“Lo chef è una donna”, da Piemme un romanzo di amore e ricette

LO-CHEF-E-UNA-DONNAROMA “Graciane chiuse gli occhi, assaporando la perfezione di quel momento: un uomo che sapeva di buono e il cui odore si mescolava a quello del caffè, illuminato da un raggio di sole della bruma pungente del primo mattino. Bastava così poco per essere davvero felici”. 

Graciane è una donna, ha quarant’anni ed è uno chef. Nulla di strano se non fosse che ha passato la vita a competere con Florent, il suo ex marito, un famoso chef sempre impegnato a sperimentare nuove ricette e nuove tecniche. Ma per Graciane la cucina è donna e vuole dimostrarlo anche agli altri: divorzia e prende in mano la sua vita. Comincia così “Lo chef è una donna”, il romanzo di Valérie Gans pubblicato da Piemme.

Graciane allora decide di affrontare “l’uomo che, per oltre dieci anni, l’aveva trattata come una ragazzotta, senza mai perdere l’occasione di sminuirla, possibilmente in pubblico”e si mette alla prova. Apre un ristorante nella sua Parigi, ma lei vuole differenziarsi dai tanti chef della città, nella cucina di Graciane le materie prime e il ruolo della squadra sono fondamentali; poi, un menu che non dimentica le sue origini basche e i segreti culinari di nonna Ama fanno la differenza. Così, la vita della protagonista cambia: oltre agli impegni, alle preoccupazioni e alle gioie per i suoi due figli Timothèe e Elija, nel quotidiano di Graciane trova sempre più spazio la cucina e una nuova e inaspettata sfida. Infatti, la brigata di cucina iscrive Graciane a una competizione per eleggere il miglior chef di Parigi tra i più rappresentativi cuochi delle cucine parigine.

“Lo chef è una donna” è un romanzo leggero composto da pochi e semplici ingredienti: passione, fantasia, amore e avventura. Un perfetto mix che si completa grazie alla tematica culinaria (ormai di gran moda), tanto che ogni capitolo prende il nome di una pietanza e si chiude con la ricetta stessa.

Eccone un esempio:

La ricetta di Graciane
Soufflé al cioccolato

Per 4 persone
135 gr. di cioccolato al 70% di cacao, 30 gr. di burro + burro per stampini, 30 gr. di tuorlo d’uovo, 130 gr. di albume d’uovo, 45 gr. di zucchero + zucchero per gli stampini

1. Scaldare il forno a 180°
2. Far sciogliere a bagnomaria il cioccolato con un po’ di acqua o latte.
Togliere dal fuoco, aggiungere il burro a tocchetti e poi i tuorli d’uovo.
3. Montare gli albumi a neve non troppo ferma con lo zucchero e una presa di sale.
4. Incorporate gli albumi al composto: cioccolato, uova, burro.
5. Distribuire il preparato in 4 stampi da soufflé individuali, imburrati e spolverizzati di zucchero. Infornare per 10 minuti.
6. Servite subito.

“Una frisella sul mare”. Tutti al mare, compreso il menu

una frisella sul mareLECCE“Ognuno di noi ha dei ricordi “ambientati” in spiaggia o al mare, legati alla musica (soprattutto quella dei falò, ormai vietati), a luoghi precisi (le spiagge dove abbiamo passato le nostre infanzie vi fanno sempre sorridere e ricordare le corse pinnate o le prime fidanzatine) e ricette (perché in spiaggia, comunque bisogna pur mangiare)”.

“Una frisella sul mare. Canzoni, ricordi e ricette da spiaggia” racchiude le tre “anime” della vacanza: musica, ricordi e sapori. Il mix di questi tre elementi dà vita a un libro a più voci, curato dal giornalista Pierpaolo Lala (già ideatore del concorso di cucina Fornelli Indecisi e autore del libro “50 sfumature di fritto”) e arricchito dagli scritti di amici, giornalisti e scrittori che attraverso i loro ricordi e aneddoti ripercorrono la costa pugliese da Bari all’estremo Salento. Pubblicato da Lupo Editore, “Una frisella sul mare” è un viaggio sulle spiagge, sotto gli ombrelloni e nelle case pugliesi degli ultimi trent’anni. E’ un viaggio lungo le usanze, i costumi e i sapori di una tradizione gastronomica che non si è mai dimenticata, non si è mai lasciata a casa, anzi. Lo “stanato” – la teglia da forno in acciaio – è sempre stata presente, anche sotto il sole d’agosto in spiaggia. Allora dopo i racconti, ecco le ricette: Cannelloni ripieni, Calamari fritti, Pasta al forno in bianco, Involtini di pollo, Cocule, Zucchine ripiene, Torta di mele e ancora primi, secondi e dolci perché al mare tutto il cibo diventa un ricco e succulento piatto unico.

