La lunga corsa al Premio Strega: ecco i 27 libri candidati e le novità 2014

PremioStrega2014ROMA – Chiuse le candidature per la sessantottesima edizione del Premio Strega: sono 27 le opere presentate dagli Amici della domenica, lo storico corpo votante che dal 1947 attribuisce il riconoscimento a un libro di narrativa italiana pubblicato tra il 1° aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno in corso. L’11 aprile, poi, il Comitato direttivo del Premio – presieduto da Tullio De Mauro – si riunirà per selezionare tra le proposte degli Amici della domenica i 12 libri che andranno avanti nella selezione fino a disputarsi il Premio Strega 2014. I 12 finalisti si contenderanno anche la grande novità di quest’anno, il Premio Strega Giovani, assegnato da una giuria di circa quattrocento ragazze e ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza di licei e istituti diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero (a Berlino, Bucarest e Parigi).

 

Ecco i 27 libri presentati:
1. Intanto anche dicembre è passato (Baldini&Castoldi) di Fulvio Abbate
Presentato da Michele Mari e Massimo Onofri
2. Oltre le Colonne d’Ercole (Book Sprint) di Lorenzo Bracco e Dario Voltolini
Presentato da Daria Bignardi e Paolo Di Stefano
3. Match nullo (Cavallo di Ferro) di Luca Canali
Presentato da Roberto Pazzi e Paolo Ruffilli
4. Non dirmi che hai paura (Feltrinelli) di Giuseppe Catozzella
Presentato da Giovanna Botteri e Roberto Saviano
5. Lisario o il piacere infinto delle donne (Mondadori) di Antonella Cilento
Presentato da Nadia Fusini e Giuseppe Montesano
6. Il mantello di porpora (La Lepre) di Luigi De Pascalis
Presentato da Filippo La Porta e Claudio Strinati
7. Il paese senza nome (Carabba) di Lucianna Di Lello
Presentato da Vittorio Avanzini e Ludovico Gatto
8. C’è posto tra gli indiani (Perrone) di Alessio Dimartino
Presentato da Antonio Augenti e Elena Clementelli
9. Bella mia (Elliot) di Donatella Di Pietrantonio
Presentato da Antonio Debenedetti e Maria Ida Gaeta
10. Publisher (Fazi) di Alice Di Stefano
Presentato da Giuseppe Conte e Francesca Pansa
11. Riscatto (Libroteca Paoline) di Melo Freni
Presentato da Giampaolo Rugarli e Giovanni Russo
12. unastoria (Coconino Press) di Gipi
Presentato da Nicola Lagioia e Sandro Veronesi
13. To Jest (Edizioni il Foglio) di Fabio Izzo
Presentato da Predrag Matvejević ed Elisabella Kelescian
14. Calcio e acciaio (Acar) di Gordiano Lupi
Presentato da Marcello Rotili e Wilson Saba
15. Viaggiatori di nuvole (Marsilio) di Giuseppe Lupo
Presentato da Salvatore Silvano Nigro e Sebastiano Vassalli
16. Come fossi solo (Giunti) di Marco Magini
Presentato da Maria Rosa Cutrufelli e Piero Gelli
17. Ganymede e la notte dei cristalli (Biblioteca dei Leoni) di Franco Massari
Presentato da Giorgio Bàrberi Squarotti e Luciano Luisi
18. Oltre il vasto oceano (Avagliano) di Beatrice Monroy
Presentato da Renato Besana e Corrado Calabrò
19. Nella casa di vetro (Gaffi) di Giuseppe Munforte
Presentato da Arnaldo Colasanti e Massimo Raffaeli
20. La mia ora di vento (Il Papavero) di Gerardo Pepe
Presentato da Piero Mastroberardino e Cesare Milanese
21. La terra del sacerdote (Neri Pozza) di Paolo Piccirillo
Presentato da Valeria Parrella e Romana Petri
22. La vita in tempo di pace (Ponte alle Grazie) di Francesco Pecoraro
Presentato da Giuseppe Antonelli e Gabriele Pedullà
23. Il desiderio di essere come tutti (Einaudi) di Francesco Piccolo
Presentato da Paolo Sorrentino e Domenico Starnone
24. Storia umana e inumana (Bompiani) di Giorgio Pressburger
Presentato da Gianfranco De Bosio e Sergio Givone
25. Venga pure la fine (e/o) di Roberto Riccardi
Presentato da Francesco Guccini e Giuseppe Leonelli
26. Ovunque, proteggici (nottetempo) di Elisa Ruotolo
Presentato da Marcello Fois e Dacia Maraini
27. Il padre infedele (Bompiani) di Antonio Scurati
Presentato da Umberto Eco e Walter Siti

 

Il comitato
A Tullio De Mauro e Valeria Della Valle (rispettivamente presidente e consigliera della Fondazione Bellonci) e ad Alberto Foschini e Giuseppe D’Avino (presidente e amministratore delegato di Strega Alberti spa), si aggiungono: gli scrittori vincitori del Premio Strega Paolo Giordano, Melania G. Mazzucco, Edoardo Nesi, la giornalista e saggista Simonetta Fiori, il giornalista Enzo Golino e lo storico della lingua Luca Serianni. In questa nuova composizione il comitato resterà in carica per il triennio 2014-2016.

