Guerrilla Plantation, il raccolto che ti cambia la vita. O forse no.

StampaGiulia Siena
PARMA “Che strano effetto gli facevano le parole della zia: “E’ proprio un bravo ragazzo!” mentre quelle della nonna gli parevano più appropriate: “Mah, speriamo lo sia diventato, perché da piccolo era proprio un gran lazzarone!”. Paolo è cresciuto; forse anche troppo per essere ancora uno studente universitario, ma Paolo è così: si culla nel suo tranquillo caos fatto di noia, studio (poco), letture (tante), amici (Brizzo), fumo, strambe idee imprenditoriali e una crescente voglia di fare soldi. Per questo Paolo – il protagonista di Guerrilla Plantation, il romanzo di Gianluca Mantelli pubblicato da David and Matthaus – decide che è arrivato il momento di cambiare le cose. Questa è la situazione adatta: il suo piccolo traffico di monete antiche vendute via internet viene di colpo bloccato e la dogana esige un ingente pagamento di tasse. Dove trova i soldi? Come fa a sbloccare la situazione, proprio ora che la sua testa dovrebbe essere impegnata a studiare per l’ennesimo esame di filologia o di linguistica? Arriva, così, una piccola “illuminazione”: perché non sfruttare la malsana passione per la marijuana e fare del suo rifugio di studio, immerso nel verde delle montagne dell’Appennino, la base per la sua casalinga coltivazione di erba? La piantagione cresce, gli affari crescono, l’impresa cresce, tanto che il giro d’affari di Paolo riuscirà a coinvolgere anche Brizzo. Ma gli esami sono lì, la vita continua, le letture trascorrono, l’amore arriva – come una Dea – e scappa, le sessioni passano e la tesi aspetta. Tutto nella quotidianità di Paolo ha un altro ritmo.

 

Guerrilla Plantation è la storia di Paolo, la storia di una passione e la storia di un tentativo. Il tentativo è quello di provare a fare soldi facendo una cosa illegale. Una cosa come tante, del resto. Ma Paolo ci crede, si lascia trascinare, trascina e riesce, in un certo senso, a raggiungere il suo scopo. Guerrilla Plantation, però, è di più. Guerrilla Plantation è la storia di un ragazzo come tanti: annoiato, rallentato e sfiduciato. Per Paolo con questa nuova scommessa arrivano altri stimoli e si aprono nuovi scenari; Paolo per la prima volta non è più lo studente fuoricorso ma è l’uomo che decide di tentare la propria strada – anche se provvisoria – ed è l’uomo che decide di riuscire, comunque e nonostante tutto, nei suoi studi.

Gianluca Mantelli, tra gli altri, ha questo merito; quello di far diventare – attraverso il racconto – uomo un dissennato studente fuoricorso.

 

Vedi QUI la videointervista di ChronicaLibri iTvRome a Gianluca Mantelli, autore di Guerrilla Plantation

Cortona Mix Festival: musica, letteratura, cinema e teatro in Toscana

cortona_mix_festival2013CORTONA – Ecco a voi qualche anticipazione del Cortona Mix Festival, la manifestazione in programma nella città etrusca dal 26 luglio al 3 agosto 2014.

 