 

 

“Ricordi.
Così proseguo in questo viaggio in questa Puglia infinita e inizio inevitabilmente a ripensare alla vita”. Daniele Silvestri – Me fece male a chepa

“La vita è un sorso” che si racconta tra un drink e l’altro

la vita è un sorsoROMA – Quando attraverso una manciata di drink si può raccontare la vita, le avventure e gli amori. Questo è “La vita è un sorso, Choosy. Come salvarsi l’anima e dannarsi il fegato in trenta drink”, il libro di David Santoro e Luca Gregorio Patané pubblicato da Ultra; un libro in cui tutto è possibile.

 

È possibile che un gatto suoni la batteria in una jazz band e ascolti il racconto di un week-end romantico del suo convivente umano mentre gli prepara un Negroni? Oppure che discuta con lui di filosofia davanti a due Connemara? O di astronomia sorseggiando un Pink Cardinal? A giudicare da questo curioso libretto, sembrerebbe proprio di sì. I due strani, inseparabili amici – Choosy e Da – sono i protagonisti di una bohéme alcolica e musicale dai contorni planetari, ricca di avventure e di amori (a volte persino fortunati), narrata e illustrata in forma ironica e lapidaria in un divertente breviario: 30 racconti per altrettanti cocktail (con tanto di ricetta) di cui nessun bevitore e nessun poeta, umano o felino, potrà più fare a meno.

L’estate vien bevendo: “Succhi e frullati”

succhi di fruttaMILANO “Succhi e frullati” di Carla Bardi è il libro perfetto per chi cerca idee e suggerimenti per bevande gustose e salutari: succhi di frutta, centrifugati, frullati. Questo volume, pubblicato recentemente da Gribaudo, raccoglie tantissime ricette (ben 100 e tutte testate) – dalle più classiche a quelle più particolari – facili e veloci da preparare. Succhi di frutta, frullati e centrifugati sono adatti per qualsiasi circostanza e a qualsiasi ora del giorno: per una leggera merenda, con gusti decisi alle verdure, o per una dolce colazione, con creme e cioccolato: dal succo di mela e zenzero al frullato di banana caramellata, al succo di pomodoro fatto in casa, al frullato di cipolla, sedano e pastinaca.

Siete curiosi? Non vi resta che provare!

Novità: “Andirivieni”, una vita in viaggio

andirivieni_200pxROMA “Si dice che la testa non serva solo a usare il cappello. Si dice anche che le gambe e i piedi non esistano solo per usare le scarpe. Con le gambe e i piedi camminiamo, corriamo… viaggiamo”. Il viaggio è il tema centrale di “Andirivieni”, il libro di Isabel Martins Minhós e Bernardo Carvalho pubblicato in queste settimane da La Nuova Frontiera Junior.

 

L’andirivieni degli uomini, che percorrono chilometri e chilometri in automobili, navi e aerei, ci sembra al giorno d’oggi facile e scontato. Ma sulla terra non siamo gli unici: come noi, molti uccell mammiferi e pesci si muovono in cerca di cibo o di un buon clima. E questi incredibili viaggiatori non solo ci sorprendono per le distanze che percorrono, ma anche per l’enorme rispetto che, al contrario di noi, hanno nei confronti della natura e dell’ambiente.

 

Andirivieni è colori, viaggio e cultura del viaggio. Andirivieni è un libro illustrato (adatto dai 5 anni) ci sfida a riflettere sul nostro arrogante stile di vita quando viaggiamo, perché spesso, ignorando le esigenze e le culture dei luoghi che visitiamo, possiamo mettere a repentaglio il fragile equilibrio del pianeta.