I nuovi Amici della Domenica
Oltre a Walter Siti, Premio Strega 2013, che entra di diritto a far parte della giuria, sono stati scelti: Maria Pia Ammirati, scrittrice e vicedirettore di Rai Uno; Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore; Anna Grazia D’Oria, direttore editoriale Manni editori; Franco Di Mare, giornalista, conduttore televisivo e scrittore; Maria Cristina Donnarumma, insegnante e operatrice culturale; Dario Franceschini, avvocato, scrittore e uomo politico, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo; Linda Giuva, archivista e docente universitaria; Roberto Ippolito, giornalista e scrittore; Massimo Lugli, giornalista e scrittore; Lisa Roscioni, storica e saggista; Rossana Rummo, direttore generale per le biblioteche, gli istituti culturali ed il diritto d’autore del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; Benedetta Tobagi, giornalista, scrittrice e consigliere di amministrazione della Rai; Monique Veaute, giornalista, presidente della Fondazione Romaeuropa.
I nuovi giurati entrano a far parte del corpo votante del premio che comprende – oltre agli Amici della domenica – 60 lettori forti selezionati ogni anno da librerie indipendenti italiane e quindici voti collettivi espressi da scuole, università e Istituti Italiani di Cultura all’estero, per un totale di 460 aventi diritto.

“Trascrivere la vita”. Pensieri sull’arte di Èdouard Manet

trascrivere la vita_Manet_viadelventoGiulia Siena
ROMA
“I musei mi hanno sempre causato sconforto. Entrarvi mi deprime, devo prendere atto che i quadri sono ridotti a misera cosa. Tutto si muove, visitatori, custodi. I ritratti non vivono. E tuttavia sono lì, i ritratti […]”. Cosa penserebbe, allora, oggi Èdouard Manet nel vedere il suo celeberrimo Le déjeuner sur l’herbe (1863) oppure la sua magnifica Olympia (1863) “inermi” presso il Musée d’Orsay di Parigi dove sono custoditi? Forse l’artista parigino non aveva considerato che la sua arte – come molta dell’ottima arte – nonostante sia materialmente ferma, si muova, guardi e sproni chi in quel momento la sta ammirando. Èdouard Manet forse non pensò a questo aspetto, forse voleva solo esprimere un giudizio, forse lo fece per domare la sua impulsività, per rendere giustizia a quel “reale” che spesso confina con il sogno. Manet arrivò, così, durante la sua vita a fare attraverso la scrittura quello che gli altri avevano fatto al suo cospetto: si mise a nudo e disse tutto quello che pensava sull’arte. Lo fece spontaneamente, come se non ci fosse interruzione tra il suo sguardo e la parola, senza regole e freni, piuttosto con una ricerca spasmodica di quel reale che in lui diventa un revêrie sospeso tra memoria e sogno. Questi pensieri vengono oggi raccolti in Trascrivere la vita, il volumetto di Via del Vento Edizioni (collana I Quaderni di Via del Vento, 66) curato e tradotto da Marco Alessandrini (sua anche la parte critica “La rivoluzione della grazia”).

Diretto e alle volte duro, in questi pensieri sull’arte Manet si rivolge alle modelle, agli attori in scena, ai suoi colleghi e ai collezionisti, parla di filosofia e della sua arte: “Il colore è una questione di gusto e di sensibilità. Soprattutto, dovete avere qualcosa da dire; altrimenti, meglio cambiar mestiere. Non siete pittori a meno di non amare la pittura sopra ogni altra cosa”. Non tralascia, poi, quel contatto con la natura che nelle sue opere si faceva contatto vivido e allo stesso tempo sfocato, reale, ma leggermente mistificato: “Se è massima certezza, come dice Bacone, che l’arte è l’uomo sommato alla natura, homo additus naturae, allora nell’arte non può mai mancare la natura. Impossibile sostituirla, nemmeno con il ricordo esatto”.

 

Con Trascrivere la vita. Pensieri sull’arte, Via del Vento (grazie anche all’ottimo lavoro di Marco Alessandrini) regala ai lettori e agli artisti di oggi uno spaccato vivido e coinvolgente di un maestro fuori dal tempo, Èdouard Manet.

“Libri al centro” a Roma dal 7 al 13 aprile per il nostro arricchimento continuo. Intervista a Roberto Ippolito

librialcentrologoGiulia Siena
ROMA
– La grande macchina organizzativa è ormai in moto da mesi e, finalmente, sta per partire l’evento letterario che non ha eguali. È Libri al centro, la rassegna che per la prima volta porta i libri e gli autori in un centro commerciale per una intera settimana. Dal 7 al 13 aprile, infatti, i libri invadono CinecittàDue (via P. Togliatti, 2), il centro commerciale di Roma situato in un’area popolosa della città in cui, nonostante la presenza degli storici studi cinematografici, i grandi appuntamenti culturali arrivano di rado.

Per conoscere meglio Libri al centro, per capire come si svolgerà e perché, abbiamo intervistato il direttore editoriale della manifestazione, Roberto Ippolito.

 

 

Libri al centro”, a Roma dal 7 al 13 aprile un nuovo evento dedicato ai libri. Nell’Italia dei sempre meno lettori, c’era bisogno di un altro festival letterario?

