“I 10 Libri delle Donne”, le letture di Alessia

Alessia Sità
ROMA – In occasione della Festa delle donne ho voluto selezionare 10 Libri che parlano di donne: donne coraggiose, donne tormentate, donne innamorate… Spero che questa personale classifica possa essere un valido spunto di lettura e di riflessione
1. Se non ora quando di Eve Ensler, Piemme
2. Il quaderno di Maya di Allende Isabel, Feltrinelli
3. Le Donne del Peccato di Samar Al-mogren, Castelvecchi
4. Dieci Donne di Marcela Serrano, Feltrinelli
5. Un lungo Silenzio di Ángeles Caso, Marcos Y Marcos
6. Il Colore del Cuore di una Donna di Casey S. Leasure, Auralia edizioni
7. Antropologia di una ragazza di Hilary Thayer Hamann, Fandango
8. Un diamante da Tiffany di Karen Swan, Newton e Compton
9. Forte è la donna di Pinkola Estés Clarissa, Frassinelli
10. Martha Quest di Doris Lessing, Feltrinelli

 

 

10 Libri delle Donne: le letture di Sara Deodati

ROMA – Sono molte le donne dell’editoria che hanno accettato l’invito di ChronicaLibri in vista dell’8 marzo. Il nostro giornale ha voluto aprire le sue pagine telematiche alle donne che ogni giorno lavorano alla pubblicazione di un libro.
Sara Deodati, ufficio stampa della Casini Editore, ci suggerisce i suoi 10 Libri delle Donne.

1. Antonia Arslan, La masseria delle allodole
2. Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio
3. Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi Contini
4. Gustave Flaubert, Emma Bovary
5. Anna Frank, Il diario
6. Gabriel Garcia Marquez, L’amore ai tempi del colera
7. Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere
8. Alberto Moravia, Gli indifferenti
9. Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran
10. Bram Stoker, Dracula

 

10 Libri delle Donne, le letture di Lara

ROMA Lara Tini Brunozzi,  operatrice editoriale della romana ATS Italia, ci suggerisce i suoi 10 Libri delle Donne.

1. Il sesso inutile di Oriana Fallaci
2. Il linguaggio segreto dei fiori di Diffenbaugh Vanessa
3. Un uomo di Oriana Fallaci
4. I love shopping di Sophie Kinsella
5. I passi dell’amore di Nicolas Sparks
6. Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci
7. Un diamante da Tiffany di Karen Swan
8. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano
9. La Cappella Sistina. Una visita per immagini di Sonia Gallico
10. Caravaggio. Un artista per immagini di Andrea Pomella

Eroina tra “Eroine”: Claude Cahun

Silvia Notarangelo
ROMAClaude Cahun è artista complessa ed eclettica, ma anche indomita contestatrice, pronta ad impegnarsi attivamente prima nel movimento surrealista, più tardi, nella Resistenza.
Sono la storia e il mito a suggerirle la scelta delle sue “Eroine”, una singolare raccolta di ritratti femminili pubblicata da :duepunti edizioni.
Fuori dagli schemi e capaci di ribaltare qualsiasi aspettativa, le donne che ci restituisce la Cahun sono estreme, impetuose, votate alla ribellione e incuranti del dolore. La libertà da ogni forma di condizionamento e di morale è, per loro, condizione imprescindibile. Così, il piegarsi ad amori assoluti e, spesso, controversi, le umiliazioni e le prevaricazioni subite, diventano strumenti per affermare se stesse e la propria forza.
Tra le protagoniste c’è Elena, una giovane sposa che sa di essere brutta ma prova a dimenticarlo. Non si tira mai indietro, persino quando si tratta di allenarsi con esercizi di seduzione per accontentare il suo Menelao. Tutto però ha un limite e, con il tempo, Elena decide di dire basta per vivere finalmente come desidera. Una Cenerentola sottomessa e gelosa del suo vestito da sguattera, si rassegna, invece, a sposare un principe che la vuole dominatrice, altezzosa e con tacchi a spillo. Ma è proprio dall’andare contro il proprio istinto, dal violentare la propria natura, che la principessa trae un’inaspettata felicità. Una felicità che sembra non conoscere Salomè, sprezzante verso la vita e verso tutti quelli artisti che si sforzano di riprodurla fedelmente. Non c’è nessuna differenza, per lei, tra l’arte e la vita, una vale l’altra. E niente, neppure la testa decapitata di Giovanni Battista, riesce a turbare la sua “carne insensibile”.
Vite immaginarie di donne forti e consapevoli, talvolta risolute, talvolta stravaganti, ma incredibilmente vere.