 

 

I nostri libri per l’estate 2013

CHRONICALIBRI al mareOSTIA – Siamo andati al mare. Per consigliarvi le letture per questa tanto attesa estate 2013, abbiamo affrontato il vento e la salsedine. Abbiamo scelto per voi e per le vostre vacanze – in montagna o al mare, in collina o in campagna, al lago o a pochi passi dal fiume, in città o in un tranquillo eremo – dei libri che per qualche motivo ci sono piaciuti o hanno attirato la nostra attenzione. Sono libri di diverso genere: romanzi, libri per ragazzi, saggi e racconti di viaggio che percorrono strade e storie che in qualche modo ci hanno affascinato. Per motivi televisivi abbiamo dovuto fare una selezione, ma seguendo le nostre recensioni e le video-interviste realizzate con iTvRome potete scegliere liberamente il tipo di libro che preferite.

 

1. “La leggerezza perduta” di Cristina Bellemo, Topipittori

2. “Parigi on ice – Tre amiche sul ghiaccio” di Mathilde Bonetti, Piemme

3. “Musa Enferma” di Luna Miguel, Damocle Edizioni

4. “Vienna è un viaggio in carrozza” di Michele Monina, Laurana

5. “Non è per cattiveria. Confessioni di un viaggiatore pigro” di Antonio Pascale, Laterza

6.  “Diario del viaggio in Spagna” di Francesco Guicciardini, Edizioni Studio Tesi

7. “L’Iguana” di Anna Maria Ortese, Adelphi

8. “Istemi” di Aleksej Nikitin, Voland

9. “IPAZIA. Vita e sogni di una scienziata” di Adriano Petta, La Lepre Edizioni

10. “…Ed era colma di felicità” di Paola Liotta, Armando Siciliano Editore

11. “L’ultimo ballo di Charlot” di Fabio Stassi, Sellerio

12. “Restare, partire” di Massimo Stragapede, Lupo Editore

13. “La confidenza” di Irene Nemirovksy (a cura di Antonio Castronovo), Via del Vento

14. “Narra un soldato e altre prose” di Robert Musil (a cura di Claudia Ciardi), Via del Vento

15. “Notte di Stelle. Le costellazioni fra scienza e mito: le più belle storie scritte nel cielo” di Margherita Hack e Viviano Domenici, Pickwick

 

Buone letture e buona estate. Torneremo a settembre con le video-interviste di ChrL on iTVRome

 

Puoi vedere QUI tutte le puntate di quest’anno.

“Ranocchio è un eroe” perché l’amicizia rende tali

ranocchioeroecopROMA – “L’acqua era gelida, ma Ranocchio non ci badava. Pensava solo ad Anatra, Lepre e Porcello che stavano morendo di fame”. La storia di Ranocchio comincia quando comincia la pioggia: dapprima come semplice temporale passeggero, la pioggia imperversa fuori dalla casa di Ranocchio. La pioggia continua e il fiume cresce e l’acqua invade la casa del nostro protagonista. Ma se la sua casa è tutta allagata – pensa Ranocchio – cosa ne sarà delle dimore di Lepre, Anatra e Porcello? Allora Ranocchio decide di uscire di casa e andare a trovare gli amici. Le case di ognuno di loro sono invase dall’acqua e l’unico modo per mettersi in salvo e correre a casa di Lepre.

 

Comincia così “Ranocchio è un eroe”, il racconto di Max Velthuijs – curato da Alfredo Stoppa – e pubblicato da Bohem Press. Ranocchio è un eroe perché l’amicizia rende tali, perché finite le provviste Ranocchio ha deciso di tuffarsi in acqua e chiedere aiuto. Doveva farlo, doveva farlo per i suoi amici.

 

Una storia di paura, coraggio e amicizia. Una storia in cui l’affetto degli amici rende forti e determinati a sconfiggere tutte le intemperie.

 

Interviste: Cristina Bellemo, la forza delle storie

leggerezzaGiulia Siena
ROMA  
– Parlare con Cristina Bellemo è entrare nelle sue storie, capire che la scrittura è un esercizio necessario, continuo e costante che regala emozioni.  Le emozioni e le suggestioni dell’autrice hanno dato vita a “La leggerezza perduta” (Topipittori), un racconto per spiegare e dare il giusto peso alle parole, anche quelle più complicate e temute.