La Carmen con i cittadini cortonesi, la chitarra progressive di Steve Hackett, il teatro di Daniel Pennac, la Nona Sinfonia di Beethoven, il rock dei Nobraino, gli incontri con Michele Serra, Maurizio Maggiani, Wu Ming Contingent e la “segretaria dei Beatles”. Ecco i primi ospiti del festival in programma a Cortona dal 26 luglio al 3 agosto.
Cortona Mix Festival 2014, inizia il conto alla rovescia. Mancano ormai meno di cento giorni alla terza edizione del festival dedicato al mix delle arti e dei linguaggi, promosso da Comune di Cortona, Gruppo Feltrinelli e Regione Toscana, in collaborazione con Orchestra della Toscana, Accademia degli Arditi e Officine della Cultura. Dal 26 luglio al 3 agosto, musica, letteratura, cinema, teatro e molto altro torneranno ad animare l’estate toscana, con tante conferme e altrettante novità.
Dopo il successo dell’Aida nel 2013, si ripete l’esperienza dell’opera immersa nella realtà cortonese: quest’anno, la collaborazione tra l’Orchestra della Toscana e gli abitanti di Cortona si tradurrà in una versione speciale della Carmen di Bizet (sabato 26 luglio). Le mille sfumature della musica saranno rappresentate anche dal progressive rock di Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis, in concerto domenica 27 luglio in Piazza Signorelli; dalla Nona Sinfonia di Beethoven proposta dall’Orchestra della Toscana con il Coro del Maggio Musicale Fiorentino (mercoledì 30 luglio), dall’energia dei Nobraino, protagonisti assieme ad altre band indipendenti della festa finale di domenica 3 agosto.
Agli appassionati del mix tra teatro e letteratura, il festival offrirà un doppio appuntamento con lo scrittore francese Daniel Pennac: incontro/intervista pomeridiano (domenica 27 luglio) e lo spettacolo L’oeil du loup, la sera di lunedì 28 luglio al Teatro Signorelli. L’intreccio tra musica e cinema troverà forma nella meravigliosa storia di Freda Kelly, la “segretaria dei Beatles”, presente a Cortona domenica 27 luglio e protagonista del documentario Freda – La segretaria dei Beatles (proiettato al Teatro Signorelli nell’ambito della rassegna Visions). Tra giornalismo e narrativa, ospiti confermati sono Michele Serra, Maurizio Maggiani e Wu Ming Contingent.
In un cartellone non ancora definitivo – con diverse sorprese in arrivo nelle prossime settimane – spicca anche la cornice di appuntamenti e iniziative che arricchiscono il programma degli incontri e degli spettacoli offrendo ai cittadini cortonesi e ai turisti ulteriori possibilità di svago, riflessione, apprendimento. Ai ragazzi dai 10 ai 16 anni è dedicato Look Around Lab, laboratorio a cura dell’associazione Il Razzismo è una brutta storia; a chiunque sia interessato a mettersi alla prova con la creazione di una storia, è rivolto il corso di racconto C’è un grande artigiano dentro ogni inventore, tenuto dallo scrittore Alessandro Mari, a cura di Scuola Holden.

Per il terzo anno consecutivo, a Cortona si assegnerà anche il Mix Prize, il premio al miglior libro pubblicato in Italia nella stagione 2013/2014, basato sulle selezioni Scelti per voi dei librai Feltrinelli e sul voto del pubblico online. E con il Mix Festival tornerà il Bookshop di Feltrinelli, la libreria temporanea aperta nei giorni della manifestazione e fino al 17 agosto.

Anteprima esclusiva: leggi su ChrL il primo capitolo di Senza Pugni, il romanzo di Davide Mannelli

Senza-pugni_webPALERMO – Sarà in tutte le librerie dal prossimo 3 giugno, ma oggi, in anteprima esclusiva per i lettori di ChronicaLibri, ci apre le sue pagine e ci lascia assaporare l’avvincente trama . Stiamo parlando di Senza Pugni, l’esordio letterario di Davide Mannelli per Edizioni Leima. Il libro – con la prefazione del giornalista sportivo Roberto Gueli – racconta la difficile storia dell’aspirante pugile Marco Russo. La vicenda si muove su due piani paralleli: da una parte il giovane Marco, pieno di speranze, forza e determinazione; dall’altra il pugile disincantato e ostile alla vita. Con un ritmo serrato e un linguaggio veloce e spietato, per il suo esordio letterario Davide Mannelli ci porta sul ring, tra le disillusioni e la realtà.

Leggi con ChronicaLibri il primo capitolo di Senza Pugni, poi, non ti resta che aspettarne l’uscita!