L’Editoriale: Noi che leggiamo ancora

Giulia Siena
ROMA
– “Togliete i libri alle donne, torneranno a fare figli” era il titolo di un articolo di ieri, mercoledì 30 novembre 2011, su Libero. Tale quotidiano nazionale conta più di 400.000 lettori e due redazioni, a Milano e Roma, nelle quali molte professioniste nel campo giornalistico ricoprono incarichi importanti. Superfluo dire che spesso a questi incarichi si arriva grazie ai libri (soprattutto per le donne!). Proprio sulle pagine di questa testata Camillo Langone (giornalista dalle origine lucane e peregrino al Nord), ha voluto illustrare la sua ingegnosa tesi sul rapporto che esiste tra l’alto tasso di istruzione delle donne e il basso tasso di natalità.  Langone aveva cominciato così bene l’articolo, aveva evidenziato tutte le difficoltà che oggi si trova a fronteggiare chi ricopre il ruolo genitoriale… poi la sua vena da “sincero xenofobo” ha preso il sopravvento. La sua “ricetta” per rimediare all’invasione degli immigrati che fanno molti più figli degli uteri italici è semplice: “se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà”. Allora togliamo i libri alle donne. Per colpa dei libri le donne aspettano i 31 anni (età media) per riprodursi. Per colpa dei libri tutte vogliono la propria autonomia, il proprio lavoro, la propria indipendenza.

E io che leggo tre o quattro libri a settimana, dirigo un giornale con cinque donne (che a loro volta leggono ogni giorno) mi sento di dire che oltre a leggere riusciamo anche a pensare, scrivere, lavorare. Mi sento di dire che oggi la donna è ostacolata in tutto e, proprio per la sua sensibilità “materna”, viene spesso delegata a mansioni che il maschio non accetterebbe mai; nel mondo del lavoro e nei ruoli sociali per la donna l’esperienza non è mai abbastanza. Se Langone fosse stata una donna un articolo così offensivo sulle capacità e i comportamenti che dovrebbe tenere un maschio non sarebbe mai comparso. Mi spiace dirlo, ma se ci sono uomini che la pensano così è perché esiste – e tutti fanno finta di non vederla – una società in regresso. Una società nella quale il maschilismo può prendersi gioco della donna e avere la pretesa che tutto sia normale. Ora dove sono le donne che urlavano “Se non ora quando?” E’ sempre ora per difendere le proprie scelte. E’ sempre l’ora di difendere la cultura e la dignità delle donne.

Piemme: "Falli soffrire 2.0. Gli uomini preferiscono le stronze. La versione aggiornata"