Libri al Centro non è un nuovo festival letterario ne, tanto meno, l’ennesimo evento letterario. Libri al centro è un modo per portare i libri fuori dalle solite rotte: i libri, così, prendono vitalità e arrivano fra la gente con la gente. In un momento in cui i libri si leggono sempre meno in un Paese che legge sempre meno Libri al centro vuole essere anche un segnale della necessità che abbiamo di essi, i libri devono stare con noi.

Perché i libri devono stare con noi?

(Ride ndr) Devono stare con noi per il ruolo stesso che ricopre il libro, per la sua importanza: per l’immaginazione che ci regala, per gli stimoli, per l’arricchimento continuo. Oggi noi, da non lettori, gli giriamo le spalle, ma il libro ha sempre qualcosa da dirci, da mostrarci, da insegnarci ed è per questo che riteniamo fondamentale metterlo al centro, dargli la possibilità di parlare a tanti anche in un luogo in cui difficilmente entra.

Roberto Ippolito direttore editoriale 'Libri al centro' Cinecittàdue (web)Il centro commerciale, appunto, un luogo di aggregazione e scambio, ma del tutto inusuale per incontrare i libri e parlare di essi. Come mai questa scelta?

Il centro commerciale è un centro di aggregazione come molti altri, ma rimane uno dei più importanti e frequentati, tanto che possiamo pensare che questo luogo abbia sostituito le piazze delle antiche città in cui ci si ritrovava e si discuteva. E CinecittàDue ha dimostrato che questo centro commerciale è molto di più di una semplice sfilata di negozi, in questo luogo di solito dedito allo shopping si investe in conoscenza. I cento negozi che aderiscono a Libri al Centro, infatti, hanno voluto portare i libri in questo luogo e hanno voluto investire in cultura e nel sociale. Questo aspetto, quello sociale, è quello che preoccupa di più perché un Paese che non legge è un Paese inaridito e gli ultimi dati parlano chiaro: quattro italiani su sette in un anno non leggono neanche un libro; non solo, su tre italiani che non lavorano più, solamente uno legge. E questa è una spirale depressiva che va fermata, noi cercheremo di farlo a Libri al centro con degli stimoli per i lettori attraverso la qualità degli autori che interverranno e con la forza delle tematiche che tratteremo.
Di solito gli eventi letterari sono frequentati maggiormente dai lettori forti, da gente che sceglie consapevolmente di seguire un appuntamento in cui si parla di libri. Questa volta, per la prima volta con Libri al Centro, sono i libri che vanno dalla gente e si presentano al cospetto anche di coloro che di solito non frequentano i luoghi della lettura. Il vostro modo di comunicare sarà diverso? Come riuscirete ad arrivare ai non-lettori o comunque a quei lettori che normalmente leggono poco?

L’impegno è quello di non essere mai distaccati. Poi, naturalmente, bisogna rispettare il principio fondamentale del parlarsi e del confrontarsi e ricercare la semplicità nel modo di esporre anche contenuti importanti. E di contenuti importanti ce ne saranno davvero tanti a Libri al centro: dall’amore alla politica, dalla criminalità ai temi sociali, dall’inchiesta all’enogastronomia, dall’analisi alla sociopolitica, senza dimenticare il grande spazio che verrà dato nel fine settimana ai libri per bambini, con le letture animate “Briciole di storie” realizzate da “Il Semaforo Blu”.
In una settimana di manifestazione ci saranno oltre 20 tra gli scrittori più interessanti dell’attuale panorama editoriale, cosa dobbiamo aspettarci?

In tanti giorni di manifestazione e durante i tanti eventi in programma ci saranno molte proposte e verranno dati diversi spunti di riflessione. Mi aspetto, perciò, che da Libri al centro ognuno di noi torni a casa avendo qualcosa in più. Che possa essere un libro oppure solamente l’occasione per approfondire alcune tematiche, spero che si vada via da Libri al centro arricchiti.

 

 Leggi QUI il Programma completo di LIBRI AL CENTRO

Novità: ISBN presenta “Scacco matto a Putin”, dal 10 aprile in libreria

ScaccoMattoMILANO Scacco matto a Putin, il nuovo libro di Garry Kasparov sarà in libreria per ISBN Edizioni dal 10 aprile e già si preannuncia un libro irriverente e sagace. Dalle Pussy Riot alle Olimpiadi di Soci, fino all’occupazione russa in Ucraina: la partita più importante del leggendario campione di scacchi, in nome della libertà. Garry Kasparov, infatti, è considerato all’unanimità il più grande scacchista della storia e, dopo il ritiro dall’attività agonistica, ha prestato la sua intelligenza a un profondo impegno politico, in nome della libertà di pensiero e di espressione. Schierandosi come uno dei leader della coalizione russa di opposizione, nel corso degli anni ha partecipato a diversi atti di protesta contro quella che definisce la «tirannia» del presidente Vladimir Putin, nel quale riconosce i tratti del potere più autoritario e violento.
Dopo i tanti lavori che Kasparov ha dedicato alla filosofi a e alle strategie degli scacchi, questo volume rende finalmente giustizia alla sua esperienza politica, raccogliendo gli articoli da lui pubblicati dal 2010 a oggi su important i testate internazionali – tra cui Time, Wall Street Journal e Washington Post –, le basi da cui il campione russo scaglia regolarmente il proprio attacco a Putin e ai suoi oligarchi. Dalla difesa delle Pussy Riot all’indagine dei rapporti tra Obama e la Russia; dalle critiche all’attuale sistema giudiziario alla definizione del «putinismo» come nuova religione di Stato; dalle recenti Olimpiadi invernali di Soci fino all’occupazione militare in Ucraina e all’annessione della Crimea: in queste pagine lo scacchista della politica punta il dito contro il potere corrotto e assoluto che domina il suo paese.