 
Primo Capitolo
SIENA, 1987
Questa città è sempre più fredda. È una gioielleria. Corre via, davanti ai miei occhi, maleducata, spigolosa. Che ci faccio qui? Mi piacerebbe che qualcuno rispondesse a questa domanda, ma a chi la rivolgo? A Rocco?
“Vuole fermarsi a mangiare qualcosa?”.
“No, no… vai tranquillo”.
“C’è un ristorante qui vicino”.
“Muoviti, ho detto”.
“Come vuole”.
Lo guardo bene dal mio cunicolo riscaldato, questo scimmione con la patente: che delusione. All’inizio mi piaceva, sembrava adatto a me e alla mia macchina. Anche il nome mi rassicurava: Rocco. Forte e secco, con quell’odore un po’ arcaico e la patina solenne di certi nomi scartati dalla massa. Devo dire che non era male neanche l’aspetto: il mento schiacciato, il naso malinconico e duro, gli occhi che non avevano tanto da dire e che, proprio per questo, non mettevano mai in imbarazzo. Una bella faccia anonima e disgraziata, come quelle di cui mi piace circondarmi per sentirmi al sicuro.
Oggi queste certezze sembrano congelate, e io non oso metterci la mano dentro perché odio il freddo. Odio il freddo boia di questa città, per esempio, che mi punge fin dentro le mutande.
Non sono più sicuro di aver fatto una buona scelta con Rocco, perché oggi mi sta proprio antipatico.
“Accelera, va’!”.
“Siamo già a…”.
“Muoviti, ho detto!”.
Un’altra cosa che detesto sono gli autisti che parlano. Un devastante errore ontologico, un imperdonabile falso semantico.
Si chiamano autisti perché devono essere e rimanere un blocco unico con l’automobile, un prolungamento dei freni, del volante, dei fari. I fari non parlano.
“Portami al ristorante che dicevi”.
Scaravento quella frase maliziosa sperando di ottenere una reazione, mentre stendo le nocche gonfie e bruciate. Ma il tizio che mi sta davanti torna simpatico e non parla più, mento e lingua incassati dentro la strada. L’unica parola che tira fuori la scrive con l’occhio destro, che rimbalza dallo specchietto retrovisore e arriva dietro, fino al mio sedile. E stavolta sono io che non parlo, perché oggi mi sento stanco. Veramente stanco.
“Che musica è?”.
“È Vasco. Le dà fastidio?”.
“Sono le mie cassette, no?”.
“Certo”.
“E allora? Alza. Non troppo, però”.
E lui alza troppo.
“Che ti ho detto?”.
“Come?”.
“Como è vicino Milano”.
“Mi scusi. Abbasso”.
“Bravo. Non troppo. Quanto manca per fermarci?”.
“Poco. Dieci minuti, massimo quindici”.
“Va bene”.
Mi viene voglia di lanciargli un mezzo sorriso.
“Se vuoi alzare, alza. So che ti piace Vasco, l’ho capito”.
“Alzo solo un poco, allora”.
La cosa mi fa piacere, o forse no. Lui pareggia i conti e me ne passa uno suo, di sorriso. Mi fa piacere, perché ho bisogno di gente che mi sorrida, adesso che le mie mani oscillano. Non mi fa piacere, perché vuol dire che sto davvero invecchiando. Io, proprio io, l’ultimo uomo al mondo che dovrebbe concedersi il pigro lusso di incanutirsi dentro. Io, che mi sto arrendendo. I miei trentatré anni mi prendono davvero in giro, perché addosso me ne sento quarantacinque. Nelle ferite, nelle mani gonfie, nelle ginocchia ballerine, nei miei bicipiti stanchi e sconvolti anche loro da questo freddo boia.
“Cosa ti piace mangiare?”, chiedo per distrarmi da quell’idea.
“Prego?”.
“Non ti ho mai visto mangiare. Che mangi?”.
“A me piacciono tanto le olive”.
“Bei gusti di merda, complimenti”.
“E a lei?”.
Si prende confidenza, il tipo. Ha capito che in una serata come questa può farlo.
“Io mangio tutto. Sono cresciuto mangiando tutto quello che c’era e anche quello che non c’era”.
La frase, forse, l’ha intimidito. Rocco non parla.
Ho scoperto un fianco del mio passato e non sa, il poveraccio, come gestire la cosa. Lo aiuto io.
“Ma la cosa che mi piace di più sai cos’è?”.
“Cos’è?”.
“Cosa può piacere a un napoletano?”.
“Io non sono napoletano. I dolci?”.
“Sì, i dolci mi piacciono tanto, ma a me piacciono soprattutto le polpette”.
“Sono buone, le polpette”.
“Mia nonna me le faceva sempre. Sempre quattro. Sempre quattro, su quel piatto. E lo sai perché me ne dava solo quattro, di polpette?”.
“Perché?”.
“Perché non dovevo crescere viziato. Abbassa un po’ la musica, adesso, che ho mal di testa”.
Che cazzo mi esce dalla bocca? Io questo qui nemmeno lo conosco! Neanche fosse il mio analista. Ho capito che per oggi faccio meglio a rimanere zitto. Non mi va di parlare del mio passato e, anche se fra qualche ora dovrò guardarlo in faccia, alcune cose di quei tempi preferisco tenerle per me, o parlarne con le anime calde, nei boschi della Napoli sotterranea. O con i miei genitori, che sono vivi, ma è come se non appartenessero più al mondo, oramai. E intanto invecchio anch’io, e fra un po’ forse sarò come loro.
No. Mai.
Getto lo sguardo dal finestrino, ma neanche questa è una buona idea.
“Siamo arrivati”.
Guardo di nuovo questo pezzo di latta dal cuore umano. Rocco non mi sembra felice. Non mi sembra nemmeno una persona soddisfatta della sua vita.
Non mi sembra una persona. Non lo so. Ho paura di chiarirlo anche a me stesso.
Ma dopo che ho finito di bucarlo con gli occhi, passo a me. E dallo specchietto retrovisore, un giovane non più tanto giovane, un bell’uomo non più tanto bello, mi guarda severo. E le ragnatele invadono i miei muscoli. Questo mio corpo, che sento allontanarsi codardo, non vuole più faticare per me, né ringraziarmi per tutto quello che io avevo fatto per lui.
Guardo Rocco, e ancora, e di nuovo.
Sorrido, tiepido, mentre torno a sporcarmi gli occhi sul finestrino.
Forse avrei dovuto fare anch’io l’autista, nella vita.
Non c’era niente da perdere.