Alessia Sità

ROMA Al giorno d’oggi, riuscire a costruire una relazione duratura e solida, che vada oltre il primo appuntamento o la routine quotidiana, non è una cosa semplice.
Se siete stanche di elemosinare misere attenzioni da chi è troppo preso solo da se stesso, “Falli soffrire 2.0” di Sherry Argov, pubblicato nel 2011 da Piemme, fa proprio al caso vostro. Troverete ottimi spunti di riflessione sul perché gli uomini, in realtà, preferiscono le stronze.
Attraverso una serie interviste, che l’autrice riporta, si intuisce quanto sia fondamentale per le donne riuscire ad acquisire maggiore sicurezza nei rapporti sentimentali. Talvolta, mettere da parte la ‘brava ragazza’ che è in noi non può che essere un bene.
Se lui non chiama, non preoccupatevi cercando di capire che cosa sia successo o se avete fatto qualcosa di sbagliato, piuttosto coltivate altri interessi. La prima legge del fascino dice che tutto quello a cui nella vita le persone danno la caccia, fugge”. La stessa regola vale anche per gli uomini. “Comportatevi come un dono del cielo e lo trasformerete in devoto credente”. La Argov, però, ci ricorda che essere “stronze” non vuol dire essere maleducate o cattive, ma indipendenti e fiere di mantenere la propria dignità sempre al primo posto. Il successo in amore non si raggiunge curando l’aspetto esteriore, ovviamente anche quello conta, ma la carta vincente, che ogni donna dovrebbe giocare, è quella dell’atteggiamento. Essere uno ‘stimolo intellettuale’ è la caratteristica che gli uomini trovano più attraente. “Una donna viene percepita come uno stimolo intellettuale nella misura in cui l’uomo non sente di avere il cento per cento del controllo su di lei”. Basta mollare le amiche o passare le ore a fare e a rifare trucco e parrucco prima di un appuntamento! Il segreto per piacere veramente all’uomo dei vostri sogni consiste essenzialmente nella vostra personalità, “pensate sempre con la vostra testa e ignorate chiunque tenti di definirvi in termini limitativi”.

“Falli soffrire 2.0 ” non vuole essere una guida su come vendicarsi di chi vi ha spezzato il cuore, ma una sorta di vademecum su come migliorare il proprio comportamento con l’altro sesso, senza dover rinunciare alla propria individualità e alle proprie abitudini.

Con uno stile brillante e spiritoso, Sherry Argov ci regala tante dritte intelligenti per capire quali errori bisogna evitare nel rapporto di coppia per essere realmente felici e soddisfatte.

Il "Libro Verde" di Gheddafi, una risposta concreta ai problemi del mondo?

Marianna Abbate
ROMA – Sapevate che la democrazia in realtà è una tirannide? Che il Referendum è una frode democratica? Che l’istruzione nelle scuole è una coercitiva pratica della dittatura?