Arriva Bologna Children’s Book Fair 2014: 1200 editori da 74 Paesi per 4 giorni di grandi libri per piccoli lettori

fiera_del_libro-bolognaBOLOGNA – Il meglio dell’editoria mondiale torna a Bologna per l’imperdibile Bologna Children’s Book Fair. 1200 editori – di cui 1100 esteri, da 74 Paesi – che da ieri, lunedì 24, fino a giovedì 27 marzo animano i padiglioni di BolognaFiere per la nuova  edizione della Fiera del Libro per Ragazzi.

 

“Un’edizione speciale – ha dichiarato il presidente di BolognaFiere, Duccio Campagnoli – che segna l’inizio di un nuovo ed entusiasmante progetto, condiviso con AIE, Associazione editori italiani e Centro per il Libro e la Letteratura, Ministero Beni Culturali e Ambientali e che nasce dalla convinzione che l’impegno più importante per una società è quello rivolto alla cultura, all’educazione, alla formazione dei giovani. Il nostro contributo – ha continuato Campagnoli – non poteva che essere quello di fare uscire il patrimonio editoriale e culturale che, ogni anno, passa nei padiglioni della Fiera di Bologna, il meglio della produzione editoriale di tutto il mondo e metterlo a disposizione dei giovani lettori, degli educatori e delle famiglie”.

La Fiera del Libro si pone anche come grande luogo di sperimentazione e promozione culturale così BolognaFiere, in questo primo anno del nuovo cinquantennio apre le porte della Fiera ai giovani lettori, agli educatori e alle famiglie mettendo a loro disposizione il vasto patrimonio editoriale presente nei padiglioni (25‐26‐29‐30) riservati agli operatori dell’Editoria libraria e multimediale per l’infanzia e la gioventù. Un intero padiglione, il 33, che ha scelto di intitolarsi “Non ditelo ai Grandi”, aperto al pubblico fin da sabato 22, ospita una grande libreria internazionale unica al mondo che, nell’ambito della programmazione della nuova SETTIMANA DEL LIBRO E DELLA CULTURA PER I RAGAZZI, propone oltre 100 incontri con grandi autori e illustratori, presentazioni e laboratori e, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Bologna, un ricco programma di iniziative anche in città.

 

Lunedì – PRIMO GIORNO

A inaugurare la Fiera, anche il “BOP – Bologna Prize for the Best Children’s Publisher of the Year” – istituito nel 2013 dalla Fiera del Libro per Ragazzi in collaborazione con AIE che premia per ciascuna delle sei aree del mondo gli editori che si sono distinti maggiormente per il carattere creativo e la qualità delle scelte editoriali nell’ultimo anno. Tra le 28 nomination arrivate in fondo, è l’editore Maurizio Corraini a ricevere il prestigioso riconoscimento per l’area europea. Sono invece un brasiliano – Roger Mello per l’illustrazione – e un giapponese, Nahoko Uehashi – come autore – i due vincitori dell’Hans Christian Andersen Award, il Premio di IBBY, l’”Oscar” della letteratura per i bambini e gli adolescenti. I due protagonisti realizzeranno il prossimo anno la copertina dell’Annual 2015, il catalogo di Bologna Children’s Books Fair che raccoglierà tutte le opere della mostra degli Illustratori esposte fra dodici mesi.

 

Oltre la battaglia: “Polimnia. Di 300 Spartani, una Grecia e dei Persiani di Serse” di Alessandro Cortese.

PolimniaGiorgia Sbuelz
ROMA
– Non soltanto le vicende del prode re spartano Leonida, ma in questo romanzo storico, Polimnia. Di 300 Spartani, una Grecia e dei Persiani di Serse, l’autore, Alessandro Cortese, porta alla ribalta i fatti e il punto di vista di ciascun popolo coinvolto nelle Guerre Persiane.

