"Il vecchio che avanza", scampoli di politica e letteratura degli Anni Zero

Alessia Sità

ROMA –Non lascia dubbi il titolo, anche se è ambiguo: c’è un vecchio che avanza e questo non è solo l’autore. Non è la prima volta che si assiste a una restaurazione ma quella d’oggi rima troppo con reazione. Non ci mancano certo le rime a noi che facciamo politica come poesia. Avanza la disoccupazione, cui fa da avanguardia una straripante cassa integrazione. E per chi è a caccia di rime eccone un’altra: la demagogia sta sconfiggendo la democrazia”.
Così scrive Walter Pedullà nell’introduzione al suo libro “Il vecchio che avanza. Scampoli di politica e letteratura degli Anni Zero”, pubblicato dalle Edizioni Ponte Sisto. Con occhio ironico, l’emerito professore de “La Sapienza”, spazia fra politica e letteratura – due mondi apparentemente separati, ma in realtà molto simili – presentando una serie di saggi pubblicati negli ultimi dieci anni, che per le tematiche affrontate risultano sempre molto attuali.

Con entusiasmo e comicità, l’autore ripropone i classici antichi e moderni, passando in rassegna le autorevoli voci e lo stile di grandi scrittori e critici della nostra civiltà intellettuale: da Savino a Sciascia; da Tommaso Landolfi, il ‘narratore che mentiva a se stesso’ a Fenoglio; da Moravia a Bonaviri, ‘il narratore che mangiava pane e assoluto’; da Francesco De Sanctis a Giacomo Debenedetti. “Il Vecchio che avanza” ci regala capolavori letterari sconosciuti, come il racconto tratto dal “Codice di Perelà” di Aldo Palazzeschi. Il personaggio chiave della vicenda è Carlomignolo, ‘colui che dà la felicità col minimo’, l’unico a riuscire a possedere donna Giacomina, alla quale ‘la ciambella era venuta senza buco o quasi’. Attraverso questo ilare racconto, Pedullà paragona l’Italia alla nobildonna che ‘continua a desiderare azioni più profonde’. La conclusione cui si giunge è triste, ma anche terribilmente vera:‘è inutile pensare in grande, se gli uomini sono sempre più piccoli, sia nella politica che nella cultura’.
“Il Vecchio che avanza” non è solo un volume di critica militante, che ci obbliga ad una profonda riflessione sull’indegna condizione in cui versa, ormai da troppo tempo, il nostro Paese, ma è anche un’opera di attualità politica, culturale e letteraria, che attraverso i paradossi della nostra odierna società, mantiene sempre vivo e presente anche il passato .

"Brutte Notizie. Come l’Italia vera è scomparsa dalla tv"

Alessia Sità

ROMA – “Dov’è il Paese reale? Dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? Dov’è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare?”
Maria Luisa Busi, lo storico volto del Tg1 delle 20, spiega i giochi di potere e il il dietro le quinte dell’informazione televisiva nel suo libro: “Brutte Notizie. Come l’Italia vera è scomparsa dalla tv”, pubblicato da Rizzoli. La nota giornalista, che nel maggio scorso decise di rinunciare alla conduzione del tg di Minzolini, adesso ritorna alla ribalta per rivelare come il vero volto dell’Italia sia stato eliminato dal telegiornale più seguito, quello che dovrebbe raccontare la verità dei fatti, senza ricorrere a un’informazione che talvolta rischia di diventare mero intrattenimento.
Ripercorrendo la propria esperienza personale e professionale, la conduttrice descrive la progressiva decadenza di un’idea di giornale e di servizio pubblico. La vera faccia dell’Italia è sparita dai notiziari. La realtà viene costantemente deformata o taciuta. Le brutte notizie sono, quasi sempre, oscurate.
La Busi ridà, finalmente, voce agli invisibili: denuncia la situazione scandalosa dei terremotati de L’Aquila (il cui miracolo è avvenuto solo in televisione), punta il dito su come al Tg1 non vi sia più spazio per i cassintegrati dell’Alitalia, allo stesso modo denuncia la condizione delle donne, quella dei precari e dei disoccupati, senza dimenticare le tragiche vicende degli imprenditori del Nord Est vittime della recessione. Un racconto semplice e diretto che rivela, attraverso le piccole storie di gente comune, i grandi drammi quotidiani che attanagliano profondamente il nostro Paese.
Maria Luisa Busi, Brutte Notizie, Come l’Italia vera è scomparsa dalla tv. Rizzoli € 18,00