Il “Libro Verde” del  Colonnello Gheddafi (1975) ci illumina la strada della libertà e fa cadere quel velo di Maya che non ci permette di guardare oggettivamente la realtà.
Già dalla copertina comprendiamo l’eccellenza dell’opera del leader libico che si propone di risolvere il problema della democrazia e il problema economico del mondo sviluppando in conclusione la Terza Teoria Universale che ci guarirà dai mali del mondo!
Ma andiamo per gradi e approfondiamo la conoscenza di questa illuminata teoria.
In primo luogo affrontiamo il tema della democrazia, che come apprendiamo dalle prime pagine del libro è una tirannia mascherata.
O Ateniesi, e voi che v’illudevate di aver sviluppato un sistema politico equo e innovativo, ascoltate le parole del Colonnello e riconoscete la rivoluzionarietà del suo pensiero!
Orbene, è chiaro che in una democrazia a governare è il Parlamento. Ma che cos’è il Parlamento se non la rappresentanza di una parte della popolazione? Il governo viene infatti scelto con il 51% dei consensi, è dunque chiaro che il restante 49% non si senta rappresentato e viva dunque sotto un potere che reputa ostile. Lo stesso vale per il partiti che, come indica il nome stesso sono di parte e non desiderano altro che vincere sugli avversari.
Per non parlare poi del Referendum che ci mostra una finta libertà, permettendo al cittadino di scegliere tra sole due opzioni : sì o no. Sarebbe giusto invece che ogni cittadino motivasse le sue scelte, giustificando le ragioni per le quali è contrario o a favore di un determinato provvedimento. Ma non perdiamo tempo occupandoci del Referendum che serve per promulgare leggi, quando il problema fondamentale è proprio che non bisogna codificare le leggi. La legge, infatti, cambia ogni qualvolta cambia il governo, e quello che fino a poco fa era lecito, cambiato il potere non lo sarà più. Bisogna pertanto affidarsi alla Religione, unica fonte della tradizione e del volere popolare e quindi unica norma da seguire.
Bisogna poi riconoscere che la Stampa usurpa un ruolo che non le si addice, e cioè quello di parlare a nome del popolo. Ognuno dovrebbe invece attenersi a parlare soltanto degli argomenti che lo riguardano, e quindi dedicarsi strettamente alla sua materia. Un medico parlerà di Medicina, un giurista di Giurisprudenza. A questo punto viene da chiederci se un politologo possa parlare di Politica, ma Gheddafi viene subito ad illuminarci informandoci che non deve esistere la politica perché è il popolo a detenere direttamente il potere, attraverso i Comitati Popolari. Ci presenta addirittura uno schema circolare nel quale dimostra la sovranità diretta del popolo.
Ecco spiegato perché il Colonnello tenga tanto a non essere chiamato Presidente, ma Leader: una guida spirituale fortemente voluta dal popolo, che incarna il volere del popolo. Perché, secondo Gheddafi, in questi Comitati Popolari regna magicamente la pace e tutti vanno d’accordo e vogliono la stessa cosa.
Passiamo poi alla seconda parte del libro che dovrebbe risolvere il problema economico del mondo. Orbene tutti i salariati sono sostanzialmente degli schiavi, perché sono costretti a scambiare il loro lavoro con del vile denaro. E qui il Colonnello torna a deliziarci con una nuova teoria progressista che essenzialmente propone il ritorno al baratto.
Nell’ultima parte del libro continuiamo a documentarci sull’eclettico pensiero del Leader apprendendo interessanti notizie su praticamente qualunque argomento concerna la vita quotidiana: la Famiglia, la Tribù, la Musica  le Arti , lo Sport, l’Istruzione e quant’altro.
Mi soffermerò, invece, soltanto su quello che Gheddafi dice della Donna, perché probabilmente è dove la sua teoria raggiunge l’apice dell’illuminazione.
Sappiate dunque che, per gentile concessione, dal punto di vista umano la donna è uguale all’uomo. Tuttavia ci sono delle differenze fondamentali che fanno sì che i ruoli dell’uomo e della donna differiscano enormemente: la donna ogni mese ha il ciclo mestruale e l’uomo no. Inoltre la donna, quando non è indisposta è gravida e pertanto impedita (sic!), poi deve allattare, poi c’ha di nuovo il ciclo: insomma due, tre anni se li gioca. E’ una barbarie quindi costringere la donna a svolgere i compiti dell’uomo, d’altronde la donna è tenera, bella, facile al pianto e ha paura.
Concludo qui la mia dissertazione, anche se potrei continuare ancora a lungo, tanto per lasciarvi con queste perle di saggezza e invitarvi con insistenza a leggere con i vostri occhi le parole del governante di un paese così vicino al nostro. Troppo vicino.

"Garam Masala": quando cucinando si raccontan le favole.

Giulio Gasperini

ROMA – “Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina”. Banana Yoshimoto principiò così il suo primo romanzo, il suo capolavoro, Kitchen: uno degli incipit più sfolgoranti della letteratura di tutti i tempi. Ma anche una suprema verità: perché, in genere, non c’è luogo, in una casa, più accogliente della cucina. O, almeno, non c’era. Perché era il luogo del calore umano, delle padelle che sfrigolavano, delle bottiglie di vino che si stappavano, delle confessioni che si confessavano; quando magari i ritmi di vita eran più lenti, certo; quando si aveva tempo di fermarsi e di non costringersi a una corsa perenne.
In alcune società del mondo continua, la cucina, a rivestire questo ruolo di centro umano, di connettore di umanità.
E questo romanzo, pubblicato da una casa editrice milanese che ha fatto dell’Asia, delle sue storie e dei suoi scrittori (e scrittrici) la sua coraggiosa vocazione editoriale, la ObarraO edizioni, ne è un esempio. “Garam Masala” è una miscela indiana di spezie: perché questo romanzo, di Bulbul Sharma (2011), è, in realtà, una sorta di Decameron indiano, un rosario di novelle, di fiabe, inserite in una più ampia cornice. Alcune donne si ritrovano per cucinare in occasione di un funerale e, a turno, raccontano delle storie che le riguardano, o che riguardano persone a loro vicine, loro conoscenti.
Sono tutte storie che riguardano le donne e il cibo, le donne e le loro magie culinarie, le donne e le loro sapienza dosatrici d’ingredienti. Perché niente è speziato come la vita, tanto che in un racconto la protagonista ne prepara ben dei varianti, una per ogni tipo, perché ognuno ha i suoi gusti, ha le sue peculiarità da difendere. L’India è speziata, è sapida e saporita, è un magico e colorato calderone: se ne ritrovano tante, di Indie, in questo romanzo, ognuna declinata seguendo il percorso privato e personale di una donna, che sia la madre che vede tornare, dopo anni d’assenza, il figlio emigrato negli Stati Uniti per vivere più dignitosamente, sia quella che, consapevolmente, uccide col cibo il proprio marito, colpevole d’esser stato succube della madre. E mentre i preparativi per il pranzo del funerale vanno avanti, scanditi dalle varie azioni che si devono eseguire per pulire il riso, lavare e tagliere le verdure, le storie si dipanano, sollecitate dalla curiosità femminile, e rese più dolci e fragranti dalla confidenza che il rimestare ai fornelli magicamente sa concretare in ogni occasione.Tutte le vicende, insomma, son rese sapide dalle spezie, dal cibo, che dà vita e gioia; ma che, con le sue seduzioni e le sue esuberanze, può anche arrivare a uccidere.

