Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica, a Roma fino a giovedì 25 luglio

letteratura_ebraica_rmROMA Un paese per giovani. E’ questo il tema della sesta edizione del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica in programma a Roma fino a giovedì 25 luglio. Un paese per giovani perché sottolinea l’intenzione del festival di valorizzare le nuove energie e le nuove idee, la creatività, la capacità di accogliere le nuove sfide della modernità, pur nell’inquietudine e nella fragilità, sempre ricche di potenzialità, che caratterizzano la gioventù. E da questo tema si è partiti sabato 20 con un grande evento, La Notte della Cabbalà, manifestazione inaugurale che ha dato il via alla kermesse che prenderà vita nella zona del Vecchio Ghetto Demolito, tra il lungotevere De’ Cenci e via del portico D’Ottavia e tra via Arenula e il Teatro di Marcello. La Cabbalà – che nasce e si sviluppa intorno al XII secolo – non ha mai cessato di essere una risorsa fondamentale per la lettura e la comprensione della tradizione ebraica e del mondo in generale. Gli argomenti trattati dalla Cabbalà sono vastissimi: si parte dalla Creazione del mondo e dall’essenza stessa di Dio per arrivare ai rapporti sociali tra gli uomini e alla vita quotidiana di ognuno di noi. Per questo motivo, anche oggi, è uno degli ambiti dell’ebraismo che maggiormente affascina e attrae l’interesse di un pubblico non solamente religioso e non solamente di origine ebraica.
“Vogliamo che il medio oriente non sia visto solo come terra di conflitti – ha dichiarato Riccardo Pacifici, Presidente della comunità Ebraica di Roma, presentando il Festival – ma anche di dialogo tra i popoli, cui noi vorremmo dare il nostro piccolo contributo”

Il Festival, promosso e organizzato dalla Comunità Ebraica di Roma e curato da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann, ha un calendario ricco di appuntamenti, incontri letterari, proiezioni di film e documentari, concerti, mostre, visite guidate e degustazione di piatti kosher.

 

QUI il programma completo della manifestazione

Novità: “Rubare la vita agli altri” è un po’ il mestiere dell’attore

rubare la vita agli altriROMA“Il cielo sopra Taranto è azzurro, come in quasi tutte le altre città del mondo.
Ma il nostro tramonto è molto più bello.
Il perché l’ho saputo da un direttore della fotografia: ‘Sai chi dovete ringraziare per quel tramonto? I fumi dell’ILVA, che filtrano le rifrazioni della luce del sole’.
Per questo c’è quel rosso fuoco unico al mondo”.

 
Michele Riondino smette per un attimo i panni di attore e scrive. Ma forse i panni non li toglie, usa la sua esperienza di attore per raccontare la passione, il teatro. In “Rubare la vita agli altri”, pubblicato da Fandango, Riondino racconta il suo viaggio.
Michele nasce nel quartiere operaio Paolo VI di Taranto, tra i caseggiati bianchi costruiti a due passi dal più grande complesso siderurgico del Mediterraneo. I ragazzi che vivono tra quelle larghe strade desolate e i grigi casermoni di cemento sono i protagonisti di un’educazione alla vita. Le avventure adolescenziali hanno un sapore epico, la strada sa insegnare mille cose ma non turba e corrompe mai i loro sogni. Perché quello che più importa a quell’età sono le passioni: la poesia, la musica, il teatro. “La setta dei poeti estinti” nasce così, ispirandosi all’Attimo fuggente di Peter Weir. Nel gruppo c’è Michele, che compone testi, che ha imparato a suonare la chitarra e partecipa ai primi laboratori teatrali che si tengono in città. Ma non basta, serve altro. Un giorno a tavola, con la famiglia presente, comunica a tutti la sua decisione. Il padre è sorpreso, sognava un figlio all’università e invece, se le cose andranno bene, se lo ritroverà attore. Michele pensa in grande, Taranto gli sta stretta, vuole provare a cambiare il corso degli eventi, e un provino per l’Accademia “Silvio D’Amico” sembra l’occasione che aspettava. Riprenderà a respirare, una volta a Roma, accelerando e frenando un po’ per stare dietro a questa nuova vita. E il teatro, non resterà solo un’aspirazione ma la sua diventa una missione. Michele Riondino racconta la sua storia, quella di un ragazzo che ha scommesso sulle passioni vere, ripercorrendo il viaggio dalla periferia al centro, dal buio alla luce, dalla indecisione al successo.

