Giulio Gasperini
AOSTA – Le tribolazioni dell’ultimo Sijilmassi, il nuovo romanzo di Fouad Laroui (edito in Italia da Del Vecchio Editore e tradotto da Cristina Vezzaro) lascia subito senza fiato, fin dalle prime righe. “Un giorno, mentre si trovava a trentamila piedi di altitudine, Adam Sijilmassi si fede all’improvviso questa domanda: – Che ci faccio qui?”. Un incipit sensazionale per una storia che, fiorendo di pagina in pagina, conduce il lettore in una discesa vorticosa e chirurgica dentro la mente e l’anima di un uomo apparentemente “normale” e “comune” (sempre che questi due aggettivi significhino realmente qualcosa). Da quel momento, comodamente seduto su un Boeing della Lufthansa, mentre sorvola le Andamane, inizia un cammino di cambiamento e di travaglio interiore che porterà l’ultimo dei Sijilmassi all’unica scelta possibile in questo mondo nervoso e feroce: l’afasia.
Categoria: appuntamenti
Sjoerd Kuyper, “Hotel Grande A”: la voce di chi cresce
Giulia Siena
PARMA – Hotel Grande A. A come amore, affetti, avventura, A come una parola ancora tutta da scrivere. Eppure le lettere dell’insegna di questa struttura turistica sulle spiagge del Mare del Nord dovrebbero rimandare alla tranquillità e all’ozio, ma anch’esse, come Kos e la sua famiglia, stanno vivendo un momento difficile. Kos, il personaggio della penna di Sjoerd Kuyper – celebre e pluripremiato scrittore olandese -, ha vinto il campionato e ha buone possibilità di sfondare nel calcio, ma suo padre ha appena avuto un infarto.
Einaudi: “Il tramonto del liberalismo occidentale” di Edward Luce. Traduzione di Chiara Melloni
Daniela Distefano
CATANIA – “Non cadete dunque nei cliché in voga. La globalizzazione ha sottratto alla fame miliardi di esseri umani, in Asia, America Latina e in qualche misura anche in Africa, nella più straordinaria stagione di sconfitta della miseria, 1970 – 2000, che la storia ricordi. Ma nel ceto medio e nella classe operaia, da Torino a Detroit, questo successo internazionale s’è scontrato con la riduzione del benessere e dello status sociale che ha scatenato risentimento contro “globalisti e europeisti”, Clinton, Prodi, Bush, Obama, Blair…”
Queste parole appartengono al giornalista Gianni Riotta nell’Introduzione al volume Il tramonto del liberalismo occidentale (Einaudi) di Edward Luce. Un testo che parla di crisi non solo economica e di geopolitica in una forma accattivante, pungente, puntuale.
ContinuaDall’11 al 16 novembre torna Libriamoci, Giornate di lettura nelle scuole
BOLOGNA – Da lunedì 11 a sabato 16 novembre riparte Libriamoci, Giornate di lettura nelle scuole, la campagna di promozione della lettura del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e dalla Direzione Generale per lo Studente del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che coinvolge quest’anno già 250.000 studenti in Italia e nelle scuole italiane all’estero, un numero destinato a crescere e che già rappresenta il 10 % in più rispetto allo stesso periodo della scorsa edizione. In aumento anche i lettori volontari, ad oggi oltre 400, tra scrittori, giornalisti, attori, membri di associazioni culturali, bibliotecari e privati cittadini. Una settimana ricca quindi di storie, libri e avventure che prenderà ufficialmente il via presso l’Auditorium Unipol Enea Mazzoli di Bologna con l’evento inaugurale realizzato dal Centro per il libro e la lettura in collaborazione con il Gruppo Unipol.