 

 

 

Che cosa sono le storie per Cristina Bellemo?
Le storie, per me, sono una ragione di vita. La vita è racconto. Credo che il nostro quotidiano, le relazioni con noi stessi e con gli altri siano intessuti di storie: storie che ascoltiamo, storie che narriamo, storie che ci cambiano, ci insegnano, ci trasformano, ci avvicinano, ci danno gioia e piacere, attribuiscono valore sacro ed esemplare alle esperienze, ci fanno crescere e ci attrezzano per affrontare ciò che ci accade. Leniscono la nostra solitudine. Le storie mi donano emozioni, mi fanno sentire viva: mi piace moltissimo raccontarle, perché possano contagiare le emozioni intense che io stessa ho vissuto; ma adoro anche ascoltarle, incontrarle, imbattermi in esse in maniera imprevista. Mi incantano, mi catturano. Se uno ha una buona storia da narrarmi, sono “in suo potere”. Sono sempre alla ricerca di storie, al punto che talvolta me ne devo difendere: impormi una pausa, allentare la tensione, fare in me un vuoto salutare, “le pulizie di primavera del cuore”, per tornare ad essere accogliente e capace di sorpresa e di meraviglia.

 

Cosa significa scrivere per bambini nel 2013?
I ragazzi, oggi, hanno la possibilità di utilizzare molti media, tutti straordinariamente accattivanti. E, accanto a questo, hanno vite molto “piene”: li vogliamo pianisti, calciatori, ballerini, poliglotti, violinisti, cantanti… e possibilmente geni. Quegli interstizi “vuoti” preziosissimi, indispensabili per prendere consapevolezza di sé, per dare forma alla propria identità sono sempre più rari. I libri, la letteratura, devono puntare sulle loro caratteristiche peculiari, inimitabili, irraggiungibili dalle altre forme di comunicazione e di narrazione, che li rendono affascinanti, ne sono convinta, esattamente come lo erano per i bambini vent’anni, o cinquant’anni fa. Prime fra tutte, la qualità e la bellezza, che poi sono strettamente interdipendenti. Anzi, forse sono proprio la stessa cosa.

 

“La leggerezza perduta” è un racconto in cui ogni parola trova la sua naturale posizione all’interno del testo poiché l’andamento del racconto coincide, quasi in maniera perfetta, con l’intensità del messaggio che si vuole trasmettere. Come è nato questo libro?
Questa storia nasce da una domanda bambina. Quando, qualche anno fa, ha cominciato a ricorrere la parola “crisi”, i bambini mi hanno chiesto cosa significasse, probabilmente anche intimoriti dall’atteggiamento degli adulti, a loro volta spaventati (e, dunque, ben poco rassicuranti) dagli scenari che questa parola prefigurava. Ho riflettuto, innanzitutto, sul valore, e sul peso, che le parole che noi adulti buttiamo in mezzo, come macigni, spesso con superficialità, hanno per i bambini. E mi sono interrogata su come raccontare la crisi ai bambini attraverso la metafora di una storia: ecco, più che un messaggio da trasmettere, cercavo proprio una storia da raccontare. La prima chiave di interpretazione che mi è venuta in mente è stata quella più facile: distinguere tra ciò che è necessario e ciò che è superfluo. Tra le cose leggere e le cose pesanti. Ma questo punto di vista, anziché circoscrivere, definire lo scenario, lo spalancava infinitamente. Fatti salvi i bisogni primari, i diritti fondamentali di ogni persona, la discriminazione tra ciò che è indispensabile e ciò di cui possiamo anche fare a meno ha molto a che fare con la nostra singolarità, con la nostra identità. Non esiste (meno male!) un elenco valido per tutti di ciò che è da conservare e di ciò che è da buttare via: questo sarebbe stato un approccio un po’ presuntuoso e moralistico.

 

In questo libro tutto gravita attorno a quello di cui ci circondiamo: oggetti inutili, azioni sbagliate e pensieri poco piacevoli. Quanto è difficile spiegare ai bambini cosa è il superfluo?
Credo che sia più difficile dialogare sul superfluo con gli adulti, stimolarli a interrogarsi: gli adulti manovratori, e prime vittime, del mercato, che ci crea subdolamente bisogni, necessità addirittura, che non sapevamo nemmeno di avere, che ci vuole perennemente insoddisfatti, che ci insinua la sensazione stabile di inadeguatezza. I bambini hanno dalla loro, fortunatamente, la purezza e l’autenticità che fanno magari considerare un oggetto senza apparente valore meravigliosamente indispensabile, semplicemente perché bello o perché legato a un vissuto importante e specialmente significativo.