 

“Quante volte lo sport, come inclinazione naturale, ha aiutato i giovani a uscire da realtà difficili che li circondavano, creando loro una campana di vetro dentro cui stare, che non permettesse la contaminazione della loro nicchia, ma che non gli impedisse di “sentire” né “vedere” quello che gli avviene intorno”. (dalla Prefazione di Roberto Gueli)

Piccole Donne, un classico irrinunciabile ad Alta Leggibilità

piccoledonneGiulia Siena
ROMA 
– Meg, Jo, Beth e Amy, le quattro sorelle March nate dalla gloriosa penna di Louisa May Alcott nel 1868, tornano a rivivere nell’adattamento di Irene D’Intino per biancoenero edizioni. Le Piccole Donne: la speranzosa Meg, la determinata Jo, la generosa Beth e la piccola Amy, insieme alla madre e alla domestica Hannah, si trovano ad affrontare le difficoltà economiche e le preoccupazioni per il padre partito in guerra. Siamo nell’America scossa dalla guerra di Secessione e le Piccole Donne trascorrono le giornate aspettando notizie dal fronte, vivendo la loro quotidianità fatta di faccende domestiche, canti, letture, speranze e sogni, fino a quando alla finestra di fronte alla casa delle ragazze appare un misterioso ed affascinante giovane. Il giovane è Theodore Laurence, per tutti Laurie, il nipote del vecchio e ricco signor Laurence, vicino di casa della famiglia March. A lui, involontariamente e in modo del tutto innocente e spensierato, si avvicina dapprima la ribelle Joe; poi, tutte le ragazze saranno coinvolte da questa amicizia che le solleverà dai problemi quotidiani e dalle preoccupazioni che la povertà, la frustrazione e le debolezze recheranno loro.

 

Piccole Donne sono tornate e questa volta coinvolgono tutti, ma proprio tutti i lettori. Sì, perché con la collana Raccontami – I grandi classici più facili da leggere la biancoenero edizioni si pone l’obiettivo di avvicinare alla grande letteratura tutti i ragazzi, anche quelli che hanno difficoltà di lettura, grazie, anche, all’ausilio dell’audio book letto da Gabriella Bartolini.

Letteratura per ragazzi: il “Cantastorie” e “Genoveffa di Brabante” tra le novità Gallucci

gallucciROMA – Saranno in libreria tra qualche giorno e già si preannunciano come alcune tra le più interessanti novità della letteratura per ragazzi. Stiamo parlando di Cantastorie e Genoveffa di Brabante, i due libri targati Gallucci pronti per gli scaffali delle librerie e case d’Italia. Cantastorie, di Emanuele Luzzati racconta la vita avventurosa di Iranì regina delle fate: della sua rinunzia a ogni privilegio per sposare Re Solimano e della loro felicità per la nascita dei due gemelli. Canta di come le sorelle tradite cercarono di farle del male, dell’incantesimo che la trasformò in serpente e delle gesta eroiche del suo sposo per liberarla.

