesso tempo sembra voler dare una nuova speranza per chi sogna un futuro diverso per la Calabria.
“Statale 18” di Mauro Francesco Minervino, Roma, Fandango, 15 euro