ContinuaPonte Alle Grazie: “Assemblea” di Michael Hardt e Antonio Negri
Daniela Distefano
CATANIA – “Che cosa significa “dal basso”? Significa, in primo luogo definire il potere dalla prospettiva dei subordinati, la cui conoscenza si trasforma attraverso la resistenza e le lotte di liberazione dal dominio di coloro che sono “in alto”. Chi sta in basso possiede una conoscenza più completa della totalità sociale, un vero e proprio dono che può essere utilizzato da un’impresa moltitudinaria come punto di partenza per costruire il comune. Dal basso indica anche una traiettoria politica: un progetto istituzionale che ha non solo la forza di sovvertire il comando, ma anche la capacità di costruire politicamente una società alternativa”.
Assemblea (Ponte Alle Grazie) di Michael Hardt e Antonio Negri è un volume destinato ad aprire un dibattito-fiume sulle pratiche teoriche del pensiero economico moderno. Il titolo originale in inglese del libro gioca sul doppio senso della parola Assembly, che indica sia l’assemblea che la composizione di elementi – il “concatenamento macchinico” – fuori e dentro le nuove catene di montaggio del lavoro globale.
Raffaello Cortina Editore: “Bisogna sempre dire la verità?” nel pensiero di Kant
Giulia Siena
PARMA – Parlare o tacere. Pronunciare il proprio pensiero o non farlo. Dire la verità a ogni costo o soprassedere. Correre il rischio di essere fraintesi parlando o instaurare il dubbio con il proprio silenzio. Un grande e antico dilemma quello che si affronta nel saggio Bisogna sempre dire la verità? del filosofo illuminista tedesco Immanuel Kant.
Il volume, curato da Andrea Tagliapietra (e pubblicato recentemente da Raffaello Cortina Editore), raccoglie i testi scritti da Kant tra il 1764 e il 1798. In queste pagine, al centro del pensiero kantiano, vi è una lunga e articolata riflessione attorno alla verità.
Eventi: Sjoerd Kuyper, cinque date nelle librerie del circuito Cleio
Giulia Siena
MILANO – Comincia oggi da Milano il tour italiano di Sjoerd Kuyper, uno tra i più prolifici autori olandesi per ragazzi. L’evento, promosso dal circuito di librerie indipendenti Cleio con il sostegno del Nederlands Letterendfonds, toccherà – oltre che Milano – altre quattro città italiane (Firenze, Bologna, Modena e Roma) e permetterà ai giovani lettori di conoscere dal vivo l’autore del pluripremiato Hotel Grande A. Il romanzo, edito dalla casa editrice La Nuova Frontiera, è stato vincitore del Premio ORBIL ed è entrato nella cinquina finalista del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2018 e del Premio Biblioteche di Roma. Durante gli incontri, inoltre, verrà trasmesso il trailer ufficiale del film: Hotel Grande A, infatti, dalle pagine diventa pellicola e presto sarà nelle sale cinematografiche.
Per conoscere nel dettaglio il tour di Sjoerd Kuyper e il circuito delle librerie Cleio abbiamo intervistato Antonella De Simone.
“Io sono Bellaq”, un bambino contro la cecità del pregiudizio
Giulia Siena
PARMA – Bellaq Mostaganem ha nove anni, vive in Francia e ha un solo problema: il suo nome. Bellaq è un nome come un altro, non ha nulla in particolare – penserete – e non ha famosi esponenti che portano a spasso orgogliosi questo nome. E’ vero, avete ragione, è un nome poco conosciuto e poco diffuso; alla sua nascita, i genitori del ragazzo, avevano optato per Bilal, poi, lì all’anagrafe, c’è stato un errore e il nome che ne è venuto fuori è proprio questo: Bellaq. Nessuno ha più fatto caso a questo nome fino ad oggi, quando degli uomini incappucciati scesi da un elicottero hanno fatto irruzione nella scuola Jean-Moulin.