 
OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl grande merito del tuo libro è quello di insegnare al lettore che, se si vuole, si può. E la dimostrazione è la volontà di un re sbadato e pigro che, pur di mantenere quello che ha di più glorioso, la leggerezza del suo regno, si arma di pazienza e voglia di fare. La voglia, il coinvolgimento e la volontà, si possono insegnare?
Nella mia idea re Celeste non è così… eroico! Il fatto che, per qualche momento, si riscuota dalla sua distrazione per assumersi, una volta tanto, i doveri legati al suo ruolo ha più della casualità e della svagatezza, o forse della preoccupazione per se stesso e per la propria incolumità, che della progettualità e della generosità nel servizio. Mi sembrano più “eroici”, nel loro piccolo, i sudditi che, nonostante la loro semplicità e la poca dimestichezza con i ragionamenti filosofici, in maniera molto pratica accettano di mettersi in gioco con molta serietà e disponibilità, arrivando persino al punto di poter rinunciare anche a ciò che hanno di più caro, e vitale, per salvare il castello. L’unica intuizione “geniale” di Celeste centoventitre è la creazione del museo del superfluo, determinata nel suo caso più che altro, probabilmente, dalla sua personale difficoltà a rinunciare alle cose: ma un museo del superfluo, fuor di metafora, è uno stimolo costante a interrogarci su ciò che ha davvero valore per noi, per la cui difesa siamo disposti a lottare. La voglia, il coinvolgimento, la volontà, più che insegnare, si possono contagiare col nostro modo di essere.

 
“La leggerezza perduta” è un bellissimo albo illustrato; quanto contano le immagini in un libro del genere e come si riesce a equilibrare il ruolo della parola e quello dell’illustrazione?
Il lavoro di Alicia Baladan, in questo libro, è straordinario, tanto che non riesco più a pensare la storia slegata dalle illustrazioni di Alicia: sono diventate il mio “immaginario”, come se fossero originariamente l’ambientazione del racconto, e Alicia avesse acceso la luce per illuminarla. Ma Alicia è andata anche ben oltre le parole, ha raccontato altre sfumature della storia, altre storie direi. C’è una tavola, in particolare (ne sono innamorata!), in cui Alicia ha restituito il turbine di oggetti di cui i sudditi si liberano, dopo il proclama di Celeste. Sono a mezz’aria, sospesi tra il volo e la caduta: tra gli altri, ci sono questo fantastico cappello a due piazze, e questo ombrello “da compagnia”, a tre manici, che non compaiono nel testo. Oggetti inutilissimi (un po’ come le macchine munariane) ma meravigliosamente indispensabili, che richiamano, secondo me, anche alla responsabilità sociale di chi crea un oggetto. Aggiungo che, curiosamente, questa storia ha avuto per entrambe, senza che lo sapessimo, il medesimo sottofondo letterario: Dino Buzzati. “Il deserto dei tartari”, per me, “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” per Alicia. E infatti i nostri disegni sono pieni di orsi!

 

In che direzione sta andando la letteratura per ragazzi?
Credo che vada formandosi, nella letteratura per ragazzi, una sempre più profonda coscienza della sfida di raccontare il mondo affrontando anche i nodi tematici più spinosi. Con i ragazzi si può, e si deve, parlare di tutto. Questo è molto importante. Viceversa, dovrebbe essere più disponibile ad affrancarsi dai dettami del mercato ma, in questi tempi difficilissimi per l’editoria, temo sia quasi un’utopia.