I 10 Libri delle Donne

ROMA – Vi abbiamo accompagnato fino al Giorno della Donna consigliandovi i 10 titoli di libri che nella trama, nei personaggi e nelle situazioni hanno messo al centro l’essere umano da cui nasce la vita. 
Leggeteli per regalarvi le emozioni di grandi storie, donateli perché le buone letture vanno sempre condivise, consigliateli per riflettere insieme su tante nuove tematiche.
Questi i 10 Libri delle Donne:

1. Piccole donne, L. May Alcott
2. Per Lei, E. Lust
3. L’importanza di non capire tutto, G. Paley
4. L’abito di piume, B. Yoshimoto
5. Donne che amano troppo, R. Norwood
6. Antigua, vita mia, M. Serrano
7. Il meglio della vita, R. Jaffe
8. Tre donne forti, M. Ndiaye
9. Riprendetevi la faccia, B. Alberti
10. Quaderno proibito, A. de Céspedes

E per i prossimi 10 Libri quale tematica suggerite? 

Arianna Chieli e nadiolinda unite per "Obiettivo: maschio!", il primo manuale per cacciatrici metropolitane

Giulia Siena
ROMA “L’uomo è come il seno: va curato e sostenuto; altrimenti… crolla”, questa è la regola numero uno dell’indispensabile decalogo della cacciatrice metropolitana. “Obiettivo: maschio!”, pubblicato da B. C. Dalai editore, è il manuale scritto a quattro mani da Arianna Chieli e nadiolinda, le quali, per l’occasione, hanno indossato i panni ultrafashion di love coach. Il loro allenamento, fatto di regole, consigli, ordini, dritte di stile e osservazioni relazionali condurrà tutte le single sulla via dell’accoppiamento amoroso. Infatti, per innamorarsi bastano pochi secondi, otto secondo la scienza e bisogna sfruttarli alla perfezione per sedurre l’uomo individuato nella giungla metropolitana.
Ed è proprio qui, nella città moderna, che si muovono le 25 categorie di uomini: l’intellettuale represso e il single macrobiotico, il mammone negazionista e l’amico delle donne, poi il feticista, il maschio di cantiere, l’uomo di potere e tanti altri fino a quello più comune nella giungla, l’etero-perplesso. Attreverso questa divisione in categoria le donne sapranno individuare il loro tipo e comportarsi di conseguenza: come curare il proprio look per colpire l’uomo desiderato, quale icona di stile seguire, i libri da leggere, quali film vedere e cosa evitare.


“A voi, cacciatrici metropolitane.
Sexy, tenaci, orgogliose femmine urbane.
Affamate di carni, vogliose di pelle, in cerca di amore.
In amore, prima dei sentimenti, occorre avere stile.”


“Obiettivo: maschio! Il primo manuale per cacciatrici metropolitane” , Arianna Chieli e nadiolinda, Milano, B. C. Dalai Editore, 175 pp, 16 euro.