 

 

Genoveffa di Brabante, di Lord Cheminot e Ornella Volta con i disegni di Corallina De Maria è una favola adulta di amore e tradimenti, di intrighi e riscatto. Genoveffa di Brabante è la leggendaria eroina che ha ispirato drammi, opere musicali e film. Qui nella versione musicata da Erik Satie e interpretata magistralmente da Paolo Poli nel ruolo del narratore.

Anteprima: Leggi su ChronicaLibri il terzo capitolo de “Il Rintocco”, il nuovo libro di Irene Vella

Irene VellaROMA – Continuiamo la nostra esclusiva con il terzo capitolo del nuovissimo romanzo di Irene Vella, Il Rintocco. In questo capitolo la protagonista affronta coraggiosamente le sue paure, lasciandosi andare ai ricordi e alle emozioni ancora tutte da vivere.
Continua

Terre di Mezzo: Mari Accardi e “Il posto più strano dove mi sono innamorata”

il posto piu strano dove mi sono innamorata_chronicalibriGiulia Siena
ROMA
– All’inizio erano Tanya e Big Jim contro Barbie e Ken; poi la goffaggine di Irma contro l’eleganza delle Billeci. Con il tempo arrivarono gli amori sbagliati, le fughe, gli studi e i tanti lavori impossibili. Tutto, nella vita di Irma – la protagonista de Il posto più strano dove mi sono innamorata, il primo libro di Mari Accardi pubblicato da Terre di Mezzo Editore – era un contrasto, un continuo fuggire altrove per avere di più o avere cose diverse. Forse perché Irma, sin dall’inizio, aveva ascoltato suo padre ripetere “Cu niesci arriniesci”: se dalla vita vuoi qualcosa, devi andare via dal posto in cui sei nato. Così Irma si lasciò convincere e dopo aver sancito la sua inadeguatezza per Palermo arrivò a Torino. Da studentessa fuori sede alle prese con la solitudine e la paure Irma – ormai donna – inciampa in amori sbagliati e lavori impossibili. La nostra eroina siciliana viene licenziata da ogni posto di lavoro perché “troppo lenta”; passa, così, da cucinare per una mensa a cancellare foto pornografiche in un sito di annunci. Ed è in questo periodo che conosce Paolo, il decoratore di interni che non ricorda di aver mai baciato, ma con il quale vive ed è fidanzata da mesi. Forse la loro non è una vera storia d’amore, forse perché il loro è stato un incontro troppo normale, mentre, “A quanto pare, secondo un sondaggio di non so quale agenzia, gli amori più importanti nascono in circostanze o in luoghi anomali. E sono quelli che in percentuale durano di più”. Allora Irma è pronta a cambiare di nuovo, per l’ennesima volta, lei cambia rotta: viene licenziata, sale su una mongolfiera e poi vola a Praga con la convinzione di poter prendere in giro il tempo, fermarlo per giocarci e poi rientrare nella sua normalità anonima e viverlo. Perché il tempo, anche se scorre, rimane lì, attaccato a quella linea del telefono che lega Irma ai suoi genitori, alla sua isola, alla sua Palermo… richiamo perenne (quasi un rimpianto) che si accompagna e scontra con la sua certezza di sempre: fuggire.

 

Il posto più strano dove mi sono innamorata è un romanzo breve, intenso e immediato che raccoglie l’essenza di questo periodo incerto. La sua Irma è la giovane donna che vedi allo specchio o che incontri per strada, sul bus o in fila dal medico: tanto forte e determinata quanto nostalgica e indecisa; una donna che rincorre i sogni lontani convinta di cercare un posto nel mondo, un posto che forse non ha pensato di avere già. Una donna, Irma, che attraversa le situazioni e risorge dalle sue sconfitte.

Anteprima: Leggi su ChronicaLibri il secondo capitolo de “Il Rintocco”, il nuovo libro di Irene Vella

Irene-VellaROMA – Non ci lasciamo fermare dai problemi tecnici e, come promesso, ecco il secondo e attesissimo capitolo de “Il Rintocco”. In questo capitolo Emma, la giovane protagonista del nuovo libro di Irene Vella, è alle prese con i bagagli; dopo l’annuncio del padre di tornare nella vecchia villa in Italia, quella casa che le ricorda Lucrezia, la sua mamma scomparsa ormai da anni, dovrà prepararsi ad affrontare la realtà e le paure del passato.