 

 

Novità: da fine agosto “Noi non dormiamo”

NOI-NON-DORMIAMO_MILANO – Si presenta come una delle uscite più attese dell’estate. E’ “Noi non dormiamo”, il libro di Kathrin Röggla,  pubblicato ISBN Edizioni e in tutte le librerie dal prossimo 29 agosto. “Noi non dormiamo” è un romanzo, un’inchiesta, un’opera teatrale. Dopo aver raccontato la Berlino alternativa della techno e dei lounge bar, Kathrin Röggla si dedica a indagare uno degli oggetti più misteriosi della moder­nità: il sonno di manager, web designer, consulenti aziendali, sta­gisti, accounter e programmatori, attraverso una storia ambientata in una fiera di settore alla quale partecipano tutti i protagonisti, interagendo tra loro.  L’autrice plasma un’avvincente narrazione polifonica, una sorta di flusso di coscienza a più voci, dove l’attuale rapporto fra persona e sistema emerge in tutta la sua complessità.

“Noi non dormiamo” è il ritratto di una società insonne e fondata sul concetto di efficienza, che ha ormai dimenticato la sacralità del riposo: stanchezza cronica, ansia da prestazione, gerarchie ferree e il lavoro che avvolge ogni cosa.
Tra crisi e precariato, ambizioni e arrivismi selvaggi, una generazione votata all’efficienza è disposta a tutto pur di non perdere il lavoro e scalare la gerarchia: persino a smettere di dormire.

 

“Lo slogan: “potrò dormire quando sarò morto”, non lo adatterebbe pari pari adesso, si usava piuttosto una volta, “verso la metà degli anni novanta questo era lo slogan per an­tonomasia”, almeno per la sua generazione. verso la metà degli anni novanta si pote­va ancora dire. certo, a tutt’oggi qualcosa di valido ci sarebbe, ma allora lo si metteva in pratica, appunto. e a pensarci bene, deve dire che era sorprendente, la sua generazione. bisogna immaginarsi quanto sapere veniva accumulato in pochissimo tempo e quanta esperienza. sì, quello che ragazzi poco più che ventenni non avevano raccolto come espe­rienza. adesso naturalmente erano a pezzi, ma una volta che si fossero ripresi avrebbero potuto ripartire da tutt’altro livello”.

“La leggerezza perduta” e la lezione del superfluo

Leggerezza-copGiulia Siena
ROMA
“Dopo secoli e secoli di gloriosa tranquillità, il nostro glorioso borgo si trova oggi ad affrontare un problema di un certo peso. Il nostro glorioso castello è diventato troppo pesante e rischia di cadere dalla nostra gloriosa nuvola. Perciò ordino che ciascuno si liberi di ciò che è superfluo, buttandolo giù dalla torre più alta. Solo in questo modo riconquisteremo la gloriosa leggerezza che ci ha consentito di vivere qui per gloriosi secoli e gloriosissimi millenni”.

In “La leggerezza perduta”, il libro di Cristina Bellemo e Alicia Baladan pubblicato da Topipittori, Re Celeste Centoventitré (successore di centoventidue re Celeste) si trova ad affrontare questa strana problematica: il suo regno, appoggiato su una nuvola, sta perdendo la sua leggerezza. Come fare? Cosa fare affinché l’intero borgo con sudditi, case e castello non cada nel vuoto del cielo stellato? Il re Celeste deve reagire alla sua proverbiale sbadataggine e prendere una decisione. Il suo regno è in pericolo. Allora decide: il suo glorioso regno deve fronteggiare l’emergenza sbarazzandosi del superfluo perché è il superfluo che mina alla tranquillità e alla leggerezza della nuvola. Deve costruire, lontano, un Museo del Superfluo per trasportare e e allontanare tutto quello che grava sul suo glorioso regno. “Ma cosa è il superfluo?” Si chiedono i sudditi stupiti. Cercando sul vocabolario scoprono che il superfluo è tutto ciò che non è strettamente necessario. Allora, per alleggerire il proprio regno, possono rinunciare alle arrabbiature e agli oggetti strani, ai sensi di colpa e alla tristezza, ma possono tenere i sogni e le speranze, quelli non pesano!

 

Le parole di Cristina Bellemo e le illustrazioni di Alicia Baladan ci regalano un libro che non solo parla di sogni, decisioni e leggerezza con parole semplici e fatate, ma rende queste sensazioni palpabili. Attraverso questo magnifico albo illustrato riusciamo a respirare, a essere avvolti in questa nuvola che mano mano, con l’andare del racconto, si alleggerisce e ci porta con sé rendendo tutto più semplice.