“Dio, come ti Olio!”, una sfrenata passione per l’extravergine

dio-come-ti-olioLECCE“Dio come ti Olio!”, secondo volume della collana Dove c’è Gusto de Il Raggio Verde Edizioni, è un libro che parla di ricette e racconti legati all’olio extravergine di oliva. Grande protagonista del volume curato da Leda Cesari e fotografato da Bruno Barillari è questo ingrediente antico e prezioso che per le sue proprietà e la sua prosperità nella regione, è stato soprannominato “l’oro giallo di Puglia”. Infatti il libro è un racconto e un viaggio nella Puglia, regione che fin dall’antichità è stata uno dei territori simboli della produzione olivicola nazionale.
“Dio, come ti Olio!” fa un’ampia presentazione storica e burocratica (con le normative recenti) sull’olio extravergine di oliva quale alimento ed elemento di un patrimonio paesaggistico da valorizzare e tutelare. Inoltre, vengono proposte una serie di ricette che accostano la tradizione del cucinare in casa (Dio, come ti Olio! a casa) alla tendenza di mangiare fuori dalle mura domestiche (Dio, come ti Olio! al ristorante). Nascono così 45 ricette proposte da alcuni dei più interessanti chef del panorama gastronomico pugliese:  Andrea Catalano, Giovanni Curri, Donato Episcopo, Mario Falco, Alessio Gubello, Gegè Mangano, Alessandra Moschettini, Emanuele Natalizio, Franco Tornese e Ippazio Turco.

Il “Social Zoo” di Aldo Putignano

putignano-social-zooGiorgia Sbuelz
ROMA – Lorenzo è il misterioso protagonista di “Social Zoo”, romanzo di satira sulla scrittura presentato in una forma epistolare inconsueta: il destinatario, lo stesso Lorenzo, non risponde mai alle lettere che riceve, anzi se ne sbarazza cestinandole! A raccoglierle con solerzia sarà un sedicente filologo che provvederà a riorganizzarle in ordine cronologico operando dei tagli qua e là a seconda del proprio gusto.
Il risultato sorprendente di questo romanzo di Aldo Putignano, mente creativa ed editore di Homo Scrivens, è un collage vivace dei generi narrativi adoperati dalla scrittura moderna.
Il campionario è vasto e ben rappresentato da ogni personaggio: si passa dal giallo, dove il buffo e troppo scrupoloso Maresciallo Biglioffo indaga su un omicidio che deve ancora avvenire, al fantascientifico, dove tale Jeffrey Consuet, al secolo Goffredo Consueto, vuole,attraverso un romanzo dal titolo sibillino “Terrore dallo spazio profondo”, mettere in allarme l’intera umanità sul rischio di una presenza venusiana sul pianeta Terra. C’è Lucilla perennemente in cerca dell’ anima gemella, con le sue frasi a metà e l’uso/abuso dei punti interrogativi ed esclamativi, e Alberto Sanchez, che vuole diventare un narratore neoverista, per questo insegue un ignaro Personaggio reale, per far sì che il suo romanzo “si scriva da solo”, semplicemente riportando quella che crede essere la vita scialba e prevedibile di uno studente fuori corso di Giurisprudenza.
Tutti si rivolgono a Lorenzo, ma chi sia in realtà non lo scopriremo mai veramente. Mano a mano che si procede con la lettura appaiono indizi, o meglio piccoli segnali sul suo carattere schivo e riservato. L’amico Cesarone lo invita inutilmente a far baldoria in improbabili feste e veglioni di Capodanno siberiani da lui organizzati (il 22 di novembre!) e lo chiama “mistico asceta”; Mariolina Dolcetti gli sottopone trame sanguinolente, omicidi a profusione e sparatorie, per poi finire a lamentarsi di suo marito e di sua figlia e chiudere in tutta fretta le missive con un: “baci baci baci, Mariolina tua”.
C’è quello che il filologo redattore ribattezza “magister anonimus” che racconta in toccanti versi la sua solitudine esistenziale, si percepisce come uomo a metà, fino a capire che, in fin dei conti, dell’altra metà aveva più basilarmente bisogno. Incontriamo poi tutta una serie di personaggi che si contendono la paternità di una poesia sul mare in tempesta, legata dunque ad un sentire corale… indubbiamente fin troppo corale.
Lorenzo è imparziale con le risposte, a tutti concede solo il suo silenzio, lasciando così ai suoi mittenti la facoltà di interpretarlo liberamente. Un’interpretazione che il più delle volte non arriva, perché non importa cosa potrà rispondere Lorenzo, l’importante è scaricare il proprio ego, liberarsi attraverso la scrittura e, più spesso, far finta di praticarla.
Ecco perché alla fine il tutto si presenta come un gigantesco Social Zoo… dove le tipologie umane, come quelle narrative, fanno bella mostra di sé in gabbie che ne limitano la comunicazione reale, e tutto rimane apparente in un autoreferenzialismo costante, che di sociale ha ben poco.
Il dubbio sollevato da un altro personaggio, Enrica Camilleri con la sua tesi di dottorato, è che la scrittura possa far male al fisico e alla psiche. A sostegno della sua intuizione riporta una serie di illustri esempi come Rimbaud, Salinger, Svevo, che decidono di abbandonare la scrittura per “liberarsi dal morbo”, poiché il prezzo da pagare in termini di libertà e dipendenza sarebbe stato troppo alto.
E poi c’è Armida. L’unica che si rivolge veramente a Lorenzo, perché forse è l’unica che lo conosce bene. Armida consegna a mano i suoi biglietti, gli chiede come sta, lo rimprovera perché non sa cosa sia un telefonino, gli fa gli auguri di buon compleanno…
Armida che non sopporta più i silenzi di Lorenzo, che evidentemente non si accontenta di una comunicazione egoriferita, ma vuole di più, vuole entrare in contatto col suo destinatario, raggiungerlo realmente. E’ questo forse lo scopo della comunicazione? E quale quello della scrittura?