 

 

Secondo Capitolo
Profumi

Emma aveva appena finito di preparare le valigie, si era guardata in giro, aveva annusato il profumo di paella che arrivava dall’osteria di fronte, e aveva cominciato a smanettare sul suo iphone, cercando di ricordarsi se aveva salutato tutti.
Faceva il ripasso degli amici, proprio come quando si fa la lista della spesa e poi si depennano gli oggetti acquistati, e così lei scorreva la lista dei contatti facendo mente locale per essere sicura se non di averli salutati di persona, quanto meno per sms, what’up, o chat.
Fu proprio mentre con il cellulare camminava avanti e indietro nella stanza che le cadde l’occhio sui biglietti aerei che facevano capolino dall’agenda di Andrea, così senza nemmeno pensarci un attimo li tirò fuori per controllare quale fosse la compagnia con cui avrebbero viaggiato.
Ma di certo quello che la colpì non fu vedere la scritta Iberia Airlines, ma la destinazione: Madrid/Venezia.
Suo padre in quei tre giorni di preparativi non aveva mai trovato il tempo (o forse il coraggio?) di parlarle, ma come recita il detto “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”, e così Emma aveva scoperto da sola che sarebbero tornati a casa.
Di questo ne era certa, non era uno scalo intermedio, non c’erano altri biglietti aerei, perché li aveva cercati ovunque come una pazza furiosa, come aveva potuto nasconderle la verità?
Proprio mentre pensava ai vari modi per rimbalzare suo padre, Andrea entrò stranamente felice dall’ingresso principale, ma gli bastò un’occhiata per capire che sua figlia aveva scoperto tutto.
Iniziò la frase con un infelice: “non è come sembra (come nei peggiori film in cui la moglie scopre il tradimento del marito, e lui prova a negare anche l’evidenza), te lo avrei detto stamani…”
E. “ Ma dai davvero? E di preciso quando, dimmi? Mentre salivamo le scalette dell’aereo? Oppure una volta allacciate le cinture di sicurezza? Pensi di essere normale?”
A. “ E’ che non sapevo come affrontare l’argomento, avevo paura di quello che avresti potuto dire, provare….”
E. “ Sì..dire, fare, baciare, lettera e testamento. Babbo (le sue radici toscane uscivano sempre mentre discuteva e le guance si tingevano di rosso ) hai sbagliato, fai prima ad ammetterlo così almeno ne parliamo da persone adulte, dato che il problema penso sia proprio questo. Ho sedici anni, lo vuoi capire che non sono più una bambina?”
Andrea la guardava muoversi, agitarsi, quando si arrabbiava sembrava proprio sua madre, non riusciva a smettere di gesticolare, e contemporaneamente non riusciva a smettere di spalancare quegli occhioni verdi, che sembravano disegnati.
E. “ Babbo mi stai ascoltando?”
A. “ Sì scusami Emma, hai ragione ho sbagliato, ho preso tempo, ma forse ne ho preso troppo, se ti fermi un attimo ti spiego tutto.”
Non se lo fece ripetere due volte, non capitava spesso che suo padre la trattasse da adulta, era bene approfittarne, prima che ci ripensasse, così si mise seduta proprio per dimostrargli quanto fosse pronta ed impaziente di conoscere la realtà.
“ Mi ha chiamato l’agenzia immobiliare qualche giorno fa, dicendomi che ci sono dei probabili acquirenti per la nostra casa, ma che sono necessarie delle ristrutturazioni, e visto quanto è rimasto fermo il mercato degli immobili, è meglio approfittarne.
Solo che devo essere per forza presente visto che la villa è sottoposta alla tutela dei beni culturali, quindi per fare qualunque tipo di variazione, o anche semplicemente dare una rinfrescata, c’è bisogno della mia firma per le richieste, e della loro approvazione per procedere.
Così ho pensato di tornare a casa, per passarci la nostra ultima estate, prima di venderla.
Lo so te ne avrei dovuto parlare, ma avevo paura di un tuo rifiuto, e senza di te non sarei riuscito a rimettere piede nelle nostre stanze”
E. “ Ecco ora dimmi, ci voleva tanto? Sono adulta queste cose le capisco, solo una
cosa non riesco a capire: perché vuoi disfarti di Villa Maria? Non ci sono solo i brutti ricordi là dentro, io conservo i sei anni passati con la mamma a raccogliere le nocciole nel giardino, a buttare le monetine nel pozzo per esprimere i desideri.
Là dentro c’è tanta della nostra felicità, sei pronto a rinunciarci?”
A. “ questo è un discorso che non vorrei affrontare adesso, ho bisogno di rimettere piede là dove tutto è accaduto, là dove in un attimo tutto ha smesso di avere un senso, là dove i miei sogni che portavano il nome di tua madre sono morti.
Sento che è arrivato il momento di fermarmi, me lo devo, e soprattutto forse lo devo a te”.
E d’improvviso quel sorriso che Emma aveva visto accendersi sulla porta d’ingresso si spense per fare spazio a quell’alone di malinconia che da dieci anni a questa parte lo aveva reso l’allenatore più ricercato e ambito dalle donne di mezza Europa.
Era lo special one dei maestri di tennis, ma quello che gli altri chiamavano fascino, per lui aveva un unico nome: dolore.
A volte il suo alone di mistero lo precedeva, i maligni lo additavano come “borioso”, le fan come “bello e impossibile”.
Quante quelle che avevano negli anni cercato di prendere il posto Lucrezia, di prendere il “suo” armadio, che avevano respirato il “suo” odore pensando che fosse quello di Andrea, ma erano durate il tempo di un set, per usare termini “tennistici”, il tempo di una foto insieme, e poi il nulla.
L’unica donna della sua vita, dopo Lucrezia, era stata Emma.
Il taxi era sotto che li stava aspettando, erano in ritardo, come sempre, l’aereo decollava tra un’ora, un’ultima spazzolata ai capelli ribelli, un po’ di lucido sulle labbra ed ecco la figlia/bambina trasformarsi in teenager dannatamente e inconsapevolmente femmina.
A. “ Ma cosa ti sei messa in testa?”
E. “ è una fascia, come lo chiami tu?foulard va meglio?”
A. “Mi sembra che non c’entri nulla con tutto il resto…”