Lo fa attingendo alla sapiente fonte storica di Erodoto e miscelando con cura ai ritratti dei protagonisti l’invenzione letteraria: vengono delineate così le gesta di coloro che hanno animato la storia dell’Ellade e del Vicino Oriente negli ultimi decenni del V secolo a.C., lasciando emergere figure apparentemente secondarie, che ricoprono invece ruoli di effettiva importanza nei contesti storici, e qui narrativi.
Chi fosse la gente di Sparta viene chiarito fin dal principio, attraverso le parole dell’uomo che un tempo ne fu re, Demarato. Quest’ultimo, una volta deposto, era divenuto consigliere di Serse e così ammonisce il sovrano persiano:
“Schiera pure milioni di guerrieri ma non troverai nei Persiani ciò che anima e tempra i Lacedemoni. Parlo d’una fede incrollabile in un dio ben più grande di Zeus: è la Legge. E per quanto il tuo esercito spaventi i nemici con la sua sola leggenda, non spaventerai Sparta. Perché la Legge non permette loro di aver paura.”
Viene messa in luce la fine strategia di Serse, in un viaggio a ritroso, esplorando la sete di potere che sempre infiammò gli animi degli Shāh di Persia a partire dalla cieca follia di Cambise, per procedere poi nella bramosia espansionistica di Dario, senza tralasciare gli intrighi di corte architettati in atmosfere magiche, aspetto caratterizzante dei palazzi reali orientali assieme ai bagni di sangue.
E poi gli eroi. Attonita la folla accoglie la sfida lanciata dal re Leonida: avrebbe condotto un esercito formato dalla sua sola guardia personale fino al passo delle Termopili e, da lì, avrebbe bloccato l’avanzata persiana. Trecento uomini in tutto, trecento guerrieri accompagnati dai loro Iloti, col compito di riscattare l’onore dei Lacedemoni, offuscato dal rifiuto di Sparta di scendere in campo contro Dario nella battaglia di Maratona, dieci anni prima.
Il coraggio dell’esercito spartano attira altri valorosi combattenti provenienti dal territorio greco: lo scopo è difendere le proprie case dalla minaccia persiana, ed entrare così nella leggenda.
A sorreggere gli scudi e le lance non sono solo gli uomini, ma anche le loro storie di ardore e di attaccamento alla propria terra: i fratelli Alfeo e Marone, il gigante Dienece, il tebano Leontiade il tespiese Demofilo e l’indovino Megistia. Uomini consapevoli del sacrificio a cui vanno incontro e capaci di accettarlo con onore, difendendo quel sentimento proprio dei territori dell’Ellade: la libertà.
La regina Gorgò non è da meno, devota quanto fiera, con la sua fermezza rappresenta l’essenza stessa di Sparta. Leonida ne porta con sé il ricordo nei giorni di battaglia, la immagina vicina ad accompagnarlo nel momento del trapasso. Cade il re spartano, ma non la Grecia. I sogni vanagloriosi di Serse s’infrangeranno sulle acque di Salamina, e si spegneranno a Platea.

 
Alessandro Cortese, in quest’opera pubblicata da Edizioni Saecula, narra i fatti storici e quello che immagina li abbia accompagnati. Descrive i sentimenti vissuti dai protagonisti, le debolezze come gli slanci, ora dei greci ora dei persiani.
L’autore offre una voce a quegli uomini che hanno fatto la storia, riuscendo ad animarli con competenza e passione. Il risultato è un romanzo corale, preciso nella ricostruzione degli scenari dell’epoca quanto emozionante nei risvolti narrativi.

Notizie: ecco tutti i dati del Rapporto Nielsen sull’acquisto e la lettura dei libri

foto (8)Giulia Siena
ROMA 
– Leggiamo meno, acquistiamo ancora meno e a comprare sono sempre gli stessi. Si potrebbe riassumere così il rapporto Nielsen sull’acquisto e la lettura dei libri. Ma, si sa, la ricerca Nielsen – presentata ieri alla Biblioteca Angelica di Roma – è una cosa seria e proprio così non è il caso di riassumerla. I dati che emergono dal rapporto commissionato dal Centro per il Libro e la Lettura all’agenzia di rilevamento Nielsen, parlano chiaro: nel triennio 2011-2013 si è registrato un calo medio sia nella percentuale dei lettori (dal 49% al 43% della popolazione) che degli acquirenti (dal 44% al 37%), ma non è tutto.

 

“Oltre a offrire la fotografia più fedele del 2013 – spiega Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il Libro e la Lettura – la ricerca consente di vedere le immagini in movimento del triennio 2011-2012-2013”. 

Allora, questa fotografia scattata da Nielsen per il 2013 mostra un paese in cui il 37% della popolazione (19,5 milioni di individui) ha acquistato almeno un libro durante l’anno, per un totale di 112 milioni di copie vendute. Gli acquirenti sono per la maggior parte diplomati/laureati, risiedono tra il Nord e il Centro Italia, hanno un profilo giovane (25-34 anni) e sono in maggioranza donne: il 41% della popolazione femminile ha acquistato un libro, contro il 33% di quella maschile.

Ulteriore discriminante è la fascia di reddito: più gli individui sono benestanti, maggiore è la loro predisposizione a investire in libri. Più della metà dei libri acquistati è compresa nella fascia di prezzo medio-bassa: il 28% riguarda i titoli sotto i 5€, il 31% quelli tra i 6€ e i 10€. Si conferma il ruolo preponderante dei lettori forti: il 4% della popolazione ha acquistato il 36% delle copie vendute nel 2013.

Mentre cala la quantità dei libri acquistati, aumenta quella dei volumi in prestito. Il risultato è che in Italia si legge più di quanto si acquista: il 43% della popolazione ha letto almeno un libro (22,4 milioni di lettori, per un totale di 153 milioni di copie lette). Le lettrici sono più numerose dei lettori (il 48% delle donne contro il 38% degli uomini) e la fascia di età più forte è quella dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni (dove i lettori si attestano al 60%). Il genere preferito è la narrativa (71% di gradimento), seguita da biografie/autobiografie e dai libri storici.