 

Putignano non tira le somme, non risponde a quesiti, si diverte e ci diverte offrendoci con intelligenza e tanta ironia una panoramica reale sulle dinamiche comunicative dell’individuo moderno, che passa dal “parlarsi addosso” allo “scriversi addosso” come se fosse un percorso obbligato. Un giro in chat, una scorsa al social network, un frettoloso sms e un altro slalom passivo attorno alle gabbie di questo immenso, variegato ma irresistibile Social Zoo.

“Guida Blu 2013”, tutto il mare che cerchi

Guida-Blu-20131ROMA – Quindici splendidi territori che coniugano con successo buon turismo e qualità ambientale. Sono le località balneari italiane di Sardegna, Puglia, Toscana, Sicilia, Basilicata, Campania e Liguria, che conquistano le 5 vele della “Guida Blu 2013” di Legambiente e Touring Club, per aver saputo puntare sull’ecoturismo. Il merito è quello di riuscire ad offrire vacanze da sogno e di qualità, grazie alla gestione sostenibile di un territorio d’eccellenza, alla salvaguardia del paesaggio, ai servizi offerti nel pieno rispetto dell’ambiente e all’enogastronomia di alto livello. Quest’anno a guidare la classifica delle località balneari premiate con le 5 vele è Posada (Nu), la cittadina sarda è la regina dell’estate 2013, seguita da Santa Marina Salina (Me) e Pollica (Sa) rispettivamente al secondo e terzo posto. Tra le new entry del 2013 Vernazza (Sp) al 12esimo posto, Otranto (Le) 13esima e Nardò (Le) che chiude la classifica delle migliori località. La Sardegna anche quest’anno si conferma la regione con il maggior numero di località a 4 e 5 vele (ben 18), seguita dalla Puglia (11) e dalla Toscana (9). Si confermano al top anche la Sicilia, la Liguria e la Campania che piazzano tra le prime 15 ben 4 località: San Vito Lo Capo (Tp) e Santa Maria Salina (Me), Vernazza (Sp) e Pollica (Sa). Bene anche la Basilicata con Maratea (Pz). Le località premiate si dimostrano essere esempi modello nel settore dell’ecoturismo in grado di far conoscere la forza e la bellezza dei territori italiani riuscendo a rilanciare l’economia locale.