E. “Mamma mia, ora mi sei diventato pure esperto di moda, oltre che di tennis. Vogliamo parlare della tua polo? Ma tipo una t-schirt normale mai?”
A. “ Va bene via io mi tengo la polo, tu ti tieni questa fascia e siamo tutti felici.”
Scesero correndo dal taxi, Emma con i suoi trolley rosa, Andrea con le sue valigie blu e le sue insostituibili racchette Fisher.
Entrambi provavano un insieme di sensazioni, felicità, paura, curiosità, ma ormai il momento della verità era arrivato.
Padre e figlia tornavano a casa.

 

Leggi QUI il primo capitolo

 

Il terzo capitolo sarà pubblicato lunedì prossimo. Il resto de Il Rintocco sarà presto in tutte le librerie.

“Come poteva essere una storia d’amore” due voci di Giuliano Bugani per Bébert

come poteva essere una storia d'amore_recensione_buganiGiulia Siena
BOLOGNA
– “Sai in fondo dovevo aspettarmelo: la nostra vita, le nostre vite, sono sempre state legate, anche se parte dei nostri anni siamo stati lontani. Ma io me l’aspettavo, come poteva la nostra storia essere una storia d’amore”. Forse lo è stata, forse no; forse sono solo ricordi, rancori e rimorsi. Forse i due protagonisti della penna di Giuliano Bugani sono solamente due esseri in cerca di ascolto dopo un lungo silenzio. Comincia così Come poteva essere una storia d’amore, il primo dei due racconti contenuto nell’omonimo libro targato Bébert Edizioni che, con Imeacht brònach. Una miserevole uscita, inaugura la collana Gli Irrisolti della casa editrice bolognese.