La comparazione dei dati relativa agli ultimi tre anni (novità fondamentale della ricerca Nielsen) mostra un trend negativo sia per quanto riguarda i lettori che gli acquirenti di libri in Italia. Negli ultimi anni il calo riguarda tutte le fasce d’età, con particolare rilevanza in quelle più giovani: dal 70% al 60% nella fascia 14-19 anni, dal 52% al 40% in quella 20-24. A crescere sono i lettori ultrasessantenni: dal 33% nel 2011 al 38% nel 2012 al 39% nel 2013.

Non ci resta che leggere.

 

La ricerca
Il campione è il Panel Consumer Nielsen (9.000 famiglie), che stima i principali indicatori relativi al comportamento degli acquirenti nei mercati di largo consumo e rappresenta 52,4 milioni di individui sopra il quattordicesimo anno d’età sull’intero territorio nazionale. Inviato a circa 24.000 individui, il questionario ha chiesto informazioni relative a ciascun acquisto(tipologia e genere di libro acquistato, canale d’acquisto, prezzo, utilizzo) e alla lettura (tipologia e genere di libro letto, canale di provenienza). Tra gli indicatori presenti all’interno dell’indagine, si evidenziano l’affluency (classe socioeconomica) e sette tipi di life stages (le diverse tipologie familiari).

Bébert Edizioni, quando disciplina e urgenza comunicativa danno vita a un libro. Un buon libro.

logoGiulia Siena
BOLOGNA 
– Chiari, lineari e senza fronzoli. Si presentano così i libri di Bébert Edizioni, la casa editrice fondata da Matteo Pioppi a Bologna nel 2012. Bébert – il nome della casa editrice è un omaggio al gatto letterario di Louis-Ferdinand Céline – è una scommessa imprenditoriale che punta a dimostrare come i libri siano ancora veicoli di messaggi importanti, di come la scrittura sia disciplina e di quanto ogni libro esprima un’urgenza comunicativa slegata dal resto, tutto il resto. Questi concetti, i principi editoriali che danno vita al lavoro quotidiano di Bébert, vengono ribaditi con forza anche nella nuova collana, Gli Irrisolti, raccolte di racconti di vita a poco prezzo.

Per scoprire di più, per capire chi è e dove sta andando Bébert Edizioni abbiamo intervistato l’editore, Matteo Pioppi (nella foto in basso).

 

Bébert Edizioni, una casa editrice giovane fatta da giovani che dal quartiere operaio della Bolognina di Bologna arriva nelle librerie d’Italia. Come inizia questa avventura?

Inizia per una questione privata, come quasi tutto. Praticamente mi sono ritrovato nel periodo più buio e cupo della mia vita, avevo dei soldi da parte e ho deciso di aprire una casa editrice. Un po’ perché bene o male e a stati alterni ho sempre lavorato in case editrici e quindi il lavoro lo conoscevo, e un po’ perché volevo costruire qualche cosa di mio che potesse essere utile anche agli altri. È stato come buttarsi nel vuoto, fortunatamente non ho ancora toccato il fondo.

Il motto che campeggia sul vostro sito è: “Bébert edizioni è convinta che non esista un solo modo giusto di fare le cose, bensì il modo di fare con quello che si ha”. Come fate le cose, qual è la linea editoriale che perseguite e come scegliete i vostri libri?

Si quella è una frase fondamentale secondo me. In questo periodo interminabile di crisi che è diventata la nostra nuova vita, non ci si può focalizzare sul superfluo, bisogna puntare dritto al centro per farle, le cose. Non si può più aspettare.
La linea editoriale per la narrativa e la poesia è l’urgenza comunicativa, dev’essere qualcosa scritto per necessità e non per atteggiamenti da bohemien. La scrittura è spesso disciplina e non ispirazione da sigaretta e pastis. Altra cosa importante è come si raccontano le storie, lo stile, questo è fondamentale. La voce dell’autore dev’essere sempre presente in modo forte, caratterizzandone la scrittura.
Per la saggistica invece cerchiamo di analizzare, tramite le tesi magistrali o di dottorato, ovviamente rivisitate, gli argomenti politico-sociali e storico-culturali più interessanti e raramente affrontati. In questo modo il libro entra in una contraddizione, la solleva e ne fa emergere il problema. Il momento più gratificante sono le presentazioni in cui viene dibattuto e socializzato il libro, è lì che termina e si definisce al meglio tutto il lavoro editoriale: nel confronto tra esseri umani.

Matteo_Pioppi_Bebert_chronicalibriI libri Bébert sono opere di narrativa, saggi e libri di poesia; opere in cui si respira la realtà e attraverso i quali si racconta la società attuale. Per un istante, sembra quasi di essere tornati al Neorealismo oppure al Populismo pasoliniano. Sbaglio?

Mah non saprei, non l’ho mai vista in questo modo. Io sono partito dall’idea che i libri, a me, hanno sempre fatto crescere. Non li ho mai visti come un intrattenimento, ma come una terapia d’urto. Ogni libro che riesce ad entrarti dentro è utile per farti crescere, per farti capire certe cose di te, di come sei fatto, di come sono fatti gli altri, di cosa è successo nella storia, nella politica, di come possano esistere differenti le organizzazioni della società sparse per il mondo e potrei continuare all’infinito. Quindi se vuoi i libri sono un po’ una terapia perché curano tutte le domande che uno si pone. Per me anche la musica ha questo effetto, soprattutto la musica che ha un approccio punkettone.

Allora, che ruolo ha la letteratura nella società attuale?