 

“La Guida Blu – afferma Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano – è il risultato di una felice e longeva collaborazione con Legambiente. Lavorare insieme per fini e obiettivi comuni è, senza dubbio, il miglior modo per diffondere i valori condivisi e il prodotto che presentiamo oggi testimonia il desiderio di promuovere un turismo balneare sostenibile che tuteli il nostro paesaggio e le nostre coste. La Guida Blu, come ogni anno, non si limita a valutare le caratteristiche naturali ed ambientali delle spiagge italiane, ma vuole anche premiare quelle località che offrono un’accoglienza eccellente, combinando le bellezze del paesaggio con un’ottima gestione, la giusta accessibilità e i servizi accessori”.

La Guida Blu accontenta anche gli amanti dell’acqua dolce con la sezione dedicata alle località di lago e una classifica delle migliori località lacustri. Delle 75 località segnalate, sei hanno meritato le 5 vele. Capolista in questo caso è Tuoro sul Trasimeno (PG), sull’omonimo lago, che è riuscita negli anni a conciliare importanti flussi turistici con la tutela del paesaggio e di ambienti di grande valore naturalistico. In questo contesto ben si inserisce la scelta di favorire quelle pratiche sportive all’aria aperta che sono compatibili con l’ambiente e sono diventate occasioni di rinaturalizzazione di luoghi restituiti alla fruizione di abitanti e turisti. Secondo posto in classifica per Appiano sulla Strada del Vino (BZ) sul Lago di Monticolo, seguito da Fiè allo Sciliar (BZ) sul Lago di Fiè nell’Alto Adige, Massa Marittima (GR) sul Lago dell’Accesa, Molveno (TN) sull’omonimo Lago in Trentino e Bellagio (CO) sul lago di Como.

“Le finestre del mistero”, con Zoom Gialli il divertimento del libro è per tutti

Le finestre del mistero_biancoeneroGiulia Siena
ROMA
– Marta è sola a casa e per le prossime settimane ci dovrà stare spesso, anzi sempre. Tutta colpa della sua gamba ingessata che la costringe alla solitudine, mentre la mamma è a lavoro, suo fratello Eugenio a comportarsi da secchione a scuola e il suo amico Francesco tra la scuola e il coro. Per fortuna la mamma è stata così buona da spostarle il letto vicino la finestra, in modo che ora non sia più così estraniata dal mondo. Dalla finestra può vedere la vita del quartiere che continua tranquilla. Ma qualcosa attrae, più di altre, la sua attenzione. E’ la finestra di fronte, quella dell’appartamento dei signori Rossi.

Comincia così, come ogni buon giallo che si rispetti, “Le finestre del mistero”, il libro di Alberta Nobile con le illustrazioni di Eleonora Marton, pubblicato nella collana Zoom Gialli della biancoenero edizioni.

 

Marta non ha dubbi, da quello che lei può vedere dalla sua finestra, i signori Rossi si comportano in maniera alquanto curiosa: non lavorano, ricoprono le finestre con pezzi di carta e sono alquanto schivi poiché non salutano nessuno e sono sempre sospettosi. Allora Marta decide di condividere i suoi dubbi con Eugenio e Francesco. I “2+1” – questo il nome del trio – passeranno all’azione: dapprima con un’osservazione hitchcockiana dalla finestra, poi passeranno a un metodo infallibile, la perlustrazione della spazzatura. Qui scopriranno che i coniugi Rossi non cucinano, mangiano cibi in scatola, latte e banane. Gli elementi per l’indagine aumentano e loro sono pronti a mettersi a lavoro: Marta continuerà la sua osservazione, Eugenio farà ricerche in biblioteca e Francesco si farà aiutare dalla zia a esaminare alcuni campioni di elementi sottratti dalla spazzatura. Tutto questo li porterà a una grande scoperta.

 