“Dopo tanti anni, cosa resta di una storia cominciata su idee che per sempre credevamo incancellabili?”. Si chiede lui. Lui, il cinquantenne divorziato è scettico, timoroso e disilluso quando riceve la lettera di Lei. “Siamo nati per parlare e adesso invece mi sembra la cosa più difficile da fare” dice Lei, tentanto una strada interrotta anni prima, quella del dialogo. Loro hanno un figlio ormai grande e ora, dopo anni di silenzio, tornano a parlare attraverso una fitta corrispondenza. Le cose sono cambiate e stanno cambiando e questo non potrebbe essere che un segno del destino per farli incontrare ancora. Perché ora hanno messo da parte le ostilità e la rabbia, sono alle prese con una nuova età, con la fragilità e la paura. Ora sono pronti a farsi avanti, a guardarsi con occhi nuovi e, forse, a dirsi addio.

 

Donnarkica, il secondo dei due racconti contenuto in Come poteva essere una storia d’amore è la storia dei Desaparecidos dell’America Latina. “Uccidere un pensiero ha necessità di uccidere una persona. Se si uccidono tante persone, si uccide un ideale” è questo quello che è stato fatto in Cile. Per questo Maria Esteban, Rosaura Guanda, Margarita Huanderamo e le altre madri continuano a urlare il loro dolore per quei giovani figli persi. Lo fanno per coltivare la memoria, affinché i sogni spezzati, gli ideali uccisi e le lotte zittite di quei figli reclusi e fatti sparire non siano vani e dimenticati. David, Anita e Francisco, infatti, avevano commesso il grave errore di credere di poter cambiare il mondo con le proprie armi: lo studio, la conoscenza e la cultura. A loro non fu permesso perché vennero catturati, torturati e fatti sparire. Per decenni si fece finta di nulla; ora sono le madri che tengono vivo il ricordo.

 

Con questo libro l’operaio, scrittore e regista Giuliano Bugani firma due racconti ricchi di pathos e poesia. In queste pagine la vita vissuta si intreccia al passato: l’amore e la quotidianità vengono raccontate con un coinvolgimento emotivo che riesce a trascinare il lettore nella fitta trama di parole e descrizioni. Il passato, il dolore e l’attualità diventano storia da non dimenticare grazie a una scrittura intensa e commovente (sembra quasi che il racconto dei Desaparecidos sia in presa diretta, lì nelle piazze cilene e nelle carceri dove avvengono i massacri). Due racconti diversi e simili. Entrambi hanno una straordinaria capacità di farsi leggere ed emozionare.

 

“Sono passati venticinque anni, e da quella notte, David Esteban, per il mondo intero non esiste più. Non esiste per questo Paese, non esiste per questa America Latina, non esiste per nessuno. Desaparecido”. 

 

 

LeggendoCrescendo, la letteratura per ragazzi e le sue novità

bottoni d'argento_ChronicalibriROMA – Sarà tra le novità della letteratura per ragazzi già dalla prossima settimana (l’uscita è prevista per l’8 maggio) il nuovo libro di Bob Graham pubblicato nella collana Giralangolo Picture Books di EDT. E’ Bottoni d’argento, la storia della piccola Giulia e del suo estroso disegno. Alle 9.59 di un giovedì mattina Giulia disegnò un’anatra. Sugli stivali dell’anatra mise dei bottoni d’argento: uno… due… fino a quando il pennarello di Giulia indugiò a mezz’aria prima di posarsi sul foglio per l’ultimo bottone. In quell’istante suo fratello Leo si alzò lentamente in piedi e fece il suo primo passo.

Dai 4 anni

 

ilcastoro_chronicalibriIn libreria già da qualche settimana, invece, è Le stelle brillano su Roma, il libro per ragazzi scritto da Elisa Castiglioni Giudici e pubblicato da Il Castoro. Ambientata nell’antica Roma dell’Imperatore Traiano, questa è l’avventura di Iris, 12 anni, una ragazzina del popolo, curiosa e determinata, figlia di un centurione e di una ex-schiava. Divide le sue giornate tra il forno di sua madre Tecla e la scuola. Ma la sua vita serena sta per crollare: i figli dell’antico padrone della mamma ricompaiono dal passato e pretendono di riavere la loro schiava, figlie incluse. Quando gli adulti si arrendono, Iris capisce che sta a lei trovare il modo di proteggere la sua famiglia. E con la complicità del suo amico Aureliano, escogita un piano: tra fughe notturne, astute trappole e coraggiose spedizioni per le campagne romane, comincia così un’avventura nella letteratura per ragazzi in difesa della libertà e della giustizia.

Dai 9 anni