“Scrivere per Amore”, da Premio Letterario a Festival per celebrare l’amore per i libri
VERONA – L’amore vissuto e quello virtuale, l’amore platonico, quello sentimentale e quello carnale, la passione, l’innamoramento e la follia amorosa, l’amore coniugale e il dramma familiare: da 23 edizioni il Premio letterario internazionale Scrivere per Amore racconta a Verona la forza e la complessità del legame amoroso nella città dell’amore, Verona. Il premio è ideato e promosso dal Club di Giulietta che da anni cura il mito shakespeariano e il fenomeno epistolare delle lettere a Giulietta: «Proprio qui, dove da sempre si narra la storia degli amanti più famosi della letteratura – afferma la presidente Giovanna Tamassia – nasce un festival dedicato alla scrittura per amore nelle sue più varie declinazioni». Uno slancio che si è rafforzato incrociando il percorso con Fondazione Pordenonelegge che negli ultimi anni ha alimentato di ulteriori contenuti l’indagine appassionata intorno al tema amoroso.
ContinuaIl Seme Bianco: “La prospettiva dell’assassino” di Fabio Marricchi
Daniela Distefano
CATANIA – “Il lettore Walter si tiene all’apposito sostegno dell’autobus numero trentadue ed è concentrato su una delle prime righe del libro che ha iniziato a leggere. Mezzo intontito dal caldo, dai movimenti ondulatori dell’Irisbus, che affronta tappeti di sampietrini, il lettore è rimasto incantato dalla frase “l’oleandro adombrava lo spicchio di marciapiede davanti casa sua”. E si è immaginato il perché del termine adombrare. Ombreggiare è un conto (così pensava mentre una curva quasi lo buttava per terra) adombrare è un altro. Ombreggia fa pensare a “fa ombra”. Adombra fa pensare ad altro, segnala qualcosa di nascosto. Walter pensa che lo scrittore del libro non vuole dire semplicemente che fa ombra, ma vuole dire che magari una determinata cosa sta per accadere o è accaduta a causa dell’oleandro che adombra”.
Questo brano fa parte del racconto La prospettiva dell’assassino, da cui prende il titolo una raccolta di nove brevi storie (edita da Il Seme Bianco) che sono “Il macinacaffè elettrico”; “Il catalogatore”; ”L’incantatrice di gabbiani”; “Si torna a casa”; “Il mondo è questo”; ”Scuola di periferia”; “Virginia”; “Troppa vita”; e per l’appunto:“La prospettiva dell’assassino”. L’autore, Fabio Marricchi, ci propone una polenta di sconcerti, di illusi personaggi che trovano sfogo solo nella meccanicità dell’essere. Protagonisti che compiono azioni automatiche, o si gingillano in contropiedi concettuali, pur di sviare il baratro della solitudine, dell’alienazione, della incomunicabilità umana. Se traballa la fiducia nella familiarità che ci circonda sin dal primo vagito, interviene la valvola di sicurezza delle persone perdute, si cataloga la vita, ci si permette una devianza, si macera un tributo alle passioni, ci si disperde nel mare di scabbia sentimentale. E poi si affonda, ma lentamente, avendo tutto il tempo per pensare a come trascorrere gli ultimi istanti di lucidità. Il loro è un rifiuto da vili, non si lotta per i propri ideali, non c’è alcun ideale. Nessun combattimento eroico, nessun vincitore, solo il ronzìo di un apparecchio elettrico che sottolinea il nostro punto d’approdo nel nulla, nella fragilità. In un stile ben prefigurato, in una lingua che sembra trasudare venature polpose, l’autore sguazza tra storie che inceneriscono le colonne del nostro Tempio interiore, dove un baluginìo è segno di un bellissimo, martoriato, tramonto di ogni sogno.
Fabio Marricchi è nato a Roma nel 1957. Giornalista, cronista per diverse testate e addetto stampa. È laureato in Lettere e in Scienze della Comunicazione. Due suoi racconti sono arrivati in finale nei concorsi letterari di Carta Carbone, a Treviso nel 2015 e Premio Zeno, a Salerno nel 2017. Nel 2018 ha pubblicato un micro racconto in un’antologia curata da una casa editrice romana.