“Le finestre del mistero” è un racconto spassosissimo (consigliato per ragazzi di 10-11 anni) di un piccolo grande mistero che nasce dall’osservazione dell’altro. Di chiara ispirazione hitchcockiana, la storia di Alberta Nobile pone l’attenzione sul gioco di squadra dei tre protagonisti, sulla loro capacità di analisi e sulla stessa capacità di dialogo e discussione con gli adulti. All’interno del libro – in modo semplice e curioso – vengono abbattute le barriere tipografiche e la comprensibilità del testo è facilitata dall’inserimento di parole “difficili” spiegate e inserite nel contesto.
Dopo Zoom, la collana di “storie divertenti” ad Alta Leggibilità pensata per ragazzi dagli 8 agli 11 anni, la casa editrice biancoenero – una delle prime realtà ad affrontare il tema della dislessia con un progetto editoriale ad Alta Leggibilità – porta in libreria Zoom Gialli. Zoom Gialli è divertente come Zoom, è leggibile come Zoom (grazie alla nuova font biancoenero©, disegnata rispettando accorgimenti visivi che facilitano la lettura di tutti, in particolare dei lettori dislessici) e così come tutti i libri della collana Zoom anche questa collana è Letta e approvata dalla Redazione Ragazzi all’interno di un progetto che biancoenero edizioni porta avanti con le scuole e le biblioteche. Ma a differenza di Zoom questa nuova collana è dedicata ai gialli: tiene il lettore sulle spine e racconta storie strabilianti di piccoli detective e segreti da svelare.

Nella stessa collana anche “Detective al mare”, il libro di Mila Venturini con le illustrazioni di Sara Gavioli, perfetto per una facile e avvincente lettura anche sotto l’ombrellone.

Aspettando Pordenonelegge: 18-22 settembre

pnlegge2013PORDENONE – Dal 18 al 22 settembre 2013 si rinnova l’appuntamento con pordenonelegge, la Festa del Libro con gli Autori. Giunta quest’anno alla sua XIV edizione, pordenonelegge è una tra le più attese manifestazioni dell’agenda culturale italiana poiché è l’evento che ha la forza di immaginare il mondo di oggi e di raccontarlo con immediatezza e profondità attraverso voci qualificate e parole che “pesano”. L’idea di cultura che il festival propone è infatti inclusiva, senza pregiudizi: dalle provocazioni letterarie alle discussioni d’accademia fino alle contaminazioni con cinema e teatro. Ciò che conta è la qualità del racconto e la sua capacità di afferrare le linee di tendenza, i dubbi, gli stimoli e le innovazione della realtà che ci sta davanti tutti i giorni e che spesso non comprendiamo. Lo scorso anno, distribuiti nei cinque giorni del Festival, gli oltre duecento appuntamenti sono stati affollati da una pacifica invasione di appassionati del libro, che cercavano nella ricca offerta del programma quel particolare percorso di dialoghi, incontri e conferenze in grado di diventare un itinerario della propria immaginazione: la “loro” pordenonelegge.

 

Tra i nomi di questa edizione: Enrico Brizzi, Patrizia Cavalli, Lidia Ravera, Paolo Giordano, Carlo Lucarelli, Chiara Gamberale, Romana Petri e Antonio Pascale.

 

LeggereManfredonia, libri, gusto e memoria fino a domenica

-leggere-manfredonia-2013FOGGIA – Si apre oggi, venerdì 12 luglio 2013, la seconda edizione di LeggereManfredonia, festa del libro al confine tra letteratura, gastronomia, arte e musica. Fino a domenica 14 luglio, la cittadina pugliese farà da cornice  a un evento culturale e imprenditoriale che investe in conoscenza, ponendo al centro dell’attenzione il libro, il primo e più importante veicolo di apprendimento, oggi affiancato da nuovi e più moderni mezzi di diffusione della cultura. LeggereManfredonia, che ambisce a diventare uno degli appuntamenti culturale più prestigiosi della Puglia e del Sud Italia, quest’anno avrà un ricco programma di eventi scandito da confronti, musica e reading, grazie anche alla collaborazione con Andrea Pacilli Editore e con la compagnia teatrale Bottega degli Apocrifi.

 