Ha un ruolo marginale purtroppo. Il problema è anche educativo. Se tu non abitui a leggere, nessuno leggerà o comunque leggerà poco. Poi ti dico, ci sono sempre le eccezioni. Io per dirti vengo da una famiglia nella quale la cultura non si è mai respirata e da frequentazioni adolescenziali dove la maggior parte degli amici lavorava già a 15 anni, però io ho sempre avuto interesse per la musica, il cinema e i libri. Quindi sicuramente il discorso è sia strutturale-educativo ma anche di volontà individuale. Se una persona preferisce guardarsi in TV due ritardati che scoreggiano dalla bocca, indubbiamente hanno la colpa di essere coscientemente coinvolti nella costruzione di un mondo orribile.
Quindi la letteratura resiste dove deve resistere, in coloro che si ostentano a trovare percorsi di vita alternativi e più ergonomici alle loro vite.

Chiudiamo con una grande novità; proprio in questi giorni nasce una nuova collana, Gli Irrisolti, in cui vengono raccolte storie e piccole narrazioni. Come nasce questa nuova collana?

Nasce quasi per caso. Mi sono ritrovato ad avere molti racconti di vari autori. Racconti tutti molto belli che, però, non potevano stare in una stessa raccolta perché alcuni erano troppo diversi tra loro. Allora ho deciso che, siccome erano troppo belli, andavano in un qualche modo pubblicati. Poi mi sono accorto che entrambi avevano questo denominatore comune: entrambi affrontavano delle storie irrisolte, in particolar modo delle storie sentimentali. Allora mi sono detto che era giunto il momento di creare una collana con libri di piccole dimensioni con un paio di racconti dentro e dal costo contenuto di 3 euro. Sono felicissimo di come sono venuti fuori, sono dei piccoli libri per parlare delle nostre vite, non per forza in modo drammatico. Anzi molto spesso è il tragico e il comico che riescono maggiormente a scuoterci.
Il primo dei due libri è dell’esordiente Ambra Porcedda e si intitola “Immeacht bronacht. Una miserevole uscita”, il titolo è in gaelico e vuole appunto dire una miserevole uscita. Sono racconti sentimentali e oceanici, che parlano di crolli e di edificazioni sentimentali.
Il secondo è “Come poteva essere una storia d’amore”, di Giuliano Bugani (poeta, regista, scrittore e un tempo operaio), in cui c’è un bellissimo racconto sull’amore che delle madri dei desaparecidos cileni nei confronti dei loro figli e di come tutto questo amore materno sia stato strappato via dalla dittatura. Io sono estremamente soddisfatto di entrambi i microlibri.

 

E questo a noi basta. Buone letture!

 

 

“Libri al centro”: dal 7 al 13 aprile libri e scrittori invadono CinecittàDue

librialcentrologoROMA – Nuova idea, nuovo evento letterario: è Libri al Centro. I libri questa volta, per la prima volta in Italia, occuperanno letteralmente un centro commerciale per un’intera settimana. Dal 7 al 13 aprile 2014 presso il centro commerciale CinecittàDue (via P. Togliatti, 2) di Roma arriva Libri al Centro, la rassegna ideata da Roberto Ippolito che vede protagoniste le voci più importanti e rappresentative del panorama editoriale italiano: da Andrea Vitali e Chiara Gamberale a Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, da Marco Lodoli e Marco Travaglio a Mario Tozzi e Marco Malvaldi fino a Nicola Gratteri.

“I libri sono emarginati dalla vita quotidiana – spiega il direttore editoriale, lo scrittore Roberto Ippolito – da qui l’idea di portarli dove questa si svolge. Il nome dell’evento, Libri al centro, mette in risalto questa esigenza e la massima determinazione. Un semplice gioco di parole sintetizza l’urgenza per l’Italia, che leggeva poco e incredibilmente legge sempre meno, di affrontare una questione culturale fondamentale”.

L’urgenza si traduce in un festival che si annuncia senza precedenti, per dimensioni e spessore, oltre che per la location. Insieme agli autori già citati, interverranno anche Antonio Nicaso, Alessia Gazzola, Paolo Di Paolo, Antonio Manzini, Giuseppina Torregrossa, Marco Damilano, Oliviero Beha, Fede e Tinto, Anna Scafuri, Stefano Polacchi, Gino Castaldo. Dalla narrativa alla saggistica, dalla cucina alla fotografia con autori di grande richiamo, sono presenti gli editori Chiarelettere, Contrasto, Einaudi, Feltrinelli, Gambero Rosso, Giunti, Laterza, Longanesi, Mondadori, Perrone, Rai Eri, Rizzoli, Sellerio. Inoltre viene proposta la mostra fotografica “Vita da Strega”, realizzata dall’Archivio Riccardi e curata da Giovanni Currado, sulla storia del premio letterario italiano più importante.