Questo territorio – diviso tra i monti del Gargano e il mare Adriatico – è ricco di storia, tradizione e cultura e ha rappresentato, nei secoli, un luogo di arrivo e di partenza, un crocevia di etnie e spiritualità. Tutti questi elementi si fondono e rappresentano le basi da cui parte questa seconda edizione di LeggereManfredonia, un’edizione in cui si parlerà delle risorse e delle difficoltà di questi luoghi, della bellezza e del fascino dei racconti che questa terra ha ispirato attraverso un percorso dedicato alla lettura, al libro, al gusto e alla storia.
Sabato 13 luglio il programma darà spazio alla memoria con la presentazione del libro “Il pianto della miniera” (Edizioni Eduso&Co) di Salvatore Mangiacotti. Il libro è un omaggio storico e sociale alla miniera di bauxite di San Giovanni Rotondo, una risorsa cruciale per lo sviluppo economico del Mezzogiorno e per le sorti del territorio garganico per oltre quarant’anni. A LeggereManfredonia Salvatore Mangiacotti, il giornalista Maurizio Tardio, Gaetano Falcone, commissario Autorità Portuale di Manfredonia e Antonio Prencipe presidente dell’associazione Se.di.ci si confronteranno sulle politiche indistriali del Sud partendo dalla memoria. La memoria è una miniera che dal 1936 al 1973 diede lavoro a 800 persone, che negli anni vide morire nelle sue arterie 27 minatori e che rappresentò una sorta di rinascita e una scommessa per il futuro. A quarant’anni dalla chiusura della Montecatini (attuale Edison) i luoghi della miniera rappresentano un patrimonio archeologico industriale da non sottovalutare e dimenticare. Anche di questo, con la proiezione del documentario “Il Gargano raccontato da Giuseppe Sala”, le letture e il commento musicale a cura della Compagnia teatrale “Bottega degli Apocrifi” si parlerà a LeggereManfredonia.

 

QUI il programma della manifestazione

“C’era una volta una storia”

c'era una volta una storiaGiulia Siena
ROMA 
“C’era una volta una storia. La storia abitava in un libro. Il libro era di un bambino, ma il bambino non sapeva leggere. Però guardava le figure, così della storia sapeva già molte cose, tutte interessanti.” Negli Albi della casa editrice Topipittori arriva un nuovo libro, “C’era una volta una storia” di Giovanna Zoboli e Camilla Engman.

 

Prima di andare a nanna il libro si apre, la mamma inizia a leggere e il bambino segue affascinato quelle immagini che si creano davanti ai suoi occhi. Il libro si chiude, la luce si spegne e il bambino vuole che quella storia continui, vuole far conoscere la magnifica storia anche al suo amico orsetto. Allora comincia nuovamente il racconto: le parole scritte lasciano il posto alle immagini e la fantasia del piccolo protagonista accompagna questa storia tra omini neri, ciliegie, alberi in Giappone, calzini danzati, fino ad arrivare al sole. Quando il sole sorge e la mamma riapre le finestre il viaggio nella magia della notte finisce e il racconto può essere nuovamente riscritto.

 

“C’era una volta una storia” è un libro che gioca con le parole, lo fa spontaneamente così come la fantasia di un bambino associa le immagini e le lascia libere di creare un mondo astratto.
Per questo libro le autrici si sono spogliate delle sovrastrutture dei “grandi”, hanno messo da parte le logiche e i programmi e si sono avventurate in una magnifica storia, fatta di parole e immagini.

Pickwick: un nuovo marchio, tanti libri

PickwickROMA – Pickwick è un pesce di colore arancio e, vista anche la stagione, comincia oggi a nuotare sulle copertine di 80 nuovi libri. Nato da Sperling & Kupfer Editori ed Edizioni Piemme, Pickwick è un nuovo marchio editoriale che si pone l’obiettivo di conquistare una posizione di leadership nel mercato italiano dei tascabili con un’offerta completa che va dai romanzi ai self-help, passando per thriller, storici e young adult, fino ad arrivare ai saggi e alla spiritualità. Tra i primi Pickwick c’è “The Dome” di Stephen King (da cui la serie Under the dome in onda su Rai2 dal 14 luglio), “Il sangue dei vinti” di Giampaolo Pansa (con una nuova prefazione dell’autore) e molti altri successi di scrittori del calibro di  Khaled Hosseini, Stephen King , Jo Nesbo Lauren Weisberger, Nicholas Sparks, Michael Connelly, Pietro Grasso, Guillaume Musso, Danielle Steel, Yann Martel, Hernan H. Mamani, Barry Sears, Gigliola Braga, Anna Guglielmi, Deepak Chopra.

Riprendendo il nome del celebre romanzo di Charles Dickens del 1836, “Il circolo Pickwick” appunto, il nuovo marchio punta sulla varietà di generi, sui grandi autori e sul pratico formato, senza dimenticare il prezzo vantaggioso. Infatti, i primi libri in catalogo saranno venduti a un prezzo compreso tra gli €8,90 ai €10,90, a cui si aggiungerà uno sconto del 25% dal 12 luglio all’11 agosto.