Realizzato dal centro commerciale CinecittàDue in collaborazione con le librerie Arion, il progetto vuole portare i libri dove di norma c’è poca attenzione, in un luogo tendenzialmente estraneo agli approfondimenti e al confronto, ma dalla forte capacità di aggregazione. CinecittàDue, situato in un’area molto popolata della città, facilmente raggiungibile in metro e a due passi dagli storici studi cinematografici, è l’ambiente giusto per un evento dall’identità originale, che mira a vincere una scommessa difficile e di grande valore sociale, soprattutto in un Paese che tende sempre più a relegare la cultura ai margini.
“Nessuno deve accettare passivamente livelli di lettura bassi come quelli italiani – afferma Marcello Ciccaglioni, presidente dell’Associazione Commercianti di CinecittàDue e del gruppo Arion – Negli ultimi anni le vendite e la lettura sono calate in modo drastico e il fenomeno non accenna a diminuire, un segno certo della crisi, ma anche di un più preoccupante e generale impoverimento della società. Per questo sentiamo il dovere di impegnarci per ridare dignità e centralità ai libri”.
Per un’intera settimana, destinata a lasciare il segno, CinecittàDue e in particolare la terrazza interna “Espressamente Illy”si lasciano letteralmente invadere dalla cultura. Stop agli annunci commerciali dagli altoparlanti e via libera alla pluralità di voci, titoli, e generi proposti dalla rassegna, con il meglio della produzione letteraria nazionale.

 

Tanti gli incontri e gli appuntamenti in calendario: due dal lunedì al venerdì (alle 17.00 e alle 18.30), quattro il sabato e la domenica (alle 12.00, 15.30, 17.00 e 18.30). Il fine settimana, inoltre, si arricchisce di incontri di lettura interamente pensati per il mondo dei più piccoli che possono essere lasciati dai genitori desiderosi di seguire in tranquillità gli eventi.

“La giostra del piacere” e il gioco delle vite. Un grande romanzo

La-giostra-del-piacere-recensione_chrLGiulia Siena
ROMA
“Più si frequentava place d’Arezzo, più ci si convinceva di aver a che fare con un mistero. Il nome stesso della piazza aveva dell’incredibile, perché era dedicata al monaco benedettino Guido d’Arezzo, inventore del sistema di notazione musicale che aveva messo fine alla confusione della trasmissione orale, ‘Chi esegue senza capire è un animale’ diceva. In musica, Guido d’Arezzo è stato un uccisore di pappagalli”. Come uno strano scherzo del destino, pappagalli e cocorite sono arrivate fino al centro di Bruxelles, trasformando questa piazza dedicata al monaco musicista nel loro nuovo habitat. Tra le fronde degli alberi i pappagalli – protagonisti e spettatori inconsapevoli di un gioco di sguardi – parlano nella propria lingua, mentre nelle stanze dei palazzi che si affacciano su quel maestoso nido belga, si consumano vite, passioni, lotte e amori. Infatti, i misteriosi pappagalli giunti fino a li grazie a un console brasiliano, non sono i soli privilegiati abitanti di questo prestigioso angolo di città, con loro, a parlare un’altra lingua e con diverse movenze e provenienze, ci sono gli abitanti di Place d’Arezzo. Gli abitanti, facoltosi, annoiati, istrionici, problematici ed enigmatici borghesi, vengono interrotti, sorpresi, spaventati e attratti da una lettera gialla, un biglietto che ricevono molti di loro. “Questo biglietto solo per dirti che ti amo. Firmato: tu sai chi”. Comincia così  La giostra del piacere (Edizioni e/o), il nuovo, grande lavoro narrativo di Eric – Emmanuel Schmitt. Da questo messaggio d’amore si scatena una storia in cui vivono tante storie: c’è Baptiste Monier, famoso scrittore di best seller – quasi alter ego dell’autore – sua moglie Joséphine e la loro nuova amica Isabelle; c’è la controversa Faustina; il potente Zachary Bidermann e sua moglie Rose; il banchiere de Couvigny; i giovani Albane e Quentin; il gallerista snob Wim; la fioraia Xavière che tradisce suo marito  con la docile  Séverin; ci sono i tormentati e curiosi Tom e Nathan, entrambi attratti dal giardiniere Hippolyte, padre di Isis e innamorato di Patricia.

In questa giostra di personaggi, il piacere è un sentimento estremo, cercato, rifiutato, mal gestito perché ogni storia, ogni legame tra i personaggi  ha dietro più storie, più sentimenti, più vicende. E in questa fitto ricamo di psicologie, azioni e reazioni, il piacere è solo uno dei sentimenti. Mano mano che il libro va avanti, che i personaggi si lasciano conoscere, emergono nuove sensazioni, nuovi stati d’animo; emerge, così, la magistralità di Schmitt nel delineare sensibiltà e stati d’animo. Emerge, così, che dietro a personaggi forti, scaltri, potenti e allo stesso tempo indecisi, c’è una felice ingenuità che in disparte, silenziosamente, tesse una trama avvincente fino all’ultimo pagina. Ed è qui che torna lo scrittore di “Oscar e la dama in rosa” (2002); qui riaffiora la grande capacità narrativa di Eric-Emmanuel Schmitt, lo scrittore che mette i propri personaggi sulla giostra del piacere, ma lascia alla semplicità muovere il complicato movimento. La giostra del piacere – come tutta la produzione narrativa e drammaturgica dello scrittore belga – descrive e analizza i comportamenti umani, indaga nel vissuto e nella psicologia dei personaggi e va a scandagliare ruoli, comportamenti, reazioni e attrazioni di questo popolosissimo “catalogo umano”.

 

“Quella notte c’erano tanti umani quanti volatili. L’atmosfera sembrava esplosiva. Si sentiva nell’aria che sarebbe successo